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Il personaggio

Francesca Bortolotti, nella mente del Torrefranca

Va bene ragazzi e ragazze miei, anche in questi giorni di lutto (come perché? perché a Roma senza l'avanzata dei miei Prodi è deceduta la mia ultima speranza di vedere un governo serio...) non potevo esimermi dal tediare qualcuno anche questa settimana. Ma a chi potevo rubare tempo e spazio in questa calda settimana di fine gennaio? Dopo attento conciliabolo con l'amico vicedirettore di questo sito e dopo aver esaminato per bene che sta succedendo nel piccolo grande mondo del volley di casa nostra abbiamo deciso di affidarci ad un paio di mani sapienti. Abbiamo deciso di entrare nella mente di quel DeltaDator Torrefranca che in B2 femminile sta volando. Sette vittorie di fila, secondo posto e la capolista Busnago abbattuta. Fosse che fosse la volta buona? Si vedrà, intanto in questo ultimo PdS di questo mese di gennaio 2008 noi entriamo nella testa e nelle mani di Francesca Bortolotti. Autrice di una splendida prima parte di stagione, con lei andiamo a sviscerare per bene questa B2 in rosa ricca di spunti interessanti e andiamo a capire meglio il delicato ruolo della palleggiatrice. Merce rara nel volley di casa nostra le registe, se poi hanno talento meglio tenersele belle strette.
Buona lettura!

Ciao Francesca, come stai?
"Tutto ok, grazie, tu?"
Tutto tranquillo dai. Allora? La sentite ancora l'adrenalina per questa vittoria di sabato su Busnago?
"Beh, l'abbiamo sentita per un paio di giorni, ce la siamo un attimo goduta. Ma ormai è passata, siamo tornate con i piedi per terra e sappiamo bene che ancora non abbiamo vinto niente e ancora non è finito nulla. Ci aspettano ancora tante partite difficili".
Beh, ve la siete meritata comunque questa vittoria su Busnago...
"Siamo partite male, perdere il primo set dopo che siamo state avanti 24-22 è stato brutto. Ma ci siamo riprese alla grande, non ci siamo arrese ed abbiamo tirato il fuori il carattere in una situazione difficile. Questo è importante e lo sarà anche per il futuro, per le prossime partite, riuscire a reagire sempre anche nelle situazioni peggiori, senza mai uscire completamente dalla partita".
Busnago là davanti, voi, Monza e poi Pianengo: 4 squadre cosa servirà per centrare uno dei due posti a fine anno?
"Batterle tutte sarà sicuramente la prima cosa da fare. Gli scontri diretti che ancora ci aspettano avranno un bel peso sulla fine di questo campionato. Ma dovremo stare attentissime sempre, questo non è un campionato facile e ci sono tanti campi sui quali rischi di perdere se non giochi al massimo. La stessa carica, la stessa grinta che ci abbiamo messo con Busnago dovremo mettera contro tutti, senza mai sottovalutare nessuno o crederci arrivate".
Fra queste altre tre avversarie quale temi di più?
"Sono tutte e tre ottime squadre, ma Busnago sicuramente è una delle piu forti. Per quello che hanno fatto vedere all'inizio della partita di sabato forse loro saranno una squadra che difficilmente ancora perderà punti".
Ma le parole "obiettivo B1" le pronunciamo oppure è presto?
"Meglio dirle solo alla fine. Un po' per scaramanzia da un lato, ma dall'altro lato perché questo è un torneo molto, molto, difficile. Tutte le settimane si gioca contro squadre affamate di punti e rischi contro tutte. Pensiamo ad una partita alla volta, senza metterci troppa fretta".
Ma un esperienza in B1, se proprio capita, immagino non ti faccia schifo...
"Eh eh eh... Non sarebbe male, certo. Si vedrà alla fine come sono andate le cose".
Di sicuro c'è che avete sviluppato un vostro gioco ben preciso: limitare gli errori, battuta intelligente ed efficace, ricezione precisa e poi tanto gioco al centro?
"Ormai queste sono le nostre caratteristiche. Una buona battuta, buona ricezione e tanto gioco al centro. Ma sappiamo bene che si può sempre migliorare, possiamo crescere ancora in tante parti del gioco. Anche per trovare nuove soluzioni. Stiamo lavorando sodo su diversi aspetti, per cercare di potenziare alcune cose dove abbiamo ancora margini di miglioramento e spero presto questo grande lavoro dia i suoi frutti".
Come ti sembra di questo girone lombardo e queste squadre lombarde?
"Tosto, molto tosto. Una caratteristica che subito si è capita già nel girone d'andata è la difesa. Sono tutte squadre veramente forti in difesa, ci sono spesso scambi molto lunghi ed equilibrati. Negli anni scorsi non eravamo abituati a questo, nel girone veneto forse ci sono attaccanti più forti ma si sbaglia anche di più e non hanno certo questa difesa che hanno invece tante squadre lombarde. Questo poi è un girone molto equilibrato, dire che si può perdere contro chiunque non è affatto una frase fatta. Ogni partita ha una storia a sé".
Senti un po' questa come la stagione della tua consacrazione? Stai giocando una annata strepitosa....
"Grazie...".
De che? E' la verità...
"Si cerca sempre di migliorare, io cerco semplicemente di dare sempre il massimo e se questo fa bene alla squadra sono contenta. Il mio unico pensiero è continuare a lavorare duramente per crescere sempre più, voglio migliorare il più possibile".
Stagione dopo stagione, comunque, sei in crescita costante... Come mai?
"Questo è vero. Io credo che ogni atleta fa il meglio che può con i margini di miglioramento che ha. Io sono una di quelle che crede che il lavoro costante alla fine paghi, cerco di non mollare mai. Poi ho fatto un lavoro molto specifico sul fisico col nostro preparatore Paolo Santorum, che ringrazio tanto insieme a tutto lo staff del Torre, e quello mi è stato molto utile. Cerco sempre di allenarmi e lavorare al meglio che posso, voglio crescere sempre di più".
Come mai hai scelto il ruolo di alzatrice?
"Non l'ho proprio scelto, solo data la mia non certo elevata statura non avevo tante altre possibilità. L'attaccante non potevo farlo di sicuro. Così da piccola ho cominciato a palleggiare, poi con gli anni ogni giocatrice capisce le proprie potenzialità e cerca di svilupparle sempre più. Mi piace molto questo ruolo, lo amo e sono consapevole delle mie potenzialità e dove posso ancora migliorare".
Quanto per una regista è importante l'aspetto mentale? La calma e la lucidità?
"Sono cose molto importanti. Bisogna riuscire a cambiare pagina nei momenti difficili nel breve volgere di pochi istanti, bisogna sempre tenere la mente fredda e andare avanti senza farsi trascinare dagli errori o dai momenti di crisi. Non bisogna, insomma, farsi troppo prendere dalla situazione del momento ma restare sempre con la giusta lucidità per vedere ogni cosa. Ogni tanto, ovviamente, capita che questa calma la si perde in partita, occorre chiudere gli occhi e ritrovarla al più presto".
Tu come fai per la tua concentrazione? Che tipo di alzatrice ti definiresti?
"Non saprei definirmi... L'importante per una palleggiatrice è fare sempre la cosa migliore per la propria squadra in ogni momento. Spero di essere una regista sempre lucida, anche in quei momenti nei quali perdi un po' il filo del gioco".
Che doti deve avere un buon palleggiatore?
"Bella domanda... Deve riuscire, per come la vedo io, a capire ogni situazione di gioco e scegliere subito la soluzione ottimale. Deve avere una rapidità di pensiero e di azione. Da fuori è diverso, si vede magari la partita in un altro modo rispetto a chi la vive in campo in quel momento. Per questo io penso che l'aiuto esterno serva sempre, sono d'accorco con il confronto con l'allenatore per trovare sempre la soluzione migliore in ogni circostanza".
E un palleggiatore deve sapersi assumere delle belle responsabilità, aggiungo io....
"Su questo non c'è dubbio. Bisogna un po' rischiare, quello per forza, quest'anno mi prendo tante più responsabilità, cerchiamo un gioco diverso rispetto a quello degli ultimi anni, negli anni scorsi avevamo un gioco più "lineare". Serve un po' di carattere per fare questo ruolo".
In Trentino che palleggiatrici ti piacciono?
"Mah, ce ne sono diverse che mi piacciono. Ad esempio mi piace la Gardumi, è tanti anni che gioca in B tenendo bene la categoria, poi purtroppo non siamo tantissime palleggiatrici in regione".
Questo è vero, ma perchè ci sono così poche alzatrici in regione?
"Difficile dirlo. Certo nell'immediato non è ruolo gratificante, per una regazza giovane forse è più spettacolare e gratificante schiacciare, ma anche in questo ruolo ci si può prendere delle belle soddisfazioni".
E la tua più grande soddisfazione finora da palleggiatrice?
"A dire la verità spero di viverla ancora la mia più bella soddisfazione. Certo arrivare in B2 e riuscire ora a giocare più tranquillamente di una volta è già un bel traguardo per me. Vorrei provare a migliorare ancora, sempre di più per cercare qualche altra soddisfazione".
Ed hai già qualche rimpianto invece?
"No, quelli no per fortuna, non ancora...".
Secondo te come un allenatore come dovrebbe allenare o come dovrebbe rapportarsi con un regista? Non è facile...
"Altra bella domanda. Sul discorso dell'allenamento non entro, ci sono tanti modi diversi di lavorare in palestra con un regista. Personalmente con Orlando mi trovo molto bene. Poi, secondo me, allenatore e palleggiatore dovrebbero parlarsi sempre, dovrebbe esserci un confronto costante. Il giocatore vive le partite dall'interno, l'allenatore la vede da fuori e può essere utilissimo per la propria squadra questo rapporto per decidere quali sono le soluzioni migliori".
Mi fai un giochino?
"Oddio, ho un po' paura...".
Tranquilla, mi serve solo che mi dai il tuo bancomat con il codice...
"Seeee.... certo, come no...".
Vabbè dai si scherza. Giochiamo a "Il tuo sestetto": tu che hai giocato con e contro tantissime giocatrici regionali, ti metti nei panni del grande capo e scegli tu con quali di queste ti piacerebbe costruire una squadra tutta tua...
"Al palleggio io di sicuro, voglio giocare. Però è difficile, sono legatissima a tante mie compagne ed ex compagne... Facciamo così, è politicamente corretto non fare alcun nome, per cui non te ne faccio...".
Uffi... va bene, per stavolta te la passo, ma solo per stavolta e ti toccherà pagarmi pegno...
"Oddio..."
Eh eh eh... vedrai, vedrai che ti combinerò... Tornando seri, però, ti faccio votare al sondaggio che abbiamo messo in questi giorni on-line proprio su questo sito: qual'è secondo te la palleggiatrice più completa della serie C?
"Ti dico una ragazza molto giovane che a me piace molto, Jessica Ceschini del Marzola. Ha davvero un bellissimo palleggio, nonostante sia davvero molto giovane, è una ragazza intelligente e davvero talentuosa".
Fra C e B2 il divario è sempre così alto...
"Secondo me sì, il mio primo anno di B2 ho trovato diverse difficioltà. A livello di velocità, di ritmo, è tutto molto diverso. Anche l'allenamento, soprattutto, è diverso. L'importante è non mollare mai, stringere i denti e lavorare sempre duramente. Prima o poi il lavoro paga".

CHI E' FRANCESCA BORTOLOTTI

Nata a Trento il 7 agosto del 1987 ha iniziato a giocare a pallavolo da piccolina, nel minivolley del Marzola. Nella sua carriera ha sempre giocato nel Marzola e nel Torrefranca. Con la società poera ha fatto tutta la trafila dell giovanili fino alla C, dove dopo poche stagioni è andata in B2 con il Torrefranca. Questa è la sua terza stagione a Mattarello. In carriera ha vinto tre titoli giovanili, due volte l'Under 17 e una l'Under 19.

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