volley.sportrentino.it
SporTrentino.it
Varie

Bernardi guida l'Italia non udenti all'argento agli Europei

Stefano Bernardi è l'allenatore della Val di Non, squadra femminile di serie D che fino alle ultime giornate ha lottato per un posto nei playoff. Nelle prossime righe che leggerete Stefano ci ha raccontato la sua splendida esperienza, sportiva ed umana, da allenatore della nazionale italiana femminile per non udenti. Alla guida di questa selezione azzurra ha, nei giorni scorsi, conquistato il secondo posto agli Europei per sordi disputati ad Antalya, in Turchia. Di seguito il suo racconto di questa esperienza.
Buona lettura.

Un esperienza unica ed irripetibile quella maturata ad Antalya come allenatore della nazionale femminile di pallavolo per sordi. Un esperienza che parte da lontano, esattamente da gennaio di quest’anno, quando mi venne assegnato questo prestigioso incarico. Da lì in poi una serie di raduni – quattro per la precisione – per arrivare nelle migliori condizioni a questo importante appuntamento, gli ottavi Campionati Europei di Pallavolo per sordi.
L’Italia non saliva sul podio dal lontano 1999 – terzo posto a Mosca – da lì in poi una serie di piazzamenti non all’altezza dell’italica tradizione pallavolistica per cui, dal primo raduno, ci siamo subito posti un obiettivo: arrivare nelle prime quattro, ma non sarebbe stato facile. Conquistare uno dei primi quattro posti finale era importante anche per poter accedere alle prossime Olimpiadi che si terranno nel 2013.

L’Ucraina è una formazione formata da professioniste che 365 giorni all’anno vivono di pallavolo, con Russia e Bielorussia nelle ultime stagioni non avevamo quasi mai vinto, la Turchia come squadra di casa poteva risultare ostica, Polonia, Olanda e Germania erano realtà a noi completamente sconosciute in quanto fuori dal “giro” delle competizioni internazionali da molto tempo.
Il nostro girone era composto, oltre che dalla nostra squadra, da Polonia, Ucraina, Bielorussia ed Olanda, che abbiamo incontrato in questo ordine.
La prima partita con la Polonia è risultata ostica ai nostri colori per almeno due set. La tensione dell’esordio, un po' di emozione e la bravura dell’avversaria ci hanno creato qualche difficoltà. Sotto un set a zero e con le polacche in vantaggio per 23 a 17 nel secondo set abbiamo però avuto una reazione da squadra matura e dopo aver vinto il secondo set ai vantaggi (28 a 26) abbiamo gestito al meglio il terzo e quarto parziale chiuso con il punteggio di 25 a 9.

Il giorno successivo era la volta dell’Ucraina, formazione tritatutto, capace di vincere tutto quello che c’era da vincere negli ultimi anni – Olimpiadi, Europei e Mondiali -. Per un set e mezzo abbiamo giocato praticamente alla pari contro questo sestetto, ma alla fine abbiamo dovuto cedere l’onore delle armi. La consapevolezza di aver comunque fatto una buona partita l’ho avuta nell’immediato post gara quando, Vasyl Sandugei, Presidente dell’EDSO (European Deaf Sport Organisation) ed ucraino di nascita, ha voluto complimentarsi con noi per l’ottima prestazione fornita e per la crescita tecnica mostrata dalla squadra rispetto alle ultime manifestazioni internazionali (Olimpiadi di Taipei del 2009).
La terza partita, quella che ci vedeva opposti alla Bielorussia, ha segnato in maniera positiva il nostro Europeo. Sotto due set a uno, con un’atleta in lacrime fuori dal campo per infortunio, la partita si gira in positivo anche grazie al ritorno in campo della stessa atleta ed alla rinnovata fiducia acquisita dalle compagne che, con due set praticamente perfetti, spengono le velleità delle bielorusse e portano a casa una vittoria che risulterà poi rivelarsi determinante ai fini del risultato finale.

Ed arriviamo alla partita con l’Olanda con la consapevolezza che la vittoria sulla Bielorussia non sarebbe servita a nulla se non l’avessimo bissata vincendo con la formazione “orange”. Il primo set partiamo bene, ma un improvviso ed inspiegabile calo di tensione regala il primo parziale alla avversarie. Pure nel secondo parziale partiamo male, andiamo al primo time out tecnico in svantaggio per 8 a 1. Ma anche in questo caso riusciamo a uscire dalla buca e punto su punto recuperiamo lo svantaggio e vinciamo il set.
Il terzo e quarto parziale sono un monologo azzurro, 25-6 e 25-11 i parziali e possiamo cominciare a pensare ai quarti di finale che ci vedranno opposti alla Turchia.
Ad onor del vero la squadra di casa, rispetto alle previsioni, nelle partite precedenti ha dimostrato di essere ben poca cosa e, vista anche la differenza di valori tecnici in campo, non poteva e non doveva costituire un problema, e così è stato.

Mai un momento in cui le turche ci abbiano messo in difficoltà, mai un attimo in cui abbiamo avuto la minima percezione che questa formazione potesse farci una sgradita sorpresa e così ho avuto modo anche di far rifiatare coloro che avevano tirato la carretta fino a quel momento.
La vittoria con la Turchia ci permetteva di realizzare i nostri obiettivi, ovvero arrivare nelle prime quattro posizioni e guadagnarci l’accesso alle Olimpiadi. Missione compiuta.
Dopo un giorno di riposo era giunto il momento della semifinale contro la temibile Russia.

Una partita perfetta, il sogno di ogni allenatore. Il primo set da antologia, con la nostra battuta che manda in difficoltà la ricezione russa. I parziali del set dicono 8- 1 e 16-3 in nostro favore ai due time out tecnici per arrivare al 25-9 finale del primo parziale. Le russe non credono ai loro occhi e forse nemmeno noi.
Nel secondo set subiamo la prevedibile reazione russa e procediamo in equilibrio sino al 18 pari, da qua in poi è ancora un monologo azzurro, chiudiamo il set 25-18 e sulle ali dell’entusiasmo portiamo a casa anche il terzo set vinto per 25-15. Ed è finale!

Sappiamo che con l’Ucraina sarà dura, ma nei primi due set ce la giochiamo ad armi pari, ma dobbiamo fare i conti con la maggiore profondità della loro panchina. Noi, invece, abbiamo raschiato il fondo del barile delle nostre energie, fisiche e nervose, e nel terzo set cediamo di schianto, ma il nostro rimane comunque un grandissimo Europeo! A fine torneo, oltre la soddisfazione del secondo posto, anche quella di vicere due premi individuali, ovvero miglior palleggiatrice per Claudia Gennaro e miglior muro per Alice Tomat.
Adesso è ora di pensare al futuro che, nella prossima stagione, prevede i Campionati del Mondo a Sofia in Bulgaria, appuntamento al quale ci piacerebbe poter essere presenti, ma che attualmente è in forse stante la difficoltà a reperire i fondi necessari a parteciparvi.

Ma nel 2013 abbiamo la certezza di partecipare alle Olimpiadi per non udenti – pur non sapendo ancora dove verranno disputate – e per allora vedremo di farci trovare pronti.

© www.sportrentino.it - strumenti per i siti sportivi - pagina creata in 0,938 sec.

Classifica

Notizie

Foto e Video