Giornata no per le trentine, l'Ata paga dazio con 39 errori
Non è stato certo un weekend di soddisfazioni quello che ci lasciamo alle spalle, per le due squadre trentine di B2 femminile. Se il ko del Basilisco a Castenedolo poteva essere messo tranquillamente in preventivo, del tutto inatteso era invece il ko casalingo dell’Ata contro il Pralboino, neopromossa bresciana che nelle prime tre giornate non aveva conquistato alcun punto.
La squadra del capoluogo, pur dovendo rinunciare per infortunio a due pedine chiave come Martina Bogatec ed Emily Colombo, ha pagato a caro prezzo due repentini e poco spiegabili cali di rendimento accusati nel secondo e nel quarto set, che aveva saldamente in mano, uscendo infine sconfitta per 1-3 (33-31, 24-26, 12-25, 20-25).
Il peggio, Tuller compagne, sembravano averlo passato nel primo set, che le aveva viste dominare fino al 16-10, grazie agli ace e ad una estrema facilità di ricostruzione. Due black out, premonitori di ciò che sarebbe successo più avanti, avevano rimesso in gioco il Pralboino in un solo turno al servizio (quello della schiacciatrice Balconi), attraverso due ace, ma anche tre errori dell’Ata (16-16), poi le bresciane erano riuscite a portarsi sul 19-21, subito agguantate sul 21-21. Ai vantaggi le ospiti hanno annullato due set ball, poi se ne sono procurati cinque consecutivi, fino al 30-31, per cedere infine grazie ad un attacco e due ace consecutivi di Giorgia Depaoli. Nella seconda frazione, cominciata con tre ace di Tuller (3-0) e dominata in lungo e in largo fino al 12-6, la squadra di Mongera è andata in crisi nel turno al servizio della schiacciatrice Gagliardi, che, aiutata da un bagher in rete di Carosini, un attacco out di Bisoffi e un ace sulla stessa numero 12, ha portato lo Juvolley al sorpasso. L’Ata è riuscita comunque a portarsi a due passi dal successo (23-21), ma nel finale due ace consecutivi di Balconi su Bisoffi in posto 1 hanno cambiato la storia della frazione e del match (24-26).
Nel terzo set le cose hanno cominciato a volgere subito al peggio per la Studio 55, trovatasi in un lampo ad inseguire l’avversario da un terribile 1-8, costruito dalle bresciane ancora una volta grazie ad una serie di errori in attacco (ben 4), poi nel prosieguo di questo disgraziato parziale si sono aggiunti anche cinque ace, che hanno infierito sulla ricezione di casa. Dulcis in fundo, sul 6-13 un attacco dell’opposta Bregoli, top scorer del match, ha colpito prima Carosini e poi Depaoli in faccia, mettendola fuori gioco fino alla fine della frazione, chiusa sul 12-25.
Nel quarto parziale l’Ata, recuperata Depaoli, ha ricominciato a giocare tranquilla e si è portata subito avanti per 5-2, 10-8 e 13-9. Poi si è spenta la luce. Un ace di Bassini e uno di Sbaraini, entrambi su Carosini, stavolta schierata in posto 4 spostando Bisoffi in contromano, seguiti da uno scontro fra Depaoli e Libardi e da un diagonale out di Bisoffi, hanno invertito in un attimo i ruoli e da lì in poi il Pralboino si è caricato ed è andato a prendersi i primi tre punti della stagione con altri due ace e con gli attacchi della coppia Sbregoli - Sbaraini. Nel tabellino finale spiccano i 39 errori complessivi dell’Ata e i 16 ace subiti, due numeri che da soli spiegano quasi tutto.
Per quanto invece concerne il Basilisco, ha fatto quello che ha potuto sul campo di una delle favorite del girone, il Torbole Casaglia. Nel primo set le rotaliane, prive di Cataldi, sono rimaste aggrappate alle bresciane fino al 16-15, cedendo prima del rush finale a causa di troppi errori. Nei due parziali successivi, invece, la squadra di casa ha dominato la scena, ipotecando i successi parziali con due 16-11 non recuperabili da Deanesi a compagne. I termini generali, se la ricezione ha cominciato a migliorare le proprie percentuali (44% di tocchi positivi), il 22% dell'attacco è un valore che da solo non può portare a vincere né match né set, così come due soli muri in tre set.
Il match chiave per capire quante chance di rincorrere la salvezza ha la squadra di Palano sarà però il prossimo, che porterà a Mezzocorona un’altra compagine ferma a quota 0, l’Orgiano, team poco avvezzo a navigare in quelle acque.
Foto Ata di Riccardo Giuliani