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L'Itas Trentino stritola la Lube e si regala il quinto scudetto

Quindi anni dopo il primo e dieci anni dopo l’ultimo scudetto conquistato dal gruppo del ciclo aureo, quello di Sintini, Kaziyski, Juantorena, Stokr, Birarelli, Djuric e Colaci, la Blm Group Arena fa da teatro ad una nuova grande impresa della Trentino Volley, la conquista del quinto tricolore. Tenendosi stretta fino all’ultimo il fattore campo, ieri sera la squadra di Angelo Lorenzetti ha battuto la Lube Civitanova per 3-0 (25-20, 25-20, 25-19), dando una grande prova di forza. Ancora una volta con il servizio ha messo alle corde un avversario orgoglioso, pieno di giovani talenti come Yant, Bottolo e Nikolov, ma troppo fragile in ricezione per poter lottare alla pari con i gialloblù. La Lube ha provato a rimanere su quel trono che occupava ininterrottamente dal 2017, ma alla fine ha dovuto cedere alla voglia dell’Itas Trentino di scrollarsi di dosso l’etichetta di eterna seconda, che si era suo malgrado guadagnata nell’era Lorenzetti. Un settennato, proprio come quello della presidenza della Repubblica, nel quale erano stati alzati al cielo “solo” un Mondiale per club, una Coppa Cev e una Supercoppa.

Il mix composto da due senatori che ormai sono parte indelebile della storia della pallavolo, come Matey Kaziyski e Marko Podrascanin, e giovani talenti come Riccardo Sbertoli, Alessandro Michieletto, Daniele Lavia, Wout D’Heer e Gabriele Laurenzano si è dimostrato infine esplosivo e ha saputo piazzare la zampa vincente nella stagione più pazza degli ultimi anni, quella in cui la super favorita Perugia e corazzata Piacenza sono l’una implosa su se stessa e l’altra caduta proprio contro Trento in una semifinale che avrebbe potuto essere benissimo questa finale.
Civitanova, quarta la termine della regular season, si era organizzata per piazzare l’ennesima zampata vincente finale, ma dopo aver trovato un assetto affidabile nei quarti di finale, ad un passo dal tracollo (era sotto 2-0 contro Verona), lo ha perso con l’infortunio di Zaytsev, giocatore in grado di dare qualche sicurezza al fondamentale della ricezione, che ha traballato per l’intera stagione, collassando nelle tre partite giocate alla Blm Group Arena.

I numeri sono impietosi: 34% di tocchi positivi e 13% di perfetti in gara-1 l’1 maggio, 21% e 5% in gara-3 il 7 maggio, 34% e 11% in gara-5 ieri sera. In casa i cucinieri hanno mascherato questa falla con una battuta a sua volta micidiale, ma a Trento sono stati sempre travolti, rimediando appena un set su 10 disputati in via Fersina.
Tolto dai giochi Zaytsev all’inizio di gara-3, Blengini ha provato in tutti i modi a trovare un assetto accettabile con Nikolov, Yant e Bottolo, ma non ne è venuto a capo e alla fine ha addirittura giocato la carta della disperazione, lasciando in campo Gottardo anche in prima linea (0 su 4 in attacco) pur di puntellare una ricezione che faceva acqua da tutte le parti.

L’Itas Trentino conquista così il primo scudetto di Bruno Da Re in veste di presidente e il primo senza Radostin Stoytchev in panchina, salutando nel migliore dei modi il talismano Matey Kaziyski, protagonista di tutti e cinque i successi tricolori, ma anche lo sfortunatissimo Srecko Lisinac, che non ha potuto scendere in campo nel momento di raccogliere i frutti di tanti anni di lavoro all’ombra del Bondone. La stagione diventa epica se i pensa che solo una settimana fa la squadra femminile ha conquistato la promozione in serie A1 dopo un solo anno di purgatorio.

La cronaca

Angelo Lorenzetti per l’ultimo match con la divisa della Trentino Volley conferma il settetto base, con Lavia vicino al palleggiatore, mentre Gianlorenzo Blengini si affida all’assetto che aveva cominciato gara-4, composto da De Cecco al palleggio, Nikolov opposto, Yant e Bottolo schiacciatori, Anzani e Chinenyeze centrali, Balaso libero.

Come nelle altre quattro partite della serie l’atmosfera è elettrica, si respira a pieni polmoni il mood del grande evento, peraltro non nuovo in questo palazzetto, che aveva già ospitato altre tre gare-5 della finale scudetto nel 2008, 2009 e 2013. L’ultima esecuzione stagionale dell’inno d’Italia, con un pensiero alle vittime dell’alluvione emiliana, precede la lettura degli starting seven. L’ingresso in campo dei giocatori della Lube è accompagnato dagli incitamenti di un piccolo drappello di tifosi, i pochi che si sono mossi in autonomia e hanno quindi evitato di rimanere bloccati in autostrada come i colleghi della tifoseria organizzata, che arriveranno metà del terzo set per assistere al trionfo trentino e per ripartire subito dopo alla volta delle Marche. Una vera giornata da incubo per loro.

Gara-5 sfugge ad ogni pronostico e ha pochi legami con le precedenti, hanno dichiarato tutti i big intervistati dai quotidiani locali e nazionali nella solita inevitabile tornata di presentazioni che precede il gran finale, invece i primi scambi fanno assomigliare maledettamente questa partita a gara-1 e soprattutto gara-3, quelle in cui il servizio gialloblù non ha lasciato alcuna via di scampo a Civitanova.
Con le rasoiate di Sbertoli dai nove metri, tenute in qualche modo da Yant, si annotano un contrattacco vincente di Kaziyski e due muroni di Lavia su Yant e Nikolov. Poco dopo tocca a Kaziyski fare male, molto male, al servizio: un tocco di Sbertoli, che fa le prove generali di quello che chiuderà l’incontro e gli cucirà addosso il primo scudetto della sua carriera, e un errore di Bottolo costringono Blengini a ripararsi in un time out sull’8-3. La Lube si tiene poi stretta il cambio palla e raccoglie il primo break point della serata più importante della stagione solo sul 13-9, che diventa un 13-10 grazie ad un muro di Chinenyeze su Podrascanin, complice una brutta alzata di Sbertoli. La Lube prende coraggio e si porta a -1 con i servizi violenti di Nikolov, valorizzati da Yant e dallo stesso Aleksandar, impegnato sul campo nel quale il papà vinse lo scudetto nel 2008 e Lorenzetti impiega il primo time out. Una pipe di Lavia interrompe la serie del bulgaro e poi tocca a Podrascanin infierire dai nove metri, con la collaborazione di D’Heer, che mura Yant, e di Lavia, che mette a terra i contrattacchi del 18-14 e 19-14. Sul 18-14 la Lube prova a protestare, senza successo, per un secondo tocco di Kaziyski in difesa poco ortodosso, ma in ogni caso in pochi scambi riesce a conquistare la parità: De Cecco mura Kaziyski, Yant picchia forte (18-17), poi Michieletto commette invasione di linea con la pipe e siamo sul 19-19. Giochi riaperti? Sì, ma solo per un attimo, perché dopo il cambio palla di Lavia, l’Itas infierisce sulla "P1" di Civitanova: Michieletto mura Nikolov in posto-4 e Kaziyski mura Yant in posto 2, poi Lavia completa lo show al servizio con un ace su Yant, che fa esplodere per la terza volta la Blm Group Arena. Il 23-19 è troppo per la Lube, che capitola con un ace di Nelli sul neoentrato D’Amico.
Finisce 25-20 con 5 muri a 2 per l’Itas e con la ricezione marchigiana alle corde (27% di tocchi positivi). Lavia in attacco vanta il 71%, Michieletto l’8%. Il trio Bottolo - Yant - Nikolov viaggia fra il 27% e il 38%.

Si cambia campo e la reazione della Lube è rabbiosa. I marchigiani in avvio danno il meglio di sé e scappano sul 3-6 con due muri consecutivi di Anzani su Michieletto e Podrascanin, poi allungano sul 4-8 con attacco di Nikolov. In appena 12 scambi hanno già conquistato 4 break point, sembra l’inizio di un copione diverso rispetto a quello visto nel primo parziale, ma il meglio che può dare Civitanova in gara-5 è tutto qui. Podrascanin sfodera infatti una nuova sorprendente battuta, che fa secco Bottolo e il punto scuote compagni e palazzetto, che dopo alcuni cambi palla si esaltano per un nuovo ace, stavolta di D’Heer, che punisce ancora Bottolo (10-11). L’Itas ha di nuovo il fiato sul collo dei marchigiani e poco dopo Kaziyski dai nove metri fa secco Balaso, servendo la parità sul 12-12. È un crescendo rossiniano, gli ospiti se la cavano in cambio palla, ma in fase break non cavano un ragno dal buco e quando il Potke indovina un’altra battuta ferale, ci pensa D’Heer a chiudere la ricezione lunga di Bottolo e far volare i tifosi gialloblù (15-14). Tempo di vedere tornare il belga in battuta, grazie ad un provvidenziale muro di Michieletto su Bottolo, che evita il 17-18, ed ecco servito l’ace del 19-17, opera ancora di D’Heer. A blindare la frazione ci pensano due staffilate di Kaziyski dai nove metri: sulla prima il capitano difende, Lavia alza altissimo per Michieletto, che fa esplodere la Blm Group Arena con l’attacco del 21-18, mentre la seconda porta l’ace del 22-18 su Yant che mette al sicuro il set, poi chiuso dal Potke e da un muro a uno di Sbertoli sull’incredulo Nikolov.
Nel nuovo 25-20 la differenza, pari attacco (68%-67%) e muro (2-2), è tutta nelle battute, ovvero nei 5 ace a 0 a favore dei gialloblù. Michieletto passa dal’8% all’88% in attacco! Nikolov, Bottolo e Yant se la cavano bene (tutti fra il 50% e il 62%), ma non basta.

Trento è ad un passo, ovvero una sola frazione, dallo scudetto. La Lube è frastornata, ma deve disperatamente dare tutto quello che le resta in corpo al termine di una stagione in cui ha cambiato pelle più volte. Blengini decide di confermare i sette, ma già sul 6-3 deve utilizzare il primo time out, perché Kaziyski in battuta ha devastato la fragilissima ricezione ospite: muro di Podrascanin su Yant, ace su Bottolo e contrattacco di Michieletto. Il tecnico torinese non sa come puntellare una ricezione che fa acqua da tutte le parti e allora manda in campo Gottardo per Bottolo (cambio già operato nelle frazioni precedenti), lasciandolo però in campo anche in prima linea. Yant si porta a casa un raro break biancorosso, ma Podrascanin gli risponde con un primo tempo e un ace, proprio sul cubano (9-6), che riportano un senso di scoramento nelle file biancorosse, reso nitido da un errore grossolano di Nikolov in attacco, che sa tanto di resa anticipata (14-10) e che induce Blengini a giocarsi il secondo time out e a buttare dentro Gabi Garcia per il figlio d’arte. Sul 15-11, dopo un mancato mani e out del portoricano, getta via anche l’ultimo videocheck del set, così sul 16-13, quando Gottardo mette il pallone vicinissimo alla linea di fondo campo e sul 22-16, quando Yant fa lo stesso, non può più giocarsi la revisione elettronica. Un peccato perché nel frattempo Gabi aveva realizzato l’ace, l’unico marchigiano del match, del 17-15, poi reso irrilevante da un murone di Michieletto su Gottardo e, appunto, dall’errore di Yant, che segna la resa finale della Lube sul 23-16. All’appello, a questo punto, mancano solo un attacco di Lavia (24-17) e il tocco finale di Sbertoli, che manda in delirio il palas gialloblù dieci anni dopo la grande festa del terzo scudetto dell’era Stoytchev del quale è rimasto un solo superstite, Matey Kaziyski.

Poi è tempo di apparecchiare la Blm Group Arena per la grande festa, mentre i giocatori srotolano in mezzo al campo campo un grande tricolore con il numero 5 in mezzo. Piangono, per la delusione, alcuni giocatori della Lube, piange, perché ha raccolto la soddisfazione più grande della sua lunga militanza gialloblù proprio all’ultima apparizione, Angelo Lorenzetti, che si cimenta nella celebre capriola. Per ben undici giocatori della rosa è il primo scudetto in carriera, per Kaziyski il quinto, per Podrascanin il quarto. Nell’annata in cui Perugia aveva fatto poltiglia degli avversari in regular season e in cui sembrava destinata a portarsi a casa tutto.

Il tabellino

Itas Trentino - Cucine Lube Civitanova 3-0 (25-20, 25-20, 25-19)
ITAS TRENTINO: Sbertoli 3, Lavia 11, D’Heer 4, Kaziyski 13, Michieletto 17, Podrascanin 7, Laurenzano (L), Nelli 1, Džavoronok. N.e. Cavuto, Pace, Berger, Depalma, Lisinac. All. Angelo Lorenzetti.
CUCINE LUBE: Chinenyeze 6, De Cecco 1, Yant 11, Anzani 5, Nikolov 12, Bottolo 7, Balaso (L); D’Amico, Gottardo, Gabi Garcia 1. N.e. Sottile, Diamantini e Ambrose. All. Gianlorenzo Blengini.
ARBITRI: Puecher di Rubano (Padova) e Florian di Altivole (Treviso).
DURATA SET: 29’, 24’, 27’; tot 1h e 20’.
NOTE: 4.000 spettatori, per un incasso di 86.760 euro. Itas Trentino: 10 muri, 9 ace, 12 errori in battuta, 3 errori azione, 49% in attacco, 62% (25%) in ricezione. Cucine Lube: 6 muri, 1 ace, 12 errori in battuta, 6 errori azione, 39% in attacco, 34% (11%) in ricezione. Mvp Kaziyski.

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Autore
Andrea Cobbe
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