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Il personaggio

Simone Lorenzi, Salento Taviano (A2 maschile)

Certo Taviano, in Puglia, non è proprio dietro l’angolo. Eppure, c’è anche chi decide di prendere la sua valigetta da Tione e andare fin lì per giocare a pallavolo. Il suo nome è Simone Lorenzi, centrale da tre stagioni alla Blue City fra B2 e B1, che adesso affronterà questo viaggetto sin nelle puglie per esordire in A2 con la maglia di Taviano. A 24 anni, così, per Lorenzi si apre un’avventura nuova di zecca e stimolante. Che fanno del centralone (209 centimetri) giudicariese il terzo trentino nella seconda serie nazionale insieme a Michele Capra a Bari e Matteo Burgsthaler a Bergamo. Non potevamo, quindi, non eleggere Simone nostro «Personaggio della settimana». Buona lettura.

Dire che sei felice di questa possibilità è dir poco immagino...
«Certo, altroché! Sono tanto felice soprattutto perché quest’estate non mi ha cercato solamente Taviano ma anche diverse altre squadre di categoria. E’ una soddisfazione soprattutto per tutto il lavoro fatto in questi anni, è vero che i sacrifici alla fine pagano sempre».
Come è nata la possibilità di andare in A2?
«Sicuramente il mio procuratore mi ha dato una grande mano nel rendere realtà questo sogno. Al di là di questo poi credo che ho sempre fatto buone partite quest’ultima stagione in B1, nelle quali sono stato notato da alcuni allenatori e dirigenti. Poi questo per me è il modo migliore per proseguire il mio personale percorso di crescita tecnica, a 24 anni appena avere questa possibilità per crescere è davvero importante. Non credo, infatti, di essere ancora maturato pallavolisticamente del tutto. Una delle cose che poi mi hanno spinto ad andare a Taviano è stato il fatto che allenatore ci sia Masciarelli, un ottimo tecnico».
Cosa ti aspetti da questa stagione?
«So che parto come terzo centrale, ma uno dei miei credo è che, alla fine, il lavoro paga sempre. Per cui io vado giù cosciente che dovrò lavorare e lavorare bene, non sono spaventato da questa esperienza e credo che potrò togliermi le mie soddisfazioni se lavorerò come serve».
Quale obiettivo ti poni tu per te ed a cosa mirate come squadra?
«Fra Coppa Italia e un campionato lungo come quello a 16 squadre voglio assolutamente esordire e trovarmi i miei spazi. So bene che Belardi è un signore centrale, Tomassetti è al secondo anno di A2 ma ha già dimostrato di valere la categoria. Penso però di poter trovare i miei spazi, occasioni credo ce ne saranno e voglio sfruttarle. Per la squadra ho già parlato di obiettivi con i dirigenti e il problema sarà ripetere l’annata dello scorso campionato. Abbiamo vinto la Coppa Italia e siamo usciti dai playoff promozione solo in gara-3 contro Crema, che poi è stata promossa in A1. Le aspettative dei tifosi così, come poi anche quelle della società, sono alte. Ci toccherà fare bene, vincere il più possibile, anche perché sappiamo bene com’è caldo il pubblico del sud. Meritano una bella stagione».
Pensi davvero che riuscirai a ritagliarti il tuo spazio in campo quest’anno?
«Assolutamente sì. Ma nel modo nel quale intendo io lo sport. Non farei il sacrificio di andare fino a Taviano, così lontano da casa, solo per fare la comparsa o la riserva. E’ una cosa che ho scelto di fare proprio in risposta ai diversi sacrifici di questi ultimi anni. Io ho iniziato tardi a giocare a pallavolo, avevo già 18 anni, non ho fatto tutta la trafila delle giovanili o delle nazionali junior, non sono uno che si conosce dai vivai. Ma ho avuto la fortuna di trovare squadre che mi hanno dato la possibilità di crescere finora, adesso Taviano mi da quest’altra grande opportunità e intendo sfruttarla. A 24 anni non sono ancora maturato del tutto, ho ancora ampi margini di miglioramento».
In cosa devi migliorare per tenere il campo in A2?
«Sicuramente nella velocità della palla che è tutta un’altra cosa rispetto alla serie B. Ma con Michele De Giorgi alzatore, forse il numero uno dei palleggiatori in A2 viste anche le sue sei promozioni in A1, credo che allenarmi con lui mi farà bene. Mi aiuterà ad imparare in fretta il ritmo del gioco».
Si prospetta comunque una A2 alquanto equilibrata, forse con Castellana un po’ avanti a tutte ma senza più gli squadroni ammazzacampionato?
«A Castellana hanno davvero un bel progetto, per noi contro di loro sarà un derby molto sentito. Quasi tutte le altre squadre poi hanno fatto grossi investimenti per la diagonale palleggiatore-opposto, per il resto nel sestetto titolare sono quasi tutti giocatori che si equivalgono. Si punta soprattutto su una diagonale principale solida, che in A2 ha un grandissimo peso specifico».
Pensi già ai derby tutti trentini con Matteo Burgsthaler di Bergamo e Michele Capra a Bari?
«Magari con Michele Capra ci troveremo anche qualche volta. Lui sarà a Bari ed io a Taviano, conoscere già una persona sul posto è piacevole e utile. Tre trentini in A2 quest’anno è un bel traguardo, anche perché prima che arrivasse l’Itas dalla scuola pallavolistica in Trentino non veniva fuori moltissimo».
Guardando indietro invece che bilancio fai di questa tua prima stagione in B1 con la Blue City?
«Innanzi tutto voglio dire grazie alla società perché mi ha permesso di giocare titolare in B1 al mio primo anno. Dopo tre stagioni alla Blue City devo davvero dire grazie anche a loro se posso andare in A2. Grazie a Nicola Giuliani ed a Paolo Bernardi. Questa in B1 è stata una stagione assolutamente positiva su tutti i piani, al pari di quello che dovrò fare io a Taviano anche la Blue City dovrà confermarsi su questi alti livelli. In B1 ci sono tantissime signore squadre, basti pensare al Forlì di Piero Molducci ed a Bologna. Ma sono fiducioso sapranno fare bene».
Con qualche infortunio in meno e con Zancarli la A2 sul campo era possibile conquistarla secondo te?
«Quello che mi viene da dirti è sì. Perché l’assenza di Zancarli inevitabilmente un po’ ci ha penalizzato, nelle sfide che contano soprattutto un grande giocatore e un agonista come lui ci avrebbe fatto comodo. Poi è andata come è andata, abbiamo pagato anche tantissimi infortuni e diversi problemi fisici. Ma per quello che si è visto in campo in gara-2 con Mantova, quando non siamo arrivati a gara-3 soltanto per due punti al tie-break, abbiamo dimostrato che le carte in regola per vincere le avevamo. Poi senza tutti i problemi avuti forse non saremmo arrivati terzi nella stagione regolare, dopotutto prima dell’ultimo mese siamo sempre rimasti primi o secondi».
Adesso di questa nuova Blue City che sta nascendo che ne pensi?
«Penso che sia una società molto seria e molto brava, e questo senza sviolinamenti di sorta. E’ una società che vuole giocatori che vogliano venire a Trento, convinti di un progetto. Dai nomi che sento in giro credo che stiano allestendo un sestetto di tutto rispetto e poi, soprattutto, è una società sana e solida che non fa mai il passo più lungo della gamba».
E poi quest’anno ci sarà anche il derby con la Tassullo Spa Tama, che in B1 ha fatto su uno squadrone?
«A Cles hanno fatto uno squadrone davvero. Finché ci sono persone come Giandonato Fino con grande passione e grande entusiasmo allora il volley avrà qualcosa in più. Personaggi appassionati ed entusiasti sono vitali per la pallavolo».
Sei uno dei pochi centrali trentini giovani molto interessanti, perché è così difficile secondo te che un ragazzo faccia il centrale?
«Perché il centrale innanzi tutto deve avere delle caratteristiche fisiche ben precise. Al di là della rapidità degli spostamenti deve avere un muro sempre bell’alto e invadente. A livello di lettura poi è sempre più dura, perché gli alzatori sono sempre più bravi a nascondere il pallone fino all’ultimo».
Anche perché adesso occasioni per giocare ad alti livelli ci sono, con due B1 e tre B2...
«E proprio quello aiuta davvero tanto. Anzi, è fondamentale per un ragazzo avere possibilità concrete nella propria città di giocare ad alti livelli. Per i più giovani è importante avere punti di riferimento tangibili, avere la possibilità di toccare presto con mano un qualcosa che lo faccia sentire protagonista e lo soddisfi. Io ringrazio davvero la Blue che mi ha fatto giocare in B1 al mio primo anno».

CHI E’ SIMONE LORENZI

Nato a Tione il 4 maggio del 1982, Simone Lorenzi ha iniziato a giocare a 18 anni con il Brenta Volley in serie D. Subito titolare nella sua prima stagione, il Brenta Volley ha subito centrato la promozione in serie C. A quel punto Lorenzi è stato acquistato dalla Marmi Lanza Verona, che l’ha girato in prestito per una stagione a Bovolone in serie B2. Quindi è stato acquistato dall’Itas Diatec Trentino e mandato in prestito alla Ronda Atesina-Blue City per un anno, finché la società biancoblù non ha acquistato il suo cartellino a titolo definitivo. Con la Blue City ha centrato la promozione in B1 e, nella stagione appena conclusa, l’accesso ai playoff promozione per la A2. Nella stagione 2004/2005 è stato insignito del «Premio Lorenzi».

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