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Il personaggio

«Quattro chiacchiere con...»: Nicola Leonardi

Quando si ricorda il ciclo vincente della Trentino Volley, i primi nomi che vengono alla mente sono sicuramente quelli di Birarelli, Kaziyski, Juantorena, Stokr, Raphael, ecc... Tuttavia, in quella squadra di fenomeni, c'era un giovane trentino che, a fianco di quei cosiddetti "mostri sacri" della pallavolo, si è tolto delle bellissime soddisfazioni. Stiamo parlando di Nicola Leonardi, centrale nato a Trento nel 1988. Cresciuto nelle giovanili della Trentino Volley, Nicola è arrivato ad indossare la maglia della sua città in prima squadra, mettendo in bacheca trofei prestigiosi nella stagione 2010/2011: 1 Campionato, 1 Champions League ed un Mondiale per Club. Niente male per un ragazzo di soli ventidue anni. Dopo quella stagione, il centrale trentino è passato da Ravenna, Padova ed infine in Austria, a disputare la Champions con l'Hypo Tirol Innsbruck. Nella stagione 2014/2015 il passaggio in B1, per entrare a far parte del progetto del presidente Bruno Mosca. Lo abbiamo incontrato per fare il punto sull'attuale situazione dell'Avs, ripercorrendo le tappe della sua carriera.

L'attacco in primo tempo di Nicola Leonardi, servito da Izzo
L'attacco in primo tempo di Nicola Leonardi, servito da Izzo

Partendo dalla partita di sabato, si può dire che quel 3-0 contro Novi è stato quasi liberatorio. Ci voleva una vittoria dopo un periodo così difficile.
«Assolutamente sì, serviva una vittoria - afferma - era fondamentale portare a casa un successo contro un avversario che era ampiamente alla nostra portata e, proprio per questo, dovevamo vincere. E' vero, non abbiamo espresso un gioco eccellente, ma ciò che contava erano i tre punti. Venivamo da un periodo difficile, a causa di alcuni problemi di infortuni e dagli addii di Sambucci e Andriano. Anche per questa ragione, è stato fondamentale chiudere sul 3-0».

Tre punti che vi restituiscono morale e fiducia in vista dei prossimi impegni.
«La fiducia non è mai venuta meno, ma si può dire che, per noi, questi tre punti sono ossigeno puro e ci permettono di affrontare le prossime due gare con maggior convinzione. Incontreremo altre due squadre contro le quali abbiamo l'obbligo della vittoria. Siamo una squadra che è stata costruita per vincere il Campionato e non dobbiamo nasconderci».

Tuttavia, dopo 11 giornate siete al nono posto. Immagino che ad inizio Campionato vi aspettavate tutt'altra classifica.
«Certamente - ammette il centrale trentino - è inutile negare che siamo partiti per vincere questo Campionato e la classifica non è in linea con le nostre aspettative iniziali. Ciononostante, non siamo distanti dal quarto posto e possiamo giocarcela fino alla fine. Inoltre, nel girone di ritorno avremo meno trasferte lunghe e questo sarà un bel vantaggio. Dipende solo da noi, ma da adesso in poi lavoreremo con più serenità».

Siamo quasi alla fine del girone di andata. Che idea ti sei fatto di questo Campionato?
«E' pieno di atleti che provengono da categorie superiori, come Mattera, Cardona e lo stesso Gavotto e, proprio per questo, il livello è molto alto. Mi sembra che il nostro girone sia, forse, il più complicato, ma è sicuramente molto interessante.

Per quanto ti riguarda, sei alla seconda stagione in maglia Avs Mosca Bruno. Che bilancio puoi tracciare della tua esperienza?
«Il bilancio è senza dubbio molto positivo. Fin dall'inizio, ho sempre ritenuto Bolzano come la mia prima scelta e per questo sono felice di far parte di questo gruppo. Inoltre, ci sono molti ragazzi insieme ai quali ho fatto le trafile nelle giovanili della Trentino Volley. Questo aiuta a farmi sentire ancor più a casa. Per quanto riguarda la società - prosegue - sono soddisfatto di poter far parte di un progetto serio e di prospettiva, come quello dell'Avs».

Il pubblico trentino ti ricorda con la maglia della Trentino Volley. Stagioni di gioie e trofei prestigiosi, da poter mettere in bacheca. Che ricordi hai?
«Ricordi ed emozioni bellissime - confessa - per un trentino, riuscire ad arrivare in A1 e vincere con la maglia della propria città, è davvero un orgoglio. Avevo solo ventidue anni ed un piccolo ruolo in squadra, ma aver fatto parte di una società che ha vinto tutto, è una gioia che porterò per sempre con me. Ho avuto la possibilità di vincere Campionato e Champions League, giocando al fianco di atleti del calibro di Juantorena, Kaziyski e Raphael. Sarò per sempre grato alla Trentino Volley e a mister Stoytchev, per la fiducia che mi hanno concesso».

Nicola Leonardi con la maglia della Trentino Volley (foto Marco Trabalza)
Nicola Leonardi con la maglia della Trentino Volley (foto Marco Trabalza)

E quest'anno, come li vedi?
«Mi preme dire che, già l'anno scorso, hanno fatto qualcosa di incredibile. In molti dicevano che Modena era più forte, ma loro hanno dimostrato che, il lavoro in palestra e la dedizione, sono molto importanti per raggiungere grandi traguardi. Vedo bene la squadra anche quest'anno, con l'aggiunta di un gruppo di italiani giovane e di prospettiva. A testimonianza che, il progetto intrapreso da Trentino Volley con i giovani, è molto valido».

E poi c'è un capitano che tu conosci molto bene.
«E' strano, ma allo stesso tempo molto bello, vedere Filippo Lanza nel ruolo di capitano. Mi ricordo quando è arrivato nel settore giovanile di Trento. Ha sempre lavorato con impegno e voglia e, da quel giorno, ha fatto sicuramente molta strada. Sono davvero felice per lui, se lo merita».

Dopo l'esperienza in Austria, hai deciso di scendere di categoria. Ti manca il palcoscenico della serie A?
«Ho deciso di andare in Austria, oltre che per giocare a pallavolo, proprio per la possibilità di poter vivere un'esperienza nuova, mettendomi a confronto con un'altra cultura. Credo che questo sia l'aspetto più bello ed è quello che, al momento, mi manca maggiormente. Tuttavia, ho scelto di allontanarmi dal volley di un certo livello ed attualmente sono soddisfatto. Ho raggiunto il mio massimo, vincendo tanto e sarò grato a tutte le società nelle quali ho militato».

In questo preciso momento, quanto spazio occupa la pallavolo nella tua vita?
«Da un punto di vista pratico, è un bell'impegno, visto che mi alleno a Bolzano, in una squadra con ambizioni. Anche a livello psicologico, comporta un certo carico di responsabilità. Abbiamo l'obiettivo di vincere e dobbiamo lavorare sempre in quella direzione».

E da un punto di vista lavorativo, cosa vedi oltre la pallavolo?
«Uno dei motivi per il quale sono tornato a Trento, è stato anche quello di poter abbinare il lavorare al volley - confida - da due anni, infatti, ho la fortuna e il piacere di poter collaborare con la Palladium Sport (www.palladiumsport.it). Ho la possibilità di mettere a loro disposizione la mia esperienza, per aiutare i più giovani nell'avviamento all'attività sportiva. Si tratta di un progetto sportivo, del quale vado molto fiero».

Per concludere, qual è il compagno che, in questi anni, più ti ha impressionato e a quale, invece, sei rimasto più legato.
«Ci sono tanti compagni da ricordare, ma quello al quale sono più affezionato è Lorenzo Gallosti. Abbiamo fatto le giovanili insieme, dividendo anche la stagione a Ravenna. Filippo Lanza e Massimo Colaci, invece, sono i giocatori che più mi hanno impressionato. Sono la dimostrazione che, con il lavoro e i sacrifici, puoi arrivare a livelli altissimi».

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