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Il personaggio

Alessandro Paoli, Zinella Bologna (B1 maschile)

Or bene, il 2007 è iniziato, ormai tutti i campionati hanno ingranato per bene. Anzi, ormai si avviano alla fine dei gironi d’andata, classico giro di boa che lascerà spazio a commenti, bilanci, considerazioni e impressioni. Stavolta con il “Personaggio” abbiamo voluto scalare. La classifica, ovviamente, andando a parlare con il trentino attualmente più in alto. Con quell’Alessandro Paoli che dalla natia Pergine è sceso alla Zinella Bologna dove ha conquistato il primo posto in serie B1. Con lui allora prendiamo idealmente l’A22 per raggiungere Bologna, per scoprire questa “A2 bis” che è la B1 quest’anno, per scoprire se davvero Trento è la Bologna del nord Italia (come dice qualcuno) e per scoprire cosa succede giù fra i colli bolognesi e le 50 special.

Buona lettura!

Ale, come stai?
“Tutto a posto grazie”.
E ci credo che stai bene, con la Zinella una sola sconfitta finora in campionato e primo posto in classifica: finora siete la squadra che ha avuto una marcia in più di tutte.
“Davvero, come squadra sta andando tutto bene. Anche fra di noi c’è un bel gruppo, sia fuori che dentro il campo, poi quando anche le partite vanno bene non ci sono mai problemi. E’ arrivata purtroppo questa sconfitta con Cles ma la cosa che mi è piaciuta è stato il fatto che già da lunedì tutti avevano già voglia di reagire. Non ci sono state brutte facce o preoccupazione, anzi c’è stata tanta voglia di rifarsi subito. Anche noi il nostro periodo di calo comunque ce l’abbiamo, culminato con la brutta sconfitta di Cles, ma abbiamo reagito bene. Con la Blue City siamo partiti subito bene, stavamo andando sul 2-0, quando loro hanno iniziato a spingere in battuta e siamo andati sotto. E’ un piccolo rammarico aver perso quel punto, ma l’importante è stato vincere per non creare una striscia negativa di risultati che rischiava di diventare dannosa”.
Soprattutto siete stata quella più regolare?
“Vero. Forse non ce l’aspettavamo nemmeno noi, siamo stati bravi a cominciare con il piede giusto riuscendo poi a gestire le situazioni che erano favorevoli e viceversa a girare alcune situazioni negative in cui ci siamo trovati. Però come si dice il campionato è lungo ancora, mancano ancora tante partite e ci sarà ancora parecchio da sudare”.
Ormai siete lì, inutile nascondere l’ambizione del salto di categoria?
«No, ma anche all’inizio la società non ha mai nascosto la voglia e l’ambizione di andare in serie A. Ma come sai anche tu la B1 è un campionato davvero molto difficile. Lavori per nove mesi per arrivare il più in alto possibile e poi hai i playoff, che sono praticamente un secondo campionato nella stessa stagione. Lì ci si gioca tutto, il nostro obiettivo è andare ai playoff nella miglior posizione possibile e poi vedere cosa riusciremo a combinare”.
Avete appena giocato contro le due squadre trentine, le tue due ex squadre, che impressione ti hanno fatto?
“In generale mi hanno fatto davvero una bella impressione entrambe. Anche perchè questo è un bel momento per tutte e due le trentine. La Blue City con Ferri ha più fiducia nei propri mezzi e grinta da vendere, Cles con noi invece hanno fatto tutti una partita perfetta. Nulla da dire, certo la Blue City punta a qualcosa di più della Gm Noleggi. Ma sono entrambe delle belle squadre. E ora che Ferrara sembra un po’ in crisi secondo me le squadre più forti con cui abbiamo giocato in questa andata sono state Forlì, Metallsider Blue City e Gm Noleggi”.
Ma pensi davvero che Gm Noleggi e Metallsider Blue City possano quanto meno lottare per i playoff?
“Cles non so nemmeno se abbia l’intenzione di andare ai playoff, anche se è ovvio che se sei lì in classifica te la giochi almeno fino alla fine. Se loro giocano tranquilli, senza la pressione di dover fare i playoff a tutti i costi o cose così, riusciranno a fare benissimo. La Blue City ci punta ai playoff, ce la possono fare perchè hanno tutte le carte in regola per provarci, secondo me sono più attrezzati di Oderzo e di altre squadre”.
Beh, rispetto all’anno scorso questa B1 è un campionato di altro livello, molto più alto.
“Non sono daccordo. Secondo me non si è alzato così particolarmente il livello quest’anno, ci sono due o tre squadre che sono un po’ più attrezzate dell’anno scorso. Forse si è abbassato un po’ il livello delle ultime in classifica, ma l’equilibrio c’è sempre come c’era in tutte le partite dell’anno. Ci sono tantissime partite tirate anche quest’anno. L’equilibrio c’è quest’anno come c’era anche l’anno scorso”.
Forse Forlì un po’ finora ha deluso, doveva uccidere il campionato e invece sta faticando moltissimo?
“Sì, ma è una squadra davvero forte. Non sono una squadra di gruppo diciamo, ma hanno grandi individualità. Oderzo non mi è parso così ben attrezzato come sembra dai risultati, visti con noi sono una bella squadra ma pensavo fossero un po’ più forti. Bisogna sempre stare attenti a Forlì e anche alla Sisley, anche se adesso sembra che Maruotti vada a Verona. Treviso è migliorato tantissimo, il loro nuovo alzatore sta prendendo il ritmo della B1 e sono davvero pericolosi. Ormai è sempre così con la Sisley, sono cinque 5 anni che ci gioco contro e sono 5 anni che fanno male all’andata e poi nel ritorno ammazzano tutti”.
E così è venuto fuori questo campionato incredibilmente equilibrato.
“Già, ora siamo stati agganciati al primo posto da Forlì, poi Lugo e Oderzo staccati di 5 e 6 punti. Insomma, cinque punti non sono tanti, con 14 partite poi la cosa è ancora lunga. E dietro ci sono squadre come Treviso e Blue City, sei squadre in cinque punti che possono “scannarsi” per un posto nei playoff”.
Anche se questo gruppone di tante squadre in pochi punti forse alla lunga il sottoscritto pensa sia destinato a ridursi...
“Lo penso anch’io. Non so e non posso farti previsioni sui chi si staccherà, è difficilissimo dirlo con tutte le variabili che sono in gioco. Lugo è una squadra che difende tanto e ora hanno recuperato alcuni giocatori infortunati, la Blue City ha preso Ferri, cioè diverse squadre si sono rinforzate e sono migliorate. Anche alcune squadre di bassa classifica sono migliorate molto. Villa d’Oro ad esempio ha perso le ultime due gare, ma giocando sempre molto bene e se tiene questo ritmo riapre alcune cose in chiave salvezza”.
Silvano Conci prima, Nicola Giuliani poi e Stefano Cappellotto ora: tre allenatori simili o diversi fra loro?
“Ogni allenatore è diverso dagli altri, premetto questo. Diciamo che Silvano secondo me non è stato valorizzato tanto quanto meriterebbe perchè a Cles con due soli allenamenti a settimana è difficile lavorare per qualsiasi allenatore. In generale mi sono trovato bene con tutti, non saprei trovare delle differenze ma tutti e tre guardano molto all’aspetto tecnico e tattico del gioco. Poi sia Cappellotto che Nicola Giuliani sono sempre superimpegnati fra video, statistiche e tattiche. Ma in palestra mi sono trovato bene con tutti. Mi manca un po’ forse l’aspetto psicologico del confronto con un’allenatore, ma alla fine in ogni squadra trovi sempre un compagno più grande che dia consigli. Quest’anno ho trovato Tedeschi che mi da mille consigli e mi aiuta molto”.
Stesso giochino ma con altro ruolo: Giandonato Fino, Giovanni Daniele e ora Brogioni. Tre alzatori questi che hai avuto negli ultimi tre anni davvero molto diversi fra loro...
“Una vera escalation! Scherzi a parte, se gli allenatori si somigliavano questi sono tre giocatori davvero molto, molto, molto, diversi. Sono completamente diversi, sia come giocatori che come persone, sia tecnicamente che fisicamente. Ognuno ha le sue caratteristiche positive e negative, come tutti ovviamente. Con Brogio ora mi trovo molto bene, cerchiamo di giocare il più possibile al centro anche se il nostro gioco è molto basato sull’attacco di palla alta. Come alzatore poi credo che Brogioni sia il migliore alzatore del girone. Ecco una cosa che ho notato, cioè che non ci sono tanti grandissimi alzatori in questo girone. Anche l’anno scorso c’erano pochi registi di grande livello e quest’anno è uguale, forse i migliori che ho visto finora sono Brogioni e Nicola Daldello. Ma il migliore di tutti resta sempre il Giando è il più grande! Questo scrivilo mi raccomando. Quando abbiamo giocato noi a Cles ha fatto davvero il fenomeno!”
A Bologna città come ti trovi?
“A dire il vero non la vedo molto spesso se non che a lezione. Non abitiamo a Bologna città, anzi siamo dispersi fra le colline bolognesi. Ma il freddo umido non si sente ancora tanto grazie a questo strano inverno, coi compagni stiamo bene tutti insieme e usciamo spesso insieme. Le strutture e l’ambiente è molto bello, problemi non ce ne sono e la società è stata molto brava nel costruire questa squadra”.
E’ tanto diversa la vita a Bologna da quella trentina?
“Personalmente mi sento molto a mio agio. In generale non ci sono grandissime differenze, a parte probabilmente il divertimento che a Trento non ce n’è e qui si esce di più la sera. Ma per il resto non c’è differenza. Un po’, lo ammetto, mi mancano le montagne ma mi consolo con le colline”.
Beh, sia Bologna che Trento passano per città universitarie, ma lì c’è un determinato stile di vita mentre qui obbligano anche certi locali (il Soultrain, tanto per non fare nomi sull’ultimo della lista) a chiudere alle 23...
“Questa non la sapevo. E ti pareva... Mi ricordo che fino all’anno scorso, spesso quando tornavo da qualche trasferta lunga, dovevo andare in autogrill se volevo bere una birra. Perchè a Trento era già tutto chiuso, questo della vita trentina non ho mai capito. Basti pensare che sabato scorso abbiamo finito di giocare con la Blue City a mezzanotte visto che è andata per le lunghe, se fosse successo a Trento non avremmo trovato nemmeno una pizzeria per mangiare visto che sarebbe stato tutto chiuso. Ogni volta che aprono un locale a Trento arrivano le proteste e alla fine lo chiudono, è sempre stato così”.
Sono anche due università e due mondi universitari diversi quelli di Trento e di Bologna.
“Io prima studiavo Scienze motorie a Verona per cui il mondo universitario trentino l’ho conosciuto poco. Ma qui l’Università è strutturata diversamente ed a me piace molto, era uno dei motivi principali per cui sono venuto qui e sono contento di trovarmi bene. L’unica differenza che ho notato finora è che a Bologna è tutto vicino e racchiuso, tutte le facoltà sono attaccate ed è pieno di biblioteche e sale studio. A Trento invece sono attaccate solo le tre in via Verdi e basta, il resto è spostato fra Mesiano e Povo ed è un peccato. Avendo tutto vicino è più facile per lo studente e si conoscono un sacco di persone nuove. L’unica cosa è che è un po’ scomodo arrivare in centro all’Università, qui il parcheggio costa 2 euro all’ora in centro...”.
Bisogna vendere un rene per parcheggiare in centro, almeno in questo Trento è uguale a Bologna... Ma, più in generale, sono due stili di vita molto diversi quello bolognese e quello trentino. Almeno così ricordo dalle mie “capatine” in Emilia Romagna...
“Sì, abbastanza diversi su aspetti appunto come il divertimento o gli orari. Su altre cose come i servizi o la qualità della vita invece sono simili”.
Riesci a coniugare Università e serie B1?
“Sì, gli orari della mia facoltà sono flessibili e soprattutto concentrati la mattina tardi o il pomeriggio presto, per cui gli orari sportivi non entrano mai in collisione con quelli dell’Università. Poi molti dei miei compagni studiano, per cui negli appartamenti dove siamo capita spesso che studiamo insieme. Alla fine dipende sempre dalla volontà di ogni persona, dalla voglia di questa di mettersi sotto a fare tutto. Un modo lo si trova”.
Hai imparato il dialetto bolognese?
“Più che altro sto imparando il toscano e il romanesco dai miei compagni. Finora ho conosciuto gente siciliana, veneta, lombarda, toscana... ho un allenatore veneto... Ma bolognesi ne ho conosciuti pochi finora. Ecco l’Università è bella anche per questo, conosci gente di tantissimi posti diversi”.
Ma riesci a resistere alle tentazioni delle lasagne alla bolognese?
“Quello sì dai. Pensa poi che ho fatto assaggiare i canederli ai miei compagni, li ho portati giù da casa e in poco tempo sono stati polverizzati...”
Il tuo ex compagno di diagonale in posto-3 Simone Lorenzi è finito in A2 a Taviano, pensi prima poi di poter arrivare anche tu in serie A?
“Sono contento che Simone stia giocando, che non faccia solo il terzo fermo in panca. Io invece sono ancora in B1 ma spero di arrivarci presto in serie A, mi tocco ma spero davvero di arrivarci anch’io un giorno. La B2 me la sentivo un po’ stretta, in B1 finora va tutto molto bene, certo i miei difetti ce ne sono e cerco di migliorare ogni giorno. Voglio puntare alla A2, un giorno arriverò a giocarci. E arrivarci con una promozione sarebbe ancora più bello”.

CHI E’ ALESSANDRO PAOLI

Nato a Trento il 19 marzo del 1984, Alessandro ha iniziato a giocare a pallavolo a 14 anni, nell’Argentario. Con la società cognolotta ha giocato in Under 14 e Under 16, prima di smettere per un breve periodo per motivi personali. Torna a giocare direttamente in B2, con la maglia del Volleyball Trento, prima di tornare l’anno successivo all’Argentario, sempre in B2. A Cognola resta due stagioni prima di passare due anni fa all’Anaune neopromossa in B2, con la quale sfiora i playoff promozione. La stagione scorsa è in B1, alla Metallsider Blue City, con la quale gioca i playoff della B1 per andare in A2 uscendo al primo turno con il Burro Virgilio Mantova. Da quest’anno milita nella Zinella Bologna.

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