Gara-3 ai raggi X, la nostra analisi del match di ieri
Cominciamo subito con l'affermare che partite decisive, come la gara-3 di semifinale vista ieri sera al PalaTrento, tendono a sfuggire a pronostici e a cliché preconfezionati. Le squadre si conoscono perfettamente e sanno come mettere a nudo i punti deboli avversari, la stanchezza e la mancanza di lucidità in alcune fasi rendono gli episodi e le prodezze individuali decisive. L'alta posta in gioco spinge tutti i protagonisti a dare il massimo, a favore dello spettacolo. I numeri, peraltro, dicono meno che in altre circostanze, dato che ogni set acquista vita propria e presenta temi poi sovente sconfessati da quello successivo.
Il tabellino, in questo caso, racconta un equilibrio pressoché assoluto. La differenza in fatto di punti è di +4 a favore della Diatec (117-113), ma se guardiamo ai break point sono appena 2 in più (41-39). In attacco Perugia ha conquistato tre punti in più (62-65), ma con una percentuale inapprezzabilmente più bassa (41%-40% a favore di Trento). Il maggior numero di muri trentini (14-11) viene ampiamente compensato da un numero di ace doppio da parte della Sir (4-8). L'unico aspetto nel quale la differenza è abissale è quello delle battute sbagliate: ben 23 da Perugia, appena 12 da Trento. Ecco un dato che dice qualcosa di interessante.
I due big del match, Atanasijevic e Kaziyski, hanno giocato partite abbastanza simili, avendo entrambi attaccato con il 39% di positività, ma il serbo ha sbagliato di più: 7 errori su azione e 6 battute alle ortiche, contro 5 e 4 del bulgaro, che ha anche murato molto meglio (4-1). L'efficienza del primo è +7, del secondo +11. In un quadro nel quale nessun giocatore di palla alta ha raggiunto il 50%, spicca il 48% di Mitar Djuric, che in una normale partita di campionato sarebbe apparso appena sufficiente, mentre diventa di tutto rispetto se paragonato ai due 39% di cui sopra, al 39% di Fromm, al 36% di Lanza e al 21% di Vujevic.
Al centro della rete i più efficaci sono stati il solito Birarelli (miglior attaccante con il 67%) e un sorprendente Barone (10 su 19 in attacco), 5 muri e 2 ace, che avrebbe anche potuto ambire al premio mvp qualora la Sir l'avesse spuntata. Solé, invece, dopo la spettacolare gara-1 (8 attacchi, 7 muri e 2 ace), è calato molto nelle due seguenti (ieri appena 38% in attacco). Buti ha attaccato bene (64%), ma a muro è stato poco incisivo e in battuta ha fatto male a corrente alternata. Chi è rimasto totalmente ai margini della scena è stato Beretta, relegato in panchina in via definitiva dopo i primi deludenti set di gara-1.
Le nostre pagelle
LUKASZ ZYGADLO 7 - Il regista polacco, come quasi tutti i giocatori, alterna buoni momenti ad altri in cui risulta un po' impreciso, in particolare con Kaziyski, al quale serve inevitabilmente una quantità notevole di palloni (56 su 153). In battuta raccoglie un ace decisivo per le sorti del tie break e a muro si fa sentire (2 punti). Già buona l'intesa con Djuric.
MITAR DJURIC 7,5 - Combatte come un leone, accettando la sfida corpo a corpo con il collega e mezzo connazionale Atanasasijevic. È il migliore fra i giocatori di palla alta in campo e dà una grossa mano a mascherare la giornata no di Lanza. Riceve 42 palloni, una quantità che a Nemec non sarebbe stata affidata. Importante il suo muro su Atanasijevic nel tie break.
MATEY KAZIYSKI 7,5 - La percentuale in attacco non è stellare (39%) e 7 errori sono tanti, ma se non ci fosse stato lui la Diatec non sarebbe arrivata in finale. Sfodera alcuni colpi da urlo, come il diagonale contro muro a tre tirato quasi dalla panchina sul muro avversario, che è valso il 4-1 nel tie break e si sobbarca grossi carichi di lavoro in attacco, che gli fruttano un'efficienza di +11. Non trova ace, ma ben 3 muri.
FILIPPO LANZA 6- - Altra serata complicata per lo schiacciatore veronese, il cui serbatoio sembra essersi improvvisamente svuotato dopo una stagione da incorniciare. Ha anche dovuto subire le imprecazioni di Stoytchev (durante il time out tecnico del 3° set), il cui vero problema però non sono le prestazioni dello schiacciatore veronese, ma l'impossibilità di attingere da risorse fresche in panchina nel suo ruolo. Mette a terra 10 palloni su 28 e così alla fine ne riceve la metà di Kaziyski (28 contro 56). In ricezione se la cava bene, ma incassa tre ace (uno da Barone), in battuta sceglie giustamente di non forzare.
EMANUELE BIRARELLI 7,5 - Mura meno del solito (2 hit), ma negli altri fondamentali dà il massimo, attaccando con il 67% e portando alla causa ben 8 break point con i suoi servizi (uno in più di Atanasijevic), immuni da errore. È preciso quando si cimenta nel secondo tocco, non fa mai mancare il suo apporto in termini di grinta.
SEBASTIAN SOLÈ 6 - Strappa una sufficienza risicata grazie alle sue battute velenose, che danno più di un pensiero alla ricezione perugina. A muro fa il minimo sindacale per un centrale (2 block), muovendosi tanto, ma senza grande lucidità. In attacco non è la sua serata (38% con un errore). L'impressione è che, come Lanza, abbia bisogno di tirare un attimo il fiato, ma il tempo non c'è.
MASSIMO COLACI 8 - Il libero pugliese disputa una bella prova, ricevendo molto bene (65% positive, 52% perfette) e si fa notare con alcune difese spettacolari, che caricano la squadra.
SIMONE GIANNELLI 6,5 - Il regista bolzanino è buttato in campo nel momento peggiore del terzo set per la Diatec e fa il possibile per dare la scossa, mettendo a segno anche un ace.