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Il personaggio

Michele Capra, Sisley Treviso (A1 maschile)

A 21 anni ha già vinto cose che atleti più grandi di lui di un decennio non sognano nemmeno. Fra pochi giorni Michele Capra, schiacciatore borghigiano trapiantato a Treviso da diversi anni ormai, compirà 21 anni. Ma il regalo più bello se l?è fatto da solo qualche giorno fa, pochi battiti di ciglia dopo essersi messo in bacheca la Champions League, con l?esordio assoluto in A1 con la maglia della Sisley che coach Daniele Bagnoli gli ha regalato nell?ultima gara di regular season con Padova. Un esordio che il biondo martello di Borgo ha coronato con 5 punti personali. Potevamo allora noi, in questo suo momento così particolare, non nominarlo ?personaggio della settimana?? Andiamo a scoprirlo.

Allora Michele, com?è stato questo esordio in serie A1?
«Quest?esordio tanto sperato. E? stata un po? una sorpresa, non sapevo nulla e nessuno prima della partita mi ha detto «oggi giochi tu». Prima dell?ultimo set Bagnoli mi ha detto che mi avrebbe fatto entrare e fatto giocare per tutto il set. E? stata davvero un?emozione grande, con attorno il palazzetto pieno, devo dire che i tifosi e la curva mi hanno dato una mano, sono stati grandi. Quando ho giocato i primi palloni ero teso, un po? nervoso, ma poi pian piano ho preso fiducia».
Cos?hai provato quando Bagnoli ti ha detto «vai, tocca a te»?
«All?inizio ero un po? spaventato. Per me era l?unica occasione dell?anno per giocare e non volevo entrare e fare un figuraccia, che sarebbe stato molto peggio di non giocare. Ho cercato di restare il più concentrato e tranquillo possibile, dando tutto quello che potevo dare».
Ti aspettavi di giocare prima o poi quest?anno oppure ormai ci avevi messo una croce sopra?
«Ci ho sempre sperato, in quest?ultimo periodo non ci avevo proprio messo una croce sopra ma, certo, ultimamente lo speravo di meno di giocare. Non ero sicuro di entrare in questa stagione, ma sono stato fortunato a ritagliarmi questo spazio e spero di aver dato il contributo che posso dare».
Peccato che questa tua partita di esordio sia stata in parte rovinata da tutte le chiacchiere e le polemiche per la salvezza di Padova e la retrocessione di Santa Croce...
«Ho visto, è stato un peccato. Queste sono cose che possono succedere, ma questa è una scelta che società e coach hanno fatto per tenere a riposo alcuni titolari e per farli riposare in vista dei playoff. Io non posso farci niente. A Santa Croce posso solo dire che se si era arrivati a quella situazione probabilmente la salvezza si era complicata prima. Loro avranno le loro ragioni, dicono che sfiga che proprio la Sisley sia stata sconfitta ma ormai è andata così».
Prima di tutto questo casino però un altro grande momento: sei diventato anche tu a Roma campione d?Europa.
«A Roma è stata veramente un?emozione incredibile. E? stata una cosa bellissima, anche solo fare riscaldamento con 13 mila persona intorno per la prima volta da quando gioco quasi mi venivano i brividi solamente ad entrare nel palazzetto. Quando abbiamo vinto poi è stata una liberazione... Nelle settimane precedenti alla Champions League c?era un clima un po? stressante. Per tutti qui a Treviso la Champions League era l?obiettivo di quest?anno, la volevamo fortemente tutti quanti».
Adesso invece cominciano i playoff, come sta la Sisley?
«Adesso comincia un?altra bella gatta da pelare... Ci siamo beccati tra l?altro Verona che è una squadra molto forte e ci può mettere in difficoltà. Speriamo di arrivarci nel migliore dei modi, carichi e concentrati a dovere. Essendo poi al meglio delle due gare su tre quest?anno sarà davvero dura passare questi quarti di finale».
Con Verona è un piccolo derby anche tutto trentino, tu contro Lollo Bernardi, gli unici due trentini in A1.
«Sì, anche se è un po? impari come scontro... Però ammetto sono contentissimo di poter vivere questi momenti, giocare contro di lui è sempre stato un mio sogno. Io sono cresciuto con il suo mito, adesso trovarmi a giocare contro di lui non mi sembra neanche vero».
Di Lollo Bernardi che ne pensi?
«E? il mio mito. A Borgo Valsugana quando da ragazzino andavo in palestra in ogni palestra c?è era un suo santino, una sua foto. E? il mio mito nonchè per me un punto di arrivo, anche se so bene sarà durissima riuscire a fare anche solo una parte di tutto quello che ha fatto lui nella sua carriera».
Sai che secondo molti gli assomigli molto?
«Ma ho sentito che qualcuno dice cose del genere, sarà perchè siamo entrambi biondi. Scherzi a parte, speriamo sia una cosa di buon auspicio, speriamo sia vero che gli somiglio almeno un po?».
Chi vedi favoriti in questi playoff?
«Noi sulla carta siamo giocoforza i favoriti. Abbiamo vinto gli ultimi tre anni, ma ho visto che anche Macerata è molto in forma e alla fine si giocheranno il titolo le solite squadre. Chi gioca meglio e riuscirà a tener più duro il ritmo dei playoff riuscirà a vincere».
Come l?hai vissuta questa stagione giocando pochissimo?
«Fra alti e bassi. Sicuramente allenarsi con tutti questi campioni è una cosa bellissima, però per me che ero abituato a giocare sempre e ad essere uno dei migliori trovarmi adesso in panchina senza speranza di poter entrare è dura. Ho fatto un po? di fatica ad abituarmi a questa cosa. Con il tempo comunque l?ho accettata e ora penso solo a cercare di migliorarmi e di imparare dai vari Papi, Cisolla, Fei. Questo per migliorare il più possibile me stesso come giocatore».
L?anno prossimo un altro anno così oppure andrai a giocare?
«Cosa farò è ancora un mistero anche per me. C?è una possibilità che resti qui a Treviso e altre buone possibilità di andare in A2 in prestito. Vedremo con calma a fine campionato, valuteremo le diverse possibilità e alla fine decideremo serenamente».
Sei giovanissimo, hai solo 21 anni, per crescere secondo te e la tua esperienza è meglio giocare stare in panchina in grandi club allenandosi però molto forte oppure giocare in categorie minori con più continuità?
«Questa è una gran bella domanda. Ci sono diversi pro e contro in tutte e due le situazioni. Prendendo me per esempio, qui gioco in una società che tutti i problemi li affronta di petto, che ha un?organizzazione perfetta, sempre puntuale e precisa in tutto. In altre società invece c?è il rischio di andare allo sbando. Molte cose dipendono dalla solidità della società, dall?ambiente. Questa secondo me è una cosa importantissima per un ragazzo e la sua crescita. Se si va in una società seria, che ottiene risultati e ti tratta bene, può anche essere un bene giocare qualche categoria sotto per ?farsi le ossa?. Ripeto, dipende molto secondo me dalla solidità societaria».
È vero che l?estate scorsa la Blue City si era interessata a te?
«Io l?ho letta sul giornale questa cosa. Davvero, non ne sapevo nulla. Infatti quando sono tornato a casa mio padre è arrivato e mi ha detto ?potevi anche dirmelo che venivi a giocare a Trento? e io sono davvero caduto dalle nuvole. Ma io direttamente non sono mai stato contattato».
Tra l?altro sabato si giocherà, qui a Trento, proprio Blue City - Sisley Treviso. I tuoi ex compagni adesso sono in un grande momento, dopo un po? di rodaggio iniziale.
«Già, adesso viaggiano molto bene. Sono contento per Zanin, il mio ex allenatore, una persona in gamba che un paio di mesi fa era un po? in ansia per la situazione della squadra. Adesso si sono ripresi molto bene, sono molto contento per loro. Sono una squadra giovane ma anche molto talentuosa e se azzecca la partita è dura da battere. La loro prestazione dipende molto dall?approccio mentale che sapranno avere ad una partita così importante».
E nella Blue City c?è una persona che tu conosci molto bene...
«Il mio ex compagno di squadra e di stanza Paolo Sabbadin. In Ghirada i primi anni che ero qui dividevamo la stanza. So che fa un po? di fatica a giocare, anche per un paio di acciacchi fisici che ha avuto, ma gli auguro ogni bene e di ritagliarsi delle belle soddisfazioni».
Com?è vivere dall?interno la Sisley?
«Certo l?impatto di passare dalle giovanili alla prima squadra lo senti davvero. Da una realtà più rilassata e distesa qui mi sto accorgendo che si entra veramente nel mondo dei professionisti. Alla vigilia di manifestazioni importanti il clima si fa veramente duro, un po? stressante e carico. Per me non tanto ovviamente, ma per i titolari sì. Un po? di tensione c?è sempre, ovviamente, prima di appuntamenti importanti».
Dell?Itas invece che ne pensi?
«Penso sia una grande squadra con ottimi giocatori. Credo che l?unico problema che hanno avuto finora sia stata la continuità, alle volte hanno avuto dei cali di rendimento. Magari però ci si rincontrerà in semifinale, chissà».

CHI E' MICHELE CAPRA

Nato a Borgo il 10 aprile del 1985, ha iniziato a giocare a pallavolo all?età di 8 anni con il minivolley. Da qui quindi tutta una prima trafila a Borgo Valsugana nelle file dell?Ausugum, finchè a 16 anni non lo nota la Sisley Treviso che lo porta in Ghirada. Con la maglia orogranata ha quindi giocato in serie D, Under 17, Under 20 e serie B2 vincendo Junior League e scudetto Under 17, due scudetti Under 20 ed ha conquistato la stagione scorsa con la B2 la promozione in B1 ai playoff (eliminando anche la Tridentum, ndr). Quest?anno la sua prima stagione nella massima serie ed ha vinto la Champions League.

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