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Il personaggio

Nicola Leonardi, Itas Diatec (B2 maschile)

Nicola, prima di tutto come stai? La tua tibia infortunata l'anno scorso come va?
"In generale tutto bene, per la tibia adesso dobbiamo fare ancora alcuni esami a Modena, visto che ancora è una faccenda del tutto non risolta. Io comunque ora non sento male ed è un bene, mi sento un po' come nel finale di stagione scorsa quando superavo questo problema. Finchè va così va bene, più avanti dopo questi altri esami vedremo il da farsi”.
Parlando del derby di sabato scorso: cosa è successo nel terzo set? Come spieghi quel blocco, sul 22-18 a vostro favore nel terzo set?
"Fino a quel punto è andato tutto bene. E forse in quel momento lì è venuta fuori tutta la nostra inesperienza. Poi ci si è messa un po' di sfortuna visto che eravamo nella nostra rotazione più debole, quella con l’attaccante principale cioè De Paola in due anzi che in 4, loro però sono stati a metterci sempre sotto pressione con la battuta e il muro. Peccato, per come si erano messe le cose puntavamo a qualcosa in più. La partita l’abbiamo persa lì e in certi errori nei momenti cruciali del secondo e del quarto set. Comunque abbiamo sempre giocato una buona pallavolo, ci manca solo di non fare troppi errori nelle fasi cruciali. Ma se giochiamo tutti al massimo dei nostri livelli è dura starci dietro".
Fino a quel punto era un derby abbastanza equilibrato, con voi che eravate partiti alla grande…
"La Trenta è una buonissima squadra, molto organizzata. Certo che se vincevamo quel terzo set un punto almeno era guadagnato e, a quel punto, chi può dire come sarebbe andata la partita. In quel momento comunque è venuta fuori tutta la loro grinta, mentre quel break ci ha un po' demoralizzati. Vorrà dire che cercheremo di rifarci al ritorno, in casa loro”.
Questa comunque per voi era la prima sconfitta, fra Coppa Italia e campionato, contro una squadra di B2: alla zona playoff ci credete?
"Se guardiamo bene anche nelle quattro partite che abbiamo giocato in Coppa Italia con l’Anaune e la Metallsider Blue City abbiamo sempre giocato bene, tranne forse nella gara di andata con l’Anaune. E abbiamo sempre giocato senza giocatori per noi importanti come Castellani, De Paola e Segnalini. In quelle occasioni è venuto fuori il gruppo meraviglioso che c'è in questa squadra, anche quando alcuni titolari non possono giocare chi entra da sempre il meglio di sé. Dobbiamo sempre ricordarci che il primo obiettivo di una squadra come la nostra è prima di tutto far crescere i giocatori, la vera vittoria della nostra stagione è arrivare a fine stagione con tutti i giocatori della rosa che sono cresciuti e migliorati. Poi quello che verrà nella classifica finale sarà ben accetto. Io sono sicuro di una cosa, cioè che se giochiamo al massimo contro di noi sarà dura per tutti. Poi se a maggio sarà playoff, metà classifica oppure saremo primi e quella nel derby sarà la nostra unica sconfitta stagionale, ben venga tutto”.
San Donà, Trebaseleghe, Cordenons e Trenta saranno un po' le vostre avversarie per l'alta classifica?
“C'è un gruppo di squadre, quelle che tu hai elencato, che sembrano di un gradino sopra alle altre. Ora come ora vedo la Trenta molto carica e ben attrezzata per ambire ai posti più alti della classifica. Ha una bella squadra, con giocatori scesi dalla B1, un bel gruppo, penso siano loro i favoriti. La Trenta forse è un po' sopra tutte le altre, intanto noi domenica andremo a Padova a giocare con il Trebaseleghe e già quello sarà un bello scontro”.
Una, purtroppo, costante per voi è anche una “bella” sfilza di infortuni…
“Adesso giochiamo ancora senza Matteo Ingrosso, che dovrebbe stare fuori una ventina di giorni per un problema agli addominali. Abbiamo diversi problemi fisici, è vero, ma dobbiamo considerare che i gemelli Ingrosso, Castellani e De Paola fra una cosa e l’altra hanno giocato tutta l’estate, non si sono fermati un attimo. Purtroppo gli infortuni fanno parte del gioco”.
Ormai da un paio d’anni state lavorando sempre con lo stesso gruppo di giocatori che, ormai, è diventato soprattutto un gruppo di amici?
“Vero, di fondo c’è sempre lo stesso gruppo che è davvero bellissimo. Siamo tutti molto uniti ed ora, non facendo l’Under 18, non ci sono fuori età e siamo tutti coetanei. C’è un gruppo di ragazzi che viene da fuori Trento che si sono subito integrati con noi trentini e noi con loro, legando subito. In un gruppo di diciottenni se ci fossero dei problemi sarebbe davvero brutto, invece noi stiamo bene tutti insieme”.
Per te quest'anno è importante anche in ottica nazionale juniores, ambisci a non essere piu il quarto centro ma ad entrare fra i tre in rosa?
“Adesso vedremo. Rispetto ai tre centrali che avevo davanti ai recenti Europei devo migliorare a muro, in attacco e battuta invece non mi sento inferiore a loro. Si vedrà durante questa stagione, sono sicuro comunque che lavorando molto bene come stiamo facendo con Silvano miglioramenti ce ne saranno, per me così come per tutti i miei compagni. L’importante credo sia restare sempre nel gruppo della nazionale Juniores e potere allenarmi con quel gruppo, che è davvero fortissimo e molto unito, forse uno dei più forti degli ultimi anni. Questa estate ho lavorato in ritiro un mese con loro, allenandoci due volte al giorno e sono davvero cresciuto moltissimo con Lorenzetti. Mi preme poter restare nel gruppo e se poi arriveranno anche le competizioni internazionali ben vengano”.
Ti è spiaciuto non andare agli Europei Juniores di settembre in Russia?
“Mi sarebbe piaciuto moltissimo andare. Sarebbe stata una grande esperienza, per un ragazzo di 18 anni poter vivere una cosa del genere è la massima aspirazione. Peccato per come è andata, l’Italia ha sbagliato una sola partita e l’ha pagata cara. Con la Francia che in semifinale ha fatto praticamente la partita della vita. Ma quest’anno sono già contento del lavoro che ho fatto nel ritiro estivo”.
Una piccola rivincita quest’anno da prendersi c’è: in Under 20, quest'anno raggiungere le finali nazionali vorrebbe dire riscattare la sconfitta con Modena della stagione scorsa.
"L'anno scorso l’abbiamo pagata davvero cara l’unica partita che abbiamo sbagliato. Quest’anno forse siamo anche più concentrati sull’Under 20 che sulla serie B, sappiamo che sarà molto difficile perché belle squadre ce ne sono diverse, ma non vogliamo sbagliare. Poi noi siamo un gruppo giovane, a parte Castellani tutti gli altri sono classe 88, mentre tutte le altre squadre hanno giocatori dell’87 e qualcuno dell’88. Siamo praticamente il gruppo dello scudetto Under 18, sappiamo che dovremo lavorare parecchio e, soprattutto, non calare mai la concentrazione. Anche nelle partite che sulla carta sono facili”.
Quella gara di spareggio con Modena fu l'unico neo di una stagione straordinaria, quella scorsa: in B2 vi davano per retrocessi a settembre e poi a maggio siete arrivati quinti a tre punti dalla zona playoff, tu e alcuni tuoi compagni siete andati in nazionale Juniores, il titolo Under 18, De Paola tricolore nel beach e gli Ingrosso in nazionale beach...
"Già, ma quella partita lì ci è costata moltissimo, purtroppo. Però è vero, abbiamo fatto una grande stagione. Anche quando ci davano per retrocessi in B2 senza nemmeno mai averci visto, invece eravamo un buonissimo gruppo. Infatti, adesso tutti sanno che se ci lasciano giocare come sappiamo poi diventa dura per tutti batterci. L’anno scorso in serie B solo nel girone di andata abbiamo avuto qualche passaggio a vuoto, nel ritorno invece abbiamo fatto un girone da incorniciare. Alla fine è stata davvero una bellissima annata”.
Anche per te, personalmente, è stata una bellissima annata: iniziata male con l’infortunio ma poi…
“Per lo spirito che c’era, per l’anno in B2 e per la crescita che ho avuto è forse stata la stagione più bella per me. Ma per quanto riguarda gli infortuni certamente no, fra la tibia che mi ha tenuto fuori da gennaio ad aprile e poi la frattura al dito, direi che ne ho avuti abbastanza. Passati quello però sono stato convocato con la nazionale, è arrivato lo scudetto e tutto il resto. Firmerei per un altro anno così, magari senza infortuni...”
E' difficile coniugare così tanti impegni? Giocate almeno due gare a settimana fra B2 e Under 20...
“Giocare a pallavolo è la cosa più bella che ci sia... Non è assolutamente un peso. Allenarsi tutti i giorni, togliere tempo al divertimento, agli amici e allo studio per giocare due volte a settimana per chi ama questo sport non è un peso, anzi lo si fa con entusiasmo. Lunedì se non si gioca si fa allenamento ed è, ovviamente, molto più divertente giocare che fare allenamento. Adesso in Under 20 cominceranno le trasferte lontane, ma dentro di noi c’è tantissima voglia di riscatto. Come dicevi tu prima l’Under 20 è stato l’unico neo della nostra stagione per cui vogliamo rifarci. Per rifarci siamo pronti a giocare anche la domenica mattina alle 6, non ha importanza… Se guardiamo all’anno scorso poi si giocava tre volte a settimana, ormai io ed altri come Gottardi o De Paola facevamo 3 campionati. Quasi quest’anno ci sembra strano giocare solo due volte anziché tre…”.
Premettendo che sia Marco Angelini che Silvano Conci sono ottimi allenatori e grandissime persone, come vi siete trovati con loro alla guida?
"Come allenatori sono molto simili, hanno la stessa visione della pallavolo. Quest’anno con Silvano lavoriamo molto e molto sulla tecnica individuale, mentre con Marco si lavora di più sull’aspetto del gioco. Alla fine dell’anno scorso siamo cresciuti e sono arrivati i risultati, e quest’anno sono convinto che se lavoreremo sempre bene cresceremo ancora e possiamo raggiungere altri bei risultati”.
Rispetto all'anno scorso avete cambiato quasi niente, sono andati via giocatori importanti come Sbrolla ma ne sono arrivati altri di talento come Cecato, ad esempio?
“Abbiamo cambiato davvero molto poco, è vero, ma soprattutto è rimasto invariato il gruppo che ha vinto lo scudetto Under 18. E’ andato via Pippo (Sbrolla, ndr) perchè per continuare la sua crescita era giusto che si confrontasse con categorie superiori, ma è stato sostituito degnamente. Cecato è un buonissimo alzatore che non invidia nulla a Sbrolla. Infatti se penso allo scudetto Under 18 mi viene in mente la bella regia di Nicola nella semifinale con la Sisley”.
Questa estate, fra le tante chiacchiere di mercato, sembrava che un paio di squadre trentine ti avessero messo gli occhi addosso…
“Francamente non ho saputo nulla, ma certo mi fa piacere se c'è interesse per quello che faccio e come gioco. Quest’anno sono molto felice di giocare in questa squadra, più avanti nel tempo si vedrà che succederà. Se sarò capace di salire di categoria e tenere in campo la categoria sarò felice di farlo, se sarà ancora B2 farò ancora B2 senza problema. Preferisco giocare in B2 che stare in panchina in B1. Sono giovane e penso che un giovane per crescere debba giocare, io voglio giocare e voglio farlo dove posso farlo con continuità”.
Tu sei da sempre nelle giovanili dell'Itas, l'arrivo di atleti giovani di livello da fuori - penso a De Paola, Sbrolla e Castellani - è servito anche a voi promesse trentine per migliorare?
“Sono l’unico che è qui dall’Under 13. Ho iniziato praticamente con l’Itas, mentre loro debuttavano in A1 io cominciavo a giocare nelle giovanili. Il ritmo e la qualità dell’allenamento è aumentato di molto grazie ai ragazzi venuti da fuori, sono tutti ragazzi con un talento enorme e delle potenzialità incredibili. E’ servito sicuramente a noi trentini per confrontarci con altre scuole di volley e di pensiero. E penso che questa nostra grande crescita sia da attribuire al fatto che noi ci alleniamo con loro e loro con noi. Se siamo cresciuti tanto il merito è sicuramente di tutti gli allenatori che abbiamo avuto e di noi giocatori stessi, trentini o da fuori poco importa”.
Qual è il tuo sogno, pallavolisticamente parlando?
“L'anno scorso ti avrei detto vincere lo scudetto Under 18, quest'anno ti dico affermarmi come giocatore. Che sia attraverso un altro scudetto giovanile, che sia esordendo in prima squadra, che sia vincendo la B2, il mio obiettivo è raggiungere il mio massimo. Raggiungere il massimo che posso dare, in qualunque categoria io poi giocherò in futuro”.
A molti di voi, come te, poi è servito molto anche allenarsi spesso con la prima squadra e fare con loro tutta la preparazione estiva?
“Ci è servito moltissimo, eccome. Ci si confronta continuamente con un livello di gioco stellare, con gente che vive da anni di pallavolo. Con personaggi sportivi enormi come quelli che abbiamo in prima squadra con ogni loro consiglio sul volley o ogni gesto è un qualcosa da cui possiamo imparare. Allenarsi con loro è davvero molto produttivo per ragazzi giovani”.
Restando sulla prima squadra, dove pensi possa arrivare quest'anno l'Itas?
“Vedendo che il gruppo di quest’anno è cambiato poco rispetto a quello dell’anno scorso penso si possa ambire a replicare il risultato dello scorso anno. Anche se tutti sappiamo che nella pallavolo non si può mai dare nulla per scontato, si può vincere e perdere contro chiunque, quest’anno poi la A1 è davvero molto, molto, equilibrata. Non penso alla fine saranno un problema questi due mesi di stop, influirà forse solo sulla forma di chi andrà ai Mondiali ma penso che sia peggio per chi resta. Per il resto sono giocatori così abituati a giocare che anche con questa pausa giocheranno come hanno fatto in questa prima parte. Forse peserà di più per i giocatori che restano, si allenano in pochi, interrompono il ritmo partita, ma poi basterà poco per riprendere il ritmo”.

CHI E' NICOLA LEONARDI

Nato a Trento il 9 aprile del 1988, ha iniziato a giocare a pallavolo a 13 anni nelle giovanili dell’Itas Diatec Trentino. Ha sempre militato nella società di via Manci, con la quale ha giocato, oltre a tutte le categorie giovanili, anche in serie D, C e B2 nelle ultime tre stagioni. Nel suo palmares lo scudetto nazionale Under 18 conquistato l’anno scorso con l’Itas, oltre alla convocazione in diversi collegiali delle nazionali Pre-juniores e Juniores.

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