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L'UniTrento vince il derby, ma ai playoff ci va l'Ongina

L'UniTrento fa suo il derby, ma a fine partita brindano i Canottieri Ongina e Crema. Il netto successo per tre set a zero degli universitari sull’Argentario si è rivelato inutile. Come da copione i piacentini hanno vinto contro il Cavaion Veronese, condannandolo alla retrocessione diretta, e ha mantenuto la seconda posizione in classifica ai danni degli amaranto.
Masticano amaro anche i minatori, ai quali a conti fatti sarebbe bastata la vittoria anche in 5 set, ora invece dovranno disputare lo spareggio per rimanere in Serie B. La sfida non sarà, appunto, contro il Cavaion Veronese, perché con la vittoria sul campo del Lagaris il Cazzago ha raggiunto i veneti a quota 22 punti sui quali prevale per il quoziente set. Saranno così i lombardi e non i veronesi a sfidare i Miners in partita di andata e ritorno. In questa situazione resta fuori dalla contesa il Crema, vittorioso a Caselle e salvo.

UniTrento - Argentario. Venendo alla partita di ieri sera, l’UniTrento impiega poco a trovare la soluzione per avere la meglio dei cognolotti. Sul 7-10 i servizi di Pizzini e Bristot, uniti al gran lavoro a muro, determinano il parziale di 14-1, che chiude anzitempo il primo set. Il ritornello si replica tale e quale nel parziale seguente. Sull’11-11 il turno a servizio di Bristot frutta diverse rigiocate e il primo strappo degli universitari per il 15-11 firmato direttamente dai 9 metri dall’azzurrino. L’attacco da posto 2 dell’ex De Giorgio interrompe solo momentaneamente il ritmo dei padroni di casa, perché Brignach riprende a martellare e sul 20-12 anche il secondo periodo è in archivio. La terza frazione è quella più combattuta. I Miners ribattono colpo su colpo e, pur sotto nel punteggio, si mantengono in partita fino al 18-17, sostenuti da una buona difesa e guidati in attacco dal solito De Giorgio. Poi Trento trova spazi da posto-4 e allunga sul 22-17. Due muri in fila di Bandera avviano, ma non concludono, la rimonta dell’Argentario, che si interrompe su un errore in palleggio. Sul servizio seguente l’UniTrento trova l’ace e chiude al primo match point col muro di Coser.
A fine partita sorrisi a denti stretti per gli universitari, che trovano il settimo successo consecutivo in casa, ma non coronano con i playoff una lunghissima rincorsa. L’unico rimpianto della stagione va a quel mese tra fine ottobre e novembre. Un periodo nei quali Pizzini e compagni hanno incassato 4 sconfitte su 5 incontri, che si è rivelato decisivo. Facce poco felici anche tra gli argentonero, protagonisti di un 2022 da dimenticare. Un’unica vittoria in otto incontri li ha portati dal settimo all’undicesimo posto. I successi su Cazzago e Crema hanno evitato la retrocessione diretta. Ora arrivano due gare da giocare in apnea contro Cazzago con andata nel bresciano e ritorno a Cognola per rimanere in Serie B.

Lagaris. Si conclude con una sconfitta, l’ennesima, anche il campionato del Lagaris. Solo una vittoria clamorosa, contro l’Argentario, per i neroverdi, poi solo e sempre sconfitte più o meno dignitose. L’ultima in ordine di tempo è contro il Cazzago, che doveva vincere per non gettare le ultime chance di giocarsi i playout. Il primo set è molto equilibrato. I roveretani sono decisi a lasciare i propri tifosi con un successo. Sul 17-18 gli ospiti trovano due punti in fila, ai quali Montermini e Frizzera rispondono per il 20-21. La fase break del Lagaris non riesce a trovare continuità e così Cazzago chiude 23-25. Al rientro in campo sul 5 pari i neroverdi sbattono più volte sul muro ospite e incassano un primo break di 0-8. Un paio di minuti e ne arriva un altro di 0-5. Sul 7-18 anche il secondo set è di fatto concluso. Nel terzo parziale il Lagaris si porta avanti 11-7 grazie ai suoi centrali, ma il vantaggio evapora di lì a poco. Il Cazzago reagisce, pareggia immediatamente e si porta in vantaggio sul 12-13. Si procede punto a punto sino al 16-18, cioè quando i bresciani trovano 4 punti consecutivi, che mettono fine all’incontro e danno ai lombardi un’ultima possibilità di salvarsi.

Autore
Paolo Trentini
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