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Fipav del Trentino, nel weekend l'incontro con Marco Paolini

Una sessantina di allenatori di Primo e Secondo grado nel pomeriggio di sabato ed altrettanti nella mattinata di domenica con le qualifiche di Allievo e di Primo grado, hanno assistito nel fine settimana ai due corsi di aggiornamento che hanno avuto come docente il professor Marco Paolini.
«È stato un fine settimana molto positivo – commenta il tecnico marchigiano – è stato molto interessante avere questo confronto con i tecnici trentini. I quali hanno posto domande molto pertinenti, con un alto livello di attenzione, è stata l'occasione per alcune interessanti discussioni sulla pallavolo. Utilizzando poi video e clip si è potuto anche parlare di pallavolo pratica e non solo teorica». Forte di un impressionante curriculum per quel che riguarda il volley maschile, con Marco Paolini è l'occasione per fare un punto della situazione sull'attività di base. «Che la pallavolo maschile abbia problemi di numeri in diverse zone d'Italia è, purtroppo, una verità – prosegue -. Io credo che uno dei modi per cercare di attirare giovanissimi in palestra è introdurre molto presto la schiacciata. O, meglio, elementi di schiacciata: alcuni giochi che permettono ai ragazzini di 8, 9, 10, 11 o 12 anni di iniziare con il volley attraverso quel gesto che è il più identificativo del nostro sport, il gesto che ai bambini piace di più fare. Mi piace la parola “animatore” accanto a quella di allenatore, credo che sia necessario trovare il modo per far sì che i bambini si divertano in palestra e si innamorino della pallavolo». Durante il corso di domenica mattina, a tal proposito, Paolini ha così presentato lo “Smashbal”, un gioco di invenzione olandese che prevede un campo da volley più piccolo, una rete aderente al terreno e squadre di due o tre giovanissimi che schiacciano e giocano, con un rimbalzo permesso del pallone. Una via di mezzo, insomma, fra il volley e la palla prigioniera, che però permette anche ai bambini di attaccare e divertirsi. «Il secondo aspetto per il volley giovanile maschile è il reclutamento – prosegue Paolini – ed in Italia è possibile fare reclutamento soprattutto entrando nelle scuole. Magari entrandovi in punta di piedi, anche presentando iniziali progetti di motricità finalizzate poi allo sport della pallavolo. Ma per le società è fondamentale il rapporto con le scuole».

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