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Il personaggio

«Quattro chiacchiere con...»: Francesca Michieletto

Dopo la meritata quanto importante vittoria di ieri sera contro Volley Forlì, è d'obbligo parlare della Delta Informatica. Le ragazze allenate da mister Gazzotti hanno compiuto davvero un'impresa, espugnando il PalaRomiti di Forlì (unica squadra ad averlo fatto) per tre set a due. Una partita ricca di capovolgimenti di fronte e di spettacolo. Una gara che ha messo in mostra il carattere e la determinazione di cui dispone la società del presidente Postal: caratteristiche fondamentali, per superare la corazzata guidata da Tai Aguero e proiettarsi con slancio e convinzione verso la parte più delicata del Campionato. Abbiamo incontrato Francesca Michieletto, per parlare del fresco successo, del suo momento attuale e della sua nuova avventura in questa serie A2. Francesca, infatti, giovanissima atleta classe 1997 e figlia d'arte (suo papà Riccardo è stato un giocare della Trentino Volley e ne è l'attuale team manager), dopo aver disputato due stagioni con l'Argentario, è passata in estate alla corte di mister Gazzotti. Dopo i timori iniziali, la giovanissima Francesca, partita dopo partita, ha saputo ritagliarsi un ruolo importante, grazie al suo attacco mancino e al suo insidioso servizio.

La giovane Francesca Michieletto impegnata in ricezione (foto Riccardo Giuliani)
La giovane Francesca Michieletto impegnata in ricezione (foto Riccardo Giuliani)

Ovviamente, è d'obbligo parlare della bellissima vittoria di ieri sera contro Forlì. Avete espugnato il PalaRomiti per la prima volta in questa stagione, grazie ad un'ottima prestazione. Ve lo aspettavate?
«E' chiaro che tutte le partite si affrontano sempre per provare a vincere a tutti i costi, e la gara con Forlì non faceva certo eccezione. Ciononostante, eravamo consapevoli che questa sarebbe stata una gara difficile, anche al massimo delle nostre potenzialità. Forlì è prima in classifica ed è davvero un'ottima squadra. Penso che la nostra arma in più sia stata riuscire a giocare senza pressioni, senza paura di perdere e credendo nella vittoria fino alla fine».

Quel terzo set perso ai vantaggi poteva tagliarvi le gambe. Invece, avete conquistato in maniera netta i due successivi parziali. Che cosa ha fatto la differenza?
«Siamo state brave a non mollare, anche dopo aver perso un set che pensavamo di poter vincere. Ciò che ha fatto la differenza è stata sicuramente la nostra maggiore continuità e concentrazione. Riducendo il numero di errori e difendendo qualche pallone in più tutto, infatti, tutto è stato più semplice. La verità è che volevamo davvero vincere questa gara».

State attraversando un buon momento. Inoltre, con l'arrivo della centrale Zuleta, avete trovato una risorsa in più. Che cosa è cambiato?
«Sicuramente il lavoro in palestra - ammette - Finalmente abbiamo la possibilità di allenarci in dodici atlete e questo consente di avere allenamenti più intensi e competitivi. Inoltre, credo che Lorena, oltre ad essere un'ottima professionista, sia anche una persona molto disponibile e sempre pronta ad aiutarti. Queste sono caratteristiche che fanno sempre bene al gruppo».

Per quanto ti riguarda, invece, stai vivendo la tua prima esperienza in serie A. Come sta andando e quali differenze stai trovando rispetto alla scorsa stagione?
«Non posso che essere soddisfatta per come sta andando la mia stagione. Ho iniziato l'annata con molte paure: la paura di non essere all'altezza o il timore di restare esclusa dal gruppo a causa della mia giovane età e della mia poca esperienza. Fortunatamente, mi è bastato davvero poco per cambiare opinione. Si lavora molto, si cresce e vengo coccolata da tutte le mie compagne. Per quel che riguarda le differenze, il cambiamento è stato grande. Oltre ad una differenza tecnico-tattica, si sente maggiormente la responsabilità di far parte di un gruppo di professioniste. Alla luce di tutto ciò, la soddisfazione per essere riuscita a ritagliarmi spazi importanti, è ancora maggiore».

Fino a questo punto del Campionato, quali giocatrici ti hanno impressionato maggiormente?
«In ogni partita che giochiamo, ho la possibilità di vedere all'opera atlete che mi impressionano per il loro gioco, ma soprattutto per la loro intelligenza, furbizia e grinta. E' difficile fare dei nomi e, al contrario, sarebbe sbagliato farne troppi. Tuttavia, un esempio recente è sicuramente Tai Aguero».

Francesca Michieletto dalla linea dei nove metri (foto Riccardo Giuliani)
Francesca Michieletto dalla linea dei nove metri (foto Riccardo Giuliani)

Provieni da una famiglia molto vicina al mondo della pallavolo. Quanto ha influito sulla tua crescita e sul tuo avvicinamento a questo sport?
«Contrariamente a quello che si può pensare, ho iniziato a giocare a pallavolo piuttosto tardi - confessa - ero già in terza media ed è stata totalmente una mia scelta. Fin da piccola ho avuto la possibilità di vedere molte partite, ma ho provato diversi sport prima di scegliere il volley. Mi dispiace solo non aver cominciato prima. Grazie ai miei genitori ho sempre avuto una visione obiettiva della situazione e questo mi ha permesso e mi permette di non lasciarmi influenzare dalle opinioni degli altri. Da quando sono venuta a giocare in Trentino sono diventata più indipendente, ma so di poter sempre contare su di loro e sulla loro esperienza quando ne ho bisogno. Credo sia importante il fatto che mi hanno sempre lasciato provare, aspettando che fossi io a chiedere il loro aiuto, prima di intervenire».

Oltre alla pallavolo, sei una studentessa. Come riesci a combinare questi due impegni?
«Questa è forse la parte più difficile di questa esperienza. Serve tanta organizzazione, ma soprattutto occorre convinzione di potercela fare. Spesso, quest'ultimo aspetto viene meno, ma per fortuna ci sono tante persone che mi sono vicine e che me lo ricordano. Sono consapevole di quanto lo studio sia importante e per questo ha sempre la priorità. Penso che, se davvero si vogliono fare bene entrambe le cose, ci si riesce. Forse i risultati non sono immediati, ma con il tempo arriveranno».

Cosa chiedi al resto della stagione, per te e per la squadra?
«Ora la stagione sta entrando nel periodo più atteso, ma anche più duro ed intenso. Mentirei se non dicessi di voler arrivare il più avanti possibile, anche perché credo che questo gruppo se lo meriti. Da me stessa, infine, mi aspetto ancora un'ulteriore crescita, sia tecnica che tattica».

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