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La Trentino Diatecx strapazza il Novy Urengoy, è finale mondiale

CZESTOCHOWA – Il sogno mondiale della Trentino Diatecx continua. La striscia di successi consecutivi costruita nel girone di qualificazione di Resovia si è allungata ieri sera nel modernissimo palasport di Czestochowa, dove si sta giocando la final four del Mondiale per Club. La squadra di Angelo Lorenzetti ha infatti superato l’ostacolo Novy Urengoy, formazione siberiana allenata dall’ex gialloblù Camillo Placì, in quattro set, mostrando una superiorità tecnica che solo un primo set nel quale il servizio è stato gestito in maniera sciagurata ha provato a mettere in discussione. Dal secondo, limitati gli errori dalla linea dei nove metri, si è vista la partita a senso unico che si auguravano di vedere i tifosi fin dall’inizio e così nel breve volgere di un’ora e 19 minuti di gioco effettivo, la durata delle ultime tre frazioni, Giannelli e compagni si sono garantiti la seconda finale di questa stagione, dopo quella di Supercoppa. Un risultato di grande spessore, favorito anche, non si può sottacerlo, da un girone eliminatorio relativamente abbordabile e dalla variabile impazzita Novy Urengoy, che nella prima fase è riuscita a battere il Kazan, spazzando via dalla strada dei trentini un avversario potenzialmente micidiale come la squadra quattro volte campione d’Europa. Un regalo di Natale anticipato che non poteva essere sprecato e così è stato.
Formazione molto interessante quella affidata alle mani di Camillo Placì, ma forse ancora troppo acerba per poter giocare ad altissimi livelli per un intero match. Il trio di palla alta, composto dall’opposto Udrys e dai laterali Volkov e Kliuka, ha fatto vedere ancora una volte ottime cose (39 palloni a terra su 64 in tre), ma le difficoltà palesate in ricezione e la prova altamente deficitaria della squadra al servizio hanno infine chiuso in una gabbia i siberiani, abbastanza efficienti nella fase di cambio palla, molto in affanno in quella break. Va inoltre aggiunto che buona parte della squadra è scesa in campo influenzata, una piccola epidemia polacca che ha lasciato il segno.
Per la Trentino Diatecx si tratta della quinta finale in un Mondiale. Questa sera alle 20,30 se la vedrà con la Lube Civitanova, che allo stesso modo ha schiacciato il Resovia dopo aver gettato il primo set.

Primo set (22-25), il servizio gialloblù gioca per il Fakel
La partita prende il via nel migliore dei modi per i trentini, in campo con il settetto tipo: sul 3-3 Lisinac va al servizio e arrivano due break: muro di Candellaro su Volkov ed ace su Kliuka, che improvvidamente alza le braccia al di sopra delle spalle, toccando una sfera destinata certamente out. Dopo numerosi cambi palla Uros Kovacevic estrae dal cilindro il primo della serie di servizi micidiali che tiene in “serbo” per questa sfida, realizzando l’ace su Volkov, con il quale ristabilisce le distanze dopo che un attacco di Vettori sull’antenna aveva regalato il primo break point ai russi. Trento gioca bene, ma il servizio non va e in questo gioco è un problema: Vettori sbaglia la battuta, Kliuka invece trova l’ace su Russell e la parità è servita: 13-13. Fino al 18-18 le due squadre eseguono il cambio palla con una regolarità disarmante, quasi monotona, poi però a Russell scappa il braccio e allarga troppo un diagonale, che finisce out: 18-19. Dopo due servizi trentini consecutivi alle ortiche Udrys realizza un ace su Russell e subito dopo Kovacevic commette invasione: 21-24 e set gettato via.
I NUMERI – Mostruosi i due attacchi: 80% il Fakel, 74% la Trentino Diatecx. I gialloblù ricevono alla grande (84% di tocchi positivi), ma con soli 3 break point all’attivo serve a poco.

Secondo set (25-14), la battuta diventa l’arma vincente
Appresa la lezione, dopo il cambio di campo Vettori e compagni cambiano marcia in battuta. Sul 4-3 il gioco armonico dei cambi palla si interrompe grazie a Vettori, che serve su Kliuka in prima linea, e il laterale russo sbaglia due volte in attacco. Sul 9-6 tocca poi a Giannelli infierire sulla ricezione avversaria: Kliuka commette un’invasione, poi incassa due ace corti di fila. Al club dei cecchini dai nove metri si iscrive anche Kovacevic, che impallina Volkov (14-7). Si vola velocemente verso la fine del set anche grazie ad una produzione industriale di errori da parte dei siberiani, che sbagliano battute, attacchi e commettono invasioni a ripetizione. Un disastro, che vale il 25-14.
I NUMERI – I due attacchi girano ancora bene (67% contro 68%), ma il Fakel crolla al servizio (4 errori e zero ace contro i quattro punti a fronte di 2 errori dei gialloblù). I muri insistono a latitare da entrambe le parti (zero), in attacco Lisinac continua a macinare punti 5 su 6), ma è il duo Russell – Vettori (14 su 20 in due) a fare da locomotiva del gioco trentino.

Terzo set (25-16), Kovacevic e Vettori fanno le pentole e i coperchi
Dopo il cambio di campo c’è curiosità, per capire se i veri rapporti di forza sono quelli della prima o della seconda frazione. Una differenza non da poco. Fino al 6-6 tutto lascia pensare che l’ipotesi più verosimile sia la prima, ma poi è di nuovo la battuta di Vettori e spezzare gli equilibri: con due ace consecutivi (su Shoji e Volkov) e con l’attacco break del 12-9 fa decollare i suoi, pronti ad azzannare nuovamente la preda non appena mostra segnali di debolezza: due ace consecutivi di Kovacevic valgono il 15-10, un muro del “Vetto” e un altro ace di Lisinac creano un divario imbarazzante (18-11). La diagonale Giannelli - Vettori confeziona buona parte dei punti che mancano per arrivare alla fine.
I NUMERI – A parità di rendimento degli attacchi (60%), spiccano i 4 ace con 0 errori (!) trentini, contro gli 0 ace con 4 errori russi: questo dato marca un 8-0 determinante. In attacco cala Russell (40%), ma la coppia Vettori – Kovacevic ne mette a terra 9 su 11.

Quarto set (25-19), cala la battuta, ma l’attacco trentino è da vertigini
Per impedire al Fakel di rialzare la testa, Trento comincia il terzo set con autorità (3-0 con due ottime battute di Russell). Sul 6-2 (muro di Vettori) sembra di rivedere la cavalcata della frazione precedente, ma stavolta, almeno per un po’, il Fakel prova a metterci un freno con un ace di Iakovlev e uno di Ananiev. Il 12-11 dovrebbe rinfrancare la truppa di Placì, ma Kovacevic non le lascia nemmeno il tempo di rendersene conto: con quattro servizi ne sconquassa il cambio palla (muro di Lisinac, errore di Kliuka, pipe ed ace) e chiude anzitempo la questione della qualificazione sul 17-11. Il finale è infarcito di errori, da una parte e dall’altra, ma conta poco, perché tutti aspettano solo il fischio finale, che arriva dopo un servizio out di Volkov.
I NUMERI – L’attacco trentino chiude la frazione con un 14 su 15, ovvero il 93%, roba da libro dei primati. Tutto il resto conta poco o nulla.

Autore
Andrea Cobbe
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