Itas Trentino - Piacenza, analisi, numeri e pagelle
E con questa fanno dieci. L’Itas Trentino conquista la finale scudetto della doppia cifra, superando la Gas Sales Piacenza in appena tre partite. Un blitz, più breve persino del quarto di finale contro Cisterna, finito a gara-4, che probabilmente non descrive al meglio la differenza fra i valori di queste due squadre, abbastanza vicini, ma descrive in maniera precisa il diverso livello di cinismo e di freddezza delle due squadre nei momenti che contavano di questa serie.
Nelle prime due partite la differenza l’hanno fatta i particolari, in questa invece la squadra di Fabio Soli ha "messo a terra" tutta la propria abitudine a giocare gare di questo tipo e tutto il proprio potenziale tecnico, che si concentra in buona misura nella fase di attacco (la migliore della SuperLega). Così da metà match in poi ha esercitato una superiorità visibile a occhio nudo da tutti i 4.000 della ilT Arena. Preziosissima è stata la lunga pausa, che ha diviso quarti e semifinali, per permettere ai gialloblù di recuperare energie, ancora più preziosa sarà la prossima in vista della finale. Perugia e Civitanova, invece, dovranno giocare ancora. Sfumato il Mondiale, sfumata la Coppa Italia, sfumata la Coppa Cev, rimane solo il tricolore in palio e dalla determinazione vista oggi in campo si può scommettere che l’Itas Trentino farà di tutto per portarselo a casa, potendo sfruttare anche in questa circostanza il fattore campo una volta in più dell’avversario.
I momenti decisivi
Nel primo set, cominciato malissimo, dato che la fase break non ne ha voluto sapere di sbloccarsi fino al 12-16, anche per precisi meriti del cambio palla piacentino, è stato il turno al servizio di Lavia a suonare la carica e a permettere a Rychlicki, Kozamernik (muro) e Michieletto (smash) di riaprire i giochi (15-16) e dare e la carica alla squadra. Poi Lavia ha messo a terra il break point del 18-17 e quello del 20-18, mentre le bordate di Gabi al servizio hanno accompagnato all’errore Mandiraci e Romanò (24-20).
Nel secondo set, fino al 14-12, tutto sembrava andare per il verso giusto per i gialloblù, ma a rovinare i piani trentini sono intervenuti prima due micidiali servizi di Romanò, poi altri due di Maar, che fra ace e ricostruzioni hanno alterato l’inerzia della frazione, poi messa in sicurezza da un errore di Rychlicki e un muro di Simon su Lavia (17-22).
Nel terzo parziale, dall’1-3 in poi, è cominciato un altro match. Sbertoli ha picchiato dai nove metri per ristabilire subito la parità, poi ha cominciato a girare a mille la gabbia muro difesa trentina, che ha recuperato palloni su palloni, creando una grossa pressione sugli avversari, i quali hanno risposto colpo su colpo fino al 16-14, ma poi, dopo l’ace di Michieletto e un suo clamoroso punto in difesa caduto sulla riga laterale piacentina di posto 4 (un incredibile 19-16), tutto ha cominciato a volgere dalla parte dell’Itas, che è andata a chiudere con primi tempi e altre difese super.
Nell’ultima frazione non c’è stata storia. La serie si è chiusa con un “non set” dominato in lungo e in largo dai gialloblù, scattati sul 7-1 con una serie di terrificanti bordate di Michieletto dai nove metri e poi gestito senza grossi affanni, salvo lasciar rientrare Piacenza fino al 20-15.
Cosa dicono i numeri
Cominciando dal tabellino finale, spicca il 54% - 44% a favore dell’Itas Trentino, che diventa ancora più significativo se guardiamo ai dati del primo (68%-46%) e del terzo (64%-40%) set. Un dato che si deve, in buona misura, al 57%-35% su ricezione negativa, un divario assai significativo. I numeri parlano anche di un 9-3 a muro, che ha annullato il 6-7 a favore di Piacenza in battuta, nel giorno in cui era finalmente riuscita a limitare gli errori dai nove metri, appena 12 contro i 26 di gara-1 e i 25 di gara-2. Tutto inutile, perché a parte qualche fiammata di Romanò, Maar e soprattutto Brizard, gli altri non hanno lasciato il segno in questo fondamentale. Il temutissimo Mandiraci, in particolare, è stato disastroso. Senza un buon servizio, fra il resto, si mura pochissimo, come dimostrato dai numeri di oggi.
Le nostre pagelle
RICCARDO SBERTOLI (pal) 8,5 – Altra super partita del palleggiatore milanese, che avrebbe meritato il premio di mvp ogni match di questa serie, perché il suo apporto non si è limitato a servire con precisione i compagni, oggi esaltando in particolare Flavio anche nella fase break, ma si è esteso ancora una volta alla difesa e alla battuta, con una efficacia che pochi palleggiatori vantano in SuperLega: 8 break point sono nati dai suoi servizi. Bella la sfida con Brizard (per lui ben 9).
KAMIL RYCHLICKI (opp) 8 – In attacco gioca un match di alto livello e lo dimostrano i numeri di tutti i set: 75% nel primo, 58% nel secondo, 60% nel terzo, 60% nel quarto. Commette due errori, ma viene murato una sola volta. In battuta inizia malino, ma poi prende coraggio e riesce a chiudere con due soli errori e con 5 break all’attivo. Può comunque fare ancora meglio prima di salutare la Trentino Volley.
ALESSANDRO MICHIELETTO (sch) 8,5 – Ci si può lasciare ingannare da quel 46% in attacco, comunque con un solo errore e zero muri subiti, ma la sua prestazione è stata comunque da campione. In primo luogo perché ha attaccato 37 palloni (il secondo di questa classifica quantitativa è Maar con 27), caricandosi l’attacco sulle spalle, in secondo luogo perché ha realizzato 3 muri, in terzo luogo perché ha messo sul piatto 5 ace, in quarto luogo (la lista è lunga) perché ha ricevuto con il 68% di positività. Dulcis in fundo, ha anche difeso più del solito.
DANIELE LAVIA (sch) 6,5 – Ha sofferto molto in tutti i fondamentali, leggi il 36% in attacco (9 su 25), il 44% in ricezione, i due zeri alla voce muri e alla voce ace. Eppure ha messo il proprio timbro in calce a tutti i colpi di coda decisivi per l’Itas Trentino, di questo match, o con il servizio o con l’attacco. È fra quelli che hanno maggior bisogno di questi dieci giorni di riposo.
FLAVIO GUALBERTO (cen) 9 – La miglior partita stagionale del centrale brasiliano, che evidentemente non vedeva l’ora di giocare la seconda finale scudetto consecutiva. Schianta a terra 14 palloni su 16, spesso avvitandosi in volo per evitare le manone di Simon e Galassi, sovente chiudendo azioni lunghe, che hanno esaltato i 4.000 del palasport. Il premio di mvp lo merita anche in virtù dei suoi 3 muri.
JAN KOZAMERNIK (cen) 7 – Una serata positiva, ma senza grandi lampi, rispetto ai compagni. Il voto lo merita con i 3 muri vincenti, in attacco infatti fatica (50%) e viene servito poco. In battuta limita a 2 gli errori, anche se la sua float dovrebbe almeno rimanere in campo in ogni occasione.
GABRIELE LAURENZANO (lib) 8 – Per una volta bisogna lasciare da parte i numeri della ricezione (33% di tocchi positivi e appena 11% di perfetti) e concentrare l’attenzione sulle sue difese. Il libero calabrese, soprattutto negli ultimi due set, è stato alla base delle tantissime azioni spettacolari che hanno divertito l’arena, volando con guizzi felini soprattutto sulle palle corte o sotto rete.