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Mondiale: dopo il ko di ieri cammino in salita per la Diatec

di Mattia Eccheli (da Betim)

La Trentino Diatec è “affogata”. Al quinto assalto mondiale è incappata nella prima sconfitta. Doveva capitare, naturalmente. Ma poteva evitare di perdere come ha fatto. Sotto l'acqua. Il diluvio che si è abbattuto su Betim è arrivato fino dentro il palazzetto ed ha solo lambito il campo. Ma sotto le tribune la pioggia è stata raccolta dentro tre i secchi (non pieni, per carità). E nell'area dove erano sistemati i media sono intervenuti i “manutentori” con delle strisce di moquette.
La squadra di Serniotti ha regalato 38 punti agli avversari argentini, non esattamente irresistibili. I sudamericani hanno ringraziato e festeggiato. Soprattutto per i 7 errori del quinto set. Con Sokolov protagonista negativo dello scorcio finale.
Le avvisaglie delle difficoltà si erano viste all'esordio contro gli iraniani. Ma la “giustificazione” addotta era quella della pressione. Comprensibile. La replica è stata solo un po' migliore nel gioco (almeno a tratti), ma decisamente peggiore nel risultato. Perché il San Juan è più esperto. E non rinuncia agli omaggi altrui.
Come anticipato, purtroppo, l'incontro di questa sera (20.10 ora locale, 00.10 in Italia) sarà uno spareggio. Chi perde torna a casa. E il punto in più che i trentini hanno grazie al tie-break è inutile. Per andare in semifinale serve la vittoria contro i nipponici della Panasonic di Osaka.
Quella che si profila è l'annunciata sfida per il titolo tra i padroni di casa del Sada Cruzeiro ed i campioni d'Europa del Lokomotiv Novosibirsk, che ieri si sono sfidati portando la contesa al tie break. Trento sembra giunta al capolinea di questo ciclo. Senza soldi non si va lontano. E lontani dalla squadra, al massimo si entra in politica... ogni riferimento è puramente casuale.
La stessa formula del mondiale è da ripensare. Almeno questa volta, oltre ad un pubblico vero, ci sono anche squadre vere. E non “inventate” come a Doha. Solo che le differenze sono macroscopiche. L'anno scorso tre squadre emergevano, quest'anno solo due. Tutto il resto è il corollario di un torneo da rendere credibile prima ancora di renderlo vendibile. La Trentino Diatec di quest'anno non è (ancora?) compagine da meritare questa passerella. Certamente non con il curriculum che ha. Sembra quasi spaesata, anche se meno di altre formazioni. Tutti i sogni finiscono. Quello di Trento in cima al mondo è durato addirittura 4 anni. Adesso non è più fra i marziani. In Brasile prima ed in Italia poi si tratta di capire se è “solo” la fine di una bellissima avventura o l'inizio di un... incubo.
Naturalmente quando mancano i soldi, la chiave di tutto (anche se altrove, pur con montagne di quattrini, si è vinto molto meno), le responsabilità sono da condividere tra chi non li sa trovare e chi non ce li vuole mettere.

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