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Il personaggio

Lorenzo Bernardi, Anaune Blue Team (B1 maschile)

Ovvio, no? Credo proprio che mai come questa settimana scegliere il “Personaggio” sia stato facile... Se, invece, foste stati su Marte allora capirei perché non avete saputo della notiziola dell’anno: Lollo Bernardi torna a casa. Dopo 23 campionati di serie A il campionissimo di via Malvasia dice addio alla massima serie e scende in B1, per giocare con l’Anaune Blue Team. Sapete, quando ho saputo questa cosa diluviava ed ero chiuso in auto e faticavo a crederci… Sapete, per quelli della mia generazione, quella insomma venuta al mondo nella prima metà degli anni Ottanta, quella che ama questo sport pure con le budella, i primi simboli dell’infanzia che vengono in mente legati a reti e ginocchiere sono fondamentalmente due. Uno è “Mila e Shiro”, e va bene. Ma l’altra… l’altra era un gruppo di ragazzi che definire fenomenali è dire poco, capaci in pochi anni di diventare da atleti che anche le trasferte di A1 se le facevano in macchina ad autentici miti. E lì in mezzo il Lollo. Quel biondino sfrontato capace di trasformare ogni cosa in oro. Non mi dilungo troppo elogiando il Magnifico, quel che ha fatto ed è stato è sotto gli occhi di tutti e tutti lo sanno (o dovrebbero ricordarselo) molto bene. Quindi mi limito ad un enorme e dal più profondo del cuore: GRAZIE. A nome di tutti quelli che sclerano per il volley. Ed a ricordare che stiamo parlando di sport, quello vero e fatto in campo, con sudore, botte e tutto il corollario. Le menate e le grandi paraculate lasciamole fuori, please. Quale modo migliore di una chiacchierata con “Il Magnifico” del Ventesimo secolo per salutarvi? Dopo un anno e mezzo nel quale tutte le settimane abbiamo cercato di raccontare uno spaccato del mondo pallavolistico di casa nostra stacchiamo anche noi un po’ la spina. Questo, infatti, sarà l’ultimo Personaggio per un certo periodo di tempo. Torneremo fra due o tre mesi, sempre con il Personaggio e (spero) con un po’ di altre cosucce che mi ballano la lambada in testa. A presto, buona lettura e, tanto per cambiare, la parola d’ordine è sempre la stessa: Tante Coccole a Tutti!

Lorenzo Bernardi: perché? Perché adesso dire addio alla serie A?
“Semplice, perché come in tutte queste cose nelle quali bisogna sempre correre a 300 all’ora, prima o poi, arrivi alla saturazione. Poi ci sono anche componenti fisiche e mentali, ma finora ho vissuto anni e anni lontano da casa e la famiglia la potevo vivere poco. Così ho deciso di smettere quando ero ancora ad alti livelli, io non sono quel giocatore che pur di essere in serie A accettava di giocare nelle squadre più modeste della massima serie. Non sono quel tipo di giocatore”.
E cosa l’ha spinta a scendere di due categorie, di andare a giocare in B1 e ad accettare l’offerta dell’Anaune?
“Un’altra cosa che mi ero sempre prefissato quando sarebbe arrivato questo momento era di non interrompere drasticamente la mia carriera, così è venuta fuori questa “transazione morbida”. Giocare a Cles mi permetterà di continuare ad allenarmi e di stare in forma, di continuare a fare quello che facevo prima per di più fra amici e divertendomi. Ma senza più quella pressione che c’era fino ad ora, tutte quelle tensioni che ci sono state in questi ultimi anni”.
Con quale stato d’animo torna a giocare a casa, nella sua provincia?
“Per me tornare a giocare in Trentino è una grandissima soddisfazione. Sono sempre rimasto molto legato alla mia città e sono sempre contento quando posso giocare a casa, così come ero molto contento di giocare a Trento quando tornai con l’Itas. Nello stesso modo, adesso, sono molto contento di tornare a casa, di sbarcare a Cles, una piazza che in pochi anni ha saputo fare grandi cose”.
Cosa farà Bernardi da grande però l’ha già deciso da un pezzo...
“Voglio fare l’allenatore. Questo è sicuro e lo ripeto ormai da moltissimo tempo. Infatti, la soluzione Cles - per la quale ringrazio davvero sia Giandonato Fino che Daniele Sontacchi - è la migliore anche per questo, potrò giocare e stare vicino alla famiglia e cominciare un percorso da allenatore”.
A proposito, è appena arrivato a Cles anche Willy Taborda e lei…
“L’allenatore della squadra è Taborda e allenerà Taborda. Io sarò a sua completa disposizione come tutti gli altri ragazzi della squadra”.
In futuro, però, la panchina dell’Anaune potrebbe essere una prima esperienza importante?
“Vedremo con calma, c’è tempo prima di pensare a queste cose. Oggi come oggi la domenica andrò a vedere le partite della serie A. Anche se non le vedrò più con gli occhi dell’atleta bensì con quelli dell’allenatore. Il mio impegno resta immutato, la pallavolo è la mia vita e il mio mondo e non potrò uscirne mai e poi mai. Questo sport mi ha dato tanto, è la mia vita ormai”.
Domanda scontata quando si chiude una carriera, di solito si risponde facilmente ma credo trovare la risposta giusta sarà difficile visto il suo curriculum... Il ricordo più bello di questi 23 anni ai massimi livelli?
“È impossibile sceglierne uno. Dal primo Europeo vinto sino all’ultima palla schiacciata a Rio, ad alcuni scudetti. Sceglierne uno è praticamente impossibile”.
E ci credo. Altra domanda scontata: dopo una carriera così ha dei rimpianti?
“Assolutamente no. Non ho rimpianti. Non sono il tipo che ha dei rimpianti. Avere rimpianti è una cosa molto brutta che non fa per me”.
Mi risparmio allora le domande sul compagno o avversario o allenatore più siginificativo o meno significativo, perché mi sa che avremmo risposte analoghe. Saltando allora di palo in frasca, certo che in questi ultimi anni la pallavolo è cambiata tantissimo in Italia, più che la tecnica ora si predilige la potenza...
“Perché, ora come ora, allenatori in Italia che sappiano insegnare la tecnica ce ne sono sempre di meno”.
Ma è cambiata nel bene o nel male questa pallavolo?
“Non so dirti se nel bene o nel male, certo ha cambiato volto. All’inizio era uno sport praticamente pionieristico, quasi amatoriale, e ora la nostra generazione ha portato il volley italiano ai massimi livelli. Una evoluzione davvero incredibile”.
Per non parlare del mondo della pallavolo trentina: rispetto all’ultima volta che ha giocato qui è cambiato molto?
“È un sistema che si è evoluto. Mi è piaciuto partecipare con l’Itas all’evoluzione della pallavolo a Trento. Prima era una cosa per pochi, adesso sembra esser diventato un fenomeno di massa”.
Per non parlare di com’è cambiata a livello regionale da quando lei giocava in C1 e in B con la maglia del Cus Trento...
“Mamma mia, tutto un altro mondo ormai. Il nostro era il tempo delle maglie a maniche lunghe e delle partite in palestre improponibili. Adesso è tutta un’altra cosa, un mondo diverso. Prima avere anche solo una serie B era un miraggio, figuriamoci una serie A1 come adesso”.
Dell’Itas che stanno allestendo che ne pensa?
“Senza ombra di dubbio un’ottima squadra. Non so se alla fine arriverà Kaziyski, dai giornali sembra di sì, ma lui è il giocatore più ambito e se arriverà sarà un colpaccio. Può far fare il definitivo salto di qualità a una società e una squadra che, comunque, in questi ultimi anni si è attestata ai vertici della pallavolo italiana”.
A proposito, a Cles a due minuti d’auto dalla palestra c’è la sede della Diatec. Potrà scapparci un’amichevole durante l’anno?
“Questo devi chiederlo ai dirigenti dell’Anaune e di Trentino Volley. Io non avrei problemi, giocare contro l’Itas è come giocare contro una qualunque squadra avversaria”.
Possiamo dirlo adesso che l’obiettivo dell’Anuane Blue Team è l’A2?
“Credo sia inutile promettere qualunque cosa a tifosi, dirigenti e compagni di squadra. Io anche se mi allenerò solo due volte a settimana darò sempre il cento per cento. Questo non è uno scherzo, io non modificherò il mio modo di vivere. Continuerò a lavorare duro ed a fare vita da professionista anche se non lo sarò, cercando di mettere a disposizione della squadra e di coach Willy Taborda tutta la mia esperienza”.
Comunque, oggettivamente, siete una squadra che con poche altre (Bologna, Oderzo e Cavriago) può puntare alla promozione diretta in serie A2.
“Le altre squadre le vedremo con calma a mercato finito, così come vedremo come andrà il campionato. Dei miei compagni conosco bene Giuliano Agazzi perché abbiamo giocato insieme a Treviso (dove vinsero lo scudetto 1993/1994, ndr). Gli altri li conosco di nome o per averli visti giocare. Nel complesso siamo certamente una buona squadra, ma dobbiamo stare attenti a non avere la frenesia di vincere sempre e contro ogni avversario. Ci vorrà tempo per amalgamarci tutti, stando attenti a non farci prendere dal panico o dalla paura. Che nella pallavolo sono due dei peggiori nemici che ci siano”.
Lo sa che la gente e la comunità di Cles già si sta mobilitando per accoglierla?
“Mi fa molto piacere e spero ci sia un grande seguito per tutta la squadra. Sarebbe bello giocare in un palasport sempre pieno, avere tanta gente che segue la pallavolo e che alla pallavolo si appassiona. Così come sarebbe bello riuscire ad avvicinare tanti ragazzi giovani a questo sport”.
Grazie Lollo. Di tutto.

CHI E’ LORENZO BERNARDI

Nato a Trento l’11 agosto 1968 ha esordito da giovanissimo nel Cus Trento allenato da Marco Angelini, con il quale ha giocato in serie C1 e B. Nella stagione 1984/1985 il trasferimento in A1, a Padova, per una sola stagione. L’anno successivo, infatti, arriva Modena che preleva Lollo e lo terrà con sé in Emilia per ben cinque stagioni. Quindi nella stagione 1990/1991 il passaggio alla Sisley Treviso dove Lorenzo scriverà la storia. Dodici anni in Ghirada nei quali ha vinto tutto, prima di passare per due anni all’Itas Diatec Trentino. Quindi una stagione in maglia Lube Macerata, poco più di un anno a Verona dopo una “toccata e fuga” all’Olimpiakos Pireo e questi ultimi mesi a Montichiari. Ora scenderà in B1 per giocare con l’Anaune Blue Team. Esordio in Nazionale ad Espinho il 27 maggio 1987 nella qualificazione all'Europeo Italia-Svezia 1-3. Ultima gara a Ferrara il 24 novembre 2001 nell'All Star Game. Eletto nel 2001 dalla FIVB Giocatore del Secolo. In carriera ha vinto: due Mondiali, due Europei, tre World League, una Coppa del Mondo, nove scudetti, cinque Coppa Italia, tre Supercoppa Italiana, quattro Coppa dei Campioni, 2 Coppe delle Coppe, quattro Coppa Cev e due Supercoppe Europee, cinque medaglie d’argento (compresa quella olimpica ad Atlanta) e un bronzo. Segue una selva di riconoscimenti “minori”. Nel 1994 è eletto miglior giocatore ai Mondiali greci e la stessa cosa successe agli Europei l’anno dopo.

In chiusura di questa prima “edizione” del Personaggio, per favore, permettetemi di ringraziare chi di dovere. In primo luogo il webmaster, Franz Segala, per i preziosi colloqui per decidere il Personaggio e aver sempre letto, sistemato, a volte censurato, tutte le interviste in questione. Quindi il “diretùr” Andrea Cobbe e tutti quelli di Sportrentino.it, ma grazie soprattutto a tutti voi, che avete sopportato i deliri e le esagerazioni, l’eccessiva lunghezza di alcune interviste, le cose che mi sono dimenticato di chiedere e quelle che potevo evitare di domandare. In poche parole, grazie per la bella compagnia in questo viaggio, sperando di aver fatto cosa a voi gradita.. Vediamo di ripartire in autunno con un aereo tutto nuovo e più grande.
A presto!

Niba
niba@sportrentino.it

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