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Il personaggio

Silvio Romani, Mondo Sport's (C maschile)

Salite in macchina, si va a Bolzano. Sì, questa settimana prendiamo l’A22, ci fermiamo in autogrill per il tradizionale caffè e l’ancor più classico Toblerone, e poi sbarchiamo a Bolzano. Il motivo? Ma perchè ora più che mai nel volley regionale è “Südtirol über alles”. Il San Giacomo che domina in C femminile e ben due (sì due, ve la ricordate voi l’ultima volta che è successo?) squadre altoatesine ai vertici della C maschile col Mezzolombardo. Mica una cosa che accade tutti gli anni, ma è positiva o meno questa cosa? L’Alto Adige che cresce o il Trentino che si è fermato? L’Alto Adige che guarda al futuro o il Trentino che per arrivare a questo presente ha sparato tutte o quasi le sue cartucce? Bei quesiti, ma tanto mica rispondo io, io passo solo la palla di questa situazione a Silvio Romani, ex bandiera dell’Alpina Bolzano in serie B e ora allenatore del Mondo Sport’s Bolzano. Uno dei nomi più noti sotto rete da Salorno in su. Con lui vediamo allora di tastare un po’ il polso a questo Alto Adige che domina, a Silvio Romani tocca il ruolo di «Personaggio della settimana».
Buona lettura!

Ciao Silvio, come stai?
“Tutto bene grazie. A dire il vero siamo un po’ acciaccati, io al ginocchio e Maurizio Nettuno alla caviglia, ma si va avanti comunque”.
Prima parte del girone d’andata da incorniciare per il vostro Mondo Sport’s?
“Davvero, siamo molto contenti. Anche perchè prima di cominciare non ci siamo prefissati altri obiettivi che non fossero una salvezza tranquilla, da conquistare il prima possibile. Poi per una serie di cose ci siamo trovati lassù in alto e devo ammettere che ci è piaciuto. Ora proviamo a stare lì il più a lungo possibile e poi vediamo come andrà alla lunga”.
Ma vi aspettavate prima dell’inizio della stagione un campionato così al vertice?
“Francamente no. In nostra compagnia lassù in cima ci sono due squadre già indicate fin dall’inizio in lotta per i primi posti e si sono poi rivelate tali. Noi invece come organico siamo molto limitati, siamo pochi e per noi deve sempre girare tutto al meglio per permetterci di esprimerci al massimo. Non possiamo permetterci di non essere sempre al massimo, proprio perchè non abbiamo praticamente cambi. Questo è stato il nostro punto di partenza in estate, sapevamo che in un torneo lungo e difficile come la C poteva essere un handicap”.
Siete lì con Passirio e Mezzolombardo, sentite di poterla vincere questa serie C oppure no?
“Sentiamo di poter battere entrambe in uno scontro diretto. Questo sì. Ma vincere il campionato è tutto un altro paio di maniche. Con loro abbiamo giocato due partite secche ed è sempre finita al tie break, una vinta (Mezzolombardo) e una persa (Passirio). Abbiamo dimostrato di giocarcela con loro, alla fine la distanza è stata sempre di un paio di punti e nulla più. Ma vincere la serie C è un’altra questione, serve essere per tutto ritorno e le ultime due gare che mancano dell’andata sempre lì. Per vincere alla lunga serve fortuna, l’aver programmato bene ed essere costanti. Chi riuscirà ad essere più costante durante tutti questi mesi alla fine vincerà”.
Di certo dalla vostra avete l’esperienza e il fatto di giocare insieme da molti anni.
“Quest’anno è forse il motivo per cui riusciamo a giocare un po’ meglio rispetto agli anni scorsi. Noi essendo una società “particolare”, nella quale ci autofinanziamo in tutto e per tutto e tutti dovevano trovare il loro spazio, finora abbiamo sempre giocato con formazioni sempre diverse. L’anno scorso avevamo dodici giocatori in rosa e non abbiamo mai trovato una buona continuità nella formazione in campo. Quest’anno essendo invece ridotti numericamente la squadra è quella e sempre quella. Siamo tutti buoni giocatori e la formazione in campo è sempre la stessa. Così riusciamo ad avere dei meccanismi più consolidati e oliati”.
Erano diversi anni comunque che non si vedevano le altoatesine così in alto tanto in C maschile quanto in C femminile.
“Vero, però questo io non lo vedo come un ottimo segno...”.
No? Come mai?
“In serie C oggi abbiamo tre squadre altoatesine al vertice, ma questo è spiegabile perchè non esiste alcuna realtà altoatesina di serie B. Il Trentino, invece, deve coprire il fabbisogno delle serie B1 e B2, gli atleti regionali più forti vengono così impiegati nelle serie superiori mentre i giocatori più forti dell’Alto Adige devono per forza di cose giocare in C. Questo per il movimento non è un buon segnale. Se pensiamo solo al settore femminile, pensiamo che il Trentino ha tre serie B2 femminili - anche se navigano in cattive acque -, se noi avessimo tre serie B2, femminili o maschili che siano, sarebbe un suicidio. Secondo me questa cosa va vista più come un segnale di crisi che di rilancio del movimento. Poi pensiamo anche che l’età media di una squadra come la nostra è sopra ai 30 anni...”
Però una squadra altoatesina in B2 maschile e il San Giacomo in B2 femminile l’anno prossimo: cosa che solo pochi mesi fa sembrava quasi fantascienza.
“E’ vero che detta così qualche mese fa poteva essere fantascienza, ma forse dobbiamo pensare anche che il Trentino ha dovuto dare i suoi giocatori migliori alle varie serie B. In C, così, fra Arco, Predazzo, le giovanili dell’Itas e le serie B1, non ci sono gli atleti davvero di punta. Noi non ci potremmo mai permettere una cosa del genere, non abbiamo i numeri per supportare tutto questo”.
Avete già giocato sia col Passirio che col Mezzolombardo, che impressione ti hanno fatto?
“Sono davvero molto contento per il Passirio. Dopo un ottimo campionato come quello dell’anno scorso si è confernmato bene, sono ottimi atleti e sono contento per loro società che dopo aver seminato tanto ora raccoglie. Magari tecnicamente entrambe peccano un po’, nel senso che hanno entrambe tanti giocatori con una discreta fisicità ma che dal punto di vista tecnico mi aspetteri qualcosina in più per essere la “crème” della serie C. Magari avrei apprezzato qualcosa di tecnicamente più alto, anche se sono due squadre fisicamente davvero molto temibili”.
Giardinaggio Teena Volleyball Trento e Levico Libardoni, invece, partivano con il ruolo di probabili regine e invece stanno faticando...
“Nel Volleyball rivedo un po’ la mia squadra. Hanno un’età molto matura, se vengono i risultati poi questi danno il morale giusto per continuare a gente che comunque le loro soddisfazioni nella carriera se le sono già tolte. Mancando invece i risultati positivi, magari, per gente di una età adulta ormai con famiglia e tutto, viene meno un po’ di cattiveria. Per il Levico invece credo che il problema sia di organico. L’assenza di uno come Lollo Dalsasso pesa tanto per quello che riesce a fare in campo e su di lui il Levico si è sempre appoggiato molto. Poi alcuni giocatori finora sono sempre stati impiegati poco, penso a Carisì per esempio, e ora hanno anche cambiato il libero. Nel complesso hanno buoni giocatori, ma gli manca un punto di riferimento chiaro in campo, un giocatore esperto che trascini tutti”.
Invece Bolghera e Argentario sono le sorprese di questa stagione?
“Anche il Bolghera somiglia molto al Mondo Sport’s. Sono un gruppo di amici, poco fisici ma con molta grinta, che lavorano tanto in difesa e aspettano gli errori degli avversari, sono una squadra tenace che lavora tantissimo in seconda linea. Se qualcuno li prende sottogamba rischia davvero grosso. L’Argentario l’abbiamo beccato alla prima giornata e sono rimasto sorpreso di ritrovare Bosio in campo, visto che si erano appena infortunati due loro giocatori. Quella partita per loro non ha fatto testo, ho visto che si sono ripresi bene ed hanno una squadra da non sottovalutare soprattutto quando Dianti ha a disposizione l’intera rosa. E’ un’ottima società, che ha sempre lavorato tanto e bene, soprattutto sui giovani”.
Del livello di quest’anno rapportato alle ultime stagioni che ti sembra?
“Mah... non vorrei dire che mi sembra calato perchè ci siamo noi nelle prime posizioni... Credo sia in linea con quello degli ultimi anni, certamente non poter fare alcune partite davvero di alto livello, come poteva essere con l’Arco dispiace, ma tolta quella punta di eccellenza che poteva essere il C9 mi sembra che tutto il resto sia in linea con quello che era avvenuto in questi ultimi anni”.
Fra voi tre chi la spunterà alla fine?
“Dico Mezzolombardo”.
Scontato che io ti chieda a questo punto: perchè Mezzolombardo?
“Perchè hanno un grande allenatore, il più preparato di tutti. E’ una persona che si rimbocca le maniche e col materiale che ha a disposizione tira sempre fuori il meglio e il massimo. Basta vedere da buon ultimo a Volano e lo scudetto con i ragazzi dell’Itas. Gli atleti poi non sono male, con Angelini hanno una ottima qualità di allenamento e hanno una società molto bene organizzata alle spalle. Penso potranno essere quelli che con la costanza giusta possono vincere”.
Ma se vincerete voi alla fine la serie B2 la fate?
“Aiuto... Siamo dibattuti, lo ammetto, sarebbe una scelta davvero difficile. Noi ci autofinanziamo in tutto e per tutto. Per qualcuno di noi che non l’ha mai fatta la serie B certo sarebbe un’esperienza davvero molto interessante, però bisogna guardare in faccia la realtà. Ho visto fare alcune serie B2 conclusa con appena due o tre vittorie in un intero campionato... e data la nostra età non vorrei diventasse poi la nostra ultima stagione. Vivere una stagione negativa, non avere soddisfazioni in campo, andare in giro per chilometri e chilometri e rimetterci anche dei soldi potrebbe essere più negativo che positivo per una situazione come la nostra. Chissà, magari finiremo questa stagione con un ottimo secondo posto... così non dovremo scegliere”.
Più probabile la faccia il Passirio se alla fine vinceranno loro?
“Sì lo credo anche io. Penso che sia il Passirio che il Mezzolombardo la faranno. Non hanno problemi organizzativi o di soldi. Ci piacerebbe, magari, essere l’ago della bilancia, quella squadra che potrebbe decidere o quasi il campionato”.
Eppure servirebbe una squadra “traino” per l’Alto Adige e il suo movimento maschile.
“Sarebbe un traino ma io credo fino a un certo punto a questi discorsi”.
E qui ci riagganciamo al discorso di prima...
“Ho avuto il piacere di assistere ai 2 anni di A2 a Bolzano e già quell’esperienza lì si pensava che potesse essere un traino per tutto. Invece non è stato raccolto niente intorno a questa A2. Anche attorno al Volley Union che ha fatto la B2 per diversi anni, alla fine non è stato raccolto nulla. L’Alto Adige non è culturalmente pronto alla pallavolo. Forse perchè esistono già tante altre alternative, perch’è c’è un’offerta sportiva molto variegata e completa. Mi sono sempre augurato che i picchi di eccellenza facessero traino a tutto il movimento, ma finora non è mai successo. Non è detto che anche a Bolzano succeda lo stesso “fattore Itas” che c’è stato a Trento. Purtroppo finora da noi non è mai successo”.
E allora travestiamoci da giardinieri e cerchiamo di piantare dal Brennero a Salorno il seme di reti e ginocchiere: ma come facciamo?
“Secondo me la ricetta è sempre la stessa per tutti gli sport, ci deve essere una classe dirigente appassionata. Una volta che c’è questa, e dico appassionata più ancora che competente, si trovano poi i soldi e anche gli allenatori. E una volta stabilizzati i discorsi economici e gli allenatori allora si creano anche i giocatori, i settori giovanili. Le società per crescere hanno bisogno di dirigenti appassionati prima di ogni altra cosa. Tutto il resto viene di conseguenza”.

CHI E’ SILVIO ROMANI

Nato a Bolzano il 24 luglio del 1972, Silvio Romani ha iniziato a giocare a pallavolo all’età di 15 anni nel Volley Union Bolzano. Cresciuto da opposto nelle giovanili della società altoatesina, con la prima squadra bolzanina arriva a giocare C2 ed i tre anni di serie B2 targati Alpina Bolzano giocando nel ruolo di centrale. In mezzo anche una stagione (1994/1995) in B1 a Mezzolombardo. Nelle ultime quattro stagioni i “reduci” del Volley Union hanno fondato il Mondo Sport’s Bolzano e da allora militano in serie C.

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