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Il personaggio

Stefania Damonte, Ata Domonet (B2 femminile)

Certo che il mercato può essere davvero strano. Può succedere di cambiare maglia, cosa normale, più difficile è che si passi da una parte all’altra della “barricata”. Ovvero, passare da una parte all’altra fra due società in continua rivalità fra di loro. Un po’ come, insomma, quando un calciatore lascia il Milan per accasarsi all’Inter o viceversa. Cosa non impossibile, che quest’estate nel mondo della pallavolo trentina è successo a Stefania Damonte, per sei anni al DeltaDator Torrefranca ed ora in procinto di passare all’Ata. A dire il vero l’accordo definitivo fra le due società non è stato ancora sigliato, anche se ormai alla conclusione di questa trattativa manca davvero pochissimo. Allora parliamo con Stefania di questa sua decisione, visto che è lei il nostro «Personaggio della settimana». Buona lettura.

Allora Stefania, sai che hai fatto qualcosa di quasi storico quest’estate?
«E’ già... Più passa il tempo e più me ne sto rendendo conto che questa non è una cosa come tante altre trattative...».
Non capita spesso che una giocatrice passi da una parte all’altra di due società così rivali fra loro...
«C’è stata questa opportunità e sono davvero felicissima di poterla vivere. Anche se, a dire il vero, all’inizio non ci speravo molto che il mio passaggio all’Ata diventasse realtà sapendo appunto della rivalità che c’è fra le due squadre. La speranza all’inizio era un po’ poca, per fortuna invece poi il Torrefranca ha dato la sua disponibilità e credo che ormai le due società siano vicine a trovare l’accordo definitivo».
Un po’ come Cristian Vieri, che dall’Inter passa al Milan per giocare il più possibile? Oppure come Federico Balzaretti, che lascia il Torino per andare alla Juventus?
«E’ vero... Sai, dopo sei anni che sono lì mi piacerebbe provare nuove esperienze e rimettermi in gioco. Vorrei giocare un po’ di più, ritagliarmi nuove esperienze da vivere, la gavetta credo che ormai me la sono fatta a sufficienza e voglio provarci. Orlando non mi ha dato molto spazio negli anni scorsi, ora cerco di ritagliarmi il mio spazio, di poter giocare con una certa continuità. Non pretendo ovviamente il posto da titolare, anche perché credo che chiaramente nello sport questo genere di pretese non siano cose correttissime, ma spero comunque di essere tenuta in buona considerazione».
Se non mi sbaglio le ultime sono state Morena Maines e Renè Valentini a passare direttamente da una parte all’altra, ormai quasi dieci anni fa...
«Esattamente non mi ricordo, l’unica cosa che spero comunque è che questa cosa si rivelerà un’esperienza positiva».
Com’è nata la decisione di lasciare il DeltaDator e andare proprio all’Ata?
«A dire il vero è successo tutto nel giro di appena quattro giorni, è stata una cosa davvero fulminea. Mi era venuta questa idea in testa quasi per caso, però all’inizio mi è sempre sembrata quasi impossibile, non pensavo fosse una cosa che potesse concretizzarsi. Poi ho ricevuto la richiesta dell’Ata, piano piano questa possibilità è diventata realtà e ho visto più vicina il realizzarsi di questa cosa».
Pensi che all’Ata riuscirai a giocare con più continuità?
«Questa è la mia speranza, io vado lì per questo. Parto con l’idea e con la voglia di rimettermi in gioco. Poi ovviamente ci spero, ho davvero una grande voglia di giocare».
Prandi e Pivato schiacciatrici, Avancini opposto, Adamoli e De Fonzo (se dovesse andare in porto questa trattativa) centrali più il “jolly” Penasa: la concorrenza certo non mancherà anche all’Ata Domonet?
«Di certo la concorrenza non mi mancherà nemmeno all’Ata, sono cosciente di questo. Poi vedremo sul campo se io oppure Martina Pivato giocheremo lato od opposto, dove saremo schierate. Dipenderà molto credo dalla ricezione, che sarà un po’ una delle chiavi della prossima stagione. Dipenderà da come ci comporteremo in seconda linea».
Soprattutto, dopo che sei stata una “zingara” di ruoli per anni, in che ruolo vorresti giocare adesso in modo definitivo?
«Non c’è un ruolo che preferisco sopra a tutti, dipenderà dalle esigenze della squadra. Senza Angela Daloiso sicuramente perderemo qualcosa in ricezione, siamo coscienti che Angela non è una giocatrice facile da sostituire negli equilibri della squadra. Ma tutte le giocatrici di palla alta sono molto brave, penso riusciremo a trovare un buon assetto di squadra».
Di tuo ti senti più banda, opposto o centrale?
«Credo che il centrale posso davvero escluderlo. Ormai sono tre anni che non faccio più quel ruolo, per cui non credo di farlo più. Fra lato e opposto poi per me non c’è tanta differenza, forse mi piace di più giocare da laterale ma so bene che la ricezione non è il mio fondamentale migliore. Diciamo che sono lì lì fra tutti e due. Come opposto avrei anche l’opportunità di attaccare dalla seconda linea. Mettiamo un 50 e 50».
Se poi farai l’opposto ti toccherà sostituire una giocatrice di peso come Soledad Castellano?
«Già, dovrò sostituire Castellano ma spero riuscirci nel migliore dei modi. Lei è una grande giocatrice, che in una squadra riesce a fare la differenza, io spero di non farla rimpiangere. Non sarà facile certo, è una giocatrice di peso, spero di riuscire a dare il mio contributo in ogni caso».
Cosa ti porti via da questi sei anni al Torrefranca?
«Mah, sono stati sei anni positivi alla fine. Sono arrivata al Torrefranca quando avevo 14 anni ed ho cominciato a giocare a buoni livelli già a quell’età. E’ stata sicuramente un’esperienza molto molto importante, anche se magari non ho giocato quanto sperassi mi sono fatta parecchio le ossa in B2. Soprattutto per questo, per tutto il lavoro fatto in questi anni, avrei voglia di avere un posto più in luce, quasi da titolare appunto. Il Torrefranca sicuramente è una grande società, devo sottolinearlo veramente, non è nemmeno escluso che io ci ritorni in futuro. Non sto parlando di un capitolo che considero ormai chiuso del tutto, si vedrà in futuro. In teoria dovrei andare all’Ata in prestito per una stagione, adesso penso solamente di fare bene il prossimo anno e poi quello che succederà l’estate prossima lo si vedrà con calma».
Quale obiettivi pensi possa raggiungere l’Ata nella prossima stagione?
«Ho notato che è una squadra molto ma molto giovane. Direi che si può puntare in alto, nelle zone alte della classifica e la speranza è un po’ quella. E poi l’obiettivo è quello di farci crescere, avendo tante ragazze giovani dobbiamo pensare anche a far maturare questo gruppo, a farci migliorare sia individualmente che come squadra».
Guardandola da fuori in queste ultime due stagioni cosa pensi sia mancato all’Ata per raggiungere i playoff?
«Secondo me solo un po’ di convinzione finale. Anche l’anno scorso sono stati sfiorati i playoff e mancati di un soffio, si sono giocate le loro possibilità ma le hanno perse in poche partite secche. Credo sia mancata un po’ di convinzione nelle partite decisive, in alcuni scontri da vincere a tutti i costi e poi sono convinta che ci sia stata un po’ di sfortuna con una serie di infortuni che hanno influito parecchio. Già arrivare comunque a giocarseli fino alla fine è un buon risultato».
Invece cos’è mancato al Torrefranca l’anno scorso per arrivare almeno a giocarsi i playoff? Le potenzialità c’erano tutte dopo tutto...
«Credo che anche per il Torrefranca valga un po’ lo stesso discorso, cioè è venuta meno tante volte la giusta convinzione durante l’anno. I mezzi c’erano, purtroppo non sempre c’era anche la convinzione mentale necessaria, la giusta dose di voglia sportiva. Anche il Torre ha avuto alcuni infortuni ma non penso siano stati quelli a fermarci prima di dove potevamo arrivare. La squadra c’era ma, alla fine, la pallavolo soprattutto nel femminile è uno sport prevalentemente mentale».
Come pensi vivrai i derby con il Torrefranca? Saranno partite particolari per te?
«Saranno partite molto, molto, particolari. Soprattutto perché io sono una persona molto emotiva, una delle più emotive di una squadra forse, mi agito per le partite normali figuriamoci per i derby. Giocando contro la mia ex squadra sarà dura emotivamente parlando, ma ci metterò comunque tutta me stessa».
E se ti capita la palla del 15-13 al tie-break?
«Se mi capiterà la palla decisiva cercherò di metterla giù».
Immagino comunque rimarrai in buoni rapporti con il Torrefranca e le tue ex compagne?
«Quello di certo, anche perché ci siamo lasciati bene. Non in malo modo come accade spesso in altre situazioni. Anche questa è una cosa bellissima anche perché con loro, ripeto, non è escluso che prima o poi ritorni in futuro. Si vedrà più avanti».
In cosa credi di dover ancora migliorare?
«Praticamente in tutto. Credo di avere ancora dei margini di miglioramento un po’ in tutto il mio gioco e soprattutto in ricezione, un fondamentale nel quale mi è mancato allenarmi negli anni da centrale e da opposto. Anche nell’attacco di seconda linea penso di poter crescere ancora. Non mi pongo limiti, so di poter migliorare ancora ed è uno dei miei obiettivi personali per i prossimi anni».
Che campionato ti aspetti il prossimo?
«Me lo aspetto molto equilibrato, un po’ come tutti quelli di questi ultimi anni. Adesso è un po’ presto, bisognerà vedere che squadre allestiscono le società del nostro girone ma una delle cose belle della serie B è il grande equilibrio che da sempre c’è in questi campionati».
Che giudizio dai del mercato fino a questo punto di Torrefranca, Ata e Argentario?
«Altro bel derby sarà con l’Argentario. Siamo ancora nel bel mezzo del mercato, è difficile giudicare adesso dove si potrà arrivare. Il Torrefranca credo tenga praticamente la squadra dell’anno scorso a parte le partenze mie, di Eccel e di Bonato. L’Argentario poi ha preso giocatrici come Castellano e Facenda che la categoria la conoscono bene. Le tre trentine sono tutte e tre squadre competitive, adesso dovranno solo chiudere tutti i discorsi di mercato».
All’Ata adesso incontrerai diversi volti nuovi, avete cambiato diverse cose quest’estate.
«Proprio a causa di questi vari cambiamenti penso ci servirà un po’ di tempo per amalgamarci, anche perché siamo tutte giovani e dobbiamo prendere una fisionomia di gioco di squadra. Io sono molta fiduciosa, penso che per me sarà una bell’occasione per crescere, anche perché giovani in giro non ce ne sono molti. Le più forti se ne vanno dalla regione, noi qui siamo poche ma speriamo di crescere sempre più».

CHI E’ STEFANIA DAMONTE

Nata a Trento il 3 aprile del 1985, ha iniziato a giocare ad otto anni nel Civezzano dove ha fatto il minivolley e i primi anni di giovanile. A 12 anni l’esordio in serie C col Civezzano, l’anno successivo è passata al Villazzano sempre in serie C mentre l’anno dopo l’approdo al DeltaDator Torrefranca, in B2, con Zucchelli allenatore. Da allora sei stagioni in maglia biancoblù con la quale nell’anno 2003/2004 ha vinto la B2 disputando anche una stagione in serie B1. Negli ultimi anni nella formazione di Mattarello ha ricoperto tutti i ruoli, libero e palleggiatrice esclusa. Questa dovrebbe essere l'estate del suo passaggio dal Torrefranca alle storiche rivali dell'Ata. L'accordo deve essere ancora perfezionato ma Stefania parla già da giocatrice della formazione di via Fersina.

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