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Il personaggio

Marco Angelini, Itas Diatec (B2 maschile)

Con la prima puntata dedicata a Marco Angelini, inauguriamo oggi una nuova rubrica di questo sito: "il personaggio della settimana". Titolo magari un po' banale ma che rende perfettamente l'idea di cosa vorremmo proporVi ogni sette giorni in questo particolare spazio. Ogni settimana, infatti, grazie soprattutto alla collaborazione della sempre frizzante penna di Nicola Baldo (oramai molto più che un semplice amico di questo sito) andremo a conoscere meglio un protagonista delle vicende della pallavolo di casa nostra. Lo faremo sempre guardando al particolare momento vissuto dalle singole squadre e dai singoli campionati, cercando di coniugare al meglio tale spazio con la stretta attualità sportiva.
Diversamente da quanto si legge sui giornali, però, in questo spazio vogliamo andare a scoprire non solo giocatori, allenatori e dirigenti del volley trentino di serie A e B ma anche (e soprattutto) protagonisti della nostra pallavolo nelle categorie minori. Nella speranza di far diventare in fretta questa rubrica un appuntamento imperdibile e gradito a tutti gli appassionati sottorete. Ed ora sotto con le domande di Nicola Baldo che, per incominciare nel migliore dei modi, ha torchiato per benino Marco Angelini, l'unico allenatore professionista della nostra provincia. La sua Itas Diatec di serie B2 maschile è una delle sorprese più belle di tutta la prima parte della stagione.

Marco Angelini: dimmi la verità, te l?aspettavi un girone d?andata così?
«Sì, onestamente sì. Altalenante però pensavo potessimo fare bene. Fiducia ne avevo e ne ho tantissima in questo gruppo. Quando vedi negli occhi la voglia di giocare ed in palestra non riesci a portare via i ragazzi perché vorrebbero allenarsi ancora anche dopo l?allenamento, allora non puoi che essere fiducioso».
Come si è arrivati a questo risultato?
«Penso sia merito del continuo lavoro, ci alleniamo tutti i giorni a volte anche 2 volte e poi giochiamo due o tre volte alla settimana. Con la determinazione e il lavoro prima o dopo arrivano i risultati».
Come definiresti la squadra che hai tra le mani?
«Siamo la classica squadra di giovani, esuberanti e che hanno grande voglia, non che vengono in palestra per moda bensì perché hanno voglia di emergere individualmente. L?importante è canalizzare la voglia di emergere individualmente nel gruppo. Forse questa è la cosa più difficile, bisogna farlo capire a giovani che vivono in una società come quella di ora che è individuale, basata sull?apparire, sulla bellezza. Il mio compito è difficile come quello di genitori, professori e tutta quella gente che ha a che fare con giovani e con il creare un gruppo formato da persone, da uomini. Bisogna fargli accettare situazioni negative non come un insuccesso o un dramma, bensì che sia uno spunto per migliorare, senza crearsi degli alibi».
Quali sono i metodi di lavoro migliori per un giovanile?
«Dal punto di vista tecnico insegnare la tecnica, e ovviamente, bisogna conoscerla per poterla insegnare. E? poi importante individuare le potenzialità di ogni singolo giocatore, insegnare una tecnica adeguata al proprio fisico. Preferisco tirar fuori da ognuno il 100%, ma stando attenti perché non ci sono lezioni uguali per tutti. Soprattutto a queste età bisogna stare molto attenti ai messaggi che si mandano al giocatore sul suo comportamento in allenamento. Si ha a che fare con gente che cresce, che sta diventando uomo con tutti i problemi che ne derivano».
Invece, del campionato di serie A1 dell?Itas che ne pensi?
«Finora è stato altalenante, adesso vediamo come andrà questa Coppa Italia nella quale potrebbe esserci una sorpresa. Macerata ha appena perso con Verona e può darsi che in una partita secca venga fuori la sorpresa. Sorpresa perché tutti considerano l?Itas inferiore, ma fondamentalmente perché loro hanno un giocatore come Miljkovic, mentre gli altri sono esseri umani. Per il campionato questa è una stagione di assestamento, ma si sapeva anche all?inizio».
Altro parere: il tuo pupillo Lorenzo Bernardi a Verona come lo vedi?
«Ancora non l?ho visto giocare con Verona, certo è però che gli ha portato un valore aggiunto mica indifferente. Verona aveva bisogno di un personaggio che almeno tenga molto impegnato il muro su di lui, poi ha portato anche esperienza, carisma e tecnica. Per Verona il suo arrivo è stato un colpaccio».
È più difficile allenare un giovanile maschile o femminile?
«Se le condizioni di lavoro logistiche e il gruppo di atleti è paritario, cioè se anche nel femminile ci fosse un gruppo di atleti impegnati su scuola e pallavolo ma basato sulla volontà e non solo sulla fisicità, allora non c?è differenza di impegno. Ci vuole certo un approccio tecnico e gestionale diverso, le ragazze poi bisogna prenderle anche più giovani di 18 anni, vedi Club Italia. Ma le differenze di base sono solo nell?impostazione del lavoro».
In serie B1 la Blue City sta volando...
«Una gran bella sorpresa, però vedendo bene la squadra non diventa poi tanto una sorpresa. E? che noi trentini ci piangiamo sempre addosso. Vero che è una neopromossa, ma già l?anno scorso avevano uno squadrone e quest?anno poi hanno preso Moro che è un giocatore di categoria superiore. Si allenano costantemente e poi a livello di serie B Nicola Giuliani è uno degli allenatori più preparati. E? un risultato ?normale? guardando con occhi esperti. L?unica cosa che mi lasciava perplesso era vedere come reagiva Rizzo da opposto, invece salta sempre più e tiene bene la categoria».
Ed in B2 invece Tassullo Spa Tama e Metallsider Tridentum si giocano il primo posto.
«L?Anaune è uno squadrone anche in panchina, hanno una rosa ampia e sono sempre riusciti a tirare dritti nonostante gli infortuni. La Metallsider adesso è un po? più in difficoltà, ma penso che alla fine sia corsa fra loro due per il primo posto, le altre le vedo più indietro. Deve succedere qualcosa all?interno di queste squadre se non andrà così. La Trenta invece paga forse neanche tanto lo scotto della serie B quanto una gestione diversa dei giocatori. Finora molto si faceva a livello di amicizia e puntando sulla voglia di giocare, adesso invece che c?è più impegno sotto i riflettori e con un po? di pressione in più si evidenziano maggiormente quelle pecche che ci sono in tutte le squadre. Poi sono stati molto sfortunati, han perso diverse partite al tie-break, adesso con questa presa di posizione della società forse qualcosa risolvono».
Veniamo al femminile, Ata Domonet e DeltaDator Torrefranca si giocano i playoff mentre il Risto 3 Volano deve sudarsi la salvezza...
«Non ho ancora potuto praticamente vedere le squadre femminili per giudicarle. Ma penso che Volano doveva vincere 3-0 con Schio per riportare un po? di tranquillità anche se la speranza è sempre l?ultima a morire. L?Ata Domonet viaggia sulla strada già segnata l?anno scorso mentre il Torrefranca riesce a fare sempre il suo buon campionato».
Marzullo docet: come Marco Angelini definirebbe Marco Angelini?
«Penso di essere una persona normale, al quale piace la pallavolo e sta bene con la gente e gli amici».
In tre parole il senso della vita secondo Marco Angelini?
«La vita stessa è il senso della vita, vivere e basta».
In tre parole il senso della pallavolo secondo Marco Angelini?
«Viverla, farla, praticarla. Per me è diventata una professione, ma per tanti anche solo stare assieme e divertirsi il sabato è bello. Siamo una congrega di goliardi alla fine, finita la partita ci si trova in pizzeria, l?estate coi tornei si diventa tutti amici, è un mondo bello e piacevole anche prima e dopo la gara».
A quale tuo giocatore/trice (ex o attuale) sei più legato?
«Dei ?grossi calibri? a Lollo Bernardi ovviamente. Poi ho un bel rapporto anche con Maurizia Cacciatori, mentre dei locali sono molto amico di Emanuela Pernici e Giampietro Bosio».
A quale tuo giocatore/trice (ex o attuale) daresti un pugno?
«Pugni non ne do mai».
La giocatrice più sexy che hai mai allenato?
«La più sexy Maurizia Cacciatori. Mentre quella che è diventata sexy dopo che ho smesso di allenarla Ana Paula Mancino».
Se la donna dei tuoi sogni ti invita fuori a cena un sabato sera salteresti mai una partita?
«Mai. Magari dopo la partita».
Se ti dico la parola musica a cosa pensi subito?
«Al contorno di ogni mia giornata. Ho sempre della musica attorno a me, anche adesso. Quale musica è conforme al momento, ascolto di tutto a parte canzonette stile Sanremo, per nostalgia però direi anni?70 e vecchi gruppi».
Gioco della torre: Silvio Berlusconi, Topolino o Antonio Cassano, chi butti giù dalla torre?
«Antonio Cassano, subito».
Destra o sinistra?
«Destra».
Il posto più bello dove vorresti vivere?
«Dove posso vedere gli amici, il luogo non ha importanza».
Cosa avresti fatto nella vita se non avessi fatto l?allenatore?
«Non lo so davvero, forse avrei continuato ad insegnare educazione fisica».
Con quale tuo collega allenatore vai più volentieri a cena?
«Dopo la partita mi trovo con tanti allenatori, anche perché molti sono miei ex giocatori. Da quando sono tornato a casa, in Trentino, avendo allenato tanta gente con moltissimi di loro sono amico anche ora. Con tutti è bello parlare e spettegolare anche un po?».
La dote migliore che deve avere un allenatore?
«Competenza. Parola che racchiude tutto».

CHI E' MARCO ANGELINI

Marco Angelini (nella foto a destra) da Arco, celibe, fondatore della scuola di pallavolo ?Volley Accademy? (www.volleyacademy.it), ha preso il tesserino di allenatore nel ?lontano? 1974, quando presidente della Federazione trentina era un certo Edo Benedetti. In regione ha quindi allenato di seguito Cus Trento, Eurock Mezzolombardo ed Argentario, prima di traferirsi a Mantova per seguire il maschile. Nella stagione 1991/1992 l?inizio della sua carriera da allenatore femminile a Spezzano, serie A1, poi l?esperienza a Bari e quindi un breve ritorno nel maschile (e in regione) alla guida di Mezzolombardo. Rieccolo quindi sulla panchina di Imola, A2 femminile, per due stagioni prima di fare il direttore tecnico a Vicenza in serie A1 per una stagione. Quindi sette anni a Innsbruck, diviso a metà fra la panchina del Tirol Wasserkraft e quelle delle nazionali austriache Juniores, Prejuniores e Senior. Quindi nella stagione 2003/2004 è subentrato sulla panchina del Volano (B2 femminile) a Stefano Armani cogliendo un?insperata salvezza. La stagione successiva un altro arrivo a metà anno, sulla panchina di Lodi in A2, burrascosa avventura conclusasi dopo appena un paio di settimane. Da quest?estate è il reponsabile delle squadre Under 20 e B2 dell?Itas Diatec Trentino. Nel 2004, infine, anche una breve avventura politica come candidato alle elezioni della Provincia di Trento nella lista dei «Leali al Trentino».

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