volley.sportrentino.it
SporTrentino.it
Serie C e D

«Lo sguardo sul Campionato di...»: Daniele Nardin

Osservando con attenzione il Campionato di Serie C maschile si può notare che, oltre alle «solite note» come la capolista C9 La Fattoria, Ausugum e Center Lift Anaune, nelle ultime settimane si sta imponendo con prepotenza anche un'altra compagine: il Villazzano di mister Lazzeri. Dopo un avvio in netta salita, che aveva fatto precipitare la formazione della collina est di Trento all'ultimo posto dopo cinque giornate, il Villazzano ha saputo rialzarsi con carattere e determinazione, inanellando successi e risultati importanti. Con il netto 3-0 ottenuto nell'ultimo turno, proprio contro l'Anaune, infatti, i ragazzi di Lazzeri hanno portato a cinque il numero di vittorie consecutive, guadagnando così la terza posizione, alle spalle di Ausugum e C9.
Abbiamo incontrato Daniele Nardin, centrale classe 1993 del Villazzano, per farci raccontare il momento positivo della sua squadra. Tuttavia, oltre al ruolo di giocatore, Daniele ricopre anche quello di allenatore dell'Under 17 del Villazzano e dell'Under 13 di Trentino Volley. Un doppio incarico che, come lui stesso ci ha spiegato, regala molteplici soddisfazioni.

Il giovane centrale del Villazzano, Daniele Nardin
Il giovane centrale del Villazzano, Daniele Nardin

Daniele, è innegabile che dopo un avvio con molte difficoltà, abbiate innestato la marcia giusta. Cosa è cambiato rispetto all'inizio?
«Occorre dire che, rispetto alla prima parte di Campionato, siamo riusciti a recuperare qualche giocatore importante. Questo è stato fondamentale, perché ci ha permesso di allenarci meglio e con più intensità. Credo che i risultati lo testimoniano. Inoltre, il nostro è un gruppo molto giovane, con atleti provenienti anche dalla serie D che, all'inizio, hanno pagato lo scotto del salto di categoria. Con il passare delle gare sono riusciti ad assorbire il salto, integrandosi al meglio e credo che abbiamo ancora margini di crescita».

Dopo aver giocato l'intero girone di andata, che impressione ti sei fatto di questo Campionato?
«Mi sembra che, rispetto alla scorsa stagione, il fatto di non avere squadre regionali nei campionati di serie B, abbia portato giocatori interessanti e di ottimo valore nella nostra categoria. Indubbiamente, questo ha accresciuto il livello del massimo torneo regionale. Nel complesso, mi sembra un Campionato equilibrato e ne è riprova il fatto che le prime cinque siano racchiuse in quattro punti. Tuttavia, non esistono partite scontate e le insidie sono sempre in agguato».

E per la vittoria finale, chi vedi favorito?
«Credo che il C9 abbia qualcosa in più rispetto alle altre formazioni, poiché dispone di un gruppo consolidato negli anni e rafforzato dal mercato estivo. Subito dietro colloco l'Argentario, ma attenzione alle outsider Anaune e Ausugum, senza ovviamente dimenticare la nostra squadra. Tutto dipenderà dai Play-off e da come ci si arriverà».

A proposito di Play-off, sei contento di questa nuova formula?
«Devo dire che mi piace molto la formula dei Play-off, poiché permette di avere partite sempre avvincenti che tengono alto l'interesse del Campionato. Negli anni passati, infatti, quando una squadra aveva raggiunto i propri obiettivi di salvezza, senza altre mire di scalate alla classifica, ne potevano uscire gare senza senso e prive di motivazioni. Tuttavia, rispetto all'attuale formula, dividerei la classifica tra le prime e le ultime quattro. Non è possibile che, chi ha vinto la regular season, possa rischiare di retrocedere. Stesso discorso, all'inverso ovviamente, per chi conclude il Campionato all'ultimo posto. Occorre trovare una formula che possa impedire che ciò accada, magari studiando un sistema combinato con le migliori squadre di serie D, per avere il reale valore della categoria. Inoltre, non condivido il mese di stop che ci sarà tra la fine del Campionato e l'inizio dei Play-off».

Oltre ad essere un giocatore, ricopri anche il ruolo di allenatore nel settore giovanile. Che differenze e che soddisfazioni riscontri?
«Ad essere onesto, allenare i giovani mi regala più soddisfazioni. Poter osservare i miglioramenti di un ragazzino allenamento dopo allenamento, mi regala una gratificazione maggiore, rispetto al fatto di mettere a terra un pallone o rendermi protagonista di un muro».

A proposito, che cosa ne pensi del movimento giovanile trentino?
«Credo che, il fatto di non avere squadre in serie B, sia un grosso deficit per tutti, ma soprattutto per i ragazzi più piccoli. A risentirne sono proprio loro visto che, uscendo dai relativi settori giovanili, non riescono a trovare sbocchi, se non fuori regione. Questo, però, comporterebbe una serie di cambiamenti non facili da affrontare e non tutti ne sono disposti».

Che cosa si può fare allora?
«Personalmente, nonostante queste difficoltà, sono sempre più convinto del lavoro che faccio con i più giovani. Il fatto di non avere sbocchi in B2, per noi allenatori deve essere uno sprone. La mia idea è quella di allenarli ancor più intensamente, perché è sì vero che noi allenatori dobbiamo creare due o tre giocatori che possano a giocare in serie A, ma dovremo essere in grado di crearne almeno una decina, che riescano a disputare la serie B. Per un allenatore, il proprio successo non è quello di portare un ragazzo in serie A, bensì quello di creare un bel gruppo di atleti, che riescano a giocare ad alti livelli per molti anni. Il movimento della pallavolo non vive di sola Serie A e, forse, questo ce lo dimentichiamo un po' troppo spesso».

© www.sportrentino.it - strumenti per i siti sportivi - pagina creata in 1,828 sec.

Classifica

Notizie

Foto e Video