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Ilaria Granieri atterra in A2: «Era un'occasione da sfruttare»

La retrocessione in serie B2 dell’Ata Trento e la scelta della società di puntare su un gruppo profondamente rinnovato per affrontare la quarta categoria nazionale nella prossima stagione ha dato inevitabilmente il via a una serie di addii. La lista delle giocatrici in partenza è lunga, ma fino ad ora sono solo due i trasferimenti ufficializzati, ovvero quello della schiacciatrice Emma Orlandini, che si è accasata a Volano, e quello della palleggiatrice Ilaria Granieri, che è stata annunciata dal Martignacco di serie A2. La regista di Romagnano Sesia lascia dunque il club cittadino dopo quattro stagioni decisamente complicate sul piano dei risultati, che le hanno comunque permesso di crescere fino a disputare la propria migliore stagione nell’ultimo campionato, chiuso con la bellezza di 100 punti all’attivo (48 in attacco, 31 a muro e 21 al servizio). Un bottino che non è bastato alla Walliance per salvarsi, ma che le ha comunque permesso di mettersi in luce.
A Martignacco, dove la allenerà l’ex Trentino Rosa Marco Gazzotti, Ilaria parte come seconda di Veronica Allasia, giocatrice che ha un anno più di lei, ma anche tre tornei di A2 in più alle spalle, due giocati a Pinerolo dal 2018 al 2020 e uno a Olbia nella passata stagione. Sarà comunque un’occasione per imparare molto.

«Questa opportunità si è creata grazie all’interessamento di Marco Mongera, - spiega Ilaria - che ha suggerito all’allenatore di Martignacco la possibilità di portarmi in serie A2. Siamo andati lì ad inizio giugno per un provino e i pezzi si sono subito incastrati bene, dato che Gazzotti mi ha fatto una bella impressione ed io a loro. Mi ha fatto capire che dopo quattro stagioni in B1 era arrivato il momento di mettermi alla prova ad un livello più alto e che avrei trovato spazi per giocare e non solo per allenarmi, come è già capitato a tante altre giocatrici giovani passate da lì prima di me». Come la neo volanese Federica Braida, aggiungiamo noi...

Nelle ultime quattro stagioni sei diventata una delle giocatrici simbolo del nuovo corso dell’Ata, come hai vissuto questa full immersion trentina? «Ho capito subito che ero arrivata in una società molto ben organizzata e nel corso degli anni mi sono sempre trovata bene. All’inizio mi ha stupito, e anche un po’ spaventata, il fatto di trovare subito spazio in campo come titolare. La cosa mi ha responsabilizzato molto e ha velocizzato il mio percorso di apprendimento e di crescita, quindi posso solo essere grata della fiducia che è stata riposta in me fin dall’inizio. Se oggi siamo qui a commentare il mio “sbarco” in A2 è anche grazie a questo. Detto questo, non si può negare che siano state quattro stagioni difficili sul piano dei risultati, l’ultima delle quali si è chiusa con un’autentica beffa, una retrocessione che non meritavamo e che è stata anche figlia di molte circostanze sfortunate, come gli infortuni, l’introduzione dello spareggio o anche il semplice fatto che per un solo set siamo state risucchiate nei playout».
Fra le tante compagne con le quali ha giocato in questi anni ce n’è qualcuna dalla quale senti di aver imparato qualcosa in più? «Sul piano tecnico e soprattutto per l’atteggiamento da tenere in campo avere avuto a fianco un’atleta esperta come Emma Orlandini mi è stato molto d’aiuto, un punto di riferimento importante anche fuori dal campo. Ci ha portato quella dose di esperienza e di tranquillità che ci era mancata in passato».

Autore
Andrea Cobbe
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