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Il personaggio

Stefania Marconcini, Ma.F.srl Argentario (B2 fem)

“Fratelli, oggi è il giorno del debby….”. Alzi la mano chi non ricorda questa citazione “dotta”… Diego Abatantuono in “Eccezzziunale Veramente”, per i più smemorati. Oggi proprio no, ma sabato lo sarà davvero il “giorno del debby” in serie B2. Anzi, di due. Uno per la leadership, quello fra Itas Diatec e Trenta Volley, e l’altro per cominciare a ingranare. Quello fra le due ex società gemelle Ata Domonet e Argentario Ma.F., ingorgate in questo inizio di stagione in rosa da shock. Senza lo straccio di una vittoria. Le ex che saranno in campo a Cognola non si contano nemmeno, da una parte e dall’altra. Si prospetta quindi una gara alquanto intrigante, piena di risvolti, di classifica e non. E allora proprio con una delle ex che saranno in gioco sabato, fresca fra l’altro di 7 in pagella nella gara di domenica scorsa sul difficile campo del Torriana, parliamo di questo derby che per entrambe le squadre rappresenta un appuntamento bello cerchiato in rosso sul calendario. Ne parliamo con Stefania Marconcini, giovane laterale di belle speranze che nell’Ata visse l’amara stagione chiusa, due anni fa, con la retrocessione in C. Buona lettura.

Stefania, allora, pronte per questo derby?
“Pronte lo siamo sempre, per giocare siamo sempre pronte. Lo spirito e la carica giusta c’è, la squadra anche, aspettiamo nella speranza di girare finalmente il trend che abbiamo avuto finora. Anche se siamo in crescita, stiamo migliorando sempre di più, credo molto in questa squadra, c’è l’esperienza di giocatrici importanti e belle potenzialità. In B2 poi gente come Facenda e Soledad fanno la differenza, dobbiamo solo continuare a crescere come stiamo facendo partita dopo partita”.
Sarà una partita particolare per te?
“Un bel po’ particolare questa partita lo è, dopotutto di fronte mi ritroverò persone con cui ho giocato per tutte le giovanili e poi Mongera, lui è l’allenatore che mi ha cresciuto per cui... La prendo come un appuntamento speciale, ho tanta voglia di dimostrare quello che posso fare in campo”.
Più che altro sarà una partita particolare perchè ad entrambe le squadre servono punti...
“Questo senza ombra di dubbio, i tre punti sono qualcosa di fondamentale. Visto come siamo partiti sia noi che l’Ata abbiamo voglia di sbloccarci, non solo per la classifica ma per cominciare a vincere che è importantissimo. I punti servono ad entrambe per cui credo che sarà una bella battaglia”.
Domenica scorsa contro il Torriana hai avuto l’occasione di giocare con continuità e ti sei fatta trovare subito pronta.
“Per me la voglia e speranza di entrare c’è sempre, in ogni partita, per questo voglio sfruttare al massimo tutti gli spazi che mi vengono offerti. Premetto che in primo luogo mi spiace per la sconfitta, ci tenevo particolarmente a centrare questa prima vittoria in B2 come tutte le mie compagne, ma poi sono stata contenta di aver trovato un mio spazio”.
Due partite, finora, per voi difficili: vi dovete ancora abituare al ritmo di questa B2.
“Più che altro credo ci manchi ancora un po’ di amalgama di squadra, quel qualcosina in più che magari squadre già più rodate, come il Torrefranca ad esempio nonostante i loro primi risultati negativi, hanno. Dopotutto noi abbiamo molte atlete in campo che sono tutte provenienti da società diverse, anche Julia Grober deve ancora capire come trovarsi e gestire le sue attaccanti. Stiamo crescendo questo è sicuro, la differenza rispetto a come giocavamo in Coppa Italia e nella prima giornata con Montecchio si vede. Credo che abbiamo le potenzialità per fare un buon campionato, credo che le possibilità per una tranquilla salvezza ci siano tutte. Abbiamo un gruppo affiatato, proprio come l’anno scorso, ci serve solo amalgamare e rodare un po’ di più il nostro gioco”.
Pagato forse un po’ lo scotto dell’esordiente?
“Sì, un pochino sì, ma adesso basta con questa storia. Adesso è arrivata l’ora di iniziare a vincere. In tutte quante noi c’è tanta voglia di dimostrare le capacità che abbiamo e quello che possiamo fare. Anche perché in tanti dicono che non si sa quello che potremo fare, ma io credo che abbiamo tutte le carte in regola per fare un bel campionato”.
In tasca ho dieci euro, se vado alla Snai secondo te su che risultato devo scommettere in questo derby?
“Essendo di parte non posso che rispondere 3-0 per noi. Visto poi che anche in Coppa Italia abbiamo vinto due volte su due devo essere ottimista. Ma non dobbiamo certo commettere l’errore di partire con l’idea di aver già vinto, l’Ata è una buona squadra e se la Prandi è in giornata è una giocatrice che può farti male… Anche un 3-1 per noi andrebbe bene, l’importante sarà riuscire a vincere”.
Già che siamo in tema di derby, me lo fai un pronostico anche per quello maschile fra Itas Diatec e Trenta Volley?
“Ammetto che non seguo molto il maschile, ma credo che se la Trenta Volley vincerà lo può fare giocando sull’esperienza. L’Itas è una squadra giovanile, una gran bella squadra, di certo sarà una grande partita e chi vince dovrà sudarselo questo successo”.
Domanda secca, come si vince questo derby con l’Ata?
“Si vince solo giocando bene, la risposta più semplice e più azzeccata che ci sia. Credendoci e essendo unite come squadra, l’unione di una squadra può portarti a fare quel qualcosa in più che supera anche i mezzi a disposizione. Ai campionati giovanili nazionali Under 17, ad esempio, avevamo un gruppo affiatato contro squadre molto forti, quel qualcosa in più che avevamo noi rispetto ad altre era proprio l’unione di squadra”.
Se potessi c’è una giocatrice che toglieresti all’Ata Domonet e la metteresti nell’Argentario?
“Sicuramente Elena Prandi, penso sia scontata come risposta. Uno perché è una mia cara amica, poi perché la reputo una delle giocatrici trentine più forti che ci sia in circolazione. Scherzando le ho chiesto di evitarmi quando schiaccia, speriamo non azzecchi la partita proprio sabato, ma sicuramente vedendo la nostra fortuna giocherà alla grande. Anche Betty Fronza a me piace molto, senza nulla togliere a Valentina (Casalini, ndr) ovviamente, ma è una delle colonne portanti della squadra e se non si esprimesse ai suoi soliti livelli sarebbe un bel favore per noi”.
Per te la concorrenza non manca quest’anno: Nicolini, Facenda, Sala e tu... Ti senti la quarta banda o credi di poter “costringere” Napolitano a farti giocare?
“Io non mi sono mai sentita, per come sono come carattere, una sostituta. Anche se sto in panchina vedo di dare sempre il massimo per conquistarmi il mio posto in campo, per trovare spazio. Poi durante un set bisogna farsi subito trovare pronti per entrare in campo a dare una mano alla squadra. Io scavo, scavo, scavo, per trovarmi alla fine un mio spazio. La concorrenza c’è ed è un bene sia così. Sara è Sara, è il capitano e una colonna della nostra squadra, Alice la vedo veramente forte, ha un bel braccio e poi c’è Eleonora che è davvero brava. Forse una cosa su cui io potrei puntare è la ricezione, una cosa che mi potrebbe far trovare spazio in campo. Sono una persona piena di stimoli, poi visto che c’è tanta gente che dice che sono troppo bassa per giocare in serie B voglio far vedere che l’altezza non è un problema. Per me questo è uno stimolo in più”.
Invece che ricordi hai dell’anno che hai fatto in B2 all’Ata?
“Ero ancora troppo piccola per giocare in una B2. Certamente quella stagione mi ha aiutato a crescere, cimentandomi sempre con il gioco veloce e gente molto esperta, ma ero davvero troppo piccola allora e gli spazi che avrei potuto avere erano pochi. Anche questi ultimi due anni che ho fatto in serie C all’Argentario mi hanno aiutato molto a crescere. Io credo che un giocatore per crescere deve giocare, non deve solo allenarsi ad alti livelli. L’allenamento è importante, certo, ma da giovane soprattutto devi giocare, allenarsi e non vivere il clima partita non basta. Nonostante la retrocessione comunque quell’anno avevamo un bel gruppo, per me è stato un buon anno, nel quale ho anche conosciuto tante ragazze con cui vado d’accordo tutt’ora. Se tornassi indietro lo rifarei”.
In queste prime due partite la B2 era come te la ricordavi l’anno che hai giocato nell’Ata? Il livello ti sembra lo stesso più o meno?
“Se mi devo basare sulle squadre che abbiamo visto finora, il Torriana di domenica scorsa ad esempio erano dei mostri. L’altezza media era di un metro e 85, le guardavo davvero bene dal basso verso l’alto… Scherzi a parte le squadre forti ci sono adesso come allora, solo che quest’anno forse ci sono più squadre che possono giocarsi fino alla fine i primi posti in campionato, che hanno lo stesso altissimo livello di gioco. Udine magari potrà spiccare sopra alle altre, ma ci sono tante squadre molto ben attrezzate come appunto il Torriana, Pan d’Este, il Torrefranca e il Villorba”.
Sei sconfitte in sei gare: cosa non va secondo te?
“Beh, bisogna pur mantenere un po’ di suspance fino alla fine no? Non possiamo certo iniziare subito a vincere, dobbiamo pur dare un po’ di adrenalina a questo campionato… Scherzi a parte, credo che nel Torrefranca abbiano influito molto gli infortuni e il cambio di alzatore, un ruolo fondamentale. L’unica cosa che forse devono ancora fare è prendere il ritmo, è vero poi che ha incontrato squadre forti ma appena registreranno gli automatismi fra attaccanti e regista faranno bene. L’Ata è una squadra tanto, tanto, giovani. Che ha però giocatrici di sicuro affidamento come Elena, l’attaccante che ti fa 20 punti a partita, e Betty Fronza che è un signor libero. Martina (Pivato, ndr) penso debba ancora dimostrare tutto quello che vale, forse deve ancora entrare con la testa in B2. Devono crescere, solo questo. E noi, come ti dicevo prima, stiamo crescendo partita dopo partita”.
Maurizio Napolitano e Marco Mongera, che genere di allenatori sono? Si somigliano o sono diversi?
“Bella domanda… A livello tecnico sono entrambi due allenatori molto preparati e molto bravi. Dopotutto, Mongera ci ha portato al secondo posto in Italia fra le Under 17, mentre Napolitano ci ha portati in serie B. A livello tecnico si somigliano, sono diversi solo sotto il profilo caratteriale. Marco un po’ più diretto nel dire le cose, dice sempre quello che pensa, Napolitano invece è una persona un po’ più alla mano. Ma mi trovo molto bene con entrambi, ho avuto la fortuna di incontrare due ottimi allenatori finora”.
E’ un po’ un peccato, però, che il gruppo che è arrivato a quello splendido secondo posto nazionale in Under 17 adesso si sia un po’ disperso in giro...
“Questo forse è il dato dolente per me… Sarebbe stato bello mantenere lo stesso gruppo e fare magari un anno tutte insieme in C per crescere e poi, sempre con quel gruppo di base, salire e giocare i campionati nazionali. Magari con l’aggiunta di un paio di giocatrici d’esperienza. Peccato sia andata così, era davvero un gran bel gruppo, molto affiatato, alla fine siamo tutte quante finite in serie B per cui credo che tenerlo unito sarebbe stata una gran bella cosa. Questa è l’unica cosa di questi anni di pallavolo di cui mi dispiace molto”.
Che ricordi hai di quel secondo posto?
“Può esserci qualcosa di negativo nell’arrivare secondi in Italia? E’ stata un’esperienza stupenda… Ho ancora raccolti in una teca tutti gli articoli che sono usciti su di noi in quei giorni, li conservo con cura. E’ stata una cosa che mi ha segnato umanamente e come giocatrice, soprattutto perché era un po’ inaspettato. Siamo andati agli interregionali, la voglia di fare bene c’era ovviamente, ma in pochi pensavano che ce l’avremmo fatta contro uno squadrone come Vicenza. Poi, figurati, dal Trentino non erano mai uscite grandi squadre giovanili e in molti quando siamo andati agli interregionali pensavano “ecco, arrivano le montanare”. Invece piano piano, un passo alla volta, siamo arrivate sino alla finale. Ero felicissima, quella è stata una data importante per tutte quante noi, per la prima volta in Trentino si era conquistato un posto così alto. Portare in alto il nome della propria provincia è stata una bellissima soddisfazione. Anche se adesso i maschietti, con la vittoria degli Italiani Under 18, ci hanno rubato il primato… Ma per tutte quante noi questa soddisfazione rimarrà per sempre”.
Stefania, comunque era un bel po’ di tempo che l’Argentario non perdeva, l’anno scorso avete fatto una riga in serie C...
“Quasi non eravamo più abituate… No, sapevamo che quest’anno sarebbe stato diverso dalla stagione scorsa, c’eravamo preparate psicologicamente non alla sconfitta bensì alla possibilità di perdere. Sapevamo già questa estate che andavamo incontro ad una stagione difficile, contro squadre con giocatrici in grado di fare la differenza, gente che appena vede una lacuna in un fondamentale ti massacra. Un altro ricordo bellissimo che terrò per sempre è stato l’anno scorso, vincere la serie C in quel modo è stata una soddisfazione enorme. Adesso siamo tutte pronte per questa nuova avventura e tutte calate nelle difficoltà della categoria. Ma se poi le vinciamo tutte, ovviamente ben vengano…”.
A guardare la serie C di quest’anno, invece, pensi che il San Giacomo possa replicare il vostro cammino oppure ci sarà più equilibrio?
“Credo che il San Giacomo abbia grandi potenzialità, ma le aveva anche l’anno scorso e non sono andati come speravano. Bisogna sempre vedere il discorso squadra, quest’anno hanno un alzatrice davvero forte, cosa dove forse peccavano l’anno scorso. L’importante sarà trovare il loro gioco di squadra, se fanno il salto di categoria sarò contenta per loro e per l’amicizia che mi lega con gente come Giulia Lapegna o Chiara Anesin, con le quali ho giocato anni fa. Forse sarebbe la squadra per la quale sarei più felice in caso di vittoria del campionato. Anche se dovrà rimanere nostro il primato della promozione senza sconfitte”.
Beh, sembra che al via ci siano squadre ben attrezzate come il Rovereto Nord o il Lizzana che possono almeno dare fastidio al San Giacomo...
“Ci sarà più omogeneità quest’anno, questo credo di sì. Ci sono diverse squadre interessanti, come il Lizzana o il Rovereto appunto, per questo penso saranno tante le gare interessanti e le partite combattute. E il livello credo sarà davvero molto buono”.
C’è davvero tutta questa differenza nel livello fra C e B2?
“C’è una grande differenza, sì. La velocità di gioco è completamente diversa fra C e B2, è un grande salto. Proprio perché in serie B c’è tanta gente con esperienza, che hanno giocato campionati su campionati. Personalmente sono felice di aver fatto la C in questi ultimi due anni, è stata una cosa che mi è servita molto per crescere come, spero, mi aiuterà adesso la B. Bisogna dare tempo al tempo”.
E’ difficile coniugare il volley con lo studio?
“Parli con una persona che non va tanto d’accordo con lo studio. Anche se il tempo c’è, basta organizzarsi. Dipende tutto dalla voglia personale, poi tutto si può fare. Dipende da persona a persona, dalla propria voglia e costanza di studiare. Vedi alcuni esempi come Gardumi, Casalini o Penasa, insomma quel gruppo dell’Under 17 non potevano essere tutte delle secchione, qualcuna che abbassava la media doveva pur esserci… Scherzo, ovviamente”.

CHI E’ STEFANIA MARCONCINI

Nata a Trento il 7 novembre del 1987, schiacciatrice, ha iniziato a giocare a pallavolo a sei anni nel minivolley dell’Argentario, società nella quale ha fatto tutta la trafila delle giovanili. Nella stagione 2002/2003 con la squadra nata dalla collaborazione fra Ata e Argentario ha vinto la serie C, giocando poi nella stagione 2003/2004 in B2 (stagione conclusa con la retrocessione in serie C). Nelle due stagioni seguenti ha giocato in serie C con l’Argentario, con la quale l’anno scorso ha vinto nuovamente la massima serie regionale. E quest’anno il ritorno in B2. Nella sua carriera ha vinto due volte la serie C, ha conquistato il secondo posti agli Italiani Under 17 nell’estate del 2004, una volta i provinciali Under 17 ed i regionali Under 19 la stagione scorsa.

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