Il Mondiale per Club, evento alla ricerca di identità
di Mattia Eccheli (da Betim)
Ancora la Turchia. Quella che ha "soffiato" i migliori elementi alla Trentino Diatec. Tra le 18 tra emittenti ed agenzia che si sono assicurati i diritti del Men's Club World Championship c'è un solo paese con una doppia rappresentanza. La Turchia, appunto.
Le riprese sono effettuate dalla Espn che ha schierato una squadra di una quarantina di elementi tra tecnici, operatori e commentatori. La filiale brasiliana dell'emittente americana (preferita alla "carioca" Globo che aveva in mente un progetto differente per questo mondiale e sembrava godere di migliori aderenze” in seno alla Federazione internazionale, certamente in quella sudamericana) ha portato a Betim 3 tir e posato qualcosa come due chilometri di cavi. Nemmeno troppi: «È tutto vicino» sorride uno dei responsabili. Per le riprese vengono impiegate 12 telecamere.
Il mondiale per club è ancora un "fenomeno" di portata limitata. Gli organizzatori hanno sì già il tutto esaurito per semifinali e finali (la capienza del Centro Poliesportivo Divino Braga è di 6.000 persone), ma in questi primi giorni solo le sfide del Sada Cruzeiro hanno calamitato l'attenzione del grande pubblico. Sempre meglio che a Doha, s'intende. Dove gli spettatori "in affitto" se ne andavano ad una determinata ora, indipendentemente dal risultato e dalle squadre.
Gli operatori accreditati sono oltre 150, ma molti di questi sono di Espn. E quasi tutti gli altri sono brasiliani. Eccezion fatta per l'addetto stampa della squadra trentina, Francesco Segala, l'unico giornalista europeo accreditato, è chi scrive. Nemmeno dalla Russia è arrivato qualcuno, nonostante il Lokomotiv Novosibirsk possa seriamente ambire al titolo. Tre sono i cronisti argentini, anche se uno è "in quota" alla società che prende parte al torneo, altrettanti arrivano dalla Tunisia ed uno dalla Repubblica Dominicana. Anche la spedizione iraniana è seguita da un cronista, ma si tratta del responsabile della comunicazione della federazione nazionale. Dal punto di vista mediatico, insomma, il mondiale è ancora tutto da inventare. Soprattutto perché non sembra ancora esserci un vero e proprio progetto alle spalle dato che la formula di questa edizione è rimasta a lungo in dubbio. Inizialmente doveva essere a 6 e non a 8 squadre. E Trento non avrebbe nemmeno dovuto esserci.