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A2 Femminile

Mauro Fabris: "La Delta in A2 è un bene per il movimento"

Per la Delta Informatica la ferma volontà è quella di prendere parte alla prossima serie A2, categoria guadagnata sul campo. Per il Trentino si rispalancherebbero così le porte della serie A, categoria che manca da trent'anni giusti giusti, ovvero da quell'unica annata di A2 marchiata Torrefranca. Senza dimenticare, ovviamente, il Neruda che ha riportato la regione Trentino Alto Adige Sudtirol in categoria lo scorso anno. Allora abbiamo alzato la cornetta e chiesto che A2 femminile sarà secondo Mauro Fabris, presidente della Lega pallavolo in rosa.

Mauro Fabris, presidente della Lega Pallavolo serie A femminile
Mauro Fabris, presidente della Lega Pallavolo serie A femminile

Presidente, quanto importante è per l'intero movimento avere in serie A città e province nuove a livello femminile?
“Molto importante, siamo tutti contenti di avere il Trentino con noi. Quella trentina è una realtà fra le più effervescenti del volley italiano e per diversi anni è stata la capitale della pallavolo maschile. Ci piace pensare che un giorno possa essere un centro di grande importanza anche per la pallavolo femminile”.

Dell'arrivo in serie A della Trentino Rosa cosa ne pensa?
“Conosco la società trentina e so che è una realtà molto organizzata. Così come sappiamo che dietro ad essa c'è un bel numero di squadre e di società ben radicate nel territorio che militano in categorie inferiori. In questo periodo a noi interessa molto anche il progetto e la struttura che una società ha, il lavoro che abbiamo fatto in questi ultimi anni ha aumentato il turnover di società in serie A ma perché abbiamo alzato l'asticella per l'ingresso. Oltre ai meriti sportivi abbiamo ritenuto di intervenire per evitare quelle spiacevoli situazioni di realtà che arrivano in serie A e poi sparivano, desertificando tutta la realtà intorno. Nessuno avrebbe più dato credito ad altri che, in quella stessa realtà, avrebbero provato a rilanciare la serie A femminile, ecco perché ci siamo battuti tantissimo contro il doping amministrativo. Abbiamo lavorato per avere piazze solide e sono convinto che ora Trento possa fare la serie A2, siamo molto contenti di avere con noi una realtà così”.

Trento ha una lunga tradizione maschile, un territorio ha la forza di portare avanti i due settori insieme? Maschile e femminile?
“Assolutamente sì, vediamo l'esperienza di Piacenza ad esempio. Con due squadre che sono state entrambe finaliste scudetto negli ultimi anni, ma abbiamo avuto a lungo anche esperienza di Perugia o di Pesaro con la vicina Macerata nel maschile... Dove c'è passione, entusiasmo e radicamento allora si possono portare avanti le due cose. Poi, chiaramente, si tratta di decidere: se si punta a fare uno squadrone di vertice in uno dei due settori è chiaro sia meglio unire le forze e le risorse. Fondamentali e regole sono identici ma sono due realtà diverse, due tipi di volley diverso: da una parte abbiamo tecnica e potenza, dall'altra tecnica e gioco di squadra. Al volley femminile ci si appassiona molto e non vedo competizione, anzi”.

Cosa deve fare ora, a livello pratico, una neopromossa?
“Iscriversi. Ovvero, deve avere tutte le liberatorie relative al campionato precedente, aumentare il proprio capitale sociale, avere la capacità di presentarsi con una fidejussione di un certo importo e, ovviamente, un palazzetto omologato per la serie A. La Lega poi farà tutti i controlli del caso ed è stato grazie a questi che è stata introdotta la possibilità di dare penalizzazioni sportive per mancati adempimenti economici. Ovvero, si possono togliere punti in campionato o vittorie nelle competizioni nel caso in cui siano accertati degli inadempimenti. Nessuno più rischia di fare una squadra sopra le proprie possibilità, non pagare quindi di conseguenza le atlete e prendere 4, 5 o 6 punti di penalizzazione e quindi non raggiungere nemmeno il proprio obiettivo sportivo”.

Quello che ha un po' spiazzato alcune squadre sono state le 4 retrocessioni, passare da una a quattro è un bel salto.
“Lo scorso campionato era a 12 squadre, ora a 14. Inoltre, Pesaro non si è iscritta alla A2 la stagione passata pur avendone i requisiti, inoltre durante l'anno precedente si sono verificate le sparizioni di Crema e Modena. Il nostro compito è garantire sempre un campionato all'altezza, finora ci siamo riusciti senza mai bloccare le retrocessioni. Una cosa che non mi sembra abbia avuto i risultati sperati in altre situazioni”.

A proposito, fra le squadre della serie A si dica possa esserci anche la Tonno Callipo Vibo Valentia che ha da poco ceduto i diritti di A1 maschile a Milano.
“Vibo? È un'ipotesi abbastanza solida. Ritengo sarà un bell'acquisto per il movimento, secondo me partirà dalla serie A2 facendo una scelta di partire compiendo un passo alla volta per creare una realtà solida come lo era nel maschile”.

Quest'anno sembra sicuro non ci saranno problemi ad arrivare a 14 squadre, si dice che anche altre realtà come Orago o Pesaro stiano pensando all'acquisto di una A2.
“No, non sarà un problema arrivare a 14. Dovremo poi vedere come finirà il discorso del Club Italia con la Fipav. Loro vorrebbero inserirlo nuovamente in A2 ed a noi sta benissimo, ma solo se alla base c'è un progetto a lungo termine e non una cosa estemporanea. Tre anni fa il Club Italia in A2 vinse 2 set appena in tutto il campionato. Noi di principio non siamo contrari, ma solo con un progetto duraturo dietro e poi vorremmo che promozioni e retrocessioni valgano anche per il Club Italia e non giochi fuori classifica”.

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