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Il personaggio

Simone Bristot, Trenta Volley (B2 maschile)

Or bene, e i gironi d’andata della serie B sono finiti in archivio. Basta però fare bilanci generali di mezza stagione, sono ancora tutti parziali come i peggiori exit poll... Ci sono davanti ancora 13 partite, godiamocele per bene prima di fare bilanci e dare le solite pagelle. Questa settimana andiamo sul “classico”, il «Personaggio» tediato dal sottoscritto questa settimana è uno dei giocatori più solidi, fatti e finiti del panorama regionale. Uno che da quasi 10 anni si sbatte sui parquet della serie B. E allora di serie B2 maschile andiamo a parlare questa settimana con Simone Bristot, centrale della Trenta Volley di grande esperienza. Con lui «Personaggio» di questa settimana andiamo un po’ a fare il punto sulla quarta categoria nazionale di casa nostra. Buona lettura!

Simone, tutto bene?
“Sì, ho ancora qualche piccolo acciacco legato al ginocchio operato questa estate che non è del tutto a posto ma nel complesso tutto bene”.
Partiamo dalla fine, da questa vittoria su Venezia, importante per restare in zona playoff e poi dal punto di vista del morale vincere uno scontro diretto?
“Infatti, aspettavamo questa partita in casa con tanta voglia di fare bene, sapevamo che dopo le feste ci aspettavano tre partite importanti ma purtroppo due di queste di fila in trasferta. Una con Bibione giocata praticamente alla pari, noi abbiamo solo commesso qualche errore in più. Più brutto è stato con Trebaseleghe, lì loro hanno davvero giocato a mille per due set, sbagliando molto poco, noi invece abbiamo infilato qualche errore di troppo. Sabato scorso però eravamo mega carichi, sapevamo di voler far risultato a tutti i costi ed eravamo tranquilli perchè giocavamo in casa. A Predazzo il pubblico è fantastico, è il nostro ottavo uomo in campo. E’ andata molto bene per due set, eravamo molto lucidi e carichi, poi nel terzo set loro hanno infilato un bel filotto iniziale ci siamo un po’ disuniti, forse più che altro c’è stato anche un po’ un calo di tensione. Comunque alla fine l’abbiamo spuntata e abbiamo trovato la forza di reagire in un tie-break molto tirato. Vuol dire che di testa ci siamo, che crediamo nelle nostre possibilità. E poi consideriamo che non siamo al meglio a causa di qualche problemino, Gianmaria (Rizzo, ndr) ha ancora un fastidio alla caviglia e Zancarli nemmeno è del tutto a posto”.
Dalla prima giornata siete sempre rimasti nelle prime quattro: un girone d’andata più che positivo insomma?
“Infatti siamo contenti di come è andata finora, è stato un girone d’andata molto positivo per noi. Abbiamo perso fuori casa quattro partite, tre delle quali malamente ma contro squadre che hanno davvero giocato a mille contro di noi. Nelle altre abbiamo fatto 3-2, quindi un punticino ce lo siamo portati a casa. Siamo comunque consci che ora dovremo avere una marcia in più e non regalare punti a nessuno, perchè abbiamo qualche piccolo rimpianto su qualcuno di quei 3-2 che abbiamo fatto finora. Ora ci stiamo rimettendo fisicamente e puntiamo a fare ancora meglio nel ritorno”.
Scontri diretti: la sensazione è che quelli saranno molto, molto importanti visto che ormai i valori di questo campionato sono bene o male delineati. Un bel gruppone in cima, quattro squadre in fondo e poi quelle due o tre squadre di centro classifica (come Paese, Pool Brenta o Cordenons, tanto per non far nomi insomma) da non sottovalutare ma sembra con qualcosina in meno delle prime.
“Sì, gli scontri diretti saranno determinanti, decideranno molte cose. Ma non dobbiamo scordarci che in questo girone ci sono squadre molto fastidiose, quelle che accennavi tu a centro classifica insomma, squadre toste da tenere presenti. Poi succede spesso che nel girone di ritorno le ultime, che non hanno più nulla da perdere o quasi, facciano risultato con le prime. Non dovremo sederci, questo no, è un rischio da evitare assolutamente. Ma la voglia di fare molto bene c’è, siamo carichi, non vogliamo lasciarci scappar via nessuna occasione”.
Scontri diretti che, per la maggior parte, avrete in casa in questo girone di ritorno. Un piccolo vantaggio in più?
“Sì e vogliamo restituirgli il favore e portare a casa il risultato pieno. Io penso che come squadra non abbiamo nulla da invidiare a San Donà che è prima in classifica con sette punti in più di noi. Anche perchè San Donà gli scontri diretti li ha tutti fuori casa in questo girone di ritorno, e loro in trasferta faticano come abbiamo visto quando hanno perso ad Arco. Noi stiamo diventando passo dopo passo sempre più squadra, limitiamo sempre più gli errori. Sarà un gran bel girone di ritorno, sono molto fiducioso”.
Ma San Donà lassù in cima credi sia ancora raggiungibile per voi o meglio pensare solo ai playoff?
“Raggiungibile. Ovvio non si molla mai, questo è categorico. Il primo posto è alla nostra portata, forse finora San Donà è stata la squadra con più regolarità e con meno errori rispetto alle altre. Ma non sono però tanto superiori alle altre squadre. Noi abbiamo fatto un lavoro preciso dal punto di vista fisico per avere benzina nel motore fino alla fine del campionato. Abbiamo lavorato molto sotto l’aspetto fisico per arrivare in fondo in buona condizione, vedremo ora la preparazione delle altre squadre”.
L’Itas Diatec sarà un avversario in più nella corsa ai playoff?
“Sono lì, sono solo a quattro punti da noi e non gli manca tanto. Secondo me possono fare un bel girone di ritorno, finora hanno avuto tante partite condizionate dagli infortuni e dai problemi fisici, un po’ di sfortuna ce l’hanno avuta. Di sicuro sono una bella squadra, li paragono un po’ alla Sisley che c’era in B2 fino ad un pio d’anni fa e che ora è in B1. Secondo me potrebbero buttarci un occhio alla zona playoff. Le squadre che sono là davanti in classifica poi sono squadre esperte, vedremo in che condizione fisica affronteranno questo ritorno, i giovani invece hanno più adrenalina e se non li aggredisci subito si caricano a dovere e a quel punto chi li ferma più?”.
Secondo te il Salumificio Trentino ce la farà a salvarsi?
“Sarà davvero molto, molto, difficile. Anche loro hanno avuto il problema di Lutterotti, mi spiace che ora Marco debba farsi operare, con uno così e con la sua esperienza potevano sperare di fare qualcosina in più. Adesso diventa tutto più difficile, la vedo dura per loro. Spero riescano a cambiare marcia, a giocare senza troppi errori, là ho tanti ex compagni e mi spiace che siano in questa situazione, tifo per loro. Poi li avevo promesso una cena se vincevano domenica scorsa, ma purtroppo...”.
Spassionatamente: in giro in molti dicono che questa B2 rispetto a qualche anno fa sia di un livello un po’ più basso, anche se resta sempre un campionato lungo, difficile e pieno di insidie. Sei d’accordo?
“No, questo mi sembra davvero un bel campionato. Lo vedo molto combattuto, molto tirato e difficile, anche perchè la classifica è molto stretta e poi ci sono tanti bei nomi che girano. Penso che sia un pezzo che non si vedevano negli ultimi anni così tanti bei nome in B2 di gente che ha giocato in serie A o in B1. A partire dalla nostra squadra e da San Donà. Ho letto che proprio tu hai scritto che la B1 di quest’anno è una “A2 bis” e sono daccordo che lì il livello si sia alzato rispetto agli anni passati. Ma questo ha fatto alzare anche il livello della B2, perchè con tanta gente che dalla A è scesa in B1 tanti giocatori di B1 sono scesi in B2. Alzando di conseguenza il tasso tecnico del campionato. Poi dipende sempre da anno in anno o da girone a girone, ma quest’anno credo proprio che il nostro sia uno dei campionati più tosti, di quelli con più esperienza”.
E se andate in B1 poi che fate?
“Che famo? Spero proprio di giocarcela questa B1. Noi abbiamo tutti la voglia di provare a fare questo salto di categoria, la società ha puntato ad arrivarci, o di riff o di raff come si dice dalle nostre parti, ci sono tutte intenzioni di farla la B1 un giorno. Ora noi abbiamo tanta voglia di riscatto in classifica. Vogliamo respirare un’aria un po’ più pura, l’aria della vetta insomma, fare la lepre ci piacerebbe”.
Faresti un fioretto per la promozione?
“Dipende dal fioretto...”
Se andate in B1 ti sposi...
“Urca! Che poi sarebbe stato quello di Ubaldo Capra anno scorso...”.
Potete anche accettarlo tutti e due quest’anno... Per la B1 questo e altro...
“Va bene, accetto. Scrivilo! Se andiamo in B1 mi sposo. Così accontento anche Susan, la mia fidanzata”.
Domandina pettegola: tu che hai giocato con tantissimi allenatori secondo te qual’è il migliore che hai avuto?
“Da tutti ho preso qualcosa, ho imparato tanto...”
Attenzione, attenzione, risposta politicamente corretta...
“E’ vero però. Posso dire che l’anno nel quale ho imparato tanto in pochissimo tempo, anche come atteggiamento dell’allenatore col giocatore, è stata la stagione che ho fatto con Luca Moretti. Era un allenatore ma in parte ancora un giocatore, sapeva cosa dire ad un giocatore quando serviva ma allo stesso tempo riusciva a tenere quel distacco che serve fra allenatore e giocatore. Non è una cosa facile, ma lui ci è riuscito bene. Quest’anno anno mi trovo molto bene, Kalc ha lavorato con Moretti e si vede l’“impronta”. Io sono uno che ha bisogno di una preparazione fisica molto tosta per essere al meglio e credo che con Moretti, Giuliani e Kalc abbiamo fatto la preparazione fisica di cui avevo bisogno e poi, forse, quelli sono stati anche gli anni in cui meglio ho reso in campo. Però, ripeto, da tutti ho potuto apprendere qualcosa di positivo”.
L’allenatore da cui ti sarebbe piaciuto farti allenare?
“Non ci ho mai pensato sinceramente. Non saprei dirti davvero.”
In quale squadra invece ti sarebbe piaciuto giocare ma non hai potuto?
“Mi sarebbe piaciuto andare a Verona con Bruno Bagnoli, a fare il terzo centrale, quell’anno che poi invece sono andato all’Argentario. Mi pare poi avessero fatto anche una bella stagione, se non ricordo male...”
Se la mia memoria non mi inganna fu l’anno che Verona vinse tutte le partite di A2 e venne promossa in A1, vincendo poi anche la Coppa Italia di A2...
“Ecchelà!!! Certo sarebbe stato interessante, ma sarebbe una cosa che avrei dovuto fare da giovane quello di fare il professionista andando in giro. Io invece non vorrei fare il professionista, ho un’altra concezione della pallavolo, certo però andare in A2 non mi sarebbe certo dispiaciuto. Poi qualche rimpianto qua e là ce l’ho, ma la mia filosofia di vita è di non piangere mai sul latte versato. Peccato, ma ho avuto altre situazioni ed altre esperienze che mi hanno reso felice, che mi hanno permesso di vivere belle esperienze e di conoscere tanti amici. Poi la mia scelta è di restare sempre in Trentino perchè qui ho i miei interessi e la mia vita ormai”.
Ci stai a fare un giochino?
"La schedina?"
Sbagliato, niente schedina questo giro. Tu che hai giocato con tantissimi giocatori trentini perchè ora non ti metti idealmente nelle vesti di presidente e costruisci il tuo "sestetto ideale", il "sestetto dei tuoi sogni", con i vari compagni di squadra che hai avuto?
"Bella idea, mi piace. Allora, visto che sono il presidente io non gioco. Dunque, in sestetto metterei Emanuele Coco al palleggio e Giuliano Agazzi opposto, poi Donati e Zancarli schiacciatori, Andrea Sala e Ale Paoli centrali con Sergione de Agostini libero".
Bella squadra, credo che potrebbe fare "benino"... ma la panchina?
"Posso optare per la rosa allargata?"
Prego presidente, si figuri...
"Dunque, secondo alzatore Cristian Maoro, secondo opposto Gianmaria Rizzo, schiacciatori Mauro Delladio e Lollo Dalsasso, centrali Giovanni Tovazzi (lo riporterò in palestra, sto già facendo pressioni) e l'immancabile Alessandro Giuliani, poi il mitico Cristian Bernabè secondo libero e chiuderei la rosa con il "Gaucho"... Mauro Tait. Insomma, sarebbe una bella squadra di amici".
Bella squadra davvero Mr. President. Molveno, Mezzolombardo, Argentario, Anaune, Predazzo: sei stato in ambienti fra loro molto diversi?
“Beh, Molveno e Anaune fondamentalmente no. Gli altri sì, sono state esperienze tutte diverse perchè ho affrontato in modo diverso con obiettivi diversi campionati e situazioni molto diverse. In ogni ambiente si vive in modo differente. All’Argentario puntavamo a salvarsi e peccato non esserci riusciti, ho lottato per obiettivi diversi e poi sempre con diversi impegni. E’ simile l’impegno a Mezzolombardo e quello di quest’anno con quattro allenamenti e tanti pesi. Ognuno di questi ambienti mi ha insegnato qualcosa, mi ha reso più maturo. Penso sia più formativo così per un’atleta, credo sia meglio cambiare abbastanza spesso piuttosto che restare nella stessa società per tantissimi anni. Ora sono a Predazzo perchè condivido le idee di pallavolo che hanno su in valle”.
Ti senti più centrale o opposto?
“Io di mio sono nato centrale e mi sento un centrale. Opposto lo sono diventato col tempo, mi ha aiutato molto Giuliani a fare anche l’opposto, sono creciuto un po’ con questo doppio ruolo ma di mio mi sento un centrale. Certo come opposto ti diverti di più, salti di meno e ora visti gli acciacchi che ho sarebbe più comodo per me, invece come centrale salti sempre e spesso a vuoto. Ma a me piace sacrificarmi, per cui al centro e padalare”.
Ti piace il soprannome “il guerriero”?
“Mi piace tantissimo! Ce l’ho da qualche anno ormai e mi ricorda di “Ken il Guerriero”. Quel cartone animato mi ispirava anche come persona”.
Non cominciamo a parlare di cartoni animati e fumetti con me, rischio di tenerti qui ore e ore e poi non so quanto questo discorso possa interessare ai lettori. Attento però a non incontrare anche tu un giorno il tuo Raoul...
“Già, ma alla fine chi ha vinto? Ken il Guerriero”.
Quand’è che ti laurei?
“Come?... Puntini puntini... L’anno scorso pensavo ci riuscissi in pochi mesi, poi però mi sono incognato con diritto commerciale e c’ho sbattuto la testa, adesso devo rimettermi in pista. Poi quest’anno sono molto preso dal volley, dedichiamo molto più tempo alla preparazione fisica. Spero presto comunque, spero entro la fine di quest’anno, mi mancano ancora tre esami e la tesi in marketing del turismo. Tutto il mio percorso, vecchio ordinamento, riguarda aspetti ambientali e farò la tesi sul Parco di Paneveggio. L'idea c’è e mi ispira, intanto faccio esami e poi quando avrò tempo andrò nel parco a finire la tesi”.
Ma cosa farai da grande?
“Da grande... Bella domanda... Vedrò di sfruttare la laurea, di trovare un lavoro nel campo del marketing, spero, o in qualche azienda. Vedremo, per adesso non ci penso, vedremo a suo tempo”.
Il ricordo più bello finora della tua carriera?
“Penso sia la promozione con Giandonato a Molveno. Eravamo davvero un gran bel gruppo e quella promozione ci ha dato davvero tantissima gioia. Vincere un campionato è davvero qualcosa di meraviglioso. Poi ci sono tanti altri momenti, altre soddisfazioni che porterò sempre con me”.
E il più brutto?
“Quando il mio allenatore delle giovanili, lui era brasiliano ed è stato quello che ha allenato gente come Mauricio e Giovanni, era venuto a Belluno ad allenare. Da piccolo mi ha insegnato tantissimo, poi purtroppo un brutto giorno è deceduto perchè gli hanno iniettato un anestetico che conteneva delle sostanze a cui era allergico. Mi è davvero spiaciuto moltissimo, era una grande persona, da giovane è stato importantissimo per me e la mia crescita. Lui è sempre nel mio cuore”.

CHI E’ SIMONE BRISTOT

Centrale, nato a Belluno il 19 giugno del 1976, ha iniziato a giocare a pallavolo nelle giovanili del Sedico. Sempre con il Sedico ha esordito in B2 a 17 anni, nella stagione 1993/1994, dove è rimasto per tre stagioni in B1 e una poi (1996/1997) in B1. L’anno successivo è ancora in B2, con l’Ideal Santa Giustina, prima di passare nel 1998 a Molveno. A Molveno resta tre stagioni, conquistando la promozione in B1 dove gioca una stagione prima di trasferirsi dal 2001 al 2003 a Mezzolombardo (B1). Nel 2003/2004 il passaggio all’Argentario, in B2, stagione che si chiude con la retrocessione prima di passare l’anno seguente all’Anaune (B2) con cui sfiora i playoff. Dalla scorsa stagione è alla Trenta Volley in B2.

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