volley.sportrentino.it
SporTrentino.it
Il personaggio

Marco Kalc, Trenta Volley (B2 maschile)

Sigh… sob… sigh… sniff… che peccato, sta finendo un’altra stagione e come ogni anno c’è sempre una sensazione un po’ strana. Ok, adesso vai un po’ in vacanza mi dicono tutti (magari!), ma tanto io so già che fra due weekend senza partite sarò già lì a fare il countdown a quanto manca all’inizio della nuova stagione. Per fortuna che il settimo giorno Dio, oltre alla Nutella, a Robi Baggio ed Alex Del Piero, ai distributori automatici, ai lettori Mp3, a Skype, alle motociclette e ad un’altra lunga serie di robette simpatiche ha inventato un’altra grande cosa: i playoff. Bella roba vedere praticamente tutti in ferie e qualcuno ancora “costretto” a giocarsi partite di adrenalina pura per centrare o meno un obiettivo prestigioso. Provate a chiedere a qualsiasi giocatore o allenatore cosa voglia dire il clima dei playoff. Una volta l’ho fatto, sapete cosa mi rispose quel giocatore? “Orgasmo puro”. E ci credo, ecco perché questo sabato armarsi di benzina nel motore e qualcosa da sgranocchiare perché c’è da andare a Predazzo. L’unica fra le nostre serie B ad esser giunta alla post season (ma no dai, per una volta chiamiamola in italiano: spareggi promozione) e che da sabato sera si giocherà il l’Atto Primo di questa recita sul parquet di casa. E allora il sottoscritto coglie la palla al balzo e, da buon rompiballe pubblico che in vacanza non ci va mai e che anche a Ferragosto sarà qui imperterrito, non poteva non sentire come va su in valle. Per la precisione ne parliamo con Marco Kalc, allenatore friulano alla sua prima stagione in Trentino ma subito capace di centrare il terzo posto. E allora con lui andiamo un po’ a scandagliare il terreno, se sarà fertile o meno lo sapremo strada facendo come direbbe Baglioni, dove Zancarli, Rizzo e soci stanno cercando di piantare un seme che faccia crescere una pianta bella rigogliosa.
Buona lettura!

Ciao mister, sono Nicola, come va?
“Ciao Nicola, sono mister, tutto bene e tu?”.
Bella questa, nessuno mi aveva mai risposto così al telefono, quasi quasi lo scrivo. Vabbè, vaccate a parte, cominciamo a fare subito sul serio: come affrontate questi playoff? E come è questo Centro Incontri Firenze?
“Ad oggi ancora so poco, devo ancora vedere la cassetta delle loro partite. Da quello che so finora sono una buona squadra con un ottimo opposto che ha avuto delle esperienze anche in B1 nel centro Italia. Poi hanno un alzatore che con una ricezione buona spinge molto la palla, nel complesso sono una buona squadra contro la quale dovremo in primis battere bene per evitare facciano questo gioco veloce. Adesso balliamo, siamo in ballo e dobbiamo ballare, dobbiamo cercare di andare il più in là possibile cercando di sfruttare il fatto di avere due gare su tre in case. Proprio in virtù di questo speriamo ci sia tanta gente, siamo gli unici che giocano e sarebbe la cornice ideale per un appuntamento come questo”.
La sua Trenta come arriva a questi playoff?
“Noi stiamo bene nel complesso, piano piano stiamo ritrovando anche la forma migliore per Simone (Bristot, ndr) e Zancarli e credo che abbiamo tutte le carte in regola per fare bene. Noi abbiamo un gruppo di grandi agonisti, gente come Daniele, Bristot e Zancarli in partite di questo genere si caricano come non mai. Nei momenti più importanti questa è una squadra che è sempre riuscita a venire fuori ed a fare il meglio di sé, quando è servito ha sempre tirato fuori il carattere e non ha mai sbagliato. Sono molto fiducioso nelle nostre possibilità”.
Siete l’unica squadra che ancora continua a giocare, dopo una stagione che definire più che positiva è fin troppo facile.
“Altroché, abbiamo centrato gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Proprio ieri ho riletto la classifica finale ed i risultati di questa stagione: nel complesso abbiamo fatto una stagione meravigliosa, con solo un “buco” in mezzo di alcune partite nelle quali non siamo riusciti ad esprimerci come avremmo potuto. In un periodo un po’ particolare per noi, avevamo diversi problemi fisici con alcuni giocatori. Si è venuto a creare così questo “buco” nel quale avevamo partite davvero molto difficili, come le trasferte a Bibione e Trebaseleghe, un buco coincidente con i problemi fisici di Savio che tra una cosa e l’altra è rimasto fuori un mese e mezzo. E la sua assenza s’è fatta sentire. Non dobbiamo dimenticare che prima e dopo la sconfitta in casa con Sarmeola, invece, abbiamo fatto quattro vittorie di fila in entrambi i casi”.
Qualche piccola recriminazione però si può fare su alcuni punti persi qua e là in modo inatteso che, col senno di poi, se portati in casa magari potevano…
“Da recriminare forse ci sono al massimo le partite con Udine e con Cordenons, per il resto abbiamo fatto un girone di ritorno super. Quegli sono stati gli unici punti persi un po’ così, ma sono state sconfitte che ci sono servite a crescere. E poi noi non abbiamo mai parlato di vincere il campionato, quello lo avete scritto voi giornalisti. Sfido chiunque a cercare nei nostri comunicati, nelle nostre conferenze stampa o in ogni altra nostra situazione le parole “vincere il campionato”. Erano altre le squadre che dovevano vincere questo campionato, noi abbiamo sempre parlato solo e soltanto di playoff ed abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, battendo anche in questo finale di campionato praticamente tutte le altre prime della classe”.
L’esperienza era dalla vostra parte è innegabile, una cosa che vi è servita anche per affrontare qualche problema fisico che, anche se non gravissimo, vi hanno disturbato?
“Gravissimo forse no, però quest’anno abbiamo avuto tantissimi problemi fisici dei quali abbiamo risentito. Bristot ha cominciato la stagione non al meglio a causa dell’operazione al ginocchio, poi abbiamo avuto le sfortune della scavigliata di Rizzo e di Savio. Non so come avesse giocato Federico l’anno scorso ma quest’anno è stato un giocatore importantissimo per noi, è quello che ha fatto più muri e che si è sempre dimostrato in crescita continua facendo un campionato d’altissimo livello. E quando era fuori Valt ha dovuto giocare anche lui con alcuni problemi fisici. Zancarli ha giocato e s’è allenato per tre settimane con la febbre. Poi, dicevo, c’è stata la doppia scavigliata di Giamma e sempre due volte contro l’Arco. Ormai quando gioca contro di loro prima di entrare in campo deve farsi il segno della croce… Scherzi a parte non sono stati problemi di poco conto. Siamo stati bravissimi a recuperare Simone già per la prima partita di campionato ed a cercare di gestire al meglio questi infortuni. Non sono nato ieri, ma non è facile gestire tanti problemi di natura fisica”.
In generale come ti è sembrato il livello di questo campionato? E’ vero come dice qualche “analista” che il livello della B2 ogni anno rischia di scendere sempre più?
“Direi che per me è stato un campionato di basso livello per quel che riguarda le squadre che sono nella parte bassa della squadra, fra loro e le altre c’era un divario enorme. Invece è stato un campionato davvero molto equilibrato in alto, di solito in questi ultimi anni c’è sempre stata la squadra che il campionato l’ammazzava. Vedi i casi recenti di San Donà, Blue City e Anaune. Ma quest’anno invece si poteva davvero vincere o perdere con quasi tutti. C’erano tante buone squadre che hanno fatto un ottimo campionato, contro le quali non era per nulla facile giocare. Noi negli scontri diretti non abbiamo quasi mai perso e questo è stato un segnale di compattezza del gruppo e della grande voglia che questi atleti così agonisti avevano di raggiungere questo prestigioso obiettivo”.
Per te invece questa tua prima stagione in Trentino come è stata? Come l’hai vissuta?
“Personalmente molto bene. Credo sia stata una bella stagione, positiva, anche se molto impegnativa. Max Vegnuti mi ha dato una grandissima mano e devo ringraziarlo, la società c’è sempre stata vicina. Per questo l’aver raggiunto questi playoff per me ha un sapore particolare, è ancora più bello. Abbiamo fatto un anno nel quale abbiamo vinto con tutte le squadre più forti almeno una volta e abbiamo battuto due volte su due Venezia che ha vinto il campionato, con delle sconfitte che però ci hanno insegnato molto e ci hanno aiutato moltissimo a crescere. Vincere aiuta a vincere, ma anche dalle sconfitte bisogna saper imparare e non commettere più nuovamente gli stessi sbagli”.
Dell’Itas Diatec invece che impressione hai avuto? Forse loro e Sarmeola erano soprattutto le squadre di quel “gruppetto” di centro classifica che potevano davvero riuscire a vincere contro tutti e magari anche conquistare qualcosina in più.
“Alla fine noi siamo stati gli unici ad affrontare l’Itas al completo sia all’andata che al ritorno, una bella fortuna abbiamo vero? Scherzi a parte, loro sono davvero una gran bella squadra, anche in prospettiva futura hanno un potenziale molto importante che darà dei bei frutti. Contro l’Itas titolare abbiamo vinto in casa loro e perso in casa nostra, al completo hanno fatto vedere di essere una squadra che aveva tutte le carte in regola per essere fra le prime quattro, per centrare i playoff. Con loro abbiamo fatto due derby “classici”, vinto una volta e perso una volta, ci sta ed è una cosa normale nei derby. Hai ragione quando dici che c’erano livelli ben distinti in questo campionato e che a centro classifica c’erano alcune squadre, come l’Itas o come Sarmeola che è davvero un ottimo collettivo, che potevano fare ogni cosa se trovavano la giornata giusta. Delle mine vaganti insomma. Mentre per il resto il divario fra le prime e le ultime era ampissimo”.
Te la sentiresti Marco di dare delle percentuali alla promozione in B1 della tua Trenta tramite questi playoff?
“Ma scherzi? Porta malissimo! Non lo farò mai. Non do percentuali, penso solo che noi partiamo per fare bene e per puntare al massimo traguardo che potremo raggiungere. Adesso saranno tutte partite molto equilibrate, adesso comincia il bello anche se, se andrà in un certo modo, potremmo incontrare nuovamente San Donà e Trebaseleghe. Si faranno dei playoff uguali identici a come sono state queste ultime giornate di campionato, con conseguenti nuovi capelli grigi per tutti. Queste sono le classiche partite dove si parte da 50 e 50, abbiamo il vantaggio di due gare su tre in casa e dovremo sfruttarlo. Adesso i playoff sono così, sono una corsa a chi saprà sfruttare meglio le occasioni che capiteranno, spesso in partite di questo genere il saper cogliere al volo un’opportunità può decidere chi passa il turno”.
Come hai trovato il nostro movimento pallavolistico trentino rispetto a quello friulano dal quale proviene? Sono due mondi diversi stile Mork e Mindy oppure hanno dei punti in comune?
“Adesso come adesso il movimento friulano sta vivendo un momento di grande calo, non ha più la stessa forza che aveva un tempo. Ma questa è una cosa che vedo succedere a carattere mondiale, tutto il movimento mondiale della pallavolo sta vivendo un po’ una fase di calo. Qualche tempo fa, per farti un esempio, ho parlato con Kim Ho Chul e mi ha detto che in Corea ormai è una situazione disperata. Addirittura in Corea, che è una delle culle storiche della pallavolo mondiale, ormai fanno fatica a reclutare ragazzi e ad avere nuovo appeal per tutti. Bisogna che tutti diano una nuova linfa vitale al giovanile, che tutti ma proprio tutti tornino a spingere molto sui vivai altrimenti non so come finiremo fra pochi anni. Tornando alla tua domanda, ora come ora non ci sono più belle squadre friulane, l’unica che ancora riesce a tenersi a certi livelli è il Cordenons ma anche loro facendo molta fatica. Se penso che qualche anno fa avevamo anche due serie A, che c’era l’Adriavolley Trieste prima in serie A e poi in B1 e ora invece è tutto cambiato nel giro di pochi anni. In Trentino adesso c’è un movimento un po’ più vivo, l’importante è continuare a lavorare sotto, sulla base, sui giovanili, per continuare anche in futuro a tenere vivo questo movimento. Il rischio nel nostro mondo della pallavolo è di farsi abbindolare dalle stelle comete, da un qualcosa che arriva e splende ma che poi passa via presto. L’importante è che continuino ad esserci società che continuino a reclutare ed allenare giovani. Il rischio in Trentino è solo questo, quello di farsi abbindolare dalle stelle comete”.
Premessa: io odio il mercato, le voci, le chiacchiere, le supposizioni solo perché un allenatore prende un caffè al bar con un dirigente e tutte ste brutte cose qui, ma comincia l’estate piano piano e questa domanda quindi devo fartela per forza: l’anno prossimo che farai?
“Innanzitutto spero di continuare ad allenare pallavolo…”
Ok, riformulo, dove allenerai pallavolo l’anno prossimo? Resterai a Predazzo?
“Ancora non lo so, sono sincero. Qualche proposta in giro c’è, ma non abbiamo mai ancora parlato con la società anche perché siamo ancora in corso d’opera. Finché non sarà finita la stagione non credo ne parleremo con la dirigenza, adesso stiamo giocando ancora e quella è la priorità. Il resto si vedrà in seguito”.
E’ difficile fare al tempo stesso sia il primo allenatore che il preparatore fisico? Un ruolo che tu hai ricoperto per tanti anni, se non erro?
“No, non è difficile. Ormai sono venti e passa anni che alleno pallavolo. Ecco, sfrutto la tua domanda per chiarire una cosa, ovvero che io nasco come allenatore di pallavolo, poi per esigenze mie e della mia professione ho studiato anche per diventare preparatore fisico. Coniugare le due cose non è difficile, forse sarebbe più difficile se qualcuno facesse il preparatore in altri sport e si approcciasse alla pallavolo da neofita, allora sarebbe un po’ più complicato altrimenti sono due ruoli che possono coesistere nella stessa persona. Io ho sempre studiato e sto tutt’ora studiando, ma nasco come allenatore. Quest’anno per venire a Predazzo ho lasciato la scuola, insegnavo educazione fisica ed ero assistente a Scienze motorie all’Università di Udine, ma quest’anno ho voluto cimentarmi con questa avventura e nel fare il maestro di sci, altra cosa nella quale sono un professionista. Una disciplina lo sci che mi piace molto, così come molto mi piacciono da praticare gli sport nautici che faccio sempre quando torno a casa”.

CHI E’ MARCO KALC

Nato a Trieste il 14 agosto del 1966, da giocatore ha iniziato a 10 anni a Trieste, giungendo sino alla serie C ed alla B con la Lazio Roma. Ad allenare ha iniziato a 17 anni, come vice-coach del Bor Trieste Under 18 femminile che arrivò seconda ai campionati nazionali. Quindi dopo aver lasciato Trieste è stato a Roma per tre stagioni come assistente di Simonetta Avalle e allenatore giovanile, quindi il ritorno a Trieste e l’esperienza alla guida della nazionale slovena femminile che ha diretto in 45 gare ufficiali. Quindi alcune esperienze in B1 e B2 femminile, prima di andare a Firenze (A2) a fare l’allenatore in seconda. Quindi alcune esperienze in A2 maschile come Trieste e, fra cui un anno al Sudtirol Alto Adige dove collaborava anche coi settori giovanili di Neugries e San Giacomo. Ed ora è al suo primo anno alla Trenta Volley.

© www.sportrentino.it - strumenti per i siti sportivi - pagina creata in 1,281 sec.

Classifica

Notizie

Foto e Video