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Il personaggio

Marco Mongera, Ata Domonet (B2 femminile)

Perdere quindici partite su sedici in una stagione, fra Coppa Italia e campionato, è un ruolino di marcia che stenderebbe un toro. La pausa di due settimane della serie B consegna al volley di casa nostra una cadetteria agrodolce, fra alti e bassi. E la situazione forse più difficile è quella dell'Ata Domonet, penultima in B2 femminile, toro che però ancora resiste e lotta dopo un ruolino di marcia tosto. Una situazione non facile, dalla quale l'Ata Domonet ha la possibilità di tirarsi su, rimboccandosi le maniche e mantenendo la calma. Certo in via Fersina ci si aspettava un Natale più tranquillo, ma come si vive ora questa situazione? E, domanda più importante, come se ne esce? Chiediamolo allora a Marco Mongera, l'allenatore dell'Ata Domonet. Con lui cerchiamo di capire cosa non è andato finora e, soprattutto, cosa fare per voltar pagina.

Buona lettura e... BUON NATALE A TUTTI!

Marco, domanda secca: cosa sta succedendo all'Ata Domonet?
"Fondamentalmente sta succedendo quello che accade in ogni squadra quando perdi tante partite di fila. Si crea quasi il panico e le giocatrici e l'allenatore non riescono a mettere insieme la prestazione che ci si può aspettare. Tutto così diventa più difficile. La nostra performance in campo rispetto all'inizio dell'anno è migliorata, ma non stiamo riuscendo a concretizzare questo miglioramento. Per un motivo o per l'altro non portiamo a casa punti".
Sette sconfitte di fila pesano soprattutto sul morale e sull'atteggiamento, un paio di vittorie sarebbe il toccasana giusto?
"Io credo che il numero delle vittorie e la posizione in classifica non rispecchiano quello che la squadra ha fatto finora. Abbiamo sempre giocato al limite per vincere anche se non abbiamo mai colto l'occasione giusta. Con Montecchio e Godigese abbiamo perso non perchè abbiamo giocato male noi bensì perchè loro hanno giocato delle grandissime partite. La Godigese mi ha impressionato tantissimo come squadra, dopotutto pensiamo che in casa la Godigese ha vinto 3-0 sull'Argentario e 3-1 sul Torrefranca. Anzi, in casa non hanno mai perso quest'anno, sono una squadra difficilissima da affrontare. E aggiungiamo il fatto che in questa occasione contro di noi avevano anche Gallina, il loro opposto titolare. Non è che siamo andati giù da loro a fare la figura dei peracottari, noi abbiamo giocato una buona partita solo loro hanno giocato meglio. Il problema è che quando perdi tanto si creano dei problemi non tecnici ma psicologici. Al 6 gennaio affrontiamo il Novello Vicenza che sabato scorso ha battuto Villorba. Ebbene, Vicenza ha portato a giocare con loro il libero dalla serie A per cominciare a togliersi dalle zone pericolose della classifica. Ho parlato con Carla Busetti (ex giocatrice di Volano, ora allenatrice di Villorba, ndr) e mi ha detto che per come hanno giocato sabato scorso adesso sono fortissime, fra le più forti in questo momento nel nostro girone. E' dura parlare di squadre facili quest'anno, Meolo ad esempio che ha perso con tutti in queste ultime settimane gioca senza entrambe le schiacciatrici titolari che sono infortunate, cosi hanno perso praticamente sempre. Ma noi giocheremo contro di loro il 20 gennaio e per allora queste schiacciatrici saranno rientrate. Io ritengo che ci sia spazio adesso in queste tre partite per portare a casa dei punti, per cominciare a cambiare le cose, non sono sfiduciato a tal punto da non pensare che ci salveremo".
In più partite avete giocato bene ma vi è mancata la "zampata finale" mentre in altre, penso soprattutto agli scontri diretti con altre pericolanti, non siete riusciti ad esprimervi come in altre occasioni...
"Quando in un torneo perdi tanto quanto noi diventa poi difficile entrare in campo convinti di poter vincere. Tutti i colpi che le ragazze eseguono lo fanno con prudenza per la paura di sbagliare. Questo fa sì che non siamo più incisivi in attacco, un problema che abbiamo in questo periodo per la troppa paura di sbagliare. Ora abbiamo insistito tanto con le ragazze per rischiare qualcosa di più, sia io che la società abbiamo chiarito alle ragazze che il risultato arriva solo se noi rischiamo. Non abbiamo mai fatto pressioni per la vittoria o per vincere a tutti i costi".
Questa squadra forse sente troppo la pressione nelle partite importanti, in quegli scontri diretti alla loro portata?
"Da parte nostra non c'è stata una partenza brillante e stiamo pagando un calendario un po' strano. Se forse incontravamo prima qualche partita più abbordabile la grinta ora sarebbe stata diversa. Adesso nelle ultime tre giornate dell'andata giocheremo contro le ultime tre in classifica, anche se considero Vicenza una squadra che non occupa un posto veritiero e che sono convinto non sarà così facile battere d'ora in poi".
Domanda da un milione di euro: come si esce da questa situazione difficile?
"Credo che l'unico sistema per uscire da questa situazione sia restare sereni e lavorare in tranquillità. Non vogliamo fare pressione eccessiva sulle ragazze. Perchè in questa squadra nessuno vuole perdere, le ragazze lavorano bene e hanno sempre lavorato bene, l'importante è non creare eccessiva pressione e aspettare qualche vittoria per girare la situazione".
Avete in mente dei correttivi specifici?
"No, nulla di particolare. L'unica cosa è continuare a lavorare sereni senza interferenze".
Interferenze da chi?
"Baf..."
Prese singolarmente tutte le ragazze sono sì giovani, ma con già alcuni anni di esperienza in serie B sulle spalle.
"Sì, è vero, tutte hanno già fatto delle esperienze in serie B. Però non sempre un insieme di giocatori e di allenatori ti da una squadra performante in relazione al valore dei singoli. E comunque io ho estrema fiducia che si possa recuperare una posizione in classifica più serena".
Pensi che siano stati fatti degli errori finora?
"L'errore fondamentale che stiamo praticamente ripetendo costantemente è non credere in noi stessi. Non credere nelle potenzialità che ha questa squadra. Quando scendiamo in campo già nel riscaldamento c'è la sensazione di andare al macello, ci sono facce tese. E questo non è vero. Purtroppo c'è l'atteggiamento di chi si adatta al gioco delle avversarie, con le squadre forti si gioca bene e non si vince perchè sono più forti, con le squadre più abbordabili si gioca male e si perde".
Dal punto di vista tecnico-tattico invece in molti sostengono che siete troppo leggerini su palla alta, soprattutto con una ricezione non sempre perfetta...
"Siamo sicuramente leggeri su palla alta, questo non lo nego. E credo, in aggiunta, che al contrario dell'inizio di campionato adesso stiamo palesando delle difficoltà a muro e nella correlazione muro-difesa. Cose comunque che si possono sistemare con il lavoro".
La società secondo te come si sta comportando in questo momento delicato?
"In maniera esemplare. La società non ha mai fatto nessun tipo di pressione, si è sempre comportata molto bene. Fino ad adesso e sempre in questi anni l'Ata ha dimostrato di essere una Signora società. Di pensare prima alle persone e solo dopo alla pallavolo".
Sinceramente, hai mai pensato alle dimissioni?
"Direi... plurime volte... Se non altro come tentativo di dare alla squadra degli stimoli diversi con un allenatore diverso. Sono tantissimi anni che alleno questa squadra, molto probabilmente ho delle difficoltà nel dare un plusvalore, nel riconoscere gli errori di giocatrici che lavorano con me da così tanti anni. Quando è tanto tempo che alleni delle persone è possibile che alcuni aspetti ti sfuggano, aspetti che magari un allenatore nuovo vede. Per questo ho contattato Federico Rampazzo di Padova, un allenatore che ritengo stupendo, per vedere se poteva darci una mano".
Ma come? Tu sei l'allenatore e hai contattato un altro allenatore? Non capita proprio tutti i giorni...
"E' un mio amico e l'ho contatto io sì. Per analizzare la squadra e cercare di capire quali potevano essere quegli aspetti e quei problemi che non riuscivo ad identificare. E non escludo che possa venire a Trento a farci qualche allenamento ed a darci alcuni consigli".
Alt, chiariamo. Chiuderai tu la stagione alla guida dell'Ata come allenatore?
"Sì, l'allenatore resterò io fino alla fine dell'anno. Abbiamo fatto una valutazione globale e abbiamo considerato che, forse, i problemi che ci sono potrebbero non essere risolti semplicemente con il cambio dell'allenatore. E comunque questo è un lavoro che facciamo in team, non esiste l'allentatore Marco Mongera ma esiste un parco allenatori dell'Ata. Siamo sempre almeno in quattro o cinque tecnici in palestra, e tutti noi ci interessiamo delle atlete dell'Ata partendo dall'under 12 fino alla serie B. Capita spesso che ci confrontiamo e che adottiamo soluzioni comunemente condivise. Io, Fabio Bonafede, Roberto Colò, Michele Berti e Maurizio Radice siamo una squadra. E questo ci permette di fare sulle più giovani anche degli allenamenti individuali".
Se, toccando ferro ovviamente, retrocederete comprerete nuovamente i diritti della serie B2?
"La questione è semplice: per il momento non voglio nemmeno sentir parlare di retrocessione. Le ragazze non hanno bisogno di sentir parlare di retrocessione, questo è uno dei motivi che in questo momento ci fa perdere le partite. L'acquisto dei diritti invece è una questione diversa. L'acquisto dei diritti ha significato solo ed esclusivamente se il parco atleti merita uno sforzo da parte della società per far fare a quel determinato gruppo una precisa categoria. Se io ho una serie di atlete giovani che ritengo possano migliorarsi di più facendo una B piuttosto che una C allora l'acquisto dei diritti può avere un significato. Se invece l'acquisto dei diritti è finalizzato ad avere la squadra in B tanto per avere il nome o la categoria, ed a far giocare in B un certo numero di atlete ormai formate e sviluppate allora secondo me non ha significato. Vicenza pensava a suo tempo di avere una squadra giovane ma da B1 e allora ha comprato la B1, questo invece non ha dato i risultati che si aspettavano ma le atlete hanno beneficiato sicuramente dello sforzo economico della società giocando una categoria molto impegnativa. Poi c'è l'aspetto puramente economico, legato agli sponsor. Oggi come oggi se l'Ata non fosse in serie B perderebbe circa il 70 per cento dei propri sponsor. Perchè sotto la serie B uno sponsor perde totalmente visibilità. Di conseguenza c'è anche la possibilità che un acquisto dei diritti di serie B, ma ripeto categoriamente che non sto parlando di noi, sia finalizzato al mantenimento di un pool di sponsor. Una volta persi gli sponsor è difficile ritrovarli. Noi oggi abbiamo un gruppo di sponsor "pesanti" come Domonet, Rigotti e Antonveneta, e ti posso annunciare che stanno entrando altri due grossi sponsor proprio a questo fine. Per rinforzare ulteriormente la società. Così da costruire un pool di almeno cinque sponsor che garantiscono continuità alla serie B ed a tutte le categorie inferiori. E tutti questi sponsor li "catturi" solo se hai una serie B, altrimenti gli sponsor delle categorie inferiori sono trovabili solamente fra gli appassionati della pallavolo. Questo motivo economico spinge a comprare i diritti per non perdere il 70 per cento del proprio budget. Sono tre anni che lavoriamo in maniera scientifica sul reperimento degli sponsor, tre anni di lavoro che non vogliamo certo buttare a mare".
La scorsa estate poi girava anche una voce che eravate interessati anche ad un eventuale diritto di B1: vero o la classica chiacchiera?
"Solo chiacchiere, non c'è mai stato nulla di vero".
Il girone di quest'anno che impressione ti ha fatto quanto a livello di gioco?
"Per me quest'anno il girone è più forte ancora dell'anno scorso. Credo sia mediamente più forte, l'anno scorso c'erano un gruppo di squadre nettamente più forti e un altro gruppo nettamente più debole. Oggi invece puoi perdere anche con la penultima o la terzultima. Vicenza o Montecchio, ad esempio, sono belle squadre ma navigano in zona retrocessione. Credo che tutti possono vincere o perdere con tutti. Il Torrefranca con la squadra che ha non è nemmeno in zona playoff. C'è un grande equilibrio, il girone s'è fatto più difficile rispetto alla passata stagione".
Anche se come dice qualcuno di anno in anno il livello di questo girone cala leggermente?
"Sono solo cavolate, ogni anno fa un po' storia a sè e quest'anno questo è un girone molto competitivo".
L'Argentario secondo te ce la farà a salvarsi?
"Adesso giocherà contro Villorba, Udine e Padova, le prime della classe, di certo un calendario bello impegnativo. Non so chi retrocederà, ma devo ammettere che la mia paura più grossa è che non si arrivi alla fine fra noi e Argentario alla "mors tua, vita mea". Non vorrei che accadesse questo, cioè che una delle due dovesse scendere a scapito dell'altra, questo sì mi dispiacerebbe tantissimo. Sicuramente l'Argentario non ha un calendario facile nelle prossime settimane mentre noi ora abbiamo un calendario più facile, il problema è che se noi consideriamo che il Novello Vicenza non retrocederà di sicuro - perchè ha già iniziato a portare in B ragazze dalla serie A per evitare il peggio - e consideriamo Meolo finchè non recupererà le due laterali e Trieste (ultima della classe, ndr) le più serie candidate alla retrocesisone, avanzano ancora due posti. Antares e Montecchio sono squadre da non sottovalutare assolutamente, non vorrei che una delle trentine dovesse giocare sulla sorte dell'altra. Sperando, ovviamente, di non retrocedere tutte e due...".
A posteriori, l'ipotesi di fare una squadra unica voi e l'Argentario sarebbe stata utile secondo te?
"Sarebbe stata comunque un'idea non concretizzabile. Perchè comunque l'Argentario aveva l'ambizione di farla questa serie B come era giusto che fosse visto che avevano vinto la serie C. E nello scambio delle giocatrici che c'è stato nessuno ha portato via giocatrici all'altra squadra, visto ad esempio che per noi il rapporto con Castellano non sarebbe proseguito. Non riesco a vedere una giocatrice che hanno loro che sarebbe servita a noi, lo scambio è avvenuto in assoluta serenità, coscienti di quale squadra si sarebbe costruita per questa stagione".
Il DeltaDator Torrefranca invece ce la farà a raggiungere i playoff?"E' una domanda molto difficile... Anch'io l'anno scorso ero straconvinto di centrare i playoff e alla fine non ce l'abbiamo fatta. Loro hanno tutti gli strumenti per farlo, non ho dubbi su questo, dopo però la pallavolo è un terno al lotto. Non sempre le cose vanno come vogliamo. Loro sicuramente hanno le potenzialità per raggiungere questo obiettivo, se ce la faranno però non lo so".
Come mai il gruppo dell'Argentario-Ata secondo in Under 17 solo pochi anni fa è così "sparpagliato". Era proprio impossibile portarlo avanti unito?
"Allora, diciamo che tutte e nessuna esclusa delle appartenenti a quel gruppo attualmente giocano in serie B. Tutte. E questo dimostra chiaramente il successo della politica che avevamo fatto con l'Argentario a suo tempo, tutte le giovani attualmente in auge, attualmente importanti in serie B, facevano parte di quel gruppo. Adesso tutte giocano ai massimi livelli regionali. E qui voglio tornare alla domanda che mi hai fatto prima: vale la pena comprare la serie B? In un caso come quello che fu a suo tempo valeva la pena fare ancora la B con quelle giocatrici, perchè è dimostrato che quel gruppo sta dando molto al volley regionale. Tenere unito quel gruppo under 17 sarebbe stata una bella cosa, ma credo con un altro allenatore, non come me. Proprio per quello che ti ho detto prima, è troppo tempo che alleno queste ragazze, un altro allenatore forse riesce a vedere i difetti meglio di me".
Di recente poi è stato assegnato a Elisabetta Fronza, il vostro libero, il premio di Lady Volley. Un bel riconoscimento a tutti questi suoi anni di carriera.
"E' stato un premio stra-meritato. Betty oggi è il libero più forte della regione".
Personalmente, qual'è il tuo obiettivo da allenatore?
"Se devo essere sincero, in questo momento ho serissimi peroblemi. Ho due bimbi di 3 e 6 anni e vorrei averne un terzo, ho un lavoro che mi prende 15 ore al giorno, molto importante, e onestamente oggi come oggi non riesco ancora a capire come faccia mia moglie a sopportarmi ed a sopportare il fatto che io non sia mai a casa. Per cui il mio impegno nell'ambito del volley nei prossimi tre o quattro anni dovrà ridimensionarsi, soprattutto se arrivasse un terzo bimbo. Mi piacerebbe ripartire con un altro gruppo giovanile, anche se mi rendo conto che a volte è piu impegnativo di una serie B. Questa è una mia voglia che deriva oltre dal fatto di aver bisogno di più tempo per la famiglia, anche dal fatto che mi rendo conto che la mia attività nel volley più che all'insegnamento della pallavolo e dei fondamentali sta diventando nella gestione delle persone. Un lavoro insomma piu psicologico che sportivo. E siccome questo lavoro lo faccio già a tempo pieno in banca allora rimpiango i tempi in cui insegnavo il palleggio, il muro, la ricezione. E avevo molti meno problemi nella gestione delle persone. Ma ora penso solo a come dare il meglio per salvare la squadra, quello che farò più avanti, quello che farò l'anno prossimo lo vedremo a fine anno con calma io insieme alla dirigenza, agli altri allenatori dell'Ata ed a mia moglie".
Qual'è stata la tua più grande soddisfazione da allenatore?
"Battere Vicenza a Cremona, negli interregionali Under 17. Perchè ci eravamo trovati la mattina prima di giocare a fare colazione tutti assieme in un albergo, a Cremona. Erano presenti Nica, Coviello e tanti altri dirigenti di Vicenza e avevano la cartina geografica in mano dove segnavano la strada per arrivare alla sede dei Nazionali, dove si giocavano le fasi finali. E uno dei dirigenti disse "io però ai nazionali mi porto il mio cuscino, perchè stanotte non ho dormito nulla". E tutti questi discorsi li hanno fatti davanti a tutte le nostre atlete. La mia soddisfazione più bella e più grande da allenatore è stata batterli 3-0 senza dare mai loro nessuna possibilità, ogni tanto riguardo ancora il video di quella partita. Poi è stata una bella soddisfazione la semifinale con Catania, vinta 3-2, penso sia stata la più bella partita della mia vita. E la terza grande soddisfazione è stata vincere qualche anno fa il Torneo di Natale a Rovereto con l'Under 15. Una delle soddisfazioni piu grosse avute nella mia carriera".

CHI E' MARCO MONGERA

Nato a Trento il 16 giugno del 1966 ha iniziato a giocare a 12 anni nel Cus Trento, con Luciano Mosna come allenatore. Centrale, fu poi allenato da Marco Angelini sempre al Cus Trento, squadra nella quale Mongera ha sempre giocato arrivando sino alla C1. Nel 2000 ha iniziato la sua carriera di allenatore con l'Under 14 del Torrefranca, prima di passare l'anno successivo all'Under 14 dell'Argentario. Quindi, con la nascita della collaborazione fra Argentario e Ata, ha preso in mano il gruppo dell'Under 15 con il quale ha vinto campionati provinciali e regionali. Stesso copione, sempre con lo stesso gruppo, in Under 17, provinciale e regionale, sino al secondo posto dei campionati nazionali di tre anni fa. Quattro anni fa quel gruppo vinse anche la serie C andando in B2, dove retrocedette l'anno dopo prima di tornarci acquisendo i diritti di Volano. E nelle ultime due stagioni sempre serie B2, campionato nel quale Mongera allena da quattro anni.

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