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Il personaggio

Paola Foresti, la mente dell'ambizioso Argentario

Lo starter ha sparato e si è partiti. Mentre i maschietti devono ancora "tenersi occupati" con la Coppa Trentino Alto Adige nel femminile s'è cominciato a fare sul serio. S'è partiti seriamente tanto con la C che con D. E la lente d'ingrandimento del PdS (no tranquilli, nessuna reminescenza di Achille Occhetto e delle Botteghe Oscure, io non ho mai votato così a destra, è solo la targa del Personaggio della Settimana) non poteva non focalizzarsi lì, sui nostri sempre entusiasmanti ed affascinanti campionati regionali in rosa. Ecco allora che armati di tanta buona volontà, dei nostri scarponcini da montagna, di maglietta di lana e pranzo al sacco andiamo a fare la prima escursione stagionale sugli erti sentieri di questa C femminile agli esordi. Dove saliamo fino a Cognola, nella "tana" dell'Argentario Falcofloor, una delle squadre candidate a recitare quest'anno un ruolo da protagonista. Ed a Cognola incontriamo la "mente" delle "pantere rosa della collina" (vedere un po' per crederci l'effetto ottico delle nuove difese rosa della squadra di Napolitano), ovvero la palleggiatrice Paola Foresti. A lei, che la C l'ha vinta già due volte, facciamo fare un po' le carte al massimo campionato regionale che ha appena preso il via.
Buona lettura e besitos a todos!

Ciao Paola, come stai?
"Tutto tranquillo grazie, adesso sono in tesi e sto aspettando news dall'Università di Padova. Spero di riuscire a laurearmi entro l'ottobre prossimo, intanto sto studiando per gli ultimi esami che mi mancano. Speriamo bene".
In bocca al lupo ovviamente, ma per la festa di laurea c'è tempo, adesso c'è pensare a questa serie C dove avete esordito subito bene col Neruda se non erro.
"E' stata una partita nella quale loro hanno sbagliato tanto, sono una buona squadra ma contro di noi hanno pagato questo fatto. Noi siamo state brave in alcune cose, nel senso che siamo riuscite a tirarci fuori dalle situazioni difficili, soprattutto nel primo set. Negli altri due siamo riuscite meglio a far emergere le nostre maggiori potenzialità".
Correggimi se sbaglio, ma alla fine in queste categorie sbagliare meno è sempre il primo Comandamento?
"Quello sicuramente. In C e D l'importante è riuscire a sviluppare un proprio gioco pulito, senza troppi errori e cercando di spingere all'errore l'avversario".
Inutile nascondersi comunque, quest'anno puntate a tornare in serie B?
"No, non ci nascondiamo, l'obiettivo nostro e della società è quello di un campionato di vertice. Creare un gruppo affiatato nel quale mantenere il livello di gioco con il quale abbiamo finito l'anno scorso, per poter arrivare in B2 non partendo da zero, come l'anno scorso, ma con una base già pronta in quanto a gioco e schemi. Non è facile, perchè vincere la C non è mai una cosa scontata in partenza, ma noi crediamo nelle nostre potenzialità e stiamo lavorando bene per arrivare a questo obiettivo".
Anche se in questo avvio di stagione non tutto sta filando liscio, avete trovato chi è che vi porta sfiga?
"Alla fine abbiamo avuto problemi di infortuni, ma mai niente di grave. Sala, Fontanari e Nicolini sono fuori adesso ma solo per malattie, non per veri e propri infortuni. Siamo decimate ma solo sotto il punto di vista medico, per fortuna abbiamo un gruppo di 13 persone e tutte di buon livello. Non credo abbiamo problemi come la panchina corta e cose così. L'importante quest'anno sarà trovare sempre la giusta mentalità, ovvero giocare sempre con la necessaria convinzione e concentrazione, senza pericolosi cali di tensione".
Alla fine l'anno scorso cosa è mancato per salvarvi?
"Nel corso dell'anno siamo cresciute molto, ma siamo mancate nella prima parte di stagione. All'inizio ci siamo trovate in una situazione alla quale non avevamo abituate e siamo "costrette" a fare quel salticino di qualità che ci ha permesso di chiudere bene l'anno, anche se non siamo comunque riuscite a salvarci. Avevamo a che fare con tanti piccoli "particolari" cui in una serie C non badi mentre in B sono molto importanti. Dall'appoggio fatto in un certo modo alla difesa che deve fare alcune cose e via, cose così. Alla fine abbiamo trovato la nostra stabilità di squadra e abbiamo fatto il necessario salto mentale, cambiando passo siamo riuscite anche ad imporre il nostro gioco".
Esaminiamo le vostre avversarie ai raggi X? Chi temete di più?
"Ci sono diverse squadre molto ben attrezzate, che possono competere per le prime posizioni. Penso che squadre come l'Alta Valsugana, il Bozen Jodler, il Lizzana o il Caldaro - non fosse altro per la presenza di una come la Plaickner - sono squadre tutte molto pericolose. Credo che potremo soffrire soprattutto quelle squadre che difendono molto bene ed in modo ordinato, quelli sono i sestetti che mossono metterci più in crisi. In queste occasioni dovremo soprattutto stare calme e cercare di evitare l'errore diretto, con il Pergine abbiamo già perso ed è una squadra che quando gira può vincere con tutti. Il Lizzana ha un'ottima alzatrice come la Alber, è molto brava a far girare la squadra, ed hanno fatto acquisti importanti, lo Jodler è compatta e guidato da un bravissimo tecnico come Georg Korner, mentre ancora devo vedere giocare il Caldaro. Poi ci sono altre squadre contro le quali dobbiamo prestare grande attenzione ma che forse non hanno un potenziale come queste".
Anche se in C, e soprattutto in un torneo con tante incognite come quest'anno, la dote che bisogna avere è soprattutto la continuità?
"Alla fine la squadra più continua vince e su questo dovremo lavorare molto. Come livello tecnico ne abbiamo e forse siamo superiori ad altre squadre da quel punto di vista, ma dobbiamo migliorare sotto il profilo della concentrazione e della tenuta di testa. Dobbiamo riuscire a trovare il modo per tenere la stessa mentalità per tre, quattro o cinque set, invece per ora tendiamo ad avere dei cali che possono metterci in difficoltà. Ma siamo un gruppo molto unito e ogni volta che andiamo in difficoltà possiamo pensare di pescare delle buone risorse per uscirne da questi momenti. E' una questione di testa e di concentrazione, anche in B ma a questi livelli soprattutto".
E' cambiato secondo te, per quel poco che s'è visto per ora ovviamente, il livello della nostra C rispetto a quella di due anni fa?
"Bisognerà vedere col tempo, adesso è troppo presto per fare un paragone col passato recente. Non ho ancora ben presente le nostre potenzialità, rispetto al passato abbiamo perso in quanto a potenza d'attacco ma siamo più compatte ed equilibrate in quanto a ricezione e difesa".
Che ne pensi della Senter come tua seconda quest'anno? In molti le predicono un bel futuro.
"E' molto brava, davvero, molto precisa ed ha un bel tocco di palla. Si impegna molto ed è una bravissima ragazza, a muro pecca ancora un po' ma dopotutto anche la sottoscritta non è un fenomeno a muro.... Ha testa e due belle mani, credo io e lei ce lo giocheremo spesso il posto in squadra e sono davvero contenta per lei. Vista la mia situazione universitaria a Padova bene ha fatto la società ad attrezzarsi con una giocatrice che possa tenere la C senza problemi".
Ok, adesso ti sfido con il mio nuovo giochino.
"Sarebbe? Devo cominciare ad avere paura?"
Ma no, in fondo sono un bravo ragazzo... Molto in fondo... No, ti chiedo di partecipare a "Il mio sestetto", ovvero tu sei il capo e ti fai la squadra che vuoi. Con le giocatrici più forti, le tue amiche, le più simpatiche, quelle che offrono sempre al bar, scegli tu. E' il tuo sestetto personale.
"Ok, ma prima di tutto nella rosa della mia squadra voglio tutte le ragazze dell'Argentario, nessuna esclusa".
Va bene, te lo concedo, ma così è troppo facile. Voglio il sestetto...
"Ok ok, ma anche tutte le mie compagne stanno con me in squadra. Allora in campo metto: alzatrice metto Anna Gardumi, è brava e ci mette molta passione. Opposto metto Donatella Andreatta, è stato un mio grande capitano al Sopramonte oltre che una splendida persona e secondo opposto mi tengo Stefania Damonte, libero mi spiace per Valentina ma metterei Betty Fronza, è forte ed una cara persona. Centrali vedo bene la Basadonne, è un animale e poi mi ha sempre ispirato l'immagine di una persona che si impegna sempre senza tirarsi indietro, e con lei al centro metto Francesca Dobrilla se giocasse ancora, davvero una grande atleta. Come schiacciatrici mi tengo in campo Eleonora Sala, bravissima sia in prima che seconda linea, e con lei mettiamo Angela Daloiso un'altra schiacciatrice che ha caratteristiche tecniche che mi piacciono molto".
Ok, ma chi l'allena questa squadra?
"Fabio Mulinari. Mi spiace moltissimo che non alleni più, è stato davvero un allenatore bravissimo sia a livello tecnico che umano. Ho avuto tanti allenatori, da lui a Napolitano a Mongera a Varesco fino a Bignotti. Da tutti ho appreso qualcosa di diverso, sia dal punto di vista tecnico, che umano che della grinta fino alla gestione autonoma di ogni situazione della partita. Sono tutti validi allenatori, ovviamente come per tutte le persone con i loro pregi ed i loro difetti".
Che doti deve avere secondo te una buona alzatrice?
"Beh, parlare di tocco pulito è superfluo, quindi ti direi testa. Deve essere soprattutto un punto di riferimento per la squadra, anche senza fare punti credo sia quella che sa gestire sei persone in campo e non solo sè stessa. Non è facile, serve testa, non abbassare mai la concentrazione e deve sapersi prendere tante responsabilità nei confronti della squadra e dell'alzatore. Deve essere in sintonia con l'allenatore altrimenti è una sfida continua, poi ovviamente dipende dal carattere delle persone. Ci sono alzatrici che si forgiano il loro carattere ed altre che invece se lo fanno forgiare il carattere. Io con un allenatore che in ogni rotazione mi dice dove palleggiare gli rispondo "allora entra e giochi tu". L'allenatore deve avere fiducia nelle scelte della sua palleggiatrice, consigliarla certo ma non guidarla come se avesse un auricolare".
Quest'immagine mi ricorda molto Ambra Angiolini a "Non è la Rai" ma lasciamo stare. Chi è la tua alzatrice preferita? Ce n'è una che ammiri molto?
"Mi viene facile risponderti Natascia Mellone. La vedevo giocare quando ero bambina e andavo a vedere le partite del Torrefranca, è la migliore che abbiamo avuto in regione in quel ruolo, un vero personaggio".
Anche perchè non è che in regione abbondiamo di alzatrici.... Non è un ruolo così facile nel quale far crescere le giovani...
"E' un ruolo molto difficile da interpretare e anche da allenare. E' un ruolo molto specifico, che necessita che l'allenatore prenda da parte le ragazze e l'impegno da parte dell'atleta, bisogna avere pazienza da parte di tutti e poi credo che per una regista sia importante anche cambiare spesso allenatore. Così conosci sempre più punti di vista e modalità di gioco, accumuli esperienze che ti servono a crescere".
Della B2 di quest'anno, vista da fuori, che ti sembra?
"Abbiamo fatto alcune amichevoli con il Torrefranca e mi è piaciuto molto, sanno stare molto bene in campo. Mi sono piaciute in quanto a grinta e voglia di fare al meglio ogni cosa. Non riesco a capire come l'Ata sia in questa situazione, prese singolarmente sono tutte ottime atlete e penso abbiano le potenzialità per arrivare ad una tranquilla salvezza. Sono giovani è vero ma hanno anche una stagione di maturazione in più, quella scorsa, con in più la Daloiso che è una ottima giocatrice. Ancora non ho visto il San Giacomo, forse gli manca un braccio pesante e credo - per quello che mi hanno detto - che devono lavorare soprattutto su ricezione e difesa".

CHI E' PAOLA FORESTI

Nata a Trento il 3 dicembre 1984 ha iniziato a giocare nel minivolley dell'Argentario. Nella società cognolotta ha fatto tutta la trafila delle giovanili, prima di giocare in serie C anche con le maglie di Sopramonte (dove ha fatto anche l'Under 19) e Ata. Due stagioni fa il ritorno all'Argentario. Ha vinto finora due volte la C (con Ata e Argentario), tre Coppa Trentino Alto Adige (arrivando sempre comunque alla finalissima a parte la stagione scorsa), una Under 14 e una Under 19.

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