Il Mondiale di Vittorio Medioli, patron del Sada Cruzeiro
di Mattia Eccheli (da Betim)
«I nostri favoriti sono i russi». Forse Vittorio Medioli, l'ex emigrante italiano che ha fatto fortuna (e che fortuna) in Brasile, cerca di “proteggere” la sua squadra, quella della quale è presidente dal 2007. E con la quale ha vinto 9 finali su 12 disputate. Anche se un solo scudetto. E un poco gli “brucia” la sconfitta di Doha proprio contro Trento.
La società del Sada Cruzeiro conta oltre 800 giovani pallavolisti. Una fucina di campioni: «Quattro titolari della nazionale maggiore, 2 campioni iridati under 23 e 5 vice campioni del mondo giovanili sono cresciuti da noi», sorride il 62enne di Parma, città dove vive ancora la mamma Anna, 91 anni. Nel suo impero da 2 miliardi di euro di fatturato c'è di tutto: dalla componentistica per l'automotive alle energie rinnovabili. Fino all'editoria: “O Tempo” è il quotidiano d'informazione più venduto della regione, mentre il popolare “Super Noticias” è addirittura il più venduto del Brasile, pur avendo una distribuzione locale (310.000 copie e quasi 3 milioni di lettori). Vittorio Medioli ha già un passato in politica: 16 anni come deputato federale a Brasilia, prima con i socialdemocratici e poi addirittura con i Verdi. Dalla prossima stagione la società Sada Cruzeiro (4 milioni di euro l'anno di bilancio) si occuperà anche di pallamano e, probabilmente, punterà sul volley femminile. E gongola: «Vede, questo Mondiale in fondo non ci è costato niente. Perché abbiamo coperto tutte le spese con chi ha voluto sostenerci». E se doveste vincere ci guadagnate pure: «Diciamo che risparmiamo il premio» dice. Il bilancio preventivo è attorno ai 2,5 milioni di euro.
«Siamo più forti dello scorso anno, credo», osserva. E la Trentino Diatec è più debole: «<Vediamo vediamo... intanto ha vinto», aggiunge con un sorriso che non abbandona mai. Nemmeno quando dice che «gli allenatori sono bravi, ma i giocatori sono quelli che voglio io. Certo – precisa – ci mettiamo d'accordo, ma i coach sono concentrati sugli aspetti tecnici, mentre un club ha bisogno di una visione».
Ex palleggiatore, Medioli ha sempre avuto un debole per il volley. Ma anche fiuto per gli affari: nel suo piccolo impero ha coinvolto la moglie, una scrittrice cui ha affidato la parte editoriale, il fratello Alberto, arrivato nel 1990 ed oggi vice presidente del gruppo Sada, e le due figlie, fra le quali Marina, che studia economia e che aveva seguito il Cruzeiro anche a Doha. «Ho visto molta gente arrivare qui, ma solo pochi avere successo – conclude – Io sono arrivato solo (per gestire la logistica del gruppo Fiat, ndr) ed ho imparato a vivere alla brasiliana, seguendo regole e sistemi di qui». Al Brasile vuole adesso regalare quel titolo mondiale di pallavolo che la Trentino Volley ha tenuto in Italia per 4 anni e che nella sua storia è sempre stato monopolizzato dalle squadre della nostra penisola.