Il trentino Burgsthaler (ex Itas e Ronda) giocherà a Scanzorosciate
TRENTO - Dopo due anni lontano da casa trascorsi in serie B1 (rispettivamente a Spoleto ed Arezzo) per Matteo Burgsthaler è finalmente giunto il momento di riconfrontarsi con quella serie A che, nella prima stagione dell'Itas Diatec nel massimo campionato nazionale (la squadra, per intenderci di Ushakov, Giombini, Fenili e Goriuchev), aveva solo potuto annusare di sfuggita. Il centrale trentino, 198 cm classe 1981, nella prossima stagione vestirà la maglia del neopromosso Scanzorosciate, compagine di A2 che per questioni logistiche giocherà le proprie partite al palazzetto dello sport Bergamo, fino ad oggi proprietà esclusiva o quasi del volley femminile targato Radio 105 Foppapedretti.
L'accordo annuale fra lo società orobica e il giocatore di proprietà della Trentino Volley è stato siglato martedì mattina.
"Sono molto soddisfatto di questa scelta - ha ammesso candidamente Burgsthaler -avevo tante offerte, ma alla fine ho scelto Scanzo per la relativa vicinanza a casa e perché mi verrà data la possibilità di giocare titolare, confrontandomi immediatamente con la seconda serie nazionale. Punteremo alla salvezza; sarà dura ma ce la metteremo tutta per conseguire questo difficile traguardo". La Brillrover Bolzano troverà sul suo cammino, quindi, un avversario regionale; per Matteo una sfida nella sfida.
Lo Scanzorosciate in questi ultimi giorni ha messo sotto contratto Cuturic e Visentin (schiacciatore e palleggiatore, emtrambi ex Trieste) e sta cercando con insistenza Gelli (ex Modena). Con un opposto di categoria e un paio di buoni cambi la squadra potrebbe anche centrale la salvezza. A Burgsthaler, dopo due ottime annate in B1, si chiederà di effettuare l'ennesimo salto di qualità per poter sperare di tornare a vestire, prima o poi, la maglia dell'Itas Diatec Trentino. Non è un caso, infatti, che Mosna per lui abbia rifiutato categoricamente qualsiasi trattativa che ne avrebbe comportato la cessione a titolo definitivo. Un bell'attestato di stima, non c'è che dire.