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Il personaggio

Edo Benedetti, presidente dell'Itas Assicurazioni

Pensavate di esservi liberati di noi e del Personaggio della Settimana? Invece no. Ricominciamo ad andare alla scoperta dei personaggi che animano il piccolo grande mondo della pallavolo di casa nostra. Già, ma con chi cominciare? A chi toccherà l'onere di esser il primo torchiato dal sottoscritto della stagione 2007/2008? Scelta non facile e così, dopo lunghe consultazioni in concistoro con il mitico webmaster di questo sito, siamo giunti alla conclusione di cominciare... dall'inizio. Dal principio, dalla fondazione, dalla prima pietra. Dalla fondazione della pallavolo a Trento, dall'uomo che ha dato il via al volley alle nostre latitudini e che, tutt'oggi, rappresenta il massimo sostenitore del massimo livello. Ci riferiamo, ovviamente, a Edo Benedetti. Oggi Presidente del Gruppo Itas Assicurazioni, main sponsor di Trentino Volley e collezionista di altre numerose cariche e ruoli, che ormai 62 anni fa fondò la prima realtà pallavolistica trentina. Dalla Quercia di Rovereto ad oggi, dagli albori sino all'attuale sviluppo che il nostro volley ha raggiunto. E con Edo Benedetti facciamo un gran tuffo all'indietro, fra ricordi e aneddoti, fra considerazioni su ciò che è stato ed è e sarà. Buona lettura e, in memoria dei vecchi tempi dell'anno scorso, tante coccole a tutti.

Buongiorno Presidente, come sta?
"Bene bene, tutto bene".
Cominciamo dall'inizio Presidente, come si è avvicinato alla pallavolo?
"Per "colpa" degli americani. Era il 1945, io ho fatto per due anni la guerra di liberazione e quando c'era un momento di tranquillità non avevamo, ovviamente, una rete, ma tiravamo un filo e giocavamo a pallavolo. Ogni tanto anche a baseball. Poi, con la fine della guerra, ho fatto un po' di tutto, dal giocatore all'allenatore fino all'arbitro e il presidente della Fipav regionale che era unica per Trento e Bolzano a suo tempo. Sono stato l'unico ad essere contemporaneamente presidente della Fipav e della Fidal, dell'atletica leggera. Quello però era tutta un'altra cosa, era un gioco non un vero sport, ma custodisco ancora tanti bei ricordi di gioventù".
Certo che ne ha viste tanti in questi anni Presidente...
"Vede, io vengo dall'atletica e sono felicissimo dei risultati che la Quercia ha raggiunto in questi anni, sia a livello maschile che femminile siamo ai vertici nazionali e forse solo l'Assindustria Padova ora come ora ci batte. Ma la Quercia nacque come un polisportiva, con atletica, calcio, basket e anche volley. La prima società di pallavolo nata in Trentino. La fondammo il 18 maggio del 1945, ero ancora militare e approfittando di alcuni giorni di riposo sono andato a Rovereto con alcuni compagni di reparto e nella sala consiliare del Comune abbiamo fondato la Quercia. E da lì, un passo alla volta, è nato tutto. Io gli sport li ho praticati tutti, dal vollet al calcio al basket.... Lo sport è importantissimo, è un modo sano per vivere la gioventù".
Che ruolo aveva sottorete?
"Ero un attaccante, oggi sarei uno schiacciatore. Ero il più alto e spesso anche il più anziano. Poi è nato il comitato e, intanto, avevo anche quattro squadre femminili a Rovereto, già a metà anni Cinquanta c'era una bella attività pulsante in Vallagarina. Ricordo ancora la prima partita che giocammo come Quercia, penso sia stata la prima partita che si sia mai giocata in Trentino, andammo a Predazzo contro le Fiamme Gialle".
E si è tolto anche diverse soddisfazioni in questi anni...
"Dico sempre che la mia soddisfazione più grande è vedere come siamo partiti, in che situazione eravamo all'inizio e vedere adesso dove siamo arrivati. Questa è la mia maggiore soddisfazione. Dico sempre che il volley è lo sport per i ragazzi intelligenti, perchè non ci vuole solo la tecnica o la potenza ma anche l'intuizione, la testa. La palla viaggia veloce e servono doti come prontezza, riflessi, intelligenza".
So che è difficile scegliere, ma c'è un ricordo particolare a cui è rimasto particolarmente legato?
"Ce ne sono tantissimi... A casa ho ancora tutto di questi anni, dai vecchi distintivi di arbitro ai gagliardetti, tutto. Ricordo con molto piacere quella volta che arbitrai la finale del campionato italiano femminile. Si giocava a Bergamo, pensi che si giocava ancora all'aperto e la battuta si faceva ancora da sotto. Era tutta un'altra cosa, non era ancora uno sport, era ancora un gioco, meno veloce e meno spettacolare di adesso".
Se si guarda indietro c'è un momento particolare che ricorda con piacere?
"La prima volta che venne la nazionale a Trento. Era la nazionale di Anderlini, loro erano a Campiglio per fare la preparazione estiva, al centro Coni, e riuscimmo a portarli a Trento per fare un'amichevole contro l'allora Cus Trento. Finì 3-0 per la nazionale ovviamente ma riempimmo la palestra delle Bresadola. C'erano oltre 600 persone, se le immagina alle Bresadola? C'era gente ovunque, fu bellissimo e la organizzammo davvero bene, tanto che come Comitato avanzammo anche qualche lira da quella partita".
Ha un rimpianto per qualcosa che si poteva fare in più in questi anni?
"Mi spiace molto si sia un po' perso Bolzano. Rispetto al passato adesso c'è una minore attività ed è un peccato. In Trentino praticamente ogni paese ha almeno la sua squadretta, ma a Bolzano è molto diverso. E mi spiace molto non andò bene l'operazione della A2 a Bolzano. In generale, comunque, in Trentino siamo ancora in fase di crescita, la mia speranza per il futuro è che si riesca ad avere la costanza di andare sempre avanti e di crescere sempre più".
Veniamo all'Itas Diatec allora, cosa possiamo aspettarci quest'anno?
"Io mi sono già sbilanciato da mesi. Secondo me questa squadra finirà il campionato nei primi quattro posti della classifica. Pensi che io sono stato il primo ad accogliere Kaziyski in città quest'anno, prima ancora che andasse da Mosna l'ho portato qui in sede dell'Itas, gli ho mostrato la vista che c'era dalla cima del nostro palazzo, abbiamo fatto un giro in città e ci siamo presi un caffè in piazza Duomo. E' veramente un ragazzo intelligentissimo".
C'è un giocatore al quale in questi anni s'è affezionato in modo particolare?
"Qui, a dire il vero, mi mette un po' in imbarazzo, ce ne sono stati diversi. Mi ero affezionato molto a Savani, sono anche stato spesso a casa sua ed ho conosciuto la sua famiglia, credevo molto in lui perchè lo ritenevo una delle più grandi promesse della pallavolo italiana. Mi spiace che in questi ultimi anni abbia avuto dei grandi picchi verso l'alto e altri verso il basso. A suo tempo ha fatto la sua scelta di campo, anche perchè in mezzo c'erano tante persone come Montali o Veltroni. Una cosa però è sicura, ci ha sistemato il bilancio...".
Dal punto di vista puramente economico, invece, cosa rappresenta per Itas sponsorizzare Trentino Volley?
"Questa è stata una intuizione alla quale ho dato il mio contributo, ma oggi come oggi è anche una felice intuizione di marketing. E' stata una intuizione felice, basta vedere le 4000 persone l'altro giorno al palasport, c'erano famiglie intere e gente venuta da tutto il Trentino. E' difficile parlare di un mero ritorno economico, abbiamo creato una rete extraregionale e sicuramente abbiamo creato attorno a noi tanto interesse. E' servito anche per creare attorno a noi un clima di simpatia. Ed i frutti si vedono. Itas Assicuazioni sta crescendo, c'è un incremento di polizze e di clienti che nessuna altra compagnia in Italia ha. Pensi che due anni fa ero a Milano, in piazza Duomo, stavo parlando con il presidente del Gruppo Intesa che è un mio amico e poi, presentandomi al suo direttore, egli mi chiese "ah, lei è dell'Itas? Quello della pallavolo?". Per non parlare poi degli spazi che abbiamo ad esempio sulla Gazzetta dello Sport, il giornale più venduto d'Italia. Penso che la comunità debba essere grata per quello che stiamo facendo".
Di sicuro ha dato una bella spinta a tutto il nostro movimento.
"Ha fatto da traino, Basti vedere che adesso abbiamo una serie B molto viva, molto vivace e una grande attenzione per la pallavolo".
Un traino, però, forse soprattutto per il maschile, nel femminile forse non ha avuto lo stesso impatto?
"I numeri sono tutti dalla parte del femminile, come praticanti sono tanti in più degli uomini. Con le donne è sempre un po' più difficile. Mentre un uomo può andare avanti fino ai capelli grigi a giocare, nelle donne si arriva prima o poi ad una età nel quale subentrano altre cose importanti, come la famiglia ad esempio. Ma alla fine non possiamo lamentarci, c'è un buon livello anche femminile da noi".
C'è qualcosa che la spaventa per il futuro?
"Sì, questa ipotesi di Acosta di limitare il numero di stranieri. In primis perchè non è detto che i nostri italiani diventino più forti se non giocano contro i migliori stranieri al mondo. E poi c'è una difficoltà oggettiva nel trovare i sostituti, i prezzi degli italiani si alzeranno e verrà meno la spettacolarità del campionato e l'attenzione degli sponsor. Non credo sia giusto imporre una rivoluzione simile da un anno all'altro, bisogna dargli almeno due o tre anni di tempo per poterla applicare".

CHI E' EDO BENEDETTI
Nato a Mori nel 1922, dopo aver assunto, dal febbraio 1949 e per più di venti anni, il ruolo di direttore generale per le attività economiche della neo costituita Regione Autonoma Trentino-Alto Adige e aver poi ricoperto ripetuti incarichi di responsabilità in società finanziarie e bancarie, fra cui la vice presidenza vicaria e, successivamente, la presidenza della Banca di Trento e Bolzano SpA, entra nel 1972 nel settore assicurativo quale consigliere di amministrazione dell’Itas Mutua – Istituto Trentino-Alto Adige per Assicurazioni – la più antica compagnia di assicurazioni che opera in Italia, la cui origine risale al 1821 sotto la denominazione di Istituto Provinciale Incendi.

Vice presidente dell’Itas Mutua nel 1978, ne assume la presidenza nel 1979, carica che ricopre tuttora. Nel contempo assume pure la presidenza delle società controllate Itas Assicurazioni SpA e Itas Service Srl, quest’ultima dedita specificatamente alle attività immobiliari. Nel 2001 è designato amministratore unico – carica che mantiene tuttora – della neo costituita Itas Holding Srl, nella quale viene conferito il capitale sociale delle due controllate Itas Vita SpA e Itas Assicurazioni SpA. Dal 1992 è componente del Beirat nel Gruppo assicurativo tedesco HDI/Hannover Rückversicherung AG, partecipato da Itas. Attualmente è consigliere per conto Itas di “La Finanziaria Trentina SpA” e della società immobiliare “Iniziative Urbane SpA” con sede a Trento. Dal 1943 al 1945 ha partecipato, quale volontario con il grado di sottotenente, alla guerra di liberazione con il primo raggruppamento costituitosi dopo l’8 settembre e aggregato alla Quinta armata alleata. Per questo è stato insignito della cittadinanza onoraria di Mignano Montelungo e di Legnano. È stato animatore nel mondo dello sport di varie iniziative, per le quali ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti. Nel 1963 ha promosso la costituzione in Italia dell’Associazione Nazionale Villaggi SOS, un’istituzione umanitaria internazionale che opera in 262 paesi a favore di bambini in stato di abbandono o di difficoltà familiari. Di questa organizzazione è stato a lungo rappresentante dell’Italia nel Senatus, Istituzione esecutiva al vertice Internazionale. È stato sindaco di Trento dal 1964 al 1975 e, negli anni 1977-78, commissario governativo al Comune di Rovereto.

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