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Il personaggio

Corrado Furlani, Metallsider Tridentum (B2 mas)

La puntata di questa settimana della nostra rubrica è dedicata ad un giocatore che i parquet regionali ed extraregionali purtroppo non vedono protagonista da troppo tempo e, forse, potrebbero non vedere mai più. Corrado Furlani, giocatore simbolo della Tridentum che questo sabato si gioca il secondo posto in regular season con Monselice, ci racconta la sua "strana stagione", vissuta suo malgrado sempre a bordo campo in veste di capitano non giocatore. Un'esperienza nuova per "Dino" che, nonostante tutto, è sempre rimasto vicino alla sua squadra. Da vero capitano.

Corrado, come stai prima di tutto?
«Abbastanza bene dai. Anche se da questo problema al ginocchio non riprendo, mi fa male anche solo a camminare ed a correre, di saltare poi non se ne parla proprio. Sono ancora alle prese con questo problema, purtroppo».
Corrado, come hai vissuto questa stagione ai box un po? da capitano non giocatore alla Adriano Panatta?
«Bel paragone... Ho vissuto una stagione durissima, perchè hai tutto un altro approccio verso i giocatori, verso il campo, devi trovare diverse motivazioni per andare avanti giorno dopo giorno. L?importante comunque è che si lotti sempre per un obiettivo comune, se prima mettevo giù i palloni per raggiungere un risultato ora li raccolgo in palestra a favore dei miei compagni. L?importante è che la squadra raggiunga il risultato che si è prefissata. Certo è stato un peccato questo infortunio, avevo ancora una grande voglia di giocare».
Hai scoperto chi ti ha fatto il malocchio quest?anno?
«Franz Segala, sicuramente! Mi sono infortunato sui suoi piedi, ha dovuto fare fuori tre giocatori per poter giocare».
Pardon, chi ?vi? ha fatto il malocchio, visto che avete avuto diversi problemi fisici...
«Infatti, sarebbe stato tutto un altro campionato senza tutti questi problemi. Ma una squadra deve riuscire a sopportare anche queste situazioni, fanno parte del gioco e bisogna accettare anche gli infortuni quando capitano. Certo bruciano quando arrivano, se poi sono così tanti uno dietro l?altro».
Sabato vi aspetta una partita decisiva con Monselice, superarli sarebbe un bell?aiuto in vista dei playoff.
«Quella di sabato è una di quelle partite da veri uomini. Una di quelle gare dove ci si gioca tutti in un match. Certo è brutto arrivare a giocarsi tutto in una partita, potevamo non lasciare tanti punti in giro con squadre che erano alla nostra portata, ma se siamo arrivati a questo punto dobbiamo metterci tutta la grinta necessaria per raggiungere il nostro obiettivo».
Come si batte Monselice?
«Monselice è una squadra molto forte. Ma si può battere con la grinta e con il cuore ritrovato. Perchè ritrovato? Perchè abbiamo avuto una serie incredibili di problemi quest?anno, di incomprensioni che ultimamente ci hanno fatto perdere la tranquillità ora ritrovata».
Senza tutti questi problemi fisici pensi che potevate almeno giocarvela fino alla fine con la Tassullo Spa Tama?
«Sì, senza infortuni potevamo giocarcela. Credo che se fossimo riusciti a non avere tutti questi problemi il campionato sarebbe stato tutta un?altra musica».
Finora avete fatto una stagione sempre nelle prime tre posizioni della classifica, una stagione di squadra molto positiva?
«Sicuramente è stata una stagione più che positiva per noi. Tutti hanno dato il loro contributo, sia in campo quando a livello di organico, di gruppo, è stata una bella stagione. Senza le troppe rogne avute adesso forse eravamo lì a giocarci il primo e non il secondo posto. Ma abbiamo ancora le nostre possibilità di dimostrare quanto valiamo come squadra. I playoff ormai sono sicuri, da secondi o da terzi sono garantiti, per cui dobbiamo pensare solo a giocarli al meglio per centrare il nostro obiettivo».
L?obiettivo però a inizio anno era fare meglio dell?anno scorso, e meglio di arrivare al secondo turno dei playoff c?è solo la promozione in B1...
«Esatto, c?è anche il terzo turno ma uscire a quel punto non è certo bellissimo. Ci abbiamo sempre creduto alla promozione e ci crediamo ancora. Le qualità le abbiamo tutte e abbiamo anche una società dall?enorme valore che ci supporta in tutto. Abbiamo una struttura societaria più che adatta per una B1, anzi direi che noi giocatori abbiamo un?assistenza che ho sentito non hanno nemmeno diverse realtà di B1. Non ci fanno mancare nulla, a livello organizzativo i nostri dirigenti sono molto bravi e precisi, molto professionali, quasi a livello di una serie A2».
Cos?ha avuto l?Anaune più di voi quest?anno?
«Agazzi. Premetto che hanno davvero un sacco di giocatori validi, ma quando serve fare la differenza la fa solo lui. Hanno un bell?organico, completo, lo stesso Fino ha fatto una grande stagione e tiene molto bene categoria. È Agazzi che in B2 stona, è giocatore d?altra categoria che qui fa la differenza».
Dove voi avete sbagliato?
«Personalmente nell?allenamento nel quale mi son fatto male. Se stavo a casa forse era meglio... Scherzi a parte, in una stagione ci sono tante cose da calcolare, ma questa è stata un?annata più che positiva visti i problemi avuti, non è certo stata una stagione da buttare. Forse abbiamo lasciato qualche punticino di troppo in giro, ma niente di più. Credo che un calo di concentrazione ad un certo punto di un campionato così lungo e difficile ci può stare. Non eravamo la squadra ammazzacampionato, non siamo stati costruiti come la Sisley o la Blue City dell?anno scorso o come l?Anaune di quest?anno che erano già squadre di B1. Noi dobbiamo metterci tutti noi stessi per portare a casa il risultato e, a volte, non tutto è girato per il verso giusto».
L?Itas è stata un po?la sorpresa di questo campionato, in diversi la davano per retrocessa e invece...
«Sì, come tutte le squadre giovani nel girone di ritorno hanno fatto un grande campionato. Si sono esaltati, hanno preso le misure alla categoria e hanno dimostrato il loro valore. Sono stati in gamba, una bel bravo Marco Angelini se lo merita davvero».
Chi ha un po? deluso invece è stata la Trenta Volley, cosa non ha funzionato?
«Mah... Mi spiace tanto per loro, per gli amici che ho lì però qualcosa in questa stagione è andato troppo storto. Anche loro hanno buttato via qualche punto di troppo, i numeri per salvarsi li avevano anche, peccato perchè era un progetto interessante il loro».
Rispetto agli ultimi anni come sta cambiando il livello della B2?
«Secondo me il livello dell?anno scorso è uguale a questo, se togliamo le tre squadre promosse la stagione passata che erano davvero di un?altra categoria rispetto alle altre. Siamo sempre lì bene o male, anzi forse sta anche migliorando rispetto ad alcuni anni fa. E? un buon livello, non c?è niente da dire».
L?anno prossimo avremo sicuramente due B1, due B2 più voi o da un parte o dall?altra, impensabile fino a pochi anni fa una tale mole di squadre trentine in serie B.
«Vedremo se poi anche il Blue City andrà in A2. Ci sono tante squadre e pochi giovani interessanti da inserire in questi sestetti, è questo il vero problema. E? sempre più facile andare ad attingere fuori regione, almeno se si vuol essere competitivi purtroppo questa è l?unica squadra».
Ultima cosa, l?anno prossimo tu cosa farai?
«L?anno prossimo temo proprio che dovrò smettere. Mi ritiro dalla pallavolo giocata e, forse, vado in India a cercare me stesso. No dai, scherzi a parte, non giocherò più ma non so ancora se farò il dirigente o meno. Ma l?allenatore non lo farò di sicuro; non ci sono tagliato».

CHI E? CORRADO FURLANI

Corrado Furlani è nato a Trento l?11 gennaio del 1977. Ha iniziato a giocare alle scuole medie, nel Torrefranca, prima di trasferirsi all?Argentario dove ha fatto gli ultimi anni di giovanile. Quindi le esperienze in B2 con la maglia di Ronda Atesina e Villazzano Tridentum, con le quali ha raggiunto il secondo turno dei playoff promozione in B1 in due occasioni differenti. Centrale ottimamente predisposto per i fondamentali di prima linea (attacco e muro) durante il corso di questa stagione ha subito un infortunio particolarmente grave al ginocchio che lo ha costretto a bordo campo già dalla quarta giornata di campionato. In carriera ha vinto il premio Lorenzi, quale miglior giocatore regionale, nella stagione 1998; uno degli atleti più giovani (ai tempi aveva 21 anni) a vincere questo prestigioso riconoscimento.

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