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Il personaggio

Monica Dal Corso, Futura Re.Fi. (D maschile)

E questa volta andiamo in panchina. Questa settimana la palma di ?Personaggio della settimana? tocca a Monica Dal Corso, allenatrice del Futura Refi di serie D che ha conquistato i playout proprio sabato scorso. Ad un?allenatrice di così lungo... corso (battutona!!!!) però non potevamo non torchiarla per bene su tutto quel mondo di serie B e serie C che sta avviando a concludersi. Buona lettura.

Monica, allora, si sta chiudendo questa serie D maschile parecchio equilibrata...
«Molto molto molto, ancora più di quello che mi ero figurata all?inizio dell?anno. Poi sai, siamo una squadra giovane con diversi limiti caratteriali più che fisici, fisicamente siamo come le altre squadre ma paghiamo il discorso di esser più giovani e ?imbranati?. E nonostante tutto sabato abbiamo centrato i playout. Il campionato è equilibrato perché in cima ci sono le squadre toste come l?Uisp, ad esempio, che secondo me ha una Under 20 di livello nazionale, in mezzo i sestetti dei ?vecchiotti? più smaliziati e in fondo le squadre più giovani».
Del livello del campionato che te ne è parso?
«Direi che è stato un livello medio. Non lo trovo altissimo, almeno per i miei parametri, ma è un già un bel livello per una squadra giovanile. E? molto educativo, spinge i più giovani a svegliarsi e stare sempre attenti».
C?è stato spazio in generale per i giovani oppure le ?vecchie volpi? imperversano ancora?
«Secondo me questo è il campionato giusto banco di prova per i più giovani. In futuro potrebbe essere il campionato con tantissime squadre giovanili. Un campionato dove non corri il rischio di prenderle di brutto come in serie C, in serie D invece vinci le partite e cresci molto. In questo momento continuano ad imperversare le vecchie volpi, ma secondo me nel tempo ci sarà un grosso interesse da parte di altre società per fare la D con le giovanili. Lo consiglierei anche per aumentare il livello della D. In serie C le prendi con una squadra tutta giovane e non riesci ad avere vere motivazioni, in serie D invece provi a giocare ed a vincere. Sono contenta di averla fatta anche se rischiamo di retrocedere. In futuro dipenderà da cosa vogliono fare i club, noi abbiamo anche i numeri per fare una under 20 in D mentre da altre parti dipenderà dalle scelte che faranno le diverse società».
Secondo te come mai sono sempre meno le squadre maschili nelle categorie ?inferiori??
«Una cosa per la quale sono allibita. Ho parlato con alcuni colleghi di Borgo, Arco, Storo, Cles ed è un disastro ovunque. A Borgo ad esempio mi hanno detto che c?è un solo bambino che fa minivolley quest?anno. Incredibile. Sono sempre meno i ragazzini che iniziato e non so se dipenda dal fatto che ci sono tanti interessi diversi oltre alla pallavolo o perché si lavora male. Aspettiamo comunque a giudicare, ci sono brutte annate che possono capitare. Magari dal 1985 ne vengono fuori parecchi, mentre dall?86-87 ne vengono fuori pochi e vedo è così in tutti gli sport. Parlando con alcuni amici del Sosi Basket anche a loro capitano alcune annate buche nelle quali non coprono nemmeno la squadra. Prima di dire che ci sono pochi ragazzini che giocano a pallavolo bisogna aspettare, io ad esempio ho solo dieci ragazzi in under 14 e ben ventisei in under 13. Tutto può cambiare in appena un anno, è un discorso di annate. Dobbiamo verificare se stiamo lavorando bene o non ci sono ragazzi perché non ci sono numeri».
Tornando al campionato, Uisp e Salumificio Trentino cos?hanno più di tutti?
«Sì, con l?Uisp che secondo me è la squadra più forte di tutte. Fisicamente mi piace di più, sono ragazzi di 18 anni con belle doti. Il C9 ha alcuni buoni giocatori, ad esempio l?alzatore e la banda che giocano anche nelle giovanili dell?Itas, ma secondo me l?Uisp è la squadra più completa. Anche perché il C9 ha dentro alcuni vecchietti che tirano la baracca, anche se il vivaio della Busa tira sempre fuori qualcosa di bello dal cappello, mentre l?Uisp è una squadra completamente giovanile».
C?è stato qualche giocatore che ti ha impressionato particolarmente?
«Direi l?alzatore del C9, il ragazzo che gioca anche nelle giovanili dell?Itas. Ha un bellissimo tocco di mano, poi direi anche Alessandro Ciola del Villazzano ma lui ormai lo conoscono tutti».
Le squadre che saranno promosse quanto dovranno cambiare per poter fare una tranquilla serie C? Il divario fra D e C attualmente è così netto secondo te?
«Un po? largo sì lo è. Anche se ho visto solamente le squadre che sono in cima alla classifica di C, non quelle sotto. Non so se il terzultimo posto sia fattibile per una under 20. Il divario comunque c?è, di ritmo di gioco, di palla, di velocità. Penso che con la loro under l?Uisp possa arrivare anche un po? più su di dove è ora. Il Villazzano poi è una bella squadra, nella quale Ciola fa la differenza, la squadra con lui è da C altrimenti...».
E che quest?anno abbiamo avuto due serie C molto diverse: incerta e combattuta nel maschile, mai in discussione nel femminile?
«Vero, sono andato a vedere spesso l?Argentario Truelite. In bocca al lupo per la B2, certo devono trovare due giocatrici molto forti di palla alta, valutare bene tutti i pro e i contro di un campionato come la B2. Il C9 penso sia favorito nel maschile, per una questione puramente fisica. Delmarco e soci devono tenere duro fisicamente fino alla fine, devono stare bene fisicamente. Lo scontro diretto sarà decisivo, se quelli del Volleyball tirano fuori una prestazione maiuscola come possono fare vista la loro classe, il C9 farà fatica a tenere il ritmo di gente cosi esperta. Dipende dal fisico dei ?vecioti?. Anche il C9, se sarà promosso lui, dovrà cambiare molto ma è giusto che ci provino ed hanno ragione a farla. E? una cosa più valida. E? tanto tempo che non vanno più in serie B, magari torneranno giù presto ma intanto hanno mosso qualcosa, l?attenzione, la gente, l?interesse, tutta intorno alla squadra».
Guardando in generale, si stanno chiudendo tutti i campionati con belle soddisfazioni per le squadre trentine di serie B...
«Bei campionati veramente quest?anno. Sono contenta per l?Anaune, per la Metallsider, il progetto Trenta mi spiace si sia scontrato così contro gli scogli duri della B. Spero si salvino anche se non credo che nessuno gli regalerà niente da qua alla fine. La B2 è la B2, non è così facile anzi è molto molto difficile, dal punto di vista caratteriale è forse il campionato più tosto».
Secondo te il Torrefranca lo farà un favore all?Ata in lotta per i playoff e batterà Pordenone?
«Pensa che non ho mai visto neanche una partita di serie B femminile quest?anno. L?unica cosa che posso dire è che il Torrefranca non molla mai. Vanno sempre in campo per vincere e non fanno mai e mai calcoli di nessun genere. E? una caratteristica che hanno sempre avuto».
Rischiamo di avere tre B1 l?anno prossimo: Blue City, Anaune e, forse, pure la Metallsider se passerà ai playoff. Impensabile fino a pochi anni fa?
«Certo, ci sono più soldi, più gente che viene da fuori, più interesse, più movimento. La A1 stimola tutti a muoversi, anche se non si entra nel giro altissimo di A1 la serie B è già comunque un bel banco di prova. Adesso vedremo tanti bei giocatori che vengono da fuori, se non ne abbiamo in regione all?altezza per certi traguardi è giusto prenderli da fuori».
Dovessi votare un tuo collega allenatore come il più bravo chi voteresti?
«Che domanda... Direi Marco Angelini, gli hanno dato una squadra che quasi andava in D l?anno prima e ora, cambiando poco e con diversi problemi, sta facendo una grandissima annata in serie B e nei campionati giovanili».
Secondo te quali caratteristiche deve avere un bravo allenatore?
«Essere competente della materia, avere un pizzico di dote per saperci fare con il gruppo e saper gestire le note psicologiche che sono sempre più importanti nella pallavolo. Chiaramente stanno prendendo sempre più importanza dalla serie B in su, sotto può ancora essere parziale l?aspetto psicologico perché c?è da svolgere più lavoro tecnico e tattico. Però più vai su e più aumenta il discorso motivazionale, di comprensione, di risolvere problemi. Non è semplice, anzi è abbastanza complesso».
Come un allenatore può diventare bravo?
«Allenando. Studiando e allenando, allenando e studiando. Facendo castronerie, imparando dai propri errori. Si impara solo così e poi aggiornarsi sempre, andare ai corsi, leggere i testi, vedere altri allenatori all?opera, guardare ore e ore di videocassette. E? un lavoro vero e proprio».

CHI E? MONICA DAL CORSO

Nata il 29 settembre del 1962 a Verona, Monica Dal Corso ha iniziato a giocare prestissimo («nella notte dei tempi del 1976» come sottolinea la diretta interessata). Nella sua carriera di giocatrice ha militato per otto anni in serie B, per un anno in serie A, per quattro anni in serie C fra Trento e Verona. Allena ormai da 14 anni, soprattutto nel settore giovanile, nei quali ha vinto due titoli provinciali con l?under 16 maschile e femminile. Da giocatrice ha conquistato la promozione dalla B alla A e dalla serie C alla B con l?Ata Battisti. Da allenatore, infine, lo scorso anno conquistò la promozione in B2 con l?Argentario. Nella stessa annata vince Coppa Trentino Alto Adige e Coppa Triveneto, trofeo quest?ultimo che nessuna squadra trentina è più riuscita a vincere negli ultimi anni.

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