L'incubo è finito: all'Italia femminile l'oro olimpico
L’attesa è stata lunga, quasi interminabile, ma alla fine anche l’Italia è riuscita a conquistare il suo primo oro olimpico nella pallavolo. Sembra incredibile che dal 1964, anno in cui questo sport ha cominciato a far parte del mondo a cinque cerchi, fino ad oggi (parliamo di sessant’anni tondi e di 16 edizioni dei giochi) nessuna selezione maschile o femminile azzurra fosse stata capace fino ad ora di salire sul gradino più alto del podio in una disciplina che, almeno dagli anni Novanta in poi, ha visto il nostro movimento sempre ai vertici mondiali. D’altronde prima o poi, per la legge dei grandi numeri, bisogna raccogliere quanto seminato e il successo di questo pomeriggio è anche il frutto della costante presenza sul podio dei Mondiali under 20 (oro nel 2011 e nel 2021, argento nel 2019) e under 19 (oro nel 2015 e 2017, argento nel 2019 e 2021, bronzo nel 2023), degli Europei under 17 (oro nel 2022 e 2023, argento nel 2018) e under 16 (oro nel 2017, argento nel 2019 e nel 2021). Il successo di Parigi è figlio anche di questo imponente lavoro a livello giovanile.
Se l’Italia maschile ha perso tutto il proprio smalto dopo una trionfale prima fase e soprattutto dopo un 3-0 alla Polonia, che ha probabilmente giocato contro a Michieletto e compagni, quella femminile nella fase ad eliminazione diretta è letteralmente decollata, riuscendo a vincere per 3-0 tutti gli incontri: nei quarti contro la Serbia, in semifinale contro la Turchia e in finale contro gli Stati Uniti. Cose che possono succedere solo quando si arriva al momento clou con lo stato di forma giusto, lo spirito giusto, equilibri tecnici e tattici quasi perfetti. Oltre che con la solita Paola Egonu, l’Italia ha vinto con la difesa e il muro, incardinato su due centrali tentacolari (Fahr e Danesi), ma anche con un doppio cambio sistematico letale (Antropova e Cambi per Orro e la stessa Egonu), che ha garantito alla squadra nove rotazioni consecutive con l’attacco a tre e con un muro corazzato in sei metri di rete su nove. Una soluzione che ha permesso a Julio Velasco di incastrare ciò che a Davide Mazzanti era esploso fra le mani, ovvero la gestione di due opposte che meritano, entrambe, il ruolo di titolari.
Volendo leggere in chiave trentina questa Olimpiade, si può auspicare che questo oro possa aumentare ancora di più il desiderio di rivalsa dell’allenatore dell’Itas rosa, in questi giorni preso di mira sui social da contestatori che vedono solo tutto bianco o tutto nero e ben poco sanno di quello che succede dietro alle quinte, ma anche quello della coppia di laterali della nazionale maschile (Lavia e Michieletto), che nella fase finale delle Olimpiadi hanno rivissuto con modalità diverse l’epilogo deludente della Superlega. A imporsi nel torneo maschile è stato un team il cui intero settetto base, Brizard a parte, gioca fuori dalla SuperLega, ad indicare che non sempre si vince con i big del nostro campionato, il cui allenatore, Andrea Giani, si è preso la soddisfazione di vincere su una panchina ciò che non gli era riuscito di conquistare in campo, un po’ come è successo, con un ruolo minore, a Lorenzo Bernardi, terzo coach della nazionale femminile, l’unico trentino che ha qualcosa da festeggiare dopo queste Olimpiadi, pallavolisticamente parlando.
La cronaca in breve
Velasco schiera la consueta formazione con la diagonale Orro-Egonu, Bosetti e Sylla le schiacciatrici, Fahr e Danesi al centro con De Gennaro libero. Kiraly punta su Poulter in palleggio, Drews sulla sua diagonale, Plummer e Skinner le schiacciatrici, Washington e Ogbogu le centrali con Wong-Orantes libero.
Nel primo set Danesi e compagne impongono subito il proprio ritmo, riuscendo ad accumulare anche un importante vantaggio di otto lunghezze (15-7), gestito poi dalle azzurre fino al 25-18, che vale l’1-0. Durante il parziale (17-12) il ct opera il consueto doppio cambio Cambi - Antropova per Orro - Egonu, molto efficiente. Nel complesso buono il rendimento di tutte le azzurre brave in ricezione (41%) e a muro (4 nel parziale).
Nella seconda frazione le squadre rimangono a contatto in avvio (8-8), ma con il passare dei minuti le azzurre si costruiscono un vantaggio che oscilla tra il +3 e il +6 (22-18), situazione che regala loro il 24-19. Annullata la prima palla set, è Egonu a chiudere sul 25-20 e a portare l’Italia sul 2-0. Ancora una volta notevole la prestazione di tutte le azzurre chiamate in causa con Bosetti autrice di 4 punti con il 100% in attacco; molto bene anche Fahr, che sempre in attacco chiude con l’80% e 5 punti.
Terza frazione con le azzurre ancora avanti costantemente e in grado di dominare la scena fino al 25-17, che le incorona campionesse olimpiche.
Il tabellino
ITALIA - STATI UNITI 3-0 (25-18, 25-20, 25-17)
Italia: Sylla 10, Danesi 6, Egonu 22, Bosetti 9, Fahr 7, Orro 3, De Gennaro (L). Cambi, Antropova 6, Giovannini. N.e: Lubian, Omoruyi. All. Velasco
Stati Uniti: Plummer 2, Washington 4, Poulter 2, Skinner 7, Ogbogu 4, Drews 6, Wong-Orantes (L). Cook, Thompson 8, Carlini, Larson 5. N.e: Rettke. All. Kiraly
Arbitri: Collados (FRA) e Maroszek (POL).
Spettatori: 9340. Durata Set: 25', 25', 24'.
Italia: 7 ace, 9 battute out, 11 muri, 17 errori.
Stati Uniti: 3 ace, 3 battute out, 0 muri, 12 errori.
Fotografie e cronaca del match da www.federvolley.it