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Gli amici ricordano Luigi Meneghelli, scomparso vent'anni fa

Il 18 giugno ricorre un anniversario importante per la pallavolo trentina, o almeno per chi questo sport lo segue da almeno una ventina di anni, quando nella nostra provincia di serie A maschile o femminile non si osava nemmeno parlare e quando le nostre formazioni di serie B e C rappresentavano le punte di un movimento comunque vivace e articolato. La scadenza da ricordare è legata ad un momento molto triste, quello della scomparsa di Luigi Meneghelli, giocatore del Marzola. I suoi amici e compagni di squadra hanno voluto dedicargli questo ricordo:

«Scusaci Gigio, ma quest’anno proprio non si può, non ce la si fa più. Vuoi l’età, vuoi gli acciacchi, vuoi che l’ultima volta ogni pronostico è andato contro ogni logica, ma la pallamuro proprio non si può più giocare. Ci abbiamo provato per anni, per ritrovarci, per ricordarti, ma, purtroppo, ora, non è più il tempo. Già il tempo. Ma quanto ne è passato?
Ci si concentra spesso su banalità, su elogi, perché ricordare è spesso questo. Ma dai, ma che senso ha? Non ci si ricorda solo a date fisse. O sei dentro, o che cos’è? E tu, dentro, lo sei sempre stato, nel cuore, nella mente. Quella mente che vola nei pensieri, inevitabilmente scappa indietro, e porta agli occhi tanti aneddoti, ricordi da riempire un diario intero. Un diario fatto di quindici anni sempre accanto, dentro uno spogliatoio, in un campo da gioco. Pagine lunghe chilometri di trasferte.
Banalità, elogi, si diceva, ma che credi? Mica siam qui a ricordare solo le cose belle di te. Un gran “pirla”, in fondo, lo eri anche tu. Come quando, per poco, quasi ti schiantavi sulle stradine ghiacciate della Malga Brigolina, o quando ti si è paralizzato il braccio al collo della tennista. Già che “pirla” eri!
Però dai, pensandoci bene, in effetti, qualcosa di speciale lo avevi davvero. Noi eravamo dei bischeri, tu invece sei stato fin da subito “capitano”; per quel modo serio di comportarti, nel cercare di portare l’ordine in mezzo alla cretinate che si faceva o nel glissare su certi atteggiamenti “scabrosi” da spogliatoio.
Per noi altri forse troppo serio, ma qualcuno fatto così ci doveva essere, altrimenti dove saremmo finiti? Noi si è andati avanti, ma tu dove sei? Dove sei andato tu? Ce lo chiediamo ancora oggi, ce lo chiediamo sempre. Forse l’unico modo per essere capitano fino in fondo era questo, per tenerci uniti, farci ritrovare ancora, senza perderci, sempre squadra, sempre ragazzi, sempre amici.
Ci manchi, ci mancherai sempre e sempre, per tutti, sarai nel cuore e nella mente».

Chi era Gigio Meneghelli

Luigi Meneghelli ha cominciato a frequentare i campi di pallavolo a 11 anni, grazie ai corsi tenuti presso le Scuole Medie Bresadola di Trento. Nel 1982, sotto l’attenta guida del professor Giorgio Battisti, il Gruppo Sportivo Marzola sceglie di guardare alla città per allargare il proprio bacino d’utenza. Una scelta che si rileverà azzeccata. Da quel gruppo, infatti, usciranno i vari Marcantoni, Radam e lo stesso Meneghelli, per anni saranno le colonne portanti di quel gruppo che, partendo dalle divisioni minori, arrivò a militare sino alla Serie C1 (la B2 attuale).
Luigi – “Gigio” per gli amici – fin da subito mise in risalto per le proprie doti tecniche, diventando ben presto un punto fermo delle squadre in cui militò. Dal 3x3 del 1982 in Piazza Duomo ai campionati nazionali affrontati con il Marzola ha sempre messo in mostra la sua tecnica, supportata da una forza fisica sopra la media, che lo rese uno dei migliori posti quattro trentini del periodo.
Ha guidato le Scuole Medie Bresadola ai Giochi della Gioventù di Roma del 1984, le ITI di Trento, per quattro anni consecutivi, nei Campionati Studenteschi Regionali arrivando alle fasi nazionali, ha fatto parte della Rappresentativa Regionale, ma, soprattutto, è stato, per più di un decennio, capitano del Marzola, legando al sodalizio di Povo l’intera carriera.
Da capitano della squadra della collina, in campo giovanile, ha alzato numerosi trofei, fra i quali spiccano il Campionato Regionale U14 del 1984 ed i due Campionati Regionali U18 consecutivi nel 1986 e nel 1987 (*nella foto). È stato uno dei protagonisti indiscussi delle varie promozioni, che hanno visto il gruppo allenato da Roberto Caldonazzi passare dalla I Divisione alla C1 dei primi anni 90. Vent’anni fa, il 18 giugno del 1997, a soli 27 anni, una brutto male ha voluto portarselo via.

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