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Il personaggio

Elisa Casagrande, il ritorno in campo un anno dopo

Se dico che lo sport fa bene alla salute tutti voi risponderete in coro: "bella scoperta dell'acqua calda!". Avete ragione, certo, c'è però una cosa con la quale chi fa sport deve sempre fare i conti. Ovvero, toccando ferro scongiuri occhio malocchio prezzemolo e finocchio, gli infortuni. Il nemico degli sportivi, le cose contro le quali gli amuleti e simili si sprecano. Ma non sempre funzionano. Chiedere, per competenza, a Elisa Casgrande. L'opposto di Martignano del DeltaDator Torrefranca, ex Marzola, Argentario e Ata, che dopo un anno e spiccioli di riposo forzato a causa della rottura del legamento crociato è tornata in campo di recente. Oltre a darle il bentornato eleggerla Personaggio della Settimana è, così, anche l'occasione per anticipare un po' i tempi e parlare del derby. Sia di quello di questo sabato con il San Giacomo sia, soprattutto, quello di sabato prossimo con l'Ata Domonet. E, a tal proposito, mi piacerebbe davvero parlare con la persona a Roma che fa i calendari. Perchè mettere lo stesso giorno, alla stessa ora, a svariegati chilometri di distanza derby femminile di B2 e derby maschile di B1 non è proprio una genialità per chi vuole e vorrebbe godersi ambedue gli spettacoli...
Besitos a tutti e buona lettura!

Elisa, prima di tutto bentornata.
"Grazie mille"
La prima domanda è davvero banale e scontata: come stai adesso?
"Bene dai, ho sensazioni buonissime anche se ogni tanto ho ancora un po' di paura nel fare determinati movimenti. Penso sia una cosa normale, dopo che hai avuto un brutto infortunio avere un po' di timore".
Hai poi scoperto chi è che ti ha portato sfiga un anno fa?
"Ma no dai, non parliamo di sfortuna, sono cose che nello sport purtroppo possono capitare. Poi quando fai fisioterapia vedi gente che magari s'è fatta male rompendosi qualcosa semplicemente uscendo dalla doccia. Io almeno mi sono fatta male facendo qualcosa che mi piace, praticando lo sport che amo".
Contenta, contentissima, felice o entusiasta di esser tornata in campo?
"Contentissima, davvero. E' stato un anno lungo senza poter giocare".
Cosa ti sentiresti di dire a chi sta vivendo una situazione analoga alla tua? A chi è costretto solo a guardare per una botta di sfortuna?
"Per prima cosa di non demoralizzarsi mai, nella vita possono accadere problemi peggiori di un infortunio giocando a pallavolo. Poi comunque di non lasciarsi prendere dallo sconforto, di andare avanti con tutti i passaggi per poter tornare in campo con calma e con i tempi che servono. L'importante è non farsi prendere da fretta e frenesia, compiere un passo alla volta finchè non si è guariti del tutto".
Tu quest'anno come l'hai vissuto?
"Poco più di un anno, mi sono fatta male in Coppa Italia il 7 ottobre del 2006 e sono tornata a giocare adesso, a fine ottobre. Tendenzialmente bene, con la giusta tranquillità e conscia della situazione, non l'ho certo vissuto come una tragedia. Questo penso sia il rischio maggiore, non buttarsi giù mai quando accadono cose di questo genere e anzi stare tranquilli e lavorare. Un passo dopo l'altro tutto si può superare".
Ma dove trovavi la spinta per andare comunque in palestra pesi o comunque ad aiutare le compagne sapendo che il sabato loro giocano e si sfogano e tu stai a guardare in tribuna?
"In questo è stato importante l'aiuto e il sostegno di tutti. A partire da Paolo Santorum, il nostro preparatore fisico, ai dirigenti come Franco (Tonetti, il ds del Torrefranca, ndr) che mi chiamava dopo ogni trasferta per dirmi com'era andata e ogni volta che non mi vedeva in palestra e poi, ovviamente, alle ragazze. Il farmi sentire comunque sempre parte del gruppo è stato importante per me ed è importante per ogni persona che sta vivendo un infortunio. In questi modi ti senti importante come persona, non solo come atleta".
E visto che sei tornata in campo ti uso subito come "cavia" per il mio nuovo gioco preferito...
"La schedina?"
No, quella ormai no, qualcosa di nuovo e più divertente....
"Ho già paura..."
Tranquilla non mangio nessuno, ti chiedo di cimentarti con il Sestetto dei Sogni. Ovvero, visto che tu hai giocato con e contro tantissime giocatrici regionali, ti chiedo fra le tue attuali ed ex compagne di squadra e/o avversarie di creare il sestetto dei tuoi sogni. Quello nel quale più ti piacerebbe stare, anche umanamente oltre che tecnicamente.
"Bel gioco".
Grazie, ci perdo le notti per inventare cose sempre nuove... Poi la gente si chiede perchè ho queste occhiaie....
"Dunque, come libero ti dico subito Nilde Tonetta. Oltre che essere una mia grande amica è davvero un fenomeno, mi spiace che adesso giochi a Verona, ma ci sentiamo spessissimo".
Ok, vai pure avanti.
"Opposto gioco io".
Beh, se vuoi tu puoi fare il presidente e scegliere chi vuoi far giocare...
"No, adesso dopo un anno voglio giocare io e gioco io! Anche in questo gioco"
Giusto, con chi completi il sestetto?
"In palleggio mi piace molto Francesca Bortolotti, con le mi trovo molto bene e scelgo lei. Schiacciatrici scelgo subito Sara Gasperotti, una grande persona, e poi se ti devo fare un altro nome dico Manuela Acler. Mi è sempre piaciuta, come giocatrice è indiscutibile e con lei ho sempre avuto un buonissimo rapporto. Centrali invece ti dico Francesca Paolucci, altra grande amica, e Ilaria Basadonne, penso sia davvero la migliore in regione nel suo ruolo".
Ok, la panchina per questa volta te la abbuono sennò mi sgridano ancora dicendo che faccio interviste troppo lunghe ai Personaggi. Però ti chiedo da chi faresti allenare questa tua squadra?
"Mamma mia, io ho avuto davvero tantissimi allenatori, da Mongera a Colò a Napolitano a Koja, scegliere è dura. Adesso come adesso con Orlando ho un ottimo rapporto, ma in tutti questi anni penso che quello che più di tutti mi abbia dato qualcosa sia stato Lombardo. L'ho avuto come allenatore solo per pochi mesi ma con lui mi sono trovata davvero benissimo. Poi ho avuto anche allenatori che sono finiti in serie A..."
Rinfrescami la memoria, please.
"Omar Amoroso".
Mamma mia è vero, ma non era finito negli Emirati Arabi o giù di lì?
"Adesso sì, è stato in Spagna ed ora negli Emirati Arabi, io l'ho avuto quando ero nelle giovanili dell'Argentario e poi quando lui è andato a Castellanza (Milano) mi ha contattato per un provino. Io ero giovane, lui allenava in una A2 che aveva anche il settore giovanile, sono andata giù a fare un provino per le loro giovanili ma poi non se ne fece nulla. All'inizio Omar, all'Argentario, mi aveva scartato perchè ero magra e bassina, poi però col tempo mi ha messo in squadra e mi ha insegnato tantissimo. In quanto ad allenatori sono stata fortunata, ho sempre avuto persone che sanno insegnare la tecnica. Più preparati della media di tanti allenatori trentini, come Amoroso appunto, Lombardo, Mongera e Koja. Allenatori che sanno insegnare la tecnica e da giovanissime questo è l'importante".
Visto che parliamo di passato, com'è giocare al Torrefranca rispetto all'Ata? Sono due ambienti tanto diversi?
"Abbastanza diversi. Il Torrefranca ha una sua struttura che da a tutto l'ambiente un clima familiare, molto tranquillo e sereno. Da questo punto di vista quello dell'Ata è un ambiente un po' più freddo nel quale, sinceramente, c'è una separazione meno netta fra i ruoli delle persone. Mi piacciono gli ambienti sereni e tranquilli, ad esempio quell'anno che ero al Marzola siamo retrocesse nettamente ma c'era un bel clima in palestra, si stava bene. Di mio, per come sono fatta io, preferisco retrocedere in un ambiente così che vincere tutto in un ambiente più agitato".
Già che siamo entrati in argomento, adesso vi aspettano due derby e sabato prossimo c'è proprio quello con l'Ata...
"Temo molto di più quello con l'Ata che con il San Giacomo. L'Ata ha giocatrici con le quali potrebbero tranquillamente salvarsi senza problemi, il San Giacomo viene da un filotto di sconfitte lungo e l'addio di una come la Barbi è una brutta botta per loro. Va bene che sono sempre partite a sè, però dobbiamo considerarle come due gare "normali" nelle quali fare più punti possibili. Vista anche la situazione extraregionale".
Che impressione le hanno fatto queste squadre lombarde e veronesi?
"Non mollano mai, sono molto organizzate in quanto a muro-difesa e, a differenza di molte squadre venete, non hanno solo la giocatrice da 30 punti a partita ma tutto un collettivo con una ottima tecnica di base e molto organizzato. Squadre deboli non ce ne sono, anche le stesse veronesi che non dovevano avere grandi ambiziosi sono invece tre squadre molto toste contro le quali giocare. Penso sarà una stagione molto equilibrata e nella quale ci sarà davvero da combattere".
Vabbè, quest'anno andrà come andrà, ma poi l'estate prossima?
"Beh, spero di laurearmi, ormai mi mancano pochi esami e la tesi".
Benissimo, ho già la gola secca... Sempre in prima fila per queste occasioni...

CHI E' ELISA CASAGRANDE

Nata a Trento il 27 novembre 1982, Elisa ha cominciato a giocare nel minivolley dell'Argentario con il quale ha fatto tutta la trafila delle giovanili ed ha giocato una stagione in D ed una in C. Quindi lo sbarco al Marzola in B2, quindi il passaggio all'Ata Domonet in B2 e poi il passaggio al Torrefranca, con il quale ha giocato in B1 e nelle ultime due stagioni in B2.

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