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La storia di Simone Giannelli, come è arrivato fino a qui

È cominciato tutto con una telefonata. Il baby Giannelli aveva tredici anni e giocava nel Neugries di Bolzano: affrontava tutti i campionati giovanili e nell'under18 giocava libero. Non aveva proprio un fisico da pallavolista, anzi era piuttosto in carne. La Trentino Volley lo notò e pensò che da quel ragazzo avrebbe potuto tirare fuori qualcosa di buono.
A tredici anni quindi fa la sua prima apparizione con le giovanili della società del capoluogo, partecipando in prestito alla Boy League 2009 (torneo nazionale organizzato dalla Lega riservato alla categoria under-14), che si concluderà a Castelfidardo (Ancona) senza risultati altisonanti. Simone Giannelli decide di trasferirsi alla Trentino Volley la stagione seguente: vive a Bolzano con la famiglia e prende il treno quasi tutti i giorni per allenarsi a Trento. A fine marzo si gioca a Sestola, in provincia di Modena, la final four della Boy League ed ecco servito il primo successo in carriera. L’anno seguente a Potenza la Trentino Volley under-16 vince a sorpresa il tricolore (era l’annata 1995 e i gialloblù erano tutti ’96) e a chiudere la finale contro Treviso sarà proprio Giannelli con un attacco in diagonale stretta. Primo riconoscimento di MVP per il giovane bolzanino.

Anno 2012: in provincia di Roma, nella stessa categoria, i trentini concedono il bis contro Milano: Giannelli chiude la finale con 14 punti e viene nominato nuovamente miglior giocatore.
Il 2012 è anche l’anno del Trofeo delle Regioni, manifestazione che coinvolge le rappresentative di tutte le regioni italiane. In finale contro le Marche è ancora lui a portarsi via la coppa assieme al titolo di MVP.
Cambia ancora l’annata, ma non cambia la musica: in semifinale tricolore Giannelli gioca da laterale e trascina i suoi alla vittoria per 3-2 sulla Sisley Treviso, con 25 punti personali, in quella che lui stesso definirà come una partita, che non dimenticherà mai. In finale Segrate dovrà alzare bandiera bianca e il baby-fenomeno scrive cinque alla voce scudetti, vincendo il suo quarto MVP. Simone Giannelli comincia a farsi un nome, si dice sia un predestinato, perché i numeri parlano chiaro e il conto dei trofei si sta perdendo.
Con l’infortunio di Raphael in prima squadra, in gara-5 contro Piacenza nella stagione 2012/13 indovinate chi c’è alle spalle di Sintini? Proprio lui. Stoytchev nel quarto set lo chiama a sé in panchina, anche se alla fine non farà il suo esordio. Giannelli quindi vince anche uno scudetto con la prima squadra a 16 anni. Il debutto in Serie A arriverà in trasferta a Ravenna la stagione seguente sotto la guida di Serniotti a 17 anni, stabilendo il record come atleta più giovane in casa trentina ad esordire nella massima serie.
Nel frattempo trionfa con l’under-19 in Junior League e nei campionati nazionali under-19 e la stagione successiva è promosso definitivamente in Serie A1. Viene convocato nelle nazionali giovanili ed inserito da Berruto nel progetto Rio 2016, oltre che nella lista per la World League 2015.
Nell’ultima stagione supera definitivamente Zygadlo nelle gerarchie in gara-3 di finale scudetto, guadagnandosi di diritto il posto da titolare nella partita successiva. Giannelli conduce i compagni al quarto scudetto con due rotonde vittorie (3-0 e 0-3) e lo fa con la freddezza, la lucidità e se vogliamo l’incosciente esperienza di un veterano, contro la favorita Modena.
Tutti noi vediamo il risultato finale: ragazzone di due metri, autentico poeta del palleggio, deciso e glaciale in ogni azione, ma pochi conoscono la sua storia, fatta di sacrifici e molte rinunce che ora stanno producendo i loro frutti. Nell’anno della maturità.

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