volley.sportrentino.it
SporTrentino.it
Il personaggio

Elena Prandi, Ata Domonet (B2 femminile)

Prometto una cosa, questa settimana non tirerò in ballo Diego Abantuono e il suo derby Inter-Milan in “Eccezzziunale... veramente” per presentare il derby di sabato. Stavolta mi limiterò a dire che il derby che verrà fra pochi giorni sarà davvero una tappa importante per i destini di Ata Domonet e DeltaDator Torrefranca. Anzi, una tappa decisiva direi. Avremo modo e tempo in questi giorni di parlare e conversare su questo derby, ma potevamo noi esimerci dal cominciare a riscaldare un po’ l’attesa di questa partita già col «Personaggio»? Certo che no. Ma altrettanto certamente non vogliamo dilungarsi solo ed esclusivamente sul derby, solo su una singola partita. Ecco allora perchè questa settimana fermiamo i riflettori su Elena Prandi, schiacciatrice arcense del C9 Arco Riva, punto di riferimento importante per l’Ata Domonet e schiacciatrice fra le più promettenti di casa nostra. E allora con lei perchè non chiacchierare un po’ di questa mancanza di giovani ragazze che, detta brutalmente, metta la palla a terra nel volley di casa nostra. E perchè non parlare di questa travagliata stagione dell’Ata? Oltre che, ovviamente, di questo derby di sabato che stuzzica già l’attenzione di tutti.
Buona lettura.

Ciao Elena, come stai?
“Abbastanza bene, dai...”.
Coraggio, se le cose vanno male poi possono solo andar meglio. Elena, allora, cominciamo dal pronostico secco per questo derby...
“Oddio... ma che domanda è? Se devo essere sincera e speranzosa direi che finirà 3-2 per noi”.
Un derby molto importante questo, nessuna di voi due sta passando un grandissimo periodo...
“Infatti, sarà una partita importante quanto per noi che per il Torrefranca. Loro vengono da queste due sconfitte di fila contro squadre alla loro portata e hanno bisogno di punti per continuare a lottare per i playoff, mentre noi abbiamo bisogno di punti e basta. Credo sarà una partita molto tirata, delicata, forse anche nervosa, nella quale sarà importante sbagliare il meno possibile. Loro forse partono un po’ favorite, ma un derby è sempre un derby per cui sarà una partita tutta da giocare”.
Due vittorie di fila e poi lo stop col Villorba con la salvezza a 5 punti: ma voi ci credete ancora alla salvezza?
“A Villorba è stata una partita direi quasi penosa... Essenzialmente non c’è stato l’atteggiamento giusto in campo, diciamo che gli errori sono abbondati. E per di più nei momenti sbagliati, nei momenti caldi della partita. Proprio troppi errori, anche banalità, sbagli sciocchi, quando invece serviva non sbagliare. Peccato, perchè una partita come questa ha proprio rotto il clima dopo due vittorie di fila. Io, personalmente, per come sono fatta, alla salvezza ci credo ancora oggi e ci crederò sempre. E credo e spero che anche le altre ci credano e ci crederanno fino in fondo, in questo momento dobbiamo essere unite e motivate”.
Anche perchè questo è un torneo dove finora di sorprese se ne sono viste... con le piccole che battono pure le prime...
“Esatto, vedi le vittorie di Trieste e Verona con le prime. La speranze c’è sempre e deve esserci sempre, fino alla fine. Dobbiamo stringere i denti e non smettere mai di lottare, sia che stiamo giocando contro la prima sia contro l’ultima in classifica”.
Ma secondo te cosa c’è che non ha girato per il verso giusto quest’anno?
“Beh, diciamo che alla nostra squadra, per come è stata costruita quest’anno, mancano alcuni tasselli importanti. Manca sicuramente una persona che abbia davvero tanta esperienza. Che sia forte non importa, ma una giocatrice che che dia la giusta tranquillità e la carica giusta alle altre. Nel complesso siamo una squadra giovane, solo Betty Fronza ha l’esperienza giusta e forse un’altra giocatrice con il bagaglio di partite e di esperienza che ha Betty, in un altro ruolo, sarebbe servita”.
Questa domanda mi ero ripromesso di farla solo a fine stagione ad entrambe le società ma visto che adesso ci sono... Ma col senno di poi non era meglio per Ata e Argentario fare una squadra unica?
“Forse sì, alla fine continuare la collaborazione poteva essere il modo per evitare una stagione difficile tanto a loro quanto a noi. Unendoci forse sarebbe andata meglio, anche se ovviamente la controprova non la possiamo avere. Poi ci sono sempre le ovvie e normali ambizioni e rivalità delle varie società, ma forse unire le forze poteva dare qualche chance in più. Ormai comunque è andata così, quindi è inutile fare ipotesi. Pensiamo soltanto a salvarci e stop”.
E allora dammi la ricetta: cosa deve fare adesso l’Ata per salvarsi?
“Prima di tutto ci serve lavorare e allenarci a livello puramente mentale e caratteriale. Dobbiamo migliorare sotto il profilo dell’approccio alle partite e della gestione dei diversi momenti di una gara. Magari dobbiamo far capire a tutte che l’obiettivo salvezza deve essere centrato. E che per quello si deve fare e dare tutto”.
L’addio della Penasa come è stato preso dalla squadra?
“Bella domanda... Questioni di caratteri e di comportamenti. Io e lei, ad esempio, abbiamo caratteri molto diversi. Certo la sua partenza ci ha privato di una giocatrice, in allenamento e in partita, almeno è tornata Francesca Dobrilla anche se fra un po’ ci lascerà anche lei, purtroppo”.
Invece un po’ di mesi fa circolavano voci, chiacchiere e ipotesi riguardanti le dimissioni di Mongera, una cosa del genere come sarebbe stata presa dalla squadra?
“Quella male di sicuro, anche solo quelle voci che erano girate avevano aiutato a buttare giù il morale dell’ambiente in un momento delicato. Per alcune atlete poi Marco è sempre stato un punto di riferimento prezioso e per molte è stato il loro allenatore principale, praticamente l’unico che hanno avuto in carriera. Io credo che cambiare coach all’ora non sarebbe servito a nulla, non credo che le colpe di una stagione un po’ così siano da imputare a lui. Forse, come dicevo prima, manca più che altro qualcosa nella squadra, un certo tipo di figura nella squadra”.
Ma se (toccando ferro, ovviamente) a fine stagione si retrocederà, secondo te, l’Ata cosa dovrebbe fare?
“Non lo so, davvero. Non posso sapere cosa si deciderà di fare l’anno prossimo. Pensiamo al presente adesso come adesso, ad una partita dopo l’altra, e basta”.
E se si retrocedesse tu che cosa faresti? Anche perchè, se non erro, tu stessa stai decidendo cosa fari l’anno prossimo...
“Infatti, forse farò l’Università fuori regione per cui molto probabilmente l’anno prossimo non giocherò più qui. Per ora sto decidendo che facoltà fare, dove andare a studiare, ho diverse idee in mente e diverse possibilità di studio davanti. Deciderò con calma in queste settimane”.
Ma continuerai a giocare anche fuori regione? Oppure, se magari le condizioni lo permetteranno, farai la pendolare su e giù?
“Potrei anche provare a fare il pendolare, anche se dipenderà molto da che facoltà sceglierò, in che città, eccetera. Visto che lo faccio tutt’ora da Arco a Trento potrei farlo, ma ripeto vedrò con calma nelle prossime settimane che fare”.
Una giocatrice con le tue caratteristiche è quasi “merce rara” in Trentino, mancano un po’ le bande attaccanti e dal braccio pesante... quelle che mettono giù palla insomma...
“Merce rara adesso, dai non esageriamo. E’ un peccato averne pochi martelli autoctoni, ma ragazze brave ce ne sono, basta solo dar loro fiducia”.
Qual’è il tuo obiettivo da giocatrice?
“Altra bella domanda... In primis il mio unico pensiero è migliorarmi sempre di più. Voglio maturare esperienza, crescere e migliorare come giocatrice e magari, un giorno, mi piacerebbe provare a fare la giocatrice professionista”.
Che ricordi hai di quel paio di collegiali fatti con la nazionale Pre-juniores se non ricordo male?
“Ne ho fatti diversi quando ero più piccola, un po’ con il Club Italia e un po’ con la nazionale Pre-Juniores. La prima cosa che notai è che c’era un clima parecchio diverso rispetto alla pallavolo qui, proprio uscendo fuori regione ci si rende conto di quanto sia un altro mondo. Un mondo molto, molto, davvero molto impegnativo. Di mio non so se mi sarebbe piaciuto davvero giocare in un ambiente come poteva essere quello del Club Italia. Alla fine sono contenta di esser rimasta a giocare qui”.
Tu sei di Arco, cresciuta nel vivaio del C9, da sempre un grande vivaio per il volley regionale, solo che ora è il maschile a soffrire in B2...
“Purtroppo sì, anche se spero che si salvino. Hanno una buona squadra ma il salto dalla C alla B2 è davvero molto ampio, spero che anche loro riescano a centrare la salvezza, glielo auguro”.
Arco bel vivaio, ma visti i numeri femminili non converrebbe investire più lì che nel maschile?
“Vero, qui ci sono un sacco di giovani che giocano a pallavolo. Credo che l’unico problema del C9 sia solo la carenza di allenatori, sono in pochi per poter seguire tutto il grande lavoro che fanno, per il resto ha gente molto brava che lavora bene e tante giovani molto interessanti”.

CHI E’ ELENA PRANDI

Nata ad Arco il 23 agosto del 1988, ha cominciato a giocare a pallavolo sin dalle elementari nel vivaio del C9. Dal minivolley ha fatto tutta la trafila delle giovanili, arrivando a 14 anni a giocare in serie C dove è rimasta per due stagioni. Da tre stagioni a questa parte è all’Ata Domonet, in B2. Nelle giovanili, oltre a vari titoli regionali, ha conquistato il secondo posto ai campionati nazionali Under 17 con la squadra dell’Ata-Argentario.

© www.sportrentino.it - strumenti per i siti sportivi - pagina creata in 1,453 sec.

Classifica

Notizie

Foto e Video