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Il personaggio

Antonio De Paola, Itas Diatec (B2 maschile)

Per la prima volta nella storia una squadra giovanile trentina torna a casa non soltanto con i complimenti di tutti, con pacche sulle spalle e con un buon piazzamento, bensì con il titolo di campione d’Italia. Merito dell’Under 18 targata Itas Diatec Trentino di quel mito della pallavolo trentina che è Marco Angelini oltre, ovviamente, ai ragazzi della rosa. Un titolo che ha un significato particolare soprattutto per uno di loro. Per Antonio De Paola, ormai quarto schiacciatore l’anno prossimo in serie A1 e reduce da una stagione da incorniciare con la serie B2 e l’Under 20. Stagione nella quale ha vinto anche l’«Oscar del volley» come miglior schiacciatore stagionale. A lui allora, dopo aver aspettato che “esplicasse” i suoi compiti di maturando, consegnamo la palma di Personaggio della settimana e lo torchiamo per bene fra passato, presente e futuro.

Antonio, ripreso dalla festa per questa vittoria?
«Sì, ormai sì. Siamo tutti davvero contentissimi per quanto siamo riusciti a fare. E’ stato un bellissimo risultato, in quella settimana delle finali nazionali Under 18 si è visto il gruppo che abbiamo creato in squadra. Quest’anno abbiamo fatto davvero un bel gruppo con questa rosa, forse più che in altre parti. A Cesenatico abbiamo dimostrato che potevamo giocarcela davvero con tutti, compreso Treviso che era la squadra favorita. Siamo partiti sin dalla prima partita giocando con grande grinta ed entusiasmo, non volevamo certo uscire subito perchè avevamo un obiettivo importante cioè arrivare almeno alla finale scudetto».
Cosa avete avuto più di tutte le altre squadre a queste finali?
«La grinta. E il gruppo che si è creato. Non abbiamo mai litigato, siamo sempre e comunque rimasti uniti e questo è importante soprattutto a livello giovanile. Poi quando giocavamo davamo sempre il massimo, andavamo a prendere anche le palle più difficili da recuperare, abbiamo veramente dato tutto su ogni pallone e non è una frase fatta. Anche perchè qualcuno di noi non stava bene, in diversi me compreso ci eravamo fatti un po’ male, ma quando ti trovi a giocarti obiettivi così importanti riesci a superare tutti i problemi».
Quand’è che avete capito che potevate davvero diventare campioni d’Italia?
«Se devo dire la verità, dopo la vittoria in semifinale con Treviso ci avevo quasi messo una mano sopra allo scudetto. Ma perdere con Perugia in finale sarebbe stato troppo brutto dopo una bella vittoria come quella con la Sisley. Così ho detto a tutti di stare calmi, di cercare di giocare come sappiamo e stop coscienti che non potevamo perdere a quel punto, una volta arrivati in finale. Sarebbe stato troppo brutto. Ma semifinale con la Sisley è stata la chiave di volta di tutto, questo sì».
A chi va, secondo te, il merito per questo straordinario risultato? Oltre a voi giocatori, s’intende.
«Molto, moltissimo di questo risultato è di Marco Angelini. Lui ci ha sempre allenato al meglio contro tutto e contro tutti, contro quello che pensano in molti e contro quello che diceva la gente. Marco è diverso da altri allenatori che ho avuto ma molto bravo, ci ha sempre difeso e sempre seguito, in ogni modo. Ha sempre investito su di noi, su un gruppo di ragazzi, dando il massimo e allenandoci molto bene. Marco è davvero bravissimo, in partita riesce a tirarci fuori tutto quello che abbiamo dentro senza opprimerci o schiacciarci».
Per te questo è stato un anno da incorniciare, tanto in B2 quanto nei tornei giovanili.
«Davvero, è stata una stagione fantastica per me. Incorniciato alla fine con la vittoria dell’Under 18, venuta dopo una buona prestazione di squadra e personale in B2. E’ stata un’annata stupenda e indimenticabile, che mi ha dato l’occasione di crescere e migliorarmi ancora».
In un gruppo che ha “sbagliato” una sola partita quest’anno, lo spareggio con Modena per accedere ai nazionali Under 20 di Lega?
«Quella partita è stata il nostro unico errore. L’obiettivo era raggiungere almeno la fase finale del campionato nazionale Under 20, eravamo una squadra forte che poteva giocarsela senza problemi. Invece abbiamo toppato la partita di spareggio; peccato, ma credo ci possa stare in un anno di sbagliare una partita. Succede a tutti».
In B2 soprattutto in tanti vi davano per retrocessi o quasi già a inizio campionato, invece avete dimostrato di tenere testa a giocatori più esperti arrivando quinti a soli tre punti dai playoff promozione.
«Anche Marco è rimasto un po’ sorpreso di quello che siamo riusciti a fare in serie B2. Molta gente e molti allenatori pensavano che saremmo retrocessi sicuramente, invece abbiamo dimostrato a tutti che noi lavoriamo davvero sodo in allenamento e non ci arrendiamo mai. Il fatto di giocare contro gente più anziana ed esperta di noi non vuol dire nulla, i veri risultati si ottengono solamente con la grinta e con il lavoro».
Ed ora hai vinto anche un altro scudetto adesso, quello dell’esame di maturità? Com’è andata?
«Speriamo bene. Faccio il Tambosi e finora credo sia andata abbastanza bene, soprattutto speriamo sia andata bene la prima prova quella del tema d’italiano».
Come si coniuga studio e impegno sportivo a questi livelli e con questi impegni?
«Devo dire la verità e non voglio certo cercare scuse, perchè il tempo di coniugare le due c’era e c’è per tutti. Vivere qui a Trento è comodo, quand’ero a Velletri invece facevo avanti e indietro tutti i giorni, ogni volta un’ora e mezza di treno per tornare a casa. Qui invece vivendo a Trento il tempo per studiare si trova anche allenandosi tutti i giorni. Certo la pallavolo toglie parecchio tempo a tutto il resto, fra allenamenti, trasferte, ecc... ma se uno vuole ce la fa. A me studiare non piace moltissimo, ma non mi sono mai tirato indietro da entrambe le cose. Poi noi ragazzi che veniamo da fuori ci siamo sempre aiutati fra di noi. L’anno scorso eravamo in tre da fuori mentre ora siamo in sette, abbiamo fatto un bel gruppetto fra di noi, stiamo bene e si ride e si scherza di continuo. Stessa cosa dicasi per la serie A, gente come Bari o Della Lunga sono tutti molto giovani e gentili con noi delle giovanili».
Rispetto a quando sei arrivato a Trento ti senti cresciuto e migliorato?
«Premettendo che comunque devo ancora migliorare molto e posso migliorare ancora, direi di sì. Mi sento cresciuto. A livello tecnico indubbiamente ma, soprattutto, credo a livello di testa di essere migliorato molto, come atteggiamento. Però sono coscente c’è ancora parecchia strada da fare per diventare un buon giocatore di pallavolo».
Come mai avevi deciso di venire a giocare a Trento?
«Dopo il Trofeo delle Regioni ad Ostuni fra un paio di squadre che si erano interessate a me scelsi Trento perchè è una grande società. Trento è un bel posto, dove si investe molto sul settore giovanile, dove ci sono bravi allenatori e una società competente. A Trento mi trovo bene, adesso vedo di finire la maturità con l’esame orale fra pochi giorni e poi vediamo, forse l’anno prossimo mi iscriverò pure all’Università».
A proposito dell’anno prossimo non posso non chiederti dove giocherai, se in A1 oppure in qualche serie B a farti le ossa.
«Quasi sicuramente, credo ormai si possa dire, sarò quarto in A1. Penso manchino pochi dettagli per formalizzare il tutto».
Secondo te, per te stesso, lo accetteresti un anno sempre in panchina oppure vuoi giocare con una certa continuità?
«Non posso dire se sono pronto per un anno in serie A, certo è una bella prova che penso mi farà bene. Mi farà crescere anche stando in panchina, lavorare tutti i giorni a quei livelli è una esperienza unica. Lavorare con giocatori più vecchi ed esperti di me mi insegnerà parecchio, potrò solo imparare e poi, comunque, giocherò nell’Under 20. Il campo lo vedrò diverse volte quindi».
Lo sai comunque che ci sono diverse squadre che ti prenderebbero a braccia aperte?
«Non lo sapevo, può darsi. Certo se non avessi fatto la quarta banda in serie A credo ci saremmo messi in cerca di qualche B1 dove poter giocare. Per me quello che si è appena concluso è stato il secondo anno buono di fila in B2. Credo di essere pronto per mettermi alla prova in B1».
Tornando un attimo indietro con la mente, cosa hai pensato nei playoff quando Lattari ti ha detto «vai che entri tu»?
«A dire la verità non ho pensato molto in quel momento. Sono entrato senza pensare a nulla, mi dicevo solamente “io almeno ce provo a ricevere, vediamo se mi batte addosso”. E’ stata una bella emozione, che ha coronato tantissimi sacrifici. Una grande cosa che non scorderò mai».
Tremavano le ginocchia?
«Molto emozionato sì, ma non mi tremavano le ginocchia. Ero abbastanza pronto».
In queste ultime settimane hai sentito tuo zio Ciro Ferrara, in Germania come accompagnatore della Nazionale di Marcello Lippi ai Mondiali di calcio?
«Sinceramente no, ma lo vedo sempre in tv. E’ un grande personaggio, molto simpatico, sta dando l’anima anche in questa avventura ai Mondiali. Io sono sempre davanti alla tv a tifare, lo vedo entrare in campo ad esultare tutte le volte che segnamo».
Come mai il nipote di un calciatore del genere decide di darsi alla pallavolo?
«A dire il vero avevo iniziato giocando a calcio, da bambino ho fatto tre anni e mezzo di pallone. Giocavo da terzino destro, la corsa c’era ma con i piedi ero davvero scarso. Così i miei genitori, entrambi allenatori di pallavolo, mi hanno detto di provare e da allora non mi sono mai più fermato. Ho fatto un po’ di tutto nello sport, calcio, basket, atletica e ora pallavolo. Ma non mi sono mai allontanato dal volley finora e non lo farò mai. Anche se è faticoso, anche se bisogna fare davvero tanti sacrifici per arrivare a certi livelli».

CHI E’ ANTONIO DE PAOLA

Nato a Gaeta (in provincia di Latina) il 7 gennaio del 1988, schiacciatore/ricevitore, ha iniziato a giocare a pallavolo a 10 anni nel minivolley del Pallavolo Minturno, la squadra del suo paese. Quindi il passaggio prima nel Sud Pontino e quindi nel Velletri, squadre nelle quali ha giocato parecchi campionati giovanili e anche una stagione in serie B2. Nel suo palmares vanta uno scudetto Under 15, un secondo posto ai campionati nazionali Under 15, una finale nazionale Under 17 tutto con Velletri e ora il titolo di campione d’Italia Under 18 con l’Itas Diatec. L’estate scorsa ha vinto anche il campionato italiano Under 21 di beach volley, andando così a difendere i colori italiani al Mondiale di categoria. Da due stagioni è a Trento con la maglia dell’Itas Diatec Trentino.

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