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Il personaggio

Riecco Radames Lattari, il ritorno da avversario

Ma ve ne eravate accorti anche voi? Guardandovi intorno, in queste ultime settimane, non vi sembra che manchi qualcosa? Come dove? Sul pane? Nel frigo? Ma ovviamente nel panorama pallavolistico di casa nostra di quest'ultimo mesetto. Ormai all'appello di questa nuova stagione manca il via solo della serie C maschile, ma a ben guardare c'è ancora qualcosina che manca in queste settimane. Ok, va bene, piccolo aiutino: ormai da un mese e ancora per una decina di giorni il PalaTrento la domenica è occupato solo dal basket o da nulla. Bravissimi, dieci ma senza lode, manca la serie A1. Spazio alle nazionali in questo mesetto abbondante, per cui ancora per un po' a Trento la massima serie è in "vacanza". Ma visto che a noi di Sportrentino.it ci piace prenderci per tempo, facciamo un saltino a vedere cosa sta succedendo nella massima serie. A parte quel che sta accadendo in Giappone o nelle varie pre-qualificazioni olimpiche in giro per il mondo, c'è una cosa che ha attirato subito l'attenzione di tutti nella pallavolo trentina. Radames Lattari è tornato. L'ex allenatore di Trentino Volley è tornato in Italia per guidare Taranto, colui il quale (finora) ha portato il volley trentino di A1 ai suoi massimi da sempre, fino alle semifinali scudetto. E visto che fra 10 giorni farà il suo esordio sulla panchina di Taranto proprio in via Fersina, contro l'Itas Diatec, allora come non alzare il telefono e rompergli le scatole appena pochi minuti dopo esser sbarcato nuovamente in Italia?
Besitos a tutti e buona lettura!

Bentornato Radames, come stai?
"Tutto tranquillo grazie".
Sei contento sì di essere tornato in Italia? In Brasile come andava?
"Contentissimo, davvero non mi aspettavo questa chiamata da parte di Taranto. Ero tranquillo in Brasile e la squadra stava andando bene. Taranto mi aveva già cercato questa estate, dopo la fine del rapporto con Trento, ma ormai avevo già dato la mia parola al Cimed di Florianopolis e non volevo rimangiarmela, così ho dovuto dire di no a Taranto. Poi però in Brasile dopo una partita, vinta, ho avuto un problema con il presidente del club brasiliano, abbiamo discusso e così ho deciso di dimettermi. Il giorno dopo, una volta che a Taranto avevano saputo questa cosa, mi hanno contattato nuovamente e questa volta ho detto subito sì".
Quando si dice poi i casi della vita, esordirai proprio al PalaTrento. Non ci sarà il rischio che ti confondi e ti siedi sulla panchina sbagliata (come fece negli anni Ottanta Trapattoni nel primo Inter-Juve dopo essere appena approdato sulla panchina nerazzurra)?
"Questa è stata davvero una cosa incredibile e che mi ha colpito subito. Quando iniziammo a parlare con Taranto presi il calendario per guardare che partite avessimo e ho visto la prima al PalaTrento... Non ci credevo.... E' il destino che ci ha messo lo zampino. A Trento ho vissuto due anni bellissimi della mia vita, non esiste finora nemmeno una settimana nella quale io non riceva almeno cinque e-mail da alcuni tifosi della squadra, ci sentiamo spesso via lettere o telefonate. A Trento mi sono rimasti tantissimi amici ed alcuni legami di cuore molto grandi".
Con Taranto invece com'è stato l'impatto? Che impressione ti ha fatto la squadra?
"Purtroppo in questo periodo stiamo lavorando con pochi giocatori. Tre sono in nazionale, Idi è uscito dalla società ed è andato a giocare in Germania ed abbiamo due infortunati. Così stiamo lavorando con una rosa molto risicata. Aspettiamo la prossima settimana, quando torneranno i tre nazionali. L'impatto è stato buonissimo, il clima è molto buono e si può lavorare tranquillamente. In alcune cose Taranto sembra Trento, è una città non grandissima ma con una grande passione per la pallavolo. C'è molto entusiasmo e tanto i tifosi che i dirigenti sono sempre molto vicini alla squadra".
Beh, domenica 9 che accoglienza ti aspetti dal pubblico di Trento? Lo sai no che qua stanno preparando una gran bella accoglienza per te...
"Sarà una serata molto difficile per me... Non sarà facile entrare in quel palazzetto da avversario, ritrovare intorno tanti amici e tante persone conosciute ed allo stesso tempo fare il proprio esordio come allenatore di un'altra società. Dovrò davvero fare il possibile per cercare di controllarmi e rimanere tranquillo".
Taranto può ambire ad un posticino nei playoff oppure deve pensare solamente alla salvezza?
"Non sarà un campionato facile il nostro e lo sappiamo. Dobbiamo fare punti ma ci aspettano ora tante partite difficili. Il nostro primo pensiero dovrà essere solo una tranquilla salvezza, solamente più avanti vedremo se potremo almeno provare a puntare ai playoff".
Dell'Itas di quest'anno invece cosa ne pensi?
"Una squadra molto, molto, forte. Per me Treviso, Roma e Trento sono le tre squadre che si giocheranno lo scudetto quest'anno fino alla fine".
Questa, però, è un'Itas molto diversa rispetto a quelle che hai allenato tu... C'è tutta un'altra filosofia di base.
"E' molto diversa è vero, è una squadra estremamente fisica, molto forte in battuta, attacco e muro. Questa è una squadra più aggressiva rispetto a quelle che ho allenato io, alla base c'era un'altra impostazione di gioco".
C'è un ricordo più bello che hai dei due anni che hai passato a Trento?
"Trovarne uno solo è durissima... Di Trento ho solo ricordi belli. Forse gli amici che mi sono fatto lì, questo è il mio ricordo più bello. Non mi vergogno a dire che quando questa estate mi sono separato con Trentino Volley il mio rammarico più grande non era quello di non poter allenare più la squadra, la vita di un allenatore è questa ed è normale cambiare dopo un po', ma proprio il dover lasciare tante persone a me care. La vita di un professionista è fatta così, ma come persona sono rimasto molto legato a tante persone a Trento che mi hanno dato il loro affetto. Sulla partita di Trento ho detto loro solo una cosa "non sono egoista, vi darò anche il permesso di tifare per l'Itas quella sera".
Ed hai qualche rimpianto del periodo trentino?
"No, veramente".
Nessuno nessuno nessuno nessuno?
"No davvero, nessuno. Ho avuto solo soddisfazioni. Credo che l'unico rimpianto sia non essere riusciti a raggiungere la finale nel primo anno e la semifinale nel secondo anno. Due traguardi che, per quello che in quel periodo s'è visto, secondo me meritavamo".
Hai già avuto modo di conoscere il tuo successore Stoytchev?
"No, ancora no. Ammetto che sono curioso di conoscere lui e tutti i giocatori nuovi che compongono la squadra quest'anno".
Dove possono arrivate Trento e Taranto quest'anno?
"Il sogno di Trento è lo scudetto, il nostro sogno invece si chiama playoff. Siamo due realtà molto diverse, come investimenti e obiettivi".
Questo campionato cosa ti sembra finora? Un torneo strano, pieno di soste e interruzioni e con i playoff alla meglio delle tre gare...
"Si questo è un campionato duro da gestire nel lungo periodo. Non è facile e ogni squadra dovrà calibrare bene lavoro e riposo, per una questione di preparazione fisica. Ma io penso che quando arrivano i momenti decisivi i più forti alla fine vengono fuori. Chi sono davvero i più forti alla fine vincono. In Coppa Italia e playoff il campione vero viene fuori".
Come andrà a finire invece la World Cup?
"La vincerà o il Brasile o la Russia. Ancora non sono riuscito a vedere nessuna partita quest'anno, tranne quella nella quale gli Usa hanno battuto il Brasile, ma mi sembra che Brasile e Russia si divideranno primo e secondo posto. Poi c'è una bella lotta per il terzo posto fra Bulgaria e Usa, secondo me se la giocano alla pari e non so dire quale delle due alla fine passerà".
L'Italia, invece, ce la farà a qualificarsi per Pechino?
"Certo, e anche tranquillamente. Sono contentissimo dell'Italia perchè finalmente è stata data la giusta considerazione e valore ad un grande allenatore come Asnastasi. Verso di lui non c'è stata quella riconoscenza che il mondo del volley gli doveva finchè non ha vinto gli Europei con la Spagna. Adesso c'è un intero movimento pallavolistico come quello italiano più unito e sereno, questo è fondamentale per raggiungere un determinato traguardo così importante come le Olimpiadi".

CHI E' RADAMES LATTARI

Nato a Rio de Janeiro il 15 Luglio 1957, dal 1997 al 2000 Radames Lattari è stato l’allenatore della nazionale brasiliana, alla guida della selecao verdeoro nel 2000 ha partecipato alle Olimpiadi di Sidney. Il tecnico carioca ha già allenato in Italia, nei campionati 91/95 a Sant’Antioco, dove ha conquistato la prima storica promozione in serie A1 di un team sardo. Dal 2000 al 2003 ha svolto per la federazione brasiliana il prestigioso incarico di supervisore tecnico delle squadre nazionali sia maschili che femminili. Nelle due stagioni passate è stato l'allenatore dell'Itas Diatec Trentino, squadra che ha guidato sino alla semifinale playoff e Coppa Italia il primo anno e fino al quarti finale dei playoff il secondo anno. Nel 2002, su indicazione di Zico, è stato eletto vice presidente della squadra di calcio del Flamenco, dove ha anche svolto il ruolo di direttore esecutivo.

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