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Vent'anni di Trentino Volley, quanti ricordi nel cassetto

Il 23 maggio di vent’anni fa si aprì uno dei capitoli più gloriosi della storia sportiva trentina. In quella data venne infatti fondata la Trentino Volley, che raccolse il testimone portato da Mezzolombardo dalla serie C alla A2, per cominciare a scrivere un nuovo racconto, ancora più esaltante, fatto di successi, ma soprattutto di un coinvolgimento popolare non prevedibile. Prima della costruzione di questa nuova realtà, infatti, nessuno sportivo trentino aveva mai immaginato che un club della propria provincia potesse un giorno vincere scudetti e coppe internazionali in uno dei tre sport di squadra più popolari del mondo e non aveva mai nemmeno preso in considerazione l’idea di assistere ad una finale scudetto in un palasport a Trento. Anche solo per il fatto che quel tipo di impianto fino al 2000 non era esisteva proprio.

Estate 2000, nasce la prima Trentino Volley
Estate 2000, nasce la prima Trentino Volley

I playoff senza gloria di Mezzolombardo

Tutto avvenne in tempi assai ridotti. Ricordo molto bene quei giorni di primavera del 2000 e la rapidità con la quale si passò dal progetto alla sua realizzazione. Non fu una stagione felicissima per la squadra maschile di vertice della nostra provincia, quella che si concluse il 26 aprile di quell’anno, e forse quegli affanni furono la molla decisiva per dare la svolta ad una situazione stagnante. L’Itas Btb Mezzolombardo, vale la pena ricordarlo, aveva da poco terminato la propria terza avventura consecutiva in A2 e lo aveva fatto senza clamore: qualificatasi ai playoff per la promozione in A1 grazie al quinto posto strappato in regular season, superata da Taranto, Milano, Gioia del Colle e Grottazzolina, cercò di difendersi nel girone all’italiana, che la oppose a Forlì, ultima classificata in A1, e alle stesse Grottazzolina e Gioia del Colle. Ad inizio stagione le speranze di poter strappare la promozione erano vive, non solo perché la squadra era stata dotata di un trio di palla alta decisamente competitivo (il cubano Batte, l’australiano Hardy e lo spagnolo De la Fuente), ma anche perché in via eccezionale in quella stagione sarebbero salite nella massima serie ben tre formazioni, due con promozione diretta e una attraverso i playoff.
Un’occasione irripetibile per compiere il grande balzo, che però fu raccolta da Taranto, Milano e Forlì (che confermò la categoria anche grazie ad un immarcabile Iakovlev). Mezzolombardo nei playoff si squagliò, anche perché fu costretta a giocare le tre gare casalinghe al PalaResia di Bolzano, rinunciando così al calore del palasport di Gardolo per la sua inadeguata capienza. Santuz e compagni vinsero una sola gara (3-1 casalingo ai danni di Gioia del Colle il 12 aprile), chiudendo all’ultimo posto il gironcino di semifinale.

Un'irripetibile concomitanza di fattori

La prima volta che sentii parlare dell’ipotesi di costruire a tavolino il grande salto in serie A1 fu il 9 aprile al PalaFiera di Forlì, che ospitò la prima partita di quella serie. Alberto Ciurletti, prima del match, mi raccontò dell’entusiasmo di Diego Mosna, ai tempi sponsor del libero con il marchio Diatec, della disponibilità del gruppo Itas, guidato da Edo Benedetti, e soprattutto dell’occasione offerta da Padova, che aveva messo in vendita il proprio diritto sportivo. Per chi aveva seguito in prima persona tutto il cammino della squadra di Mezzolombardo dalla serie B2 alla A2, già quella categoria era sembrata una conquista storica. Ipotizzare di poter seguire il team addirittura in A1 appariva qualcosa di incredibile. Troppo bello per essere vero.
Eppure nel giro di poche settimane, grazie al gioco di squadra di questi personaggi chiave, ai contatti di Massimo Dalfovo, l’unico personaggio di quel gruppo di lavoro che aveva confidenza con direttori sportivi e dirigenti della massima serie, grazie alla disponibilità dei diritti sportivi e, non dimentichiamolo, a quella dell’amministrazione comunale di Trento, guidata da Alberto Pacher, di terminare entro settembre la costruzione del nuovo palazzetto dello sport, il sogno divenne realtà.
A sorpresa, alla fine, la migliore offerta fu quella di Ravenna, da cui venne infine rilevato il diritto sportivo di A1, e l’annuncio ufficiale dell’approdo della neonata Trentino Volley in A1 arrivò in quel fatidico 23 maggio 2000. In quel preciso momento cominciò una corsa contro il tempo per costruire la squadra di A1, partendo da zero, o quasi (vennero confermati solo De la Fuente e Burgsthaler), e per poter inaugurare il PalaTrento con l’inizio del campionato.

I ritagli di giornale dell'epoca

Il modo migliore per ricordare le cronache di quei giorni è probabilmente quello di ripescare dal cassetto gli articoli che scrissi per l’Adige. Ricordo bene che incredulità ed entusiasmo si mescolavano, dando vita ad un mix elettrizzante, che, in verità, non si è mai esaurito. Come potete vedere uno di questi articoli fu scritto da un volto che ben conoscete, un giovanissimo collaboratore da due anni prima avevo portato al giornale della collina...

l'Adige dell'8 maggio, si parla ancora di Mezzolombardo
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l'Adige del 20 maggio, richiamo in prima
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l'Adige del 20 maggio, si può dare la notizia
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l'Adige del 21 maggio, presentato il progetto
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l'Adige del 24 maggio, i dettagli
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Autore
Andrea Cobbe
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