Contro il Panasonic il riscatto di Trento a Betim
di Mattia Eccheli (da Betim)
Sconfitta sì, umiliata no. E per l'eliminazione c'è ancora tempo. Nello spareggio con i nipponici del Panasonic Panthers, Trento ha riscattato l'opaca prova che le era costata il primo giro “a vuoto” in cinque edizioni del mondiale per club. La squadra di Serniotti è apparsa più rilassata e ancora più concentrata. Si è preoccupata di essere più precisa (anche se non irresistibile) e, dalla sua, aveva la forza di un grande muro. Gli avversari hanno tuttavia contribuito non poco al largo e facile successo trentino.
Quando comincia il primo set, i giapponesi sono ancora negli spogliatoi. Comunque non in campo. Sbagliano molto. In battuta ma non solo. Trento va avanti fino al 5 pari con il cambio palla. Poi arrivano un servizio fuori misura e due muri consecutivi ed al primo time out Birarelli e compagni sono avanti di 3 punti. I gialloblù allungano fino al 12 a 8: il tecnico giapponese corre ai ripari e ferma il gioco. Anche grazie ad un ace di Shirasawa i nipponici si portano a -2. Ma è un fuoco di paglia: il set finisce perché Trento si spinge fino al 18-13. E allunga ancora, grazie ad un errore di Dante: 21-15. Il cambio di palleggiatore dall'altra non cambia la situazione perché arrivano un muro di Lanza, un ace di Sokolov ed un altro punto dell'opposto di Trento (ma è Ferreira, con 5 punti, il top scorer). In meno di 21 minuti si chiude il primo parziale: 25 a 18. Senza alcuna sofferenza ma anche con poco spettacolo. Con 4 muri propri e 10 errori degli avversari.
Nella seconda frazione non sono solo i giapponesi a perdere, ma anche Trento a vincere. Partendo bene (3-0 anche con una stampata di Sokolov) ed arrivando al primo time out con lo stesso margine. Dopo la pausa rientra una sola squadra: il vantaggio raddoppia ed arriva a 6 lunghezze (11-5) prima del nuovo stop richiesto da Nambu. Anche questo set è già in archivio. Soprattutto poco prima della nuova sospensione tecnica che Trento fa precedere da due blocchi di Ferreira (14-8) e Burgsthaler (15-8). Il Panasonic ha un sussulto con Yamazoe in battuta (due break, fino al 22-18). Poi entra Michele Fedrizzi, classe '91, cui Suxho affida la palla del possibile 24-19: e lui la mette giù. Il parziale si chiude subito dopo con un muro di Birarelli (4 punti nella frazione): 25 a 19 in 22 minuti e mezzo. Di nuovo senza patemi. Ma questa volta con più merito perché i giapponesi hanno regalato due punti in meno.
In 25 minuti la Trentino Diatec fa suo anche il terzo set con un più “complicato” 25 a 22. È il parziale del settimo uomo (finora, nelle due precedenti gare, sono andati a punti solo in sei), cioè Michele Fedrizzi, che si concede tre punti a muro e due pipe. Per la prima volta i giapponesi vanno anche in vantaggio: prima passando da un 5 a 3 ad un 5 a 6 e poi anche di due lunghezze (sul 6-8 e poi sul 10-12) complici alcune ricezioni almeno infelici dei trentini. Il tempo di annotare le solite stampate di Burgsthaler e Sokolov e Trento è di nuovo lì. E mette la freccia dopo l'ingresso di Fedrizzi (6 punti nella partita avendo giocato meno di un set e mezzo), mentre Lanza prende l'ascensore per mettere a terra la palla del 13 a 13. Si lotta punto a punto fino al secondo time out, al quale Trento si presenta con un doppio vantaggio grazie proprio al nuovo entrato. Un'altra sua stampata regala il 19-16. Sul 20 a 16, Nambu chiama la sospensione. I nipponici danno ancora qualche segnale di vita: con un ace dell'opposto Shimizu arrivano a -2 (22 a 20). Ma poi Suxho serve Sokolov (13 punti in totale), che scava una fossa: il 23 a 20 è letale. Il punto che spedisce la Trentino Diatec in semifinale è di capitan Birarelli.
Oggi alle 15.40 ora brasiliana (20.40 in Italia) serve un'impresa contro i campioni d'Europa del Lokomotiv Novosibirsk, che contro i tunisini dello Sfax sono stati costretti al tie-break, annullando perfino tre palle match. In caso di sconfitta dei russi, i gialloblù avrebbero dovuta vedersela con i padroni di casa del Sada Cruzeiro. Che, invece, alle 18.10 (23.10), affronteranno gli argentini del San Juan i quali hanno gioito a lungo per la storica affermazione a spese di Trento.