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Il personaggio

Mattia Consolini, Mezzolombardo (C maschile)

Sulla carta c’è da scommettersi, sarà uno dei campionati più accesi, aperti e imprevedibili della prossima stagione agonistica. La serie C maschile parte all’insegna del livellamento, di tante squadre ambiziose e ben assortite. Di tante squadre che possano lottare per un posto al sole, in cima alla classifica. E di questa tanto attesa serie C ne parliamo con Mattia Consolini, alzatore, giocatore ormai di lungo corso dalle nostre parti nonostante la giovane età che sarà uno dei punti di partenza del nuovo progetto targato Mezzolombardo. Di questa rinascita di Mezzolombardo, dell’equilibrio della prossima serie C e del Consolini uomo ne parliamo in questa puntata del nostro «Personaggio della settimana». Buona lettura.

Mattia, allora, pronto per questo ritorno a Mezzolombardo?
«Prontissimo. A Mezzolombardo avevo già fatto le giovanili, due anni in Under 18 per la precisione, sono contento di tornarci ora. Avevo bisogno di nuovi stimoli, questo soprattutto, dopo una stagione nella quale non ho potuto giocare con continuità come speravo adesso avevo soprattutto voglia e bisogno di giocare. Speriamo di fare bene, la squadra per entrare nei primi posti della classifica c’è, adesso sta a noi ed alla nostra voglia di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati».
Come è nata la decisione di andare a Mezzolombardo? Se non sbaglio avevi avuto altre richieste anche da categorie superiori?
«È vero, avevo altre possibilità. Mi avevano cercato da Levico e qualche serie più alta (l’Anaune e la Zinella Bologna di Alessandro Paoli in B1, ndr), ma ho pensato soprattutto all’Università. Io sono a Mantova a studiare e una serie C porta via meno tempo ed io voglio assolutamente finire di studiare. La scelta di Mezzolombardo poi è arrivata anche grazie alla mia amicizia con Daniele Dalfovo e per l’allenatore. Per me è importantissimo avere la possibilità di lavorare con un tecnico preparato e le qualità di Marco sono fuori discussione. Poi anche per motivi di studio, l’anno scorso con quattro allenamenti a settimana andare avanti e indietro da Mantova era stata dura. Adesso voglio anche laurearmi per poi tornare a casa stabilmente».
Sai che sarete degli osservati speciali in questa stagione di serie C, come poi tutte le squadre ambiziose.
«Sì, ma siamo una squadra tutto sommato giovane, con poca esperienza. Alla fine giocatori che hanno giocato tanti tanti anni in serie C non ce ne sono, starà nella bravura dell’allenatore e nostra tenere sempre alta la concentrazione e la voglia di fare. A volte in serie C basta un calo di un solo giocatore per complicare tutto. E visto che si profila un campionato molto equilibrato e combattuto sarà importante soprattutto riuscire a tenere una certa continuità».
Anche se non avete la volontà di salire subito, piuttosto partite per costruire visto anche il rinnovato impegno nel settore giovanile.
«No e questo è un grandissimo bene. Perchè così non abbiamo la tensione di dover vincere per forza questo campionato. Costruire è la parola giusta, impegnandosi con i giovani e con Marco a gestire tutto la società vuole fare il grande salto, ricreando quel grande movimento che c’era una volta a Mezzolombardo. E’ un progetto importante che guarda al futuro, che coinvolge giovani, scuole e grande parte della comunità della piana rotaliana».
Il trait d’union, come dicono gli istruiti, in tutto questo progetto è uno solo: Marco Angelini.
«Vero, questo progetto dipende tanto da lui visto che gestisce l’ottanta o il novanta per cento delle squadre. La sua bravura è fuori discussione, lui aveva gia iniziato un lavoro importante a Mezzolombardo tempo addietro, lo conoscevano già e con lui si va sul sicuro».
L’allenatore più significativo per te è...
«Ne ho avuti tanti, visto che ho cambiato squadra spesso. Due sono quelli che ritengo più significativi, cioè Roberto Deanesi che mi ha fatto fare il mio primo campionato in serie B2 e Monica Dal Corso, con la quale abbiamo vinto tutto in serie C e, aggiungo, abbastanza a mani basse».
Se dico Passirio e Volleyball Trento, sono queste due secondo te le squadre in pole position per vincere questa serie C?
«Sì e ci metto insieme anche il Levico. Il Passirio con Götsch ha potenziato molto la sua batteria d’attaccanti, ma poi lui è anche un giocatore carismatico che farà benissimo. Il Volleyball si è rinforzato con Primiceri proprio dove peccava, ovvero in seconda linea. La ricezione era un po’ il loro tallone d’Achille, con un buon libero come Primiceri per una serie C non hanno quasi punti deboli. Daniele (Delmarco, ndr) poi mette giù tutti i palloni importanti, sarà una squadra molto dura da affrontare. Il Levico ha preso un bell’allenatore con tanta voglia di fare, ha una squadra completa in ogni reparto e bella bilanciata, poi un alzatore come Alessio farà girare bene la squadra. Vediamo se poi prenderanno anche un centrale che sembra vogliano prendere, a quel punto diventerebbero ancora più temibili».
Senza poi dimenticare alcune “mine vaganti” come Argentario, Fiemme Fassa, Bolghera oppure le bolzanine... Squadre sempre rognose da battere.
«Una cosa che mi aspetto dal prossimo campionato sicuramente è questa, credo che le sorprese ci saranno in quantità. L’Argentario, ad esempio, ha tenuto Segala ed è una vera mina vagante visto che un opposto così in C fa la differenza. A dire la verità il Fiemme ha fatto un paio di acquisti che non conosco ma il loro nuovo alzatore Bozza è bravo, poi hanno preso gente d’esperienza che sono anni che giocano in C. E, volendo, potrebbe giocare ancora pure Davide Gabrielli. Insomma, ci sono diverse squadre interessanti, tutto il campionato si è livellato parecchio. È presto per dire se si è livellato verso l’alto o verso il basso, ma quello che è sicuro è che ci sarà una bella battaglia».
Che livello di campionato ti aspetti? In linea con le ultime stagioni oppure il livello potrebbe tornare ad alzarsi viste le diverse squadre interessanti che ci sono?
«Penso sarà tutto in linea con le ultime stagioni. Non c’è una squadra ammazza-campionato come potevamo essere noi dell’Argentario due anni fa. Non so quante squadre abbiano detto di voler andare su, certo sarà un bel campionato. Bisognerà poi vedere anche se poi queste squadre faranno poi la B».
Fantavolley di fine estate: se tu dovessi scommettere 10 euro alla Snai su chi, alla fine, vincerà la serie C su chi scommetteresti?
«Punto 10 euro su Mezzolombardo, ovviamente. Sono un tipo ambizioso, se devo proprio scommettere allora scommetto su di me».
Tu torni in serie C dopo questa esperienza in B2 con la Tridentum. Esperienza che forse poteva finire diversamente, ma te l’aspettavi questa fusione con la Trenta Volley?
«Macchè, è stato un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Soprattutto perchè questa fusione è stata fatta proprio con la Trenta, con la quale c’erano stati dei problemi. Sapevamo che c’erano alcuni problemi finanziari, ma pensavo che questa stagione si poteva puntare su una B2 più tranquilla, magari senza più tanti giocatori da fuori che costavano molto. La scelta della società è stata dolorosa ma giusta, perchè anche il presidente deve vivere, non può angosciarsi o rimetterci soldi per un gioco alla fine».
E ogni anno è sempre così, ormai soldi e bilanci sono in cima a tutto...
«Ogni anno è sempre peggio. Perchè tutti vogliono vincere, tutti vogliono fare grandi cose, tutti pretendono soldi per giocare, ma il problema è sempre il solito. E’ vero che le risorse qui in Trentino ce ne sono ma il problema è sempre quello: non si possono fare quattro o cinque squadre di serie B e prendere tutti giocatori da fuori. Giocatori trentini che valgono la categoria ce ne sono, bisognerebbe unire di più le forze, mi piacerebbe vedere diverse squadre riunite insieme come specie di “rappresentative” per arrivare a certi livelli. Ci sono diversi giocatori, anche giovani, che meriterebbero di giocare nelle categorie nazionali. Invece si punta sempre su giocatori esperti, su delle certezze anzichè provare giocatori futuribili».
Adesso, a mente fredda, ripensando alla stagione scorsa con la Tridentum, cosa non ha funzionato per la promozione in B1? Solo i tanti infortuni?
«Sicuramente gli infortuni hanno influito moltissimo. Avere fuori sin dall’inizio del campionato un giocatore come Corrado è stato pesante. La rosa era competitiva, potevamo puntare ai playoff e giocarceli meglio, questo sì, ma poi alla fine ci siamo ritrovati in campo io, Bernabè e Segala che finora avevamo giocato in C. E qualcuno anche fuori ruolo».
Con quell’Anaune là davanti era dura fare di più, adesso a Cles hanno una squadra per puntare alla A2?
«Eppure noi ci credevamo all’inizio di poter vincere il campionato. Anche dopo il derby d’andata, quando avevamo vinto 3-2, ci credevamo sempre di più. Poi però quando abbiamo cominciato a perdere punti non con squadre nostre concorrenti dirette bensì con squadre che stavano retrocedendo, come Venezia o Trieste, ci siamo ridimensionati, ma abbiamo sempre potuto puntare al secondo posto che abbiamo perso soltanto all’ultima giornata. Adesso ho visto che ci sono quattro o cinque B1 che si sono rinforzate parecchio, anche la stessa Anaune ha fatto una squadra di A2 a tutti gli effetti».
Mentre della Metallsider Blue City che pensi? Sbaglio o l’anno scorso ti avevano anche fatto una telefonata?
«Hanno avuto molti problemi, quello di Rizzo in primis. Credo potrà comunque fare un buonissimo campionato, ovvio che se perde Rizzo la squadra ne risenità ma tutto il gruppo è ben assortito. È vero che l’anno scorso mi avevano contattato per fare il secondo alzatore da loro, ma a quel punto avevo già dato la mia parola alla Tridentum e io sono uno che mantiene semre la parola data».
Che succederà in B2 invece? Che combineranno Trenta Volley, Arco e la baby Itas?
«La Trenta, con Rizzo o senza, può farcela a raggiungere i playoff. Il C9 invece ha preso un grande giocatore come Lamprecht e gente di categoria come Zendri e Bernabè, due certezze, si sono rinforzati tanto. Spero l’Arco si salvi, magari poi l’anno prossimo si potrà così giocare il derby Arco-Mezzolombardo. L’Itas dell’anno scorso invece mi piaceva tanto come squadra, è vero che hanno perso Sbrolla ma un buon palleggiatore ce l’hanno comunque con Cecato. Hanno tutte le carte in regola per salvarsi, soprattutto se resteranno i due Ingrosso. De Paola poi alcune partite ci sarà, non hanno grandi ambizioni e possono quindi puntare ad una salvezza tranquilla e forse anche a qualcosa di più».
E’ tanto grande questo salto, questa differenza, fra C e B2?
«Sì, davvero tanto. Nella velocità della palla, nell’approccio alla partita e all’allenamento... Fra una C d’alto livello e una B d’alto livello il salto grande, ad esempio, l’avevo vissuto con l’Argentario. Lì ci siamo resi conto della grande differenza».
Da fuori, da giocatore, dell’affare Rizzo che idea ti sei fatto?
«Io ho parlato con lui di questa situazione. Credo che per un giocatore sia bello poter fare ciò che si sente di fare. Ma deve arrivare anche l’accordo fra le due società, quello che mi auguro è che Gianma non resti fermo e possa fare quello che preferisce fare».
Mattia ormai ci siamo, si è ricominciato in palestra e devi dire la verità: sei in lutto che non ci siano più tornei estivi?
«A dire il vero se ci fosse un altro mesetto di tornei mi piacerebbe molto. Ai tornei incontri sempre tante persone che si vedono raramente durante l’anno, amici con i quali è dura incontrarsi durante la stagione. Poi ai tornei c’è un bel clima, sono sempre all’insegna del divertimento. Una volta giocavo per vincere anche ai tornei, adesso ho capito il vero spirito di appuntamenti come questi. Cioè stare insieme, stare in compagnia, stare con gli amici e conoscere gente nuova. I tornei, dopotutto, sono punti di riferimento per il nostro piccolo mondo della pallavolo».
Basta andare a nanna alle luci dell’alba, rimetterai la testa a posto?
«Rimetterò fegato e testa a posto. Anche se, a dire il vero, la vita universitaria non mi dispiace...»
E’ più bello vincere la serie C oppure vincere il torneo di Cognola, ad esempio?
«Sono due cose diverse, vincere la C sicuramente. La vittoria di una serie è il frutto del lavoro durato tutto un anno. Vincere dei tornei da delle belle emozioni, ma non può essere paragonato con un campionato».
Che faresti come fioretto per vincere la C con il Mezzolombardo?
«Mi taglierei i capelli a zero».
Tu non sei un palleggiatore altissimo, questo è stato un problema per te?
«Per me no, mai. Per quelli che invece cercano dei palleggiatori sì. Per alcune squadre che non mi hanno mai preso in considerazione per questo motivo qui sì. Ovviamente, so che non potrò mai giocare in B1 o A2, perché sono cosciente di non essere nemmeno un grande saltatore. Poi è solo da due anni che gioco con la testa dell’alzatore, adesso in questi ultimi anni sono maturato come regista. Prima facevo la banda, mi ci è voluto un po’ di tempo per assorbire il cambio di ruolo».

CHI E’ MATTIA CONSOLINI

Nato a Trento il 7 febbraio del 1981, ha iniziato a giocare in terza elementare con il minivolley. Muove i primi passi sottorete da schiacciatore in Under 14 con l’Eurock Mezzolombardo, prima di trasferirsi a fare l’Under 16 con il Bolghera. In Under 18 veste la maglia dell’Itas, prima di tornare al Bolghera con il quale esordisce in serie C a diciannove anni nella stagione 1999/2000. Una stagione al Bolghera e l’anno successivo al Lizzana (serie C), prima di trasferirsi la stagione seguente all’Argentario dove rimarrà per quattro anni, fra C e B2. L’anno scorso è alzatore della Tridentum in B2 ed ora il passaggio a Mezzolombardo. In carriera ha vinto Under 14, Under 16 e due volte l’Under 18 regionale, due volte la serie C, due Coppa Trentino Alto Adige, due Coppa Triveneto ed è arrivato quinto al Trofeo delle Regioni di Courmayer con la rappresentativa del Trentino.

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