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Il personaggio

Gianpaolo Senter, Rovereto Volley (D femminile)

Alzi la mano chi non sente già nell’aria il profumo di jingle bell e di renne che trainano slitte. In poche parole, ormai il Natale è alle porte e come di consueto nel mondo del volley nostrano si avvicina il primo periodo dei bilanci. In alcuni casi forse un po’ anche prematuri, ma c’è un campionato nel quale si è già arrivati al giro di boa del girone d’andata. Si tratta della serie D femminile, sette giornate alle spalle e altre due davanti prima di lasciar spazio a pandori e panettoni. E allora perchè, in un campionato così giovane e imbottito di speranze future della nostra pallavolo, non fermarci un attimo a ragionare su quello visto finora con una delle “vecchie volpi” della nostra pallavolo. Gianpaolo Senter, una vita da allenatore del Rovereto Volley, uno degli allenatori più esperti della D di casa nostra. Con lui andiamo a vedere cosa è successo finora e, buttiamola lì che non si sa mai che ci si azzecca, cerchiamo di capire cosa potrebbe succedere in futuro. Buona lettura.

Gianpaolo, sette giornate di campionato e per il tuo Rovereto Volley settimo posto in classifica: la virtù sta nel mezzo.
«Credo che il nostro sia un campionato di D che magari, prima di partire, si poteva pensare che potesse essere un po’ più alla nostra portata data l’esperienza della C dell’anno scorso. Poi invece abbiamo avuto alcune defezioni e adesso siamo lì, ci rimane comunque la soddisfazione che finora abbiamo perso praticamente una sola partita in modo netto. Un 1-3, in fondo, è stato il nostro peggior risultato».
Bello avvincente però questa serie D, a parte le due di testa ci sono poi dieci squadre in sei punti...
«Si, noi siamo ancora in tempo per fare risultati accettabili. Sarà dura perchè abbiamo una squadra tutta composta da giovani, sicchè basta poco per sbagliare. L’equilibrio è una costante di questa prima parte, in un altissimo numero di partite si è arrivati al tie-break».
Ma secondo te sarà un torneo molto equilibrato fino alla fine?
«Da come ho visto finora sì, alla fine quasi tutte le squadre sono sullo stesso livello. Quasi tutte le squadre sono composte da giocatori abbastanza giovani o, comunque, ci sono poche persone esperte quest’anno che possono fare differenza. Le gare così sono decise da episodi o da particolari situazioni, è difficile così fare previsioni praticamente in ogni partita. Forse solo Club Regione e Ata Domonet sono ancora troppo giovani, credo che loro ormai siano tagliate fuori dai discorsi del campionato ma credo fosse preventivabile e che entrambe si aspettavano un campionato del genere. Poi ci sono tante squadre che si sono ringiovanite come ad esempio la Bassa Vallagarina o il San Giorgio, sestetti che stanno ingranando pian piano. Anche lo Storo, primo in classifica, è giovane ma con una giocatrice esperta che fa la differenza, i Solteri forse sono un po’ più vecchiotte e anche loro sono in cima, comunque in generale sono tutte giovani».
Dopo la retrocessione dell’anno scorso il tuo Rovereto Volley più che pensare a tornare subito in C vuole far crescere le tante giovani che avete?
«Quest’anno abbiamo deciso di non fare una serie di investimenti per puntare subito a certi obiettivi, abbiamo preferito tenere praticamente la stessa squadra dell’anno scorso. Io, sarò sincero, credevo si potesse fare qualcosina in più, ma accettiamo quello che viene e cercheremo di migliorare nella seconda parte della stagione. Ci siamo prefissati di portare avanti un gruppo giovane, vogliamo pensare al futuro, non per niente in squadra abbiamo tre ragazze dell’88, un solo rientro dell’84, due 1990, cinque 1991 e un 1992. Questo è il gruppo e le alterniamo di partita in partita, avendo una rosa di sedici giocatrici così possono giocare un po’ tutte. Inoltre a parte la serie D questo gruppo gioca anche in Under 18 e in Under 16 dove stiamo andando bene, terzi in Under 18 e primi in Under 16. Nei giovanili stiamo andando bene, l’esperienza che queste ragazze si fanno in C l’anno scorso e ora in D è molto utile. Poi serve il salto di qualità per giocare ai massimi livelli anche nei campionati regionali di D e C».
Ma c’è abbastanza spazio per le giovani in serie D?
«Certamente, per le giovani credo che la D sia il campionato giusto. Non devono vedersela per forza con tantissime giocatrici più esperte e forti come può accadere in C, ma hanno comunque ottimi avversari in D che permette a tutte queste giovani di crescere e maturare esperienza».
Secondo te la serie D resterà sempre questa categoria “ibrida” fra giovani e “vecchiette terribili” che sia una categoria formativa per la C e B?
«Adesso è così e credo sia giusto che la D abbia questo spirito di fondo. Quest’anno personalmente non conoscevo molto bene il campionato, l’anno scorso in D quattro squadre con gente molto esperta ha fatto il vuoto mentre quest’anno invece ci sono tante squadre che hanno tenuto le giovani e, a parole, senza pretese da parte di nessuno. Squadre che hanno deciso di aspettare gli eventi, le naturali maturazioni di queste ragazze, società anche al momento senza grandissime ambizioni o possibilità di investimento. Alla fine in serie D basta avere una esperta di una certa esperienza che si cresce subito in classifica».
Parlando della coppia di testa invece, pensi che per il primo posto sia ormai una sfida solo fra Banca di Storo e Solteri? Che impressione ti hanno fatto queste due squadre? Chi vincerà il campionato alla fine, secondo te?
«Lo Storo è la solita buona squadra, che può contare su una giocatrice di palla alta molto esperta. Sono una squadra molto aggressiva e affiatata, così si vedono i risultati. I Solteri, invece, sono una squadra un po’ più omogenea e come gioco di squadra forse un po’ sopra alle altre. Hanno un po’ più esperienza di altre squadre, una bella squadra che può fare bene. Dire chi vincerà alla fine però è durissima, dipenderà da tante situazioni e da come andrà il girone di ritorno, dalla crescita magari di altre squadre. Ci sono tanti fattori, è presto per dire chi riuscirà a vincere quest’anno. Al momento però il campionato è una cosa solo per loro, anche se vedo che anche loro non sempre hanno vinto facile con tutte, devono sempre e comunque sudarsela la vittoria. Ma io credo che in generale con l’equibrio che c’è sarà dura per tutte quelle squadre che vogliono puntare al risultato finale. Comunque fra due promozioni dirette ed altre due che se la giocheranno ai playoff in C ne passano diverse e tempo ce n’è. Ho visto finora tanti 3-2, tanta lotta... bello così».
La squadra che più ti è piaciuta finora?
«Non ce n’è stata una in particolare, ci sono diverse squadre che mi hanno fatto una bella impressione. Coi Solteri vincevamo 2-0 e poi siamo andati a perdere 2-3 ma loro mi hanno fatto una buona impressione, devo ancora vedere il Brixen quest’anno e mi han detto essere una buona squadra, poi un’altra bella squadra è il Villazzano. Un po’ simile ai Solteri, sbagliano poco, senza una grandissima potenza o giocatrici di punta ma più che altro un bel gruppo e un bel gioco di squadra».
E quella dalla quale ti aspettavi qualcosa in più?
«Diciamo che quella più imprecisa che ho visto è stata l’Ata, si vede le loro difficoltà con una squadra forse troppo giovane in un campionato così difficile. Loro forse sono la squadra meno attrezzata, con le altre bene o male ho visto che ce la siamo giocata fino alla fine. Anche quando abbiamo vinto bene sul Fiavè è stata un po’ una sorpresa, noi giocato molto bene e forse loro ci hanno sottovalutato».
Dell’esperienza del Club Regione che ne pensi?
«Il Club Regione sta facendo un gran bel lavoro per quell’età, è il loro campionato giusto. Il Club Regione è alimentato da quelle giocatrici che non trovano spazio nella loro società, visto che le giovani più forti delle varie società sono usate da loro. Come squadra quindi è probabilmente molto debole, ma per tutte queste ragazze poter giocare da titolari un campionato del genere è un’esperienza molto importante».
Sei daccordo nel dare la palma di rivelazione di questa prima parte di stagione al Volleytime Bolzano?«Sì finora, ma questa è una squadra del circolo Neruda. Un ambiente che si conosce bene, gente che nel giovanile ha sempre fatto la loro figura e primeggiato. E’ una buona squadra e sono in corsa anche loro per una delle prime posizioni. Ma in generale tirate via le ultime due, l’Ata e il Club Regione, e forse anche il Chiusa che è una neopromossa poco esperta, direi che per tutte le altre vale la regola dell’equilibrio. Ci sono sqadre che sbagliano molto poco e, alla fine, in serie D conta soprattutto non sbagliare. Chi sbaglia di meno alla fine vince, proprio perchè sono tante le giovani».
Ti va di fare il gioco della schedina sulla prossima giornata?
«Va bene».
Brixen - Banca di Storo 2
Chiusa - Solteri 2
Neugries - Bassa Vallagarina 1
Club Regione - Ata Domonet probabilmente 1Volleytime Bolzano - Fiavè bella questa... una vera partita da tripla... proviamo con 2
San Giorgio - Villazzano tripla anche qui... forse un 3-2, penso forse per il San Giorgio
Rovereto Volley - Mori Santo Stefano 1 spero... Comunque si è a rischio 3-2 anche qua, dura anche perchè è un derby

Nota dolens: perchè a Rovereto, piazza con un bel bacino d’utenza, ci sono così tante società che non riescono a collaborare fra di loro?
«Mah... io sono fra quelli che vogliono farsi promotori delle possibilità di mettersi assieme, ma per farlo ci vuole la volontà da parte di tutti. Inizialmente dei tecnici e poi delle società che rispondono alle aspettative dei tecnici e lavorano in previsione di un obiettivo comune. Da soli nessuno può fare grandissimi risultati, se non magari casuali di un anno che va bene tutto. Se vogliamo un gruppo che porti ad un livello pallavolistico consono ad un numero di abitanti alto come quello che c’è nella zona fra Ala e Calliano, la destra Adige tanto per capirci, ci vuole un bell’impegno da parte di tutti i dirigenti. Ma è la volontà soprattutto che ci vuole, con quella si trovano gli sponsor e tutto il resto. Credo che il meno che manca sono proprio le atlete. La Vallagarina fa dei bei numeri di abitanti, con quei numeri si può arrivare a giocare una B2 con sole atlete roveretane. Così si possono anche dare delle motivazioni, dei punti di arrivo, ad atlete che altrimentis si rischia di perdere per strada, fra studio e vita. Se ad una ragazza non gli si da un livello più alto di una C o una D, allora le ragazze fanno scelte di vita slegate dalla pallavolo. Viceversa avrebbero un buon motivo di investire su questo sport».
Soprattutto non si collabora sul giovanile...
«Direi che bisogna lavorare insieme soprattutto sugli obiettivi comuni. Ci vuole un grosso impegno e non ci sono ancora i dirigenti e gli allenatori che hanno questo interesse. Il giovanile è difficile spostarlo se non gli dai un obiettivo concreto, le giovani hanno bisogno di essere sempre seguite e portate in giro, dipende tanto dalle motivazioni che queste ragazze possono avere. Se ci fosse un torneo di B1 o di B2 è chiaro che le società della Vallagarina, con gruppi selezionati per fasce d’età, potrebbero lavorare su diversi anni e intorno a questa prima squadra. Così ogni annata si potrebber avere un gruppo di qualità pronto per fare belle cose e qualcuna che emerge in grado di andare in prima squadra. Così ci sarebbe sempre una squadra di valore che dia delle soddisfazioni a tutti quelli che lavorano in questo progetto».
Tu sei stato l’ultimo allenatore di una squadra roveretana in serie B: secondo te una Rovereto almeno nel femminile (vista la triste situazione del maschile all’ombra della Quercia) in serie B non sarebbe il traino giusto per tutto il movimento lagarino?
«Potrebbe ma non è comunque così semplice. Io al Rovereto Volley cerco di fare il mio lavoro al meglio che posso ma se poi non si trattengono le ragazze e all’inizio non si acquistano alcuni elementi per costruire questo progetto non è facile. Ogni anno tutte le squadre rischiano di perdere atlete. Si fa fatica a fare risultati, anche perchè non c’è l’interesse delle atlete a lavorare se nn hanno un punto d’arrivo. Devi mettere davanti a loro qualcosa di importante, ecco allora che se il gioco vale la candela uno s’impegna».
Invece come mai il maschile a Rovereto è praticamente agonizzante?
«Purtroppo dal maschile vengono fuori dirigenti, allenatori, persone che possono fare qualcosa di bello per la pallavolo, che può metter sul piatto competenza, passione, disponibilità per arrivare ad alto livello. Forse la mancanza di risultati nel femminile dipende anche dalla mancanza di gente che sia molto esperta. Difficile dire perchè si va così male nel maschile, noi ad esempio abbiamo abbondanato il maschile perchè avevamo pochissimi uomini iscritti e invece tantissime ragazze iscritte. Noi non riuscivamo a tirare avanti tanto il maschile che il femminile, come fa ad esempio molto bene il C9. Loro ad Arco probabilmente non hanno problemi di dirigenti o allenatori, noi invece avremmo bisogno anche di società più organizzate che riporti in alto anche il maschile».

CHI E’ GIANPAOLO SENTER

Nato a Rovereto il 13 novembre 1954. Come giocatore è nato e cresciuto nell’ex Noriglio, arrivando a giocare sino alla Terza divisione. Nel frattempo praticamente tutto il gruppo del Noriglio («quel gruppo nato negli oratori praticamente» sottolinea Senter) ha cominciato a fare i vari corsi da allenatore. Nel 1976 così Senter - con l’avvio anche del ramo femminile - inizia nel Noriglio la carriera da allenatore, dove resterà fino al 1991. Quando cioè è arrivata la fusione con il Giovanni XXIII che, praticamente, ha dato vita al Rovereto Volley. A Rovereto da allenatore ha allenato dalla Seconda divisione alla D, alla C e alla C1 con un anno di esperienza in B2 dopo la riforma dei campionati. Oltre ad aver guidato tantissime formazioni giovanili del Rovereto Volley.

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