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Delusione Trentino Itas, lo Zaksa si pappa la coppa in 4 set

L’obiettivo della Trentino Itas di ritornare ad alzare al cielo la coppa con le orecchie, come era accaduto nel 2009 a Praga, nel 2010 a Lodz e nel 2011 a Bolzano, è rimasto sulla carta. Solo un sogno di mezza primavera, svanito nella lugubre notte veronese al termine di un match che ha saputo esaltare la praticità della squadra polacca e mettere a nudo le debolezze di quella trentina, cronicizzatesi nella parte finale della stagione. Quella che conta.
Il colpo d’occhio sulle statistiche finali di questo match vinto, meritatamente, dallo Zaksa Kedzierzyn Kozle lascia abbastanza perplessi, per non dire basiti: percentuale finale in attacco 55%-52% a favore dei gialloblù, percentuale in ricezione 57%-51% per i gialloblù, muri vincenti 9-9, ace 4-4. Risultato finale? 3-1 per i polacchi, con parziali di 25-22, 25-22, 20-25, 28-26. Dove sta il trucco? Sul piano strettamente statistico è tutto negli errori, dato che al servizio lo Zaksa ne ha commessi tre in meno (22-25) e su azione due in meno (4-6) e nel fatto che la Trentino Itas ha vinto il proprio set molto più largamente di quanto i polacchi non abbiamo fatto negli altri tre. Sul piano pratico la spiegazione sta nel fatto che nei momenti che contano, quando i palloni scottano e basta un dettaglio per assegnare un set, la squadra trentina si è squagliata un’altra volta.
Nelle partite giocate dopo la vittoria di Perugia, che è valsa a Giannelli e compagni questa finale (ultimo vero acuto stagionale, se si eccettua il successo conquistato contro una Civitanova ancora convalescente per Covid-19), la squadra di Lorenzetti ha perso cinque set tirati su sei: due 23-25 in gara-2 contro la Lube, altri due 23-25 in gara-4 e il 26-28 dell’ultima frazione di ieri. Fa eccezione il 27-25 del primo set in gara-3 a Civitanova. Si tratta di una serie che, a questo punto, non può essere considerata casuale, così come non può essere un caso che Trento abbia perso 12 frazioni delle ultime 14 giocate e tutte le ultime quattro gare disputate (due 0-3 e due 1-3 con Lube e Zaksa). Una debacle finale difficile da prevedere in questa misura solo fino a due mesi fa, che deve porre anche dei quesiti sulla capacità di Angelo Lorenzetti di preparare al meglio, soprattutto sul piano caratteriale, il gruppo per questo tipo di sfide, visto che al mazzo sanguinolento va aggiunto anche il brutale 0-3 subito per mano di Perugia nella semifinale di Coppa Italia. Vista sotto questo profilo, ovvero alzandosi sopra il livello dei numeri di giornata e privilegiando la visione complessiva, la sconfitta di ieri acquista quindi un senso e si pone in linea di continuità con molte altre.
Questo ko costa, fra il resto, caro alla Trentino Volley anche in termini economici, dato che in via del tutto straordinaria in questa stagione la Cev aveva messo in palio la cifra di 500.000 euro per la squadra vincitrice, un bottino che avrebbe rappresentato un vero toccasana per le case societarie, che invece si sono dovute accontentare di metà importo (250.000 euro).

Sul piano tecnico la squadra ha pagato ancora una volta alcuni aspetti che sono andati, purtroppo, in controtendenza rispetto ai progetti estivi. Due sopra a tutti.
Il primo riguarda il servizio: questo team era stato costruito seguendo una linea di pensiero precisa, ovvero dotarlo di sei rotazioni micidiali per dare vita ad uno dei team più forti del mondo dalla linea dei nove metri e quindi nella fase break, ma tutto questo strapotere è completamente sparito nel momento del bisogno, come dimostrano i 4 ace rimediati in 4 set contro lo Zaksa e le figure poco edificanti fatte in questo fondamentale nei confronti con Perugia nella semifinale di Coppa Italia e con Civitanova nelle ultime tre sfide di semifinale scudetto.
Un altro dato drammatico, che rende l’idea di come la fase break trentina ieri sera sia caduta nel baratro, riguarda il vuoto pneumatico di punti realizzati partendo dal proprio servizio nelle fasi finali delle frazioni: nella prima i gialloblù hanno realizzato un break sul 14-14, poi uno solo (il 21-21) di lì alla fine; nella seconda hanno esaurito le cartucce sul 15-17, poi solo cambi palla; nel quarto hanno finito la spinta propulsiva sul 14-12, ultimo break della stagione. Impensabile vincere una finale di Champions League in questo modo.
Il secondo problema riguarda il pacchetto dei posti-4: Lucarelli si è confermato giocatore di grande talento ed equilibrio, ma non in grado di spostare gli equilibri come sanno fare i vari Leal, Juantorena, Leon, lo Zaytsev dei tempi di Perugia e lo Ngapeth dei tempi di Modena, o come ha saputo fare Sliwka ieri. In quanto a Kooy, la sua drammatica vulnerabilità in ricezione lo ha reso di fatto inservibile ad alto livello per tutta la stagione e non è un caso che ieri per raddrizzare la gara sia dovuto entrare per l’ennesima volta Michieletto, il quale però ha faticato più di lui in attacco e al servizio. L’ideale sarebbe stato poter unire il meglio dei due in un unico formidabile giocatore, ma poiché non è possibile, questo dilemma senza soluzione ha finito per condizionare la squadra fino all’ultimo match. Ecco perché si torna a parlare addirittura di un ritorno a Trento di Matey Kaziyski, nonostante i suoi 37 anni, e perché Lucarelli e Kooy hanno già le valige pronte.

La cronaca

Dopo quasi un mese di allenamenti senza partite ufficiali la Trentino Itas torna in campo per la sfida più delicata ed importante della stagione con Giannelli in regia, Abdel-Aziz opposto, Lucarelli e Kooy in banda, Lisinac e Podrascanin al centro, Rossini libero. Grbic risponde con Toniutti al palleggio, Kaczmarek opposto, Sliwka e Semeniuk in banda, Kochanowski e Smith al centro, Zatorski libero.
La Trentino Itas mette subito avanti la testa, portandosi sul 4-1 grazie ai servizi di Kooy (anche un ace) e a un muro di Lisinac su Kaczmarek. Sembra l’inizio di una frazione giocata da protagonisti, invece la spinta, almeno in fatto di break point, si esaurisce lì. Lo Zaksa capitalizza i servizi sbagliati da Lisinac, Podrascanin e Nimir per mantenersi in scia, poi comincia a fare male: Smith mura Lisinac (9-8), Semeniuk mura Abdel-Aziz (10-10), Smith passa al centro per l’11-12. Fino al 19-19 l’equilibrio è assoluto, dato che i cambi palla girano come orologi svizzeri, con l’eccezione del penultimo break portato a Trento dal muro di Nimir su Sliwka (14-13), ma quando Semeniuk va al servizio su quel punteggio sull’Itas cala il buio: Nimir viene difeso e Kaczmarek va a segno, Nimir viene difeso e Sliwka va a segno (19-21), poi sul 21-21 (break trentino grazie al videocheck che inverte la decisione dell’arbitro su un contrasto a rete) Nimir può chiudere una palla vagante, ma la spreca mandandola incredibilmente fuori. A errore si aggiunge errore (ace di Smith su Rossini) ed ancora errore (Lucarelli out da seconda linea) e dopo cotanti regali lo Zaksa non può che chiudere 22-25 con Kaczmarek.

Nel secondo set, di nuovo, la Trentino Itas parte bene (3-0), ma un errore di Kooy fa subito 3-2 e un muro di Semeniuk su Nimir 4-4. Il 7-5 firmato da Lucarelli viene vanificato da un palleggio falloso di Kooy (9-9), così tocca ad Abdel-Aziz dare il colpo dell’11-9, ma poi i gialloblù vanno in aceto per mano dei servizi di Semeniuk: ace su Kooy, ace su Michieletto (appena entrato per Kooy), muro di Smith su Lucarelli e attacco di Sliwka: sul 14-17 la frazione è compromessa, perché poi, ad eccezione di un muro del Potke su Kaczmarek, si contano 15 cambi palla consecutivi, che congelano il +3 a favore dei polacchi fino alla fine. Tre servizi gialloblù sbagliati forniscono il loro importante contributo.

Tanto per cambiare, anche nella terza frazione la Trentino Itas parte con il vento in poppa. A fare la voce grossa è Lucarelli, che realizza due ace consecutivi e trascina i suoi sul 4-0 a viva forza. I gialloblù sono con le spalle al muro e devono reagire, quindi non stupisce tutto questo ardore. Lo Zaksa, però, non sta certo a guardare e con il turno al servizio di Semeniuk si riavvicina in un batter d’occhio, grazie a un primo tempo e ad un muro di Sliwka su Abdel-Aziz (7-6). Sembra un incubo, i polacchi si rialzano sempre, dopo ogni piccolo passaggio a vuoto. La solita infinita teoria di cambi palla va avanti fino al 15-14, quando i trentini estraggono dal cilindro due conigli: una serie di servizi ficcanti di Giannelli, sui quali si innestano un muro di Nimir, un attacco di Lucarelli e un raro errore di Sliwka; poi altri due ottimi servizi di Lucarelli, valorizzati da uno smash e da un muro di Podrascanin. Il 21-15 è troppo anche per lo Zaksa indiavolato di ieri sera, che si porta a casa i cambi palla, un muro su Abdel-Aziz, ma poi capitola per 25-20.

La speranza dei tifosi trentini, i pochi presenti fuori dal palazzetto di Verona e i tanti davanti alla tv, era che la partita fosse finalmente cambiata e fino ad un certo punto l’Itas fa il possibile per avvalorare la loro tesi. Fino al 9-9 le squadre si equivalgono, anche grazie ad alcuni episodi assurdi, come il fallo di “doppia” fischiato a Michieletto (2-3) o il pallonetto in palleggio con il quale Sliwka si porta a casa il 7-8. Poi, però, Trento riesce a difendere per due volte e ad andare a segno prima con Lisinac e poi con Michieletto, allungando infine sul +3 grazie ad un muro di Giannelli su Semeniuk (14-11). Scriviamo non a caso "infine", dato che questo è l’ultimo break point stagionale della squadra gialloblù.
Lo Zaksa accorcia prima con un errore di Abdel-Aziz (ottimo il servizio di Smith su Rossini), poi va all’aggancio con un attacco di Michieletto in rete: eccoli gli errori che alla fine faranno la differenza sul tabellino e che costeranno all’Itas la frazione e la coppa. Sul 20-19 Lucarelli sbaglia cercando una diagonale troppo stretta (altro regalo), poi sul 23-23 Kaczmarek beffa il muro trentino al termine di un’azione concitata e regala il primo di quattro match point ai polacchi. Il primo lo annulla Abdel-Aziz, il secondo Sliwka (battuta lunga), il terzo un miracoloso muro di Lisinac su Kaczmarek, ma sul 26-27 lo stesso opposto scaglia il servizio in zona di conflitto fra Michieletto e Rossini e la Champions League prende la strada della Polonia dopo 42 anni di attesa, dato che risale alla stagione 1977-78 il successo del Plomien Milowice.

Il tabellino

Trentino Itas - Groupa Azoty Kedzierzyn Kozle 1-3 (22-25, 22-25, 25-20, 26-28)
TRENTINO ITAS: Podrascanin 9, Nimir 21, Kooy 6, Lisinac 11, Giannelli 2, Lucarelli 13, Rossini (L); Michieletto 5, Argenta, Sperotto, Sosa Sierra, De Angelis. N.e. Pol e Cortesia. All. Angelo Lorenzetti
GROUPA AZOTY: Sliwka 18, Kochanowski 7, Kaczmarek 15, Semeniuk 15, Smith 9, Toniutti, Zatorski (L); Kluth. N.e. Rejno, Lukasik, Staszewski, Depowski, Prokopczuk, Banach. All. Nikola Grbic
ARBITRI: Gerothodoros di Atene (Grecia) e Simonovic di Belgrado (Serbia)
DURATA SET: 29’, 30’, 28’, 35’; tot. 2h e 2’
NOTE: partita giocata a porte chiuse. Trentino Itas: 9 muri, 4 ace, 25 errori in battuta, 6 errori azione, 55% in attacco, 57% (44%) in ricezione. Trentino Itas: 9 muri, 4 ace, 22 errori in battuta, 4 errori azione, 52% in attacco, 51% (34%) in ricezione. Mvp Sliwka

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Autore
Andrea Cobbe
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